Titolo: Masochist
Fandom: Eyeshield 21
Personaggi: Rikiya Gao, Hiromi Kisaragi, Reiji “Marco” Maruko
Genere: Introspettivo, Erotico
Rating: Rosso
Avvertimenti: OneShot, Lemon, Yaoi, Non per stomaci delicati
Conteggio Parole: 893 (
FiumiDiParole)
Note: 1. Fanfiction partecipante al
p0rn fest #5 indetto da
fanfic_italia. Il prompt: Gao Rikiya/Hiromi Kisaragi, Violenza
2. Personalmente, e ripeto personalmente, trovo che Gao sia stupendo =ç= e non riesco a non shipparlo con quel dolce fanciullo di Kisaragi XD
3. Dedicata al mio amato vecchio di merda :3 che, come la sottoscrittaXD, apprezza la bellezza di Gao ù_ù
{ Masochist ~
Non riuscì a trattenersi dal gridare quando le ruvide dita di Gao entrarono in lui senza alcun preavviso.
Boccheggiò nel sentire quelle grandi falangi esplorare il suo corpo con dei movimenti frettolosi, nel semplice tentativo di prepararlo ad accogliere un qualcosa di più imponente di due semplici dita.
Kisaragi gemette ancora al solo pensiero e, chiudendo gli occhi, si piegò il più possibile sul tavolo per agevolare i movimenti di Gao.
Era innegabilmente violento e lo stava trattando senza alcun riguardo, tant'è che non riusciva quasi a trattenere le lacrime... eppure gli piaceva.
Sentiva il suo sesso diventare sempre più duro contro la solida superficie in legno, e quelli che sfuggivano dalle sue labbra non erano gemiti di dolore.
Per Hiromi la forza era sempre stata sinonimo di assoluta bellezza, e quella violenza per lui era solo una dimostrazione di quel potere che tanto amava.
Gao, ai suoi occhi, rasentava la perfezione e, forse un po' egoisticamente, non riusciva a non pensare che quell'uomo così carismatico e potente gli appartenesse.
Gli piaceva pensare che, quando lo marchiava con quella violenza, riuscisse a sua volta a lasciare in Gao un piccolo segno che costringesse il compagno a tornare sempre da lui.
Non era né romantica né dolce quella sua necessità, alla fin fine era solo un semplice desiderio, intriso d'egoismo e masochismo.
Strinse i pugni sul bordo del tavolo, inarcando la schiena ed accogliendo sempre più affondo le falangi di Rikiya.
Si allargavano e piegavano con decisione, superando senza problemi le lievi ed inconsapevoli barriere muscolari che incontrava nel suo cammino verso la prostata. Quando finalmente la colpirono, Hiromi si concesse un altro grido alto ed acuto, seguito da un prematuro orgasmo che fece sorridere Gao divertito.
Il più piccolo si accasciò ormai senza fiato sul tavolo e gli rivolse un'umida occhiata oltre le lunghe sopracciglia. Sembrava quasi pregarlo di andare avanti, e Rikiya non si fece attendere oltre.
Sapeva come piaceva a Kisaragi e non l'avrebbe mai deluso, quindi allontanò le dita - rubandogli un lamento frustrato - e gli afferrò le cosce con forza senza preoccuparsi dei lividi che sicuramente gli avrebbe lasciato.
Lo attirò ulteriormente a sé, facendogli sentire la sua erezione contro le natiche.
" G-gao...", ansimò Hiromi, spingendosi leggermente contro il sesso del compagno.
Lo desiderava così tanto da non riuscire più ad aspettare, e solo quando il membro lo penetrò con violenza riuscì a sentirsi completo e parte di quella bellezza che, sfortunatamente, non gli sarebbe mai appartenuta.
Gemette per il piacere e, mentre i suoi occhi si riempivano di nuove lacrime, sentì il suo membro diventare di nuovo duro.
“ A-ah…”, non riuscì a trattenersi dall’emettere altri versi soddisfatti per quel trattamento, e più le spinte si facevano forti, più il tavolo si spostava in avanti ad ogni affondo. Alle sue orecchie giungevano anche gli eccitanti mugugni rochi di Gao che, stringendogli i fianchi in una presa ferrea, lo costringeva ad assecondare il suo sempre incalzante ritmo.
Solo qualche istante dopo una grande mano del suo compagno andò a stringergli il sesso con decisione e, muovendo il pugno con forza, cercò di portarlo ad un secondo orgasmo.
Hiromi durò ben poco e, in spasmi che lo fecero quasi accartocciare su se stesso, venne ancora in un verso di piacere. Anche Gao gemette nel sentire i muscoli di Kisaragi contorcersi sulla sua eccitazione e, costringendolo con la schiena sul suo petto in una posizione quasi eretta, mosse ancora il bacino per entrare il più a fondo possibile in quel caldo corpo.
Un mugugno quasi animalesco lasciò le sue labbra quando, con violenza, raggiunse l’apice del piacere riempiendo con il suo seme l’orifizio del compagno.
Quando entrò negli spogliatoi Marco sapeva che avrebbe avuto ancora una volta una pessima sorpresa.
Non era la prima volta che capitava e l’odore di sesso che lo accolse parve confermare la sua impressione ancora prima di vedere per terra, appoggiati agli armadietti, i suoi due compagni.
Non riuscì a non rabbrividire nell'osservare le cosce ed i fianchi chiari di Hiromi arrossate dai lividi e si ritrovò a distogliere definitivamente lo sguardo davanti al sesso di Gao - l’aveva già visto nudo parecchie volte ma, ad essere sincero, gli metteva sempre un po’ di soggezione addosso.
A ben pensarci gli avrebbe dovuti sgridare per aver ancora una volta scopato sul tavolo verde dove studiavano le strategie per le partite ma, come al solito, le parole di rimprovero sembravano morirgli in bocca - forse per paura di far arrabbiare Rikiya.
Si lasciò quindi sfuggire un sospiro.
" Chiederti di essere più delicato è sempre chiederti troppo, vero Gao?", domandò conoscendo fin troppo bene la risposta, infatti l’altro rise divertito.
" Finché piace a lui sai la mia risposta.", ghignò Rikiya, lanciando un'occhiata al ragazzo che, sorridendo stanco, gli carezzò il petto.
Gao non era stupido, era perfettamente in grado di controllarsi e se avesse voluto sarebbe stato anche un po' più gentile con Kisaragi, ma se quest'ultimo voleva quella violenza, e lui non era nessuno per non acconsentire a quella richiesta.
" A me piace.", mormorò Hiromi confermando le parole del compagno, facendo sospirare per l'ennesima volta Marco.
" Questo si chiama 'masochismo', lo sai vero?", precisò senza neanche aspettare una risposta da parte del ragazzo.
Aveva sempre pensato che Kisaragi fosse strano ma non fino a quel punto, in ogni caso però convenne per l'ennesima volta che sarebbe stato più sicuro allontanarsi e, soprattutto, impedire agli altri giocatori e membri dello staff - Maria in primis - di entrare negli spogliatoi almeno per il momento.