Dec 29, 2010 22:46
Ogni tanto mi ricordo che sarebbe carino provare a scrivere due righe sul quantitativo industriale di film che divoro per cui via, andiamo con la mini-lista delle pellicole viste (o riviste) in quest'ultima settimana:
Quantum of Solace: una baracconata. Intendiamoci, in generale considero tutti i film di James Bond delle baracconate, e in particolare questi ultimi due, strutturati per "quadri" come un videogame ed essenzialmente concepiti più come spottoni pubblicitari (la Sony ringrazia) che altro. Però vuoi per il mio amore incondizionato per Daniel Craig (recuperate "The pusher", merita), vuoi per l'amore ancora più incondizionato per Eva Green, vuoi per la scena di tortura degna di un porno gay a me Casino Royale era piaciuto tantissimo, questo qui manco un po'. Tuttavia la colonna sonora a firma di Jack White e Alicia Keys e l'interpretazione convincente di Olga Kurylenko (che sia lei la nuova Charlize Theron?) meritano una menzione d'onore.
Angeli e Demoni: ragazze, ve lo devo confessare: io AMO da pazzi questo film, davvero. Perché è così carico di stronzate che è impossibile non ridere a crepapelle. Le mie preferite? Le battute iniziali di Vittoria Vetra nell'italiano improbabile da traduttore google, il tom-tom delle Guardie Svizzere che indica percorsi a cazzo, le curve in derapata e i parcheggi sempre liberi, la fontana di piazza Navona con la profondità della piscina del Foro Italico, i carabinieri che sembrano la SWAT nella scena a Castel Sant'Angelo... e poi lui, l'unico e il solo: il Camerlengo Fashion (no, dico, Ewan McGregor, mica pizza e fichi), l'uomo che tutte noi vorremmo in Vaticano al posto di Ratzinger e invece no, fa una brutta fine. 'Sti stronzi. Poi vabbeh, ci sono le cose improbabili che potete leggere in tutte le altre recensioni in giro per il web, ma qui si parlava di classifica personale. In compenso Pierfrancesco Favino tirato a lucido fa la sua porca figura (nel senso che istiga allo stupro praticamente a ogni inquadratura) e la Lancia Delta è sempre la Lancia Delta. Da grande voglio diventare Dan Brown.
Prova a prendermi: Qualcuno spieghi a Matt Bomer, il protagonista di White Collar, che per essere fighi come Di Caprio non bastano solo gli addominali scolpiti, due grandi occhioni azzurri e un buon completo di sartoria. Ci vuole anche lo stesso talento nella recitazione. Un classico che non vi potete perdere, consigliatissimo.
A Christmas Carol: in casa Disney le cose sono cambiate davvero, se per la prima volta nella sua storia decide di aprire la più classica delle storie natalizie con il primo piano di un cadavere con due penny sugli occhi. A parte tutto: questo ultimo adattamento tutto computerizzato, a firma di Robert Zemeckis, è ambivalente: aderente al testo originario per quanto concerne i dialoghi e la resa della grettezza d'animo di Scrooge, soffre per via del tributo versato al 3D: alcune scene si vede palesemente che sono messe lì per giustificare il sovrapprezzo e gli occhialini, e per allungare il brodo di una pellicola che, girata in 2D e con attori in carne e ossa, avrebbe fatto una figura migliore. Pessimo segno in attesa dell'Alice nel paese delle meraviglie di Tim Burton.
Tra le nuvole: George Clooney s'è rincoglionito solo per quanto riguarda la vita privata, per fortuna, perché sullo schermo è ancora in forma smagliante e, come il buon vino, migliora di pellicola in pellicola. Se cercate informazioni su Google, troverete scritto che questo film è sui così detti tagliatori di teste (cioè tizi pagati per licenziare tizi che nemmeno conoscono) e sulla crisi. È vero solo in parte. La denuncia sociale serve da sfondo ad una storia che parla soprattutto di solitudine come condizione esistenziale, di una precarietà emotiva, prima ancora che lavorativa. Intelligente ed interessante, forse tra le pellicole migliori che ho visto in questo 2010.
Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo: La morte improvvisa di Heath Ledger si è abbattuta come un macigno su questa moderna favola sul potere dell'immaginazione, azzoppandola ma non al punto di rimpiangerne l'uscita nelle sale. Ledger davvero al meglio delle sue capacità (cosa che rende ancora più dolorosa la sua scomparsa), Tom Waits diavolo istrionico da antologia, trama tutto sommato coerente, nonostante i comprensibili cambiamenti nella sceneggiatura. Sincero e sentito l'omaggio di Johnny Depp, Jude Law e Colin Farrell all'amico scomparso. Un sogno da cui si è stati costretti a risvegliarsi troppo bruscamente. Peccato davvero.
La prima cosa bella: Con il cinema di Virzì ho un rapporto di odio-amore. "Tutta la vita davanti", secondo me, resta il suo film migliore, con quest'ultimo mi pare che abbia fatto qualche passo indietro ma, se vogliamo dirla tutta, riesce comunque a centrare con onestà e immediatezza i nodi che stanno alla base dei legami familiari. Non è memorabile per qualche battuta o per le interpretazioni (anche se, una volta tanto, gli attori si degnano di parlare TUTTI il dialetto della città in cui la storia è ambientata), ma per i ricordi e i sentimenti che smuove, per la sincerità della rappresentazione dell'affetto e del dolore. Da vedere, ma senza idolatrare.
Ce n'è per tutti: per una volta il tema del precariato non viene trattato come una commedia. Per una volta un film italiano ha un cast che sa recitare. Epperò è l'adattamento un po' troppo teatrale di uno spettacolo teatrale, con siparietti all'insegna del nonsense spesso e volentieri fuori luogo e una fotografia che in un'istallazione di arte contemporanea o in uno spettacolo di avanguardia avrei apprezzato, ma che in un film che tratta tematiche sociali trovo fin troppo irritante. Promosso con riserva, ma senza troppa convinzione. Meglio il già citato "Tutta la vita davanti".
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