ATTENZIONE: Presenti testo esplicito e foto di nudo

Apr 28, 2008 22:03

 

Osservai ogni centimetro della sua pelle prima di proferire parola, mentre lei mi girava intorno con ormai solo gli slip addosso, in attesa di un mio segno, in attesa che io la prendessi lì, su quel letto che chissà quanti uomini aveva ospitato prima di me.
“Non sono abituata ad aspettare in eterno Eric” - le sue mani sulla mia schiena - “anzi, diciamo che non sono proprio abituata ad aspettare” - obbiettò portandosi di fronte a me.


Continuai a rimanere in silenzio anche quando il suo respiro si fece prepotente sul mio viso e la sua bocca sfiorò con una passionalità infinita la mia.
In un raptus di follia ormonale la presi in braccio e la scaraventai sul letto, senza delicatezza, preso solo dall’idea di averla una volta per tutte e di mettere fine a quella farsa.
Mentre le nostre lingue si intrecciavano e le nostre mani toccavano ciò che l’altro aveva di più segreto, la mia mente vagava lontana, lontana dal mio corpo, come se il mio cervello avesse smesso di esercitare il suo potere su me stesso.


Poi, d’un tratto, prima che potessi arrivare ad un punto senza ritorno..
“No!” - urlai alzandomi di scatto e riallacciando i pantaloni - “Tu non capisci, io non sono così, io non sono uno dei quei puttanieri maiali, io non sono quel tipo di uomo che sei abituata a frequentare tu” - continua tutto d’un fiato, quasi avessi paura di dire ciò che sentivo.
“Ma che ti prende? Al diavolo, quante storie per una cazzo di scopata” - si sdraiò sul letto, scocciata.


“Carina” - dissi nervoso.
“Carina cosa?” - rispose lei venendomi incontro.
“No sai, mi chiedevo chi ti abbia insegnato l’educazione, si insomma, che tu non fosse la Vergine Maria era un dato di fatto ma..”.
“Alt, taci, taci tu non sai niente di me e non ti permetto di aprire bocca, non vuoi scopare? Prego quella è la porta arrivederci e tante care cose” - la sua calma mi lasciò senza fiato, come poteva una ragazza appena diventata donna, essere così fredda? Aveva giocato il ruolo della donna elegante per tutta la sera per poi rivelarsi solo.. una puttana.
Trasalii.
“Ma chi sei tu? Cosa sei tu?” - chiesi guardandola di sottecchi - “Santo Cielo Roxanne” - girai intorno nello stesso punto, una mano tra i capelli nascondeva la mia semidisperazione.
“Senti, Eric… immagino che tu sia stato catapultato nel giro di poche ore in un mondo che non ti appartiene, scommetto che sei il classico divorziato tutto lavoro e casa e scommetto anche che pensavi io fossi la moglie adultera del tuo cliente.” - mi prese le mani - “ma non è così. Benvenuto in Francia.” - le sue labbra incontrarono nuovamente le mie, stavolta per un casto bacio stampo che non esitai a ricambiare.


“Mi rifiuto di credere che la Francia sia solo questo, mi rifiuto di credere che una ragazza meravigliosa come te debba fare un lavoro simile per vivere, insomma questa è la città dell’amore per la miseria, non è un ghetto!!” - sfogai tutta la mia rabbia su di lei, anche se in realtà aveva già precedentemente calcato la mano sul fatto che amava il suo lavoro.
“Sono scelte di vita” - si sedette - “tu hai deciso di fare lo stilista, di farti un nome del campo della moda..” - scoppiai a ridere - “e tu hai deciso di farti un nome nel campo del sesso” - battutaccia si, ma mi uscì fuori spontanea, dopo tutto non capitava tutti i giorni di avere a che fare con una professionista di quel rango..
“Davvero simpatico McGregor, davvero simpatico” - borbottò seria per poi lasciarsi andare anche lei ad una fragorosa risata.


Vederla ridere di gusto era come ritrovare per un istante la pace dei sensi, era bella da togliere il fiato ed io ero orgoglioso di non aver approfittato di lei.
“Ascoltami” - il suo tono ritornò immediatamente serio - “credo che da oggi in poi io e te ci vedremo piuttosto spesso, visto che a parte fare sesso, sono la vice direttrice dello spettacolo” - mi guardò storto - “non credere che aprire le gambe sia la mia unica dote Eric”.
“Ah, è per questo che hai presenziato alla riunione” - precisai evitando di tralasciare i particolari legati alle sue gambe..
“Esattamente, oltre che per conoscere te naturalmente” - nuovamente le sue mani sul mio corpo ed il suo respiro sul mio collo.
