Aug 10, 2008 20:34
E dopo una settimana, arriva il capitolo due online per chi ha voglia di leggerlo.
La storia qui si sposta su un altra persona, che sarà una dei protagonisti insieme al signorino del primo capitolo. E' una cosa che qualcuno non sopporta, ma il cambiare il punto di vista scrivendo i capitoli con l'occhio di vari personaggi a me diverte molto.
Ma poche ciance e mettiamo online 'ste pagine!
Capitolo 2
Tutto chiaro signorina?
A pochi isolati di distanza, una figura ammantata camminava velocemente per un vicolo e sembrava mormorare in continuazione qualcosa di impercettibile. Se non fosse stato per il rumore dei passi che produceva, quel mantello svolazzante, che parlava da solo, sarebbe stato facilmente scambiato per un fantasma in cerca di qualcosa, o qualcuno, in una notte gelida d'inverno. E in effetti, anche se non era un abitante del regno dei morti, qualcosa cercava davvero. Una magione, molto grande e finemente decorata, decisamente una bella dimora per una famiglia di nobili, se non fosse che l'edificio era la sede di una gilda molto influente sul territorio di Specularum, che corrispondeva al nome di Fili di Seta.
Come organizzazione non era molto antica, ma dato il lavoro che faceva, non ci aveva messo molto a farsi strada nel settore e guadagnare ingenti quantità di denaro, rendendola una delle più grandi e influenti associazioni presenti in città. Alcuni ipotizzavano che nelle casse dei Fili ci fossero tanti soldi quanto le entrate annuali del Granducato. Certo, le voci tendono ad ingrossare di molto la verità, ma in questo caso la fantasia le era davvero molto vicina. Ma di cosa si occupava questa gilda, qualcuno si starà chiedendo. In effetti per molte persone rimane un mistero pure questo, poiché le supposizioni variano da “agenzia di informazioni” a “organizzazione di sicari” e via dicendo. Ciò che in realtà i Fili combinano è un insieme di tutte queste cose. I Fili hanno una filosofia relativa all'accontentare il cliente tutta particolare: “ciò che il cliente chiede, va fatto... dietro lauto compenso”. Questo è il motto della gilda, e tale scuola di pensiero ha reso i Fili una sorta di agenzia tuttofare, a patto di avere il portamonete pieno a sufficienza.
Dopo essere rimasta a fissare la dimora per un paio di minuti, la figura si diresse verso la porta, dove due guardie stazionavano tutt'altro che inflessibili, sembrando all'occhio più ubriaconi che altro. Uno di loro alzò leggermente lo sguardo per osservare il mantello fluttuante che si avvicinava verso di loro. Con fare assonnato guardò un attimo il suo compagno, per poi rivolgersi al “fantasma”.
-Ehilà Seline, come va la serata? Calduccio non ti pare?- Ridacchiò fragorosamente l'uomo, non giovanissimo, che comunque sembrava molto capace nel fare il suo lavoro.
Non ricevette alcuna risposta se non un vago borbottio che non riuscì a comprendere. Si avvicinò al cappuccio, riuscendo a distinguere qualche parola.
-Che freddo, che freddo, che freddo, che freddo...- Pareva ripetere senza fine la ragazza.
-Ah ah ah!- Rise ancora la guardia -Ma sentila poverina, ha freddo. In effetti potresti anche startene a casa in queste fredde nottate, con un uomo che ti scalda a dovere... oppure vuoi che ci pensi io personalmente?- Sogghignò guardando il suo compagno, che ricambiò con una risatina irritante.
-Primo, nessuno ti ha detto che puoi chiamarmi per nome. Secondo, voi due non bastereste a soddisfare metà della sottoscritta. Terzo, se non mi apri subito la porta domattina vi ritroveranno a fare la guardia allo zerbino.-
Le parole uscite da quella bocca erano talmente fredde che il clima notturno impallidiva al confronto, e tale fu lo spavento che generò nelle guardie, che in un attimo aprirono le porte mettendosi sugli attenti, senza proferir parola.
