Oggi parlo un po’ di
Fotoricordo, chiestami dalla mia doooolze
ellepi che in realtà vuole farsi solo due risate a mie spese.
Allora questa fic nasce come regalo di compleanno proprio per
ellepi e ha una storia abbastanza diverte alle spalle. Sappiate infatti che è stata scritta in una sola giornata in un attacco di frenesia e terrore dell’ultimo minuto.
Sì, l’ho scritta il penultimo giorno e quella povera donna di
t_jill ha avuto davvero poco tempo per betarla e rendermela presentabile.
Sì, mi stava venendo un infarto e/o una crisi mistica.
Volevo regalarle qualcosa che l’avrebbe fatta sorridere e poi pigolare e poi, speravo, sbavare XD . L’unica cosa di cui ero sicura era che doveva essere un’originale sui nostri bambolotti.
Mi ero messa a lavoro sul suo regalo di compleanno un mese prima, proprio per non arrivare agli ultimi giorni e fare... beh, quello che ho fatto.
Mi sono chiesta quali potevano essere i bambolotti più adatti a festeggiare il suo compleanno e l’affetto che provo per lei, e alla fine il mio pensiero è caduto su Stella e Claudia.
Ho passato settimane a studiare il modo migliore per scrivere, delineare e caratterizzare le bimbe per rappresentarle proprio come piacciono a lei, per scriverle una femme che avrebbe apprezzato appieno, soprattutto visto che sarebbe stata la mia primissima femme.
Ero arrivata quasi alla parte clou quando mi sono bloccata ._. .
È stato orribile.
È stato il panico più totale.
Ho passato due giorni a rantolare per capire cosa cavolo dovessi fare, come poter sbloccare i pensieri di Claudia e mandarla a svegliare la sua Stella.
Poi è successo qualcosa: quella sera, mentre mi infilavo nel lettino per amoreggiare con lui per tutta la notte, ho sentito una voce.
Non guardatemi così, non sono pazza, la voce ce l’avevo in testa... ._. .
Comunque, quella voce era di Lisa, che mi parlava di una foto nella camera di Eros, e subito dopo alla sua se n’è accavallata un’altra: quella di Daniel. E così via, piano piano, ogni bambolotto ha cominciato a raccontarmi delle proprie foto, di ciò che rappresentavano per loro e del perché sentissero la necessità di parlarmene. Mi sono addormentata ascoltandoli bisbigliarmi le loro paure e speranze.
Quando la mattina dopo mi sono svegliata, la prima cosa che ho pensato è stata “Devo scrivere prima che questa sensazione sfumi” e così ho fatto: sono andata a prendere il mio necessario caffè mattutino e ho acceso il pc. Ma quando mi sono accinta ad aprire Word per cominciare a lavorare... le voci hanno strepitato XD .
Ho sentito chiaramente Lisa strillare indignata e, se solo avesse potuto, so che mi avrebbe mollato anche un coppino dolorosissimo dietro la testa ._ . .
È stato inquietante, lo giuro, sentirli strillare in quel modo, così, con una smorfietta e un sospiro sconsolato (questo si chiama maltrattamento di fanwriter, sappiatelo) ho preso il mio quaderno di fic e l’ho aperto alla prima pagina pulita. Solo che ancora non andava bene; quei maledetti continuavano a strillare e io non riuscivo a capire una sola parola di quello che mi dicevano, così ho strappato una spilletta e ho chiuso il quaderno. E magia, si sono acquietati tutti insieme!
Ho cominciato a scrivere seguendo i pensieri, a volte contorti, di Lisa e non mi sono sorpresa quando mi sono resa conto di stare scrivendo in stampatello. Giustamente, mancava solo quello per rendere il tutto più lento. Ma ho continuato e mi sono lasciata guidare, ascoltando di volta in volta i pensieri di quei personaggi che mi avevano svegliata con tanta insistenza. Ero talmente presa dalle loro chiacchiere da non aver fatto altro per quei due giorni, facendo ridere non poco
ellepi che sapeva che scrivevo come uno forsennata, lamentandomi anche dell’abbandono a mie spese da parte della penna, ma non sapeva cosa, o rendendomi conto solo alla fine di poter usare questa serie di flash fic come prima storia per la Criticombola XDD.
E così ho scoperto di Lisa e dei sensi di colpa che la mangiavano viva, del suo odiarsi per essere stata egoista ed aver pensato solo alla propria vita, senza accorgersi dei problemi del suo Eros, di come il suo sorriso fosse scomparso da un po’. Era talmente presa dalla sé stessa e dai propri successi che si era dimenticata dell’unica persona che le è sempre stata accanto, fin da quando ha memoria.
È stato davvero strano per me scrivere di Lisa, visto che, effettivamente, non l’avevo mai usata. È stato strano e terrorizzante, vista la venerazione che ho nei confronti suoi e dei suoi amichetti del cuore, ma forse è stato proprio grazie al fatto di aver cominciato da lei (il buio più totale per me) che tutto il resto mi è parso, in certo modo, in discesa.
