IL SOGNO DELL'IMPERO EURASIATICO UNGERN KHAN -- di Claudio Mutti (1)

Apr 04, 2020 18:13

Il barone Ungern Sternberg è uno di quei personaggi storici i quali non alla storiografia debbono la loro fama, quanto piuttosto alla leggenda che intorno a loro si è venuta creando. Dal noto libro di Ossendowski Bestie, uomini e dèi [1] alle biografie romanzate di Pozner [2] e Krauthoff [3], che attrassero rispettivamente l'attenzione di Guénon [4] e di Evola [5]; dal film sovietico Ego zovut Suche Batur, diretto nel 1942 da Aleksandr Zarchi e Josif Chejfiz (con Nikolaj Cerkasov nei panni dell'eroe negativo Ungern) ai fumetti di Hugo Pratt [6] della serie Corto Maltese; dai romanzi di Jean Mabire [7] e di Renato Monteleone [8] fino alla pittura dell'artista siberiano Evgenij Vigiljanskij, abbondano le testimonianze del fascino esercitato dalla figura del "barone sanguinario". Nella Russia di oggi, dove Leonid Juzefovich [9] ha pubblicato la più recente biografia del Barone, il mito di Ungern è particolarmente vivo presso le correnti eurasiatiste e imperiali, che guardano a questo personaggio come ad un loro precursore. Il carattere più leggendario che storico di questa figura sembra riflettersi nella stessa incertezza dei dati biografici.

Secondo la Grande Enciclopedia Sovietica, Roman Fëdorovich Ungern von Sternberg nacque il 10 (22) gennaio 1886 nell'isola di Dagö (oggi Hiiumaa Saar, in Estonia) e morì il 15 settembre 1921 a Novonikolaevsk (oggi Novosibirsk). Le fonti "occidentali" invece lo fanno nascere il 29 dicembre 1885 in Austria, a Graz; per quanto riguarda la morte, oscillano tra il 17 settembre e il 12 dicembre del 1921 e propongono ora Novonikolaevsk ora Verkhne-Udinsk (Ulan Ude, tra la riva sudorientale del Baikal e il confine mongolo). La famiglia di Roman Fëdorovich (che tra l'altro era imparentata con quella del conte Hermann Keyserling) nel corso dei secoli aveva prodotto cavalieri teutonici, diplomatici, alchimisti e corsari; rivendicava origini tedesche e ungheresi (addirittura unne!), ma si diceva anche che discendesse da un nipote di Gengiz Khan che nel sec. XIII aveva cinto d'assedio Buda. E appunto dal fondatore dell'impero mongolo Roman Fëdorovich avrebbe ereditato l'anello di rubino con la svastica, mentre secondo un'altra versione glielo avrebbe consegnato il Qutuqtu, il Buddha Vivente di Urga, terza autorità nella gerarchia lamaista dopo il Dalai Lama di Lhasa e il Panc'en Lama di Tashi-lhumpo. Compiuti gli studi al Ginnasio di Reval, il Barone frequentò la scuola dei cadetti di San Pietroburgo; nel 1909 trascorse un breve periodo con un reggimento di cosacchi di stanza a Cita, in Transbaikalia, poi si diresse verso la Mongolia. Qui, grazie all'affiliazione buddhista che gli era stata trasmessa dall'avo paterno, Roman Fëdorovich poté entrare in rapporto col Buddha Vivente. Nel 1911, quando i Cinesi vengono cacciati dalla Mongolia e il Buddha Vivente diventa Re del paese, il Barone riceve un posto di comando nella cavalleria mongola. In quel periodo, un oracolo sciamanico gli rivela che in lui si dovrà manifestare una divina potenza guerriera. Nel 1912 Roman Fëdorovich è in Europa.

барон Унгерн

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