-Grazie.- Concluse senza un briciolo di espressività nella voce, prima di entrare nell'atrio della magione, dove si fermò un po', cercando di scrollarsi il gelo di dosso. Dentro era molto meglio in effetti: il caldo già si cominciava a sentire, e per lei, tipo piuttosto freddoloso, era una benedizione dal cielo.
Dopo essersi ripresa, cominciò ad incamminarsi verso il piano superiore, dando un'occhiata alla stanza. L'atrio era davvero imponente, con due scalinate sistemate a semicerchio che erano una discreta attrazione per tutti coloro che entravano nella sede dei Fili, insieme a pavimenti e soffitti finemente decorati, quadri e tappeti di eccellente fattura. Tutta la dimora era estremamente lussuosa, senza però sforare nel pacchiano.
Arrivata in cima alle scale, la ragazza imboccò decisa un corridoio, per poi giungere in una saletta, fornita di comode poltrone in pelle nera e un grande caminetto acceso, dal quale proveniva un calduccio estremamente invitante. Come una falena che si getta su una lampada, Seline prese una poltrona e la spostò vicino al fuoco, sedendosi e mettendo avanti le piccole mani, cercando quasi di portare tutto il calore verso di sé.
Quando decise che la sua temperatura era di nuovo a livelli accettabili, si tolse il cappuccio, lasciando scivolare i lunghi capelli neri sulla schiena, aggiustandoli con le dita.
-....Seline!-
-Aaaaaaah! Chi è?- Urlò sobbalzando sulla poltrona, quasi rotolando a terra.
-Ma come chi è, scema che non sei altro! E' da quando sei entrata nella stanza che ti saluto e non mi degni di uno sguardo. Sembravi quasi sonnambula...-
-Oh... ehm... ciao Vince... tutto a posto?- Disse lei con fare imbarazzato. Non credeva di essere arrivata a non vedere la gente dal freddo che aveva.
-Lo sai che con l'inverno non ho un bel rapporto, semplicemente... ecco... non ti ho notato.- Terminò sorridendo.
-Lasciamo perdere... volevo dirti che il capo sta finendo di parlare con una persona e appena avrà finito ti riceverà.-
-Va bene, grazie. A proposito Vince, tu che sei una delle guardie speciali del capoccia, non sai perché mi ha fatto chiamare qui a quest'ora della notte e, soprattutto, con questo freddo tremendo?- Mise molta enfasi nell'ultima affermazione.
L'uomo, mentre ascoltava la domanda della ragazza, si mise di nuovo sulla sua poltrona vicino alla porta dello studio dove il Maestro dei Fili riceveva i clienti per parlare degli incarichi e dove questi ultimi venivano assegnati ai rispettivi agenti della gilda per essere portati a compimento.
-Beh lo sai come funziona il gioco ragazza mia, io faccio la guardia, non faccio domande.-
-Pff... sempre il solito scocciatore, non si estorce mai niente da te.- Affermò sbuffando come avrebbe fatto una bambina capricciosa.
-E' per questo che mi pagano sai?-
In quel momento la porta dell'ufficio del capo si aprì, lasciando uscire solo una nuvola di nebbia nera, che si spostò veloce in aria, andando vicino alla ragazza e prendendo pian piano la forma di un grande mantello nero, che pareva fluttuare a qualche centimetro da terra.
-Io ancora devo capire come fai a fare questi trucchetti...- Disse sconsolata Seline.
La figura, della quale non si distingueva né volto ne qualsiasi altro tratto fisico, cominciò a parlare con un tono quasi spettrale.
-Ma quali trucchetti e trucchetti screanzata! Sei fortunata ad essere la mia allieva altrimenti ti avrei già uccisa da un pezzo, impertinente! Abbi rispetto di quelli più esperti di te! E poi... è bello spostarsi così, no?-
-Per niente.- Fu la sua risposta schietta.