Amo e adoro le
vicissitudini di Eros, dal suo primo, infantile amore alla sfortuna che lo porta negli USA a riscoprirsi e rimettere insieme i cocci del suo cuore maltrattato. Lo amo al punto da aver sofferto con lui e dall’essermi accorta prima di lui (XDDDDD) di come l’affetto di Franz non fosse, nonostante gli anni trascorsi dalla loro relazione adolescenziale, del tutto disinteressato. Per me loro esistono davvero e ogni tanto mi ritrovo a chiedere ad
ellepi come stanno e se caso mai ci sono novità nel loro difficile rapporto. Sapete com’è: la speranza è l’ultima a morire.
Dicevo, comunque, che io li reputo davvero una serie di bambolotti a parte, di quelli intoccabili, di quelli bellissimi che tieni nella vetrina con la paura di rovinargli il vestitino, per questo mai avrei creduto che avrei potuto scrivere su di lei, e riuscire a creare un tassello che si incasellasse bene con tutti gli altri.
Alla fine, Lisa non mi ha detto nulla di nuovo, a ben vedere; mi ha solo parlato del suo dolore e della paura che ha di non vedere mai più Eros felice. Sereno, sì, ma felice...
È per questo che lei spera con tutto il cuore che Franz stringa i denti e aspetti, che non si arrenda e dimostri a Eros di amarlo davvero e di essere pronto a tutto per lui.
Poi è stato il momento di Daniel. Lui è il più emotivo, tra i miei bambolotti, quello che venderebbe un rene per qualche coccola del suo amore speciale... contornata da una tazzina di caffè XD .
È molto sentimentale e forse è proprio per questo che ha voluto raccontarmi di quella notte in particolare. Giulietta per lui è stata un sogno che diventava realtà. L’ha voluta fortemente fin da quando ha trovato Ephram a cullare Billy nel soppalco del
Nido. Giulietta è la sua bambina, la sua polpettina che da piccola si lasciava fare i codini e scarrozzava in giro per la casa con la sua risata cristallina, giocando a nascondino con papà Ephram e addormentandosi ogni sera tra di loro. Averla, ha significato per lui, poter finalmente avere una famiglia e vivere un sogno lungo una vita con l’uomo che ama dal primo momento che l’ha visto. Ma per quanto la loro Italia sia utopica (matrimoni gay all’ordine del giorno e possibilità di adozione senza altri problemi se non quelli comuni ad ogni coppia), anche lì le malelingue esistono e incrinano la felicità della sua famiglia. Daniel ha sofferto tantissimo per la separazione dalla sua bambina, quando in lacrime ha deciso di cogliere l’occasione di studiare e lavorare all’estero per allontanarsi da quella realtà che l’additava prima di tutto come figlia di due omosessuali. Per lui è stato uno shock, un duro colpo da digerire, ma ha sorriso e ha continuato ad amare la sua bambina nonostante le telefonate passate a piangere per consolarla dalla nostalgia di casa.
È proprio per tutto questo dolore trascorso che quella notte per lui è speciale. Il giorno dopo la sua Giuli si sposerà e comincerà una nuova vita insieme a un ragazzo meraviglioso che la venera, e il fatto che lei sia tornata per sposarsi in Italia, con la sua famiglia, accettando di dormire da loro, nella cameretta che l’ha vista crescere e diventare la splendida donna che è, è la fine di quel periodo buio.
È per questo che Daniel sguscia via dal suo letto e si accoccola sul divano a guardare, alla luce del sole appena nascente, le foto della sua vita che scorre e lo porta proprio a quel momento: il suo matrimonio con Ephram, il giorno in cui portarono Giulietta a casa, con Billy cucciolo incuriosito da quella nuova bimba, più grande di lui di uno o due anni, con gli occhioni grandi e verdi come i suoi - come se fossero davvero fratelli. Probabilmente quella è la foto preferita di Daniel, proprio perché racchiude la sua intera famiglia fatta di due uomini innamorati e quattro bambini che, in modo più o meno legale, ritengono loro figli. Anche se due lo sono un po’ di più.
E poi compare Ephram a coprirlo e avvolgerlo come una coperta calda, facendogli sentire il suo calore e l’amore infinito che prova per lui. Perché Ephram sa quali sono i pensieri di suo marito senza bisogno di parole, perché dopo quarantacinque anni di vita insieme gli basta un sospiro per leggerlo e comprenderlo nel profondo.
Billy e Franz sono i cuccioli della situazione, due bambolotti che potranno crescere/invecchiare quanto vorranno, ma che rimarranno sempre i piccoli della famiglia.
È per questo che loro si differenziano, almeno un po’ da tutti gli altri. Sono gli unici, infatti, a raccontare, attraverso le foto, non un momento passato, quanto il presente. Perché loro sono così: due giovani uomini che vivono il loro amore e la loro relazione giorno per giorno, impegnandosi al massimo per vivere felici il tempo che trascorreranno insieme.
