Un caffè e via [Zack/Tifa]

Dec 27, 2014 15:29

Titolo: Un caffè e via
Fandom: Final Fantasy VII
Pairing: Zack/Tifa
Rating: arancione
Avvertimenti: het, Modern!AU, university!AU, first kiss

Un caffè e via

L’appartamento sapeva di sigarette e the alla vaniglia, soprattutto di the; il sentore del tabacco era più forte verso il terrazzino del soggiorno, segno che qualcuno non poteva resistere alla propria dipendenza, ma non aveva neanche voglia di congelare nel freddo invernale. Di fatto però l’odore era penetrato nel tessuto del tappetino e in quello della poltrona e Tifa non era certa che il proprietario ne sarebbe stato felice. Ma quelli, in ogni caso, rimanevano dei problemi di Zack e non suoi.
Era la quinta - quarta? Sesta? Non ricordava perfettamente - volta che si trovava in casa del compagno di studi: la prima volta era finita lì per una festa, terminata coi vicini che protestavano, una volante chiamata ad hoc che sfrecciava verso di loro a sirene spiegate ed una decina di persone accalcate in terrazza, a godersi la brezza estiva e parlare di vecchi film e politica. Le volte successive era stata invitata solo lei, prima per un the - sempre quello ottimo, alla vaniglia, che Zack adorava - poi per ripetizioni di statistica.
Quel giorno l’offerta era stata modificata in un “caffè e breve ripasso di economia monetaria” e Tifa aveva accettato al volo, sapendo che il caffè di Zack era famoso in facoltà per essere il migliore di tutta la città: quando ritornava da casa ne riempiva la macchina di barattoli che gli avrebbero permesso di resistere sino al successivo rientro.
Il caffè non aveva deluso, il ripasso era stato realmente breve e, dopo una mezz’oretta passata a commentare il casto del nuovo film di James Bond, Tifa si era trovata con il viso del compagno a meno di due centimetri dal suo, molto più serio e concentrato di quanto non fosse mai stato durante lo studio. Lo guardò e non sapeva neanche lei cosa stava comunicando il suo sguardo: forse una domanda - Cosa stai facendo? - forse una sfida - Avanti, provaci - forse una semplice e neutra attesa, perché aveva imparato col tempo che i grandi incontri si palesano nei modi più inaspettati e che lei non era in grado di prevedere cose avesse in serbo per lei la vita.
Zack non era un codardo neanche in quel settore, evidentemente. Ci voleva un gran coraggio per mettere a rischio mesi di amicizia per un azzardo, eppure non si tirò indietro neanche per un istante: colmò le minime distanze e attese, il cuore che gli martellava in gola e il sangue alla testa che rendeva sempre più difficile l’atto del pensare.
Sì? No? Tifa si stava prendendo il suo tempo per sollevarlo da quel tormento e lui stava ormai per ritrarsi e snocciolare una valanga di scuse quando finalmente si decise e con un minimo colpo di reni approfondì il bacio e si avvinghiò a lui in un abbraccio caloroso. Perché nessuno dei due si tratteneva nelle manifestazioni d’affetto e perché sentirsi l’uno accanto all’altra li faceva stare meglio.
C’erano immagini nella mente di Zack, punti di domanda le cui risposte cominciavano a delinearsi con chiarezza crescente: come sarebbe stato sfiorare quella pelle così chiara e calda, la sensazione del ventre nervoso sotto le sue dita, i suoi seni prosperosi a contatto con la sua bocca. I gemiti sarebbero usciti liberamente o li avrebbe trattenuti in una sorta di malcelato orgoglio o per un’idea di dignità? Nel frattempo poteva limitarsi ad accarezzarle la schiena senza scendere sotto la maglietta, a lasciarle dei casti baci lungo il collo, sotto il mento, sentire contro la sua mano il sangue che pulsava e bearsi del sorriso incredibilmente timido e schivo che gli stava regalando.
C’erano altre domande nei pensieri di Tifa, molto meno specifiche di quelle del compagno e molto più confuse. Non si aspettava di essere colta di sorpresa, ma l’improvvisa temerarietà dell’altro l’aveva spiazzata: era abituata a ricevere apprezzamenti vocali - a cui comunque rispondeva arrossendo, in genere - ma era consapevole di non essere una donna facilmente avvicinabile. Era gentile e aperta, ma era anche forte e questo aveva sempre dissuaso gli uomini a provarci con lei; non Zack. Zack aveva spalancato la porta senza bussare e lei ora si trovava in un ciclone di emozioni e sentimenti contrastanti, mentre le mani dell’altro la corteggiavano e generavano scariche lungo la sua spina dorsale.
Avrebbe voluto lasciarsi andare, fregarsene di tutto e farsi trasportare dal momento; oppure accampare scuse, ricordare un altro fascicolo che si erano dimenticati di analizzare e districarsi da quell’abbraccio. Alla fine optò per un sorriso, un bacio all’angolo della bocca ed una felice caduta libera sul materasso, seguita da un rotolarsi contornato da risate cristalline e battute. Ci rifletté un poco su e s’immaginò sopra Zack, le mani che gli tenevano i polsi e una voglia immensa di accoglierlo dentro di sé, di fare l’amore senza smettere di giocare, di sentirlo esplodere in lei e di passare i minuti successivi in un confortevole abbraccio mentre lei gli scompigliava i capelli e lui le accarezzava la schiena.
Ci rifletté su e decise che non sarebbe accaduto quel giorno; forse neanche il giorno dopo od una settimana più tardi. Ma sarebbe accaduto sufficientemente presto e sarebbe stato bellissimo.

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