-Tzè, sei solo invidiosa. Io ho finito di parlare al capo comunque, vai pure se ti interessa sapere per cosa ti ha chiamato, sta aspettando.-
-Va bene, va bene. Ora vado...-
-Ah giusto perché sono buono. Domani ti voglio al solito posto per un allenamento speciale.-
-Cooooosa??? Ma tu sei pazzo! Con questo freddo? E poi... e poi... allenamento speciale? Ma perché??-
-Ti sta bene, invidiosa... a domani!- Detto questo la figura misteriosa scomparve dalla vista in uno sbuffo di fumo nero.
-Beh che vuoi che sia, ti fa bene fare un po' di allenamento.-
-Vince... tu non hai la minima idea di quello che fa fare quel pazzo nei suoi allenamenti speciali... mi viene il mal di stomaco al pensiero...-
-Beh ci penserai domattina, intanto vai dal capo.-
-Sì certo... subito...- Rispose con una voce da cane bastonato.
Lentamente si avvicinò alla porta socchiusa e bussò delicatamente.
-Avanti, entra pure.- Sentì come risposta dall'altro lato, e dopo aver varcato la soglia, fece un leggero inchino alla persona che se ne stava seduto nella stanza, per poi rimanere in attesa.
-Vince, chiudi la porta e non disturbarmi per nessun motivo finché non avrò finito qui, per cortesia.- Disse l'uomo dietro la massiccia scrivania, unico pezzo di arredamento degno di nota, il che rendeva lo studio piuttosto ridotto all'essenziale. La figura che sedeva era sempre in penombra, l'ufficio non era molto illuminato.
-Vieni cara, siediti.- Disse in tono cordiale mentre la guardia scelta chiudeva la porta .
Il Maestro dei Fili le aveva sempre dato l'impressione di un uomo estremamente alla mano, con una spiccata dote per quanto riguardava il relazionarsi con le persone. Un uomo oltretutto molto affascinante, con un carisma che surclassava quello di chiunque altro nella gilda. Nessuno lo aveva mai visto in azione, anche perché dalla fondazione dell'organizzazione, praticamente si era solo occupato del lato gestionale e finanziario, per quello che ne sapevano gli altri componenti dei Fili.
-Permettimi di scusarmi innanzitutto per averti fatto chiamare a quest'ora della notte, so che non sopporti molto il clima di questi tempi.-
Seline mentre si sedeva si chiese non tanto come poteva controbattere a delle scuse così gentili, quanto come potesse conoscere la sua intolleranza per il freddo. Non credeva che il capo sapesse qualcosa su di lei, dato che lo aveva visto solo in un altro paio di occasioni: quando aveva fatto il suo ingresso nella gilda, e quando aveva tenuto una riunione con tutti i membri relativa ad un'operazione che coinvolgeva tutti i ranghi o quasi, un paio di mesi prima. In effetti, si chiedeva il perché della convocazione in modo particolare, dato che non era un membro di grande importanza.
-Penso che tu ti stia chiedendo più che altro il motivo della tua chiamata qui, giusto?- Seline a quelle parole sgranò gli occhi. -...Immaginavo, tranquilla. Avrai pensato che essendo un membro inesperto una convocazione da me in persona per una missione dovesse essere qualcosa di strano, no?-
La ragazza non sapeva cosa dire... o era un genio o sapeva leggere nel pensiero, questo era certo.
-Eh eh eh, non ti preoccupare, c'è una ragione a tutto. I miei agenti migliori al momento sono tutti impegnati in questioni di cui non posso riferirti, e Vince è la mia scorta personale, quindi non posso lasciarlo andare. Ho pensato dunque di dare l'opportunità a qualcuno di nuovo e promettente di farsi un po' di strada con un incarico piuttosto redditizio.-
Il fatto che l’avesse appena definita un rimpiazzo per gli agenti tosti era stato ampiamente sotterrato da quel “promettente”, e ciò faceva sicuramente effetto nell'orgoglio della ragazza.