E così loro due si ritrovano a fare la lotta sul letto, con Franz che sparaflescia Billy con mille fotografie che immortalano l’esatto senso del loro amore in una serie di scatti sfocati e non inquadrati, ma che valgono mille sorrisi e una bolla di felicità che esplode all’altezza del cuore. Perché loro sono giovani e scemi, innocenti nel loro modo infantile di accostarsi all’amore e al mondo, e incarnano così l’amore puro della giovinezza, la felicità assoluta di essere tra le braccia della persona amata.
Claudia rappresenta, invece, il lato timido dell’amore. Si innamora di Stella dal primo momento, ma non ha il coraggio di scoprirsi fino a quando non si trova con le spalle al muro, a contemplare una foto vecchia di due settimane che richiama un momento davvero intimo tra loro. Il fatto che Claudia abbia fatto quel primo piano a Stella è segno di quanto quella ragazza le sia entrata sotto pelle, di quanto sia forte il sentimento che la lega a lei. Ma non glielo dice, almeno fino a quando Stella, nella sua innocenza, non le chiede spiegazioni.
Claudia temporeggia e si innervosisce, cominciando a camminare avanti e indietro con irrequietezza, e questo mette in allarme Stella, perché la sua ragazza è tutto fuorché un carattere ansioso. Ed è per questo se lei si aziona e la stringe, per consolarla ed essere certa che non sia nulla di grave, e che la relazione in cui sta spendendo tanto è ancora viva e piena di loro.
Il momento della confessione, di quel Ti amo ammesso come se fosse una marachella, lo ammetto, è il mio preferito, perché racchiude l’essenza più intima di entrambe: la timidezza innata di Claudia e lo sbigottimento sentimentale di Stella, di una ragazza che piano piano si avvince a scoprire le meraviglie di un amore come il loro.
Gli ultimi due in realtà, all’inizio, non li avevo neanche presi in considerazione, visto che erano nati da molto poco. E infatti
ellepi è rimasta piacevolmente sorpresa dalla loro presenza, ripagandomi così di tutto il terrore e il senso di inadeguatezza in cui ho vissuto in quei due giorni XD.
Enzo è un ragazzino che gioca a fare il grande. Avrà anche vent’anni, frequenterà l’università, sarà anche un nudista convinto (XD), ma rimane un ragazzino che ha avuto poche esperienze ed è invece convinto di sapere come gira il mondo. Forse è per questo che è adorabile accanto a Lorenzo, forse è proprio per la diversità delle loro esperienze che questi due mi fanno ribollire il sangue e mi aprono mille scenari pornografici davanti agli occhi.
Sta di fatto che li amo e amo il modo che hanno di rapportarsi, anche quando questo significa litigate a non finire, musi lunghi e prese di posizione più o meno necessarie.
Enzo è un ragazzino che ha avuto solo una relazione prima, oltretutto con un suo coetaneo, Alberto, che lo venerava (e lo venera ancora) come fosse l’unico uomo degno di tale nome sulla terra. È un ragazzino che ha avuto solo una relazione importante, dicevo, e che, essendone uscito scottato, preferisce precludersi frequentazioni più o meno libere. Solo che poi arriva Lorenzo e gli scombina tutti i piani con il suo modo fottutamente sexy di esistere XD .
Ora, la foto che Enzo trova sul tavolino è quella che Lo gli ha fatto la prima volta che Enzo si è svegliato in quel loft. Era nata da un gioco tra loro, una sfida quasi, ma si era trasformata in una specie di gioco di seduzione al limite dell’erotico.
Sarò per sempre convinta che quella foto sia la preferita di Lorenzo, perché mostra chiaramente lo spirito indomito celato dietro gli occhi chiari di quel ragazzino che lo attira così tanto, nonostante le differenze. E infatti, durante il suo girovagare senza meta nell’appartamento, mi sono divertita a mostrare quanto un ventenne come Enzo non trovi svaghi adatti a lui tra quelli che invece predilige un trentenne raffinato come Lorenzo. E so che avrebbe divertito anche
ellepi , visto che lei adora sottolineare come Lo educhi Enzo alla buona musica e al buon cibo XDDDDDD.
In tutto questo Enzo rimane pur sempre un ragazzo che muore per il sedere sodo di un uomo, quindi al solo ricordi della tensione e della carica sessuale che aveva sentito durante quegli scatti - a causa anche del mancato rapporto sessuale tra loro - la sua eccitazione si risveglia, mettendogli in corpo la voglia di avere il proprio compagno spalmato addosso, che rientra proprio in quel momento.
E dato che io adoro i finali aperti, non ho potuto che chiudere così, lasciando in sospeso il momento in cui Lorenzo lo vedrà sul divano a masturbarsi con indolenza e farà un sorrisetto dei suoi, prima di posare le carte e l’attrezzatura dell’ultimo set esterno e raggiungerlo, dimenticandosi anche della stanchezza che fino a quel momento lo ha schiacciato.
E sì, sono consapevole che ho blaterato tantissimo, ma... sono i bambolotti, non potevo resistere XD .