-Devo solo avvertirti di una cosa. La missione che ho intenzione di affidarti è molto rischiosa, potresti avere a che fare con persone senza scrupoli o trovarti in situazioni dove non dovrai averne tu stessa nel compiere azioni anche drastiche. Con queste premesse sei interessata ad accettare?-
-Ho solo una domanda prima di dirle sì o no. Il gioco vale la candela?-
-Questo non posso dirtelo. Accetti o no?-
-Va bene. Vediamo cosa ha da offrirmi.-
-Ottimo, passo subito al briefing. Non ripeterò le informazioni due volte, quindi vedi di recepirle immediatamente.-
Parlando di lavoro il capo diventava estremamente freddo. Anche mesi fa, durante la riunione per la missione alla quale era presente praticamente tutta la gilda, un paio di persone che avevano fatto domande al momento meno opportuno erano state trattate molto male.
-La missione che intendo affidarti è di ricerca e il cliente che l'ha richiesta sono io in persona. Dovrai fare il possibile per rintracciare tre armi. Un daisho per la precisione. L'ubicazione delle suddette armi è sconosciuta, l'utilizzo che io ne voglio fare non credo che debba spiegarlo. Sono delle armi antiche, molto potenti e di fattura estremamente pregevole, sul mercato valgono molto di più di quanto un nobile qui possa guadagnare in un anno dai suoi terreni. Il tuo compenso varierà in base a come porterai a termine la missione. In caso mi riferissi solo il luogo in cui si trovano le armi con certezza, avrai un quantitativo di denaro. Se mi porterai le spade, ne avrai un altro che sarà esponenzialmente maggiore. L'unica informazione che posso darti è dove sono state create queste armi. Dirigiti a Rokungan, a sud-est di qui, oltre il mare. Non posso fornirti finanziamenti, né alcun supporto. Durante questa missione io e tutto il resto della gilda non ti riterremo membro dei Fili di Seta, sarai una completa sconosciuta. Queste sono le uniche immagini che abbiamo delle armi. Sono molto antiche, quindi trattale con cura. Tutto chiaro signorina?-
Le informazioni che le avevano riempito la testa in pochi minuti erano poche e tantissime allo stesso tempo. Una missione di ricerca che implicasse misure di sicurezza tanto severe, le sembrava molto strana, ma ormai aveva accettato, e non poteva tirarsi indietro. Se ci fosse stato qualcosa sotto lo avrebbe scoperto strada facendo. L'unica cosa che poteva fare era stare attenta. Prese dalle mani del capo le immagini disegnate delle tre armi. Erano fatte molto bene, da un artista esperto. Scorse velocemente i fogli di carta consumata dal tempo... Una katana, un tanto e una wakizashi... Alla vista dell'ultima arma trasalì un attimo.
-C'è qualcosa che non va?-
-N-no niente è solo che... sono veramente belle non c'è dubbio, immagino che valgano quello che si dice.-
-Indubbiamente.-
-Bene, i disegni ce li ho, quindi... ora io andrei.-
-Perfetto, vedo che cominci col piede giusto. Ricorda, da quando attraverserai quella porta sarai una completa sconosciuta per me e tutti gli altri membri dei Fili... buona fortuna.-
-Cercherò di non lasciarci le penne.- Sospirò lei con un sorriso di circostanza, mentre si dirigeva verso la porta .
-Vince!- Esclamò a voce alta il Maestro, e subito la guardia scelta fece il suo ingresso -Operazione con codice sessantasette, e trattala bene mi raccomando.-
Seline sembrava spaesata, non capiva molto bene cosa volesse dire quel codice, e non ebbe nemmeno il tempo per farlo. Si sentì mancare, avvertendo un violento dolore allo stomaco.
-Non me ne volere, ragazzina.- furono le ultime parola che udì, prima di svenire.
Al suo risveglio, oltre a una fitta all'addome, la aspettava la strada, fredda e bagnata dalla brina notturna. Si rialzò a fatica, e controllò che tutto fosse a posto, accanto a lei c'era un fascicolo di pelle con i disegni delle armi, fortunatamente non danneggiati. Le servivano, doveva controllare una cosa molto importante prima di andarsene. Si chiese poi dove fosse e ci vollero diversi minuti prima che si rendesse conto che era a pochi isolati dalla magione della gilda, buttata in mezzo alla strada, alla mercé di chiunque. Non era molto lontana da casa, sicuramente lì avrebbe potuto sistemarsi e prepararsi per la mattina successiva, quando avrebbe cercato il primo mezzo di trasporto per Rokungan disponibile e a buon mercato. Le finanze non erano propriamente rosee in quel periodo.
Ancora leggermente stordita si incamminò verso la fine del vicolo. Arrivata all'incrocio con una via principale, svoltò l'angolo e una botta tremenda la fece cadere sul freddo lastricato della strada... di nuovo.
-Scusami, scusami! Ti sei fatta male? Andavo di fretta e non ti ho vista sbucare dall'angolo.- La voce sembrava quella di un ragazzino.
-Accidenti guarda dove metti i piedi stupido! Come se stasera non ne avessi già passate abbastanza!- Rispose scocciata alzandosi a fatica... di nuovo.
Colui che si trovò dinanzi sembrava veramente mortificato, non sapeva cosa fare e non l'aveva aiutata ad alzarsi perché pareva trovarsi a disagio persino a sfiorarla. Un giovane, capelli castani, ben vestito. Sicuramente non sembrava al suo posto a quell'ora della notte. Il ragazzo, poiché provava un certo imbarazzo a guardarla mentre lei lo scrutava, si gettò su dei fogli che probabilmente le erano caduti e li raccolse mettendoli in ordine, dopodiché li porse alla ragazza.
-Belle spade.-
-Dannazione chi ti ha detto di guardarle... da qua!- E gliele strappò di mano in malo modo.
-Mi spiace non pensavo fossero così importanti... sicura di stare bene?-
-Sì non c'è male, ho solo un po' di freddo. Se non ti spiace io andrei ora. Grazie di avermi raccolto i disegni.-
-Di niente, anche io sono piuttosto di fretta, buona nottata e scusa ancora!- Disse allontanandosi in direzione opposta a quella della ragazza.
-Ah una cosa!- Esclamò il ragazzo fermandosi all'improvviso -Se le stai cercando, quelle non sono armi così facili da trovare, buona fortuna!- La salutò con un sorriso e si buttò in un vicolo.
-Bah... e cosa vuoi che me ne importi se sono difficili da... Cosa???!!! Ehi fermo!!!-
Troppo tardi, era già sparito.
-Se n'è andato... non posso crederci, stai a vedere che l'unica diavolo di persona in questo posto che sapeva qualcosa di quello che cerco me la sono giocata in quella maniera... accidenti se sono sfortunata, non è di certo la mia giornata.- Sospirò sconsolata.
-Sarà meglio andare a letto, spero che domani quel tipo sbuchi di nuovo all'improvviso da dietro un angolo...-
Si incamminò lentamente verso casa mormorando: -Non era neanche tanto male quell'imbranato...-
Nota dell'autore: Per chi non sapesse che cosa è un daisho, è un set di tre armi (katana, wakizashi e tanto) fatte pressochè con le stesse decorazioni, l'unica cosa che cambia sono le dimensioni delle varie armi, si va dalla katana (circa 90cm), passando dalla wakizashi (60cm) e infine il tanto (40cm). Di solito erano le armi di cui ogni samurai era in possesso.
Domani posterò la descrizione della new entry con relativa foto.
Have fun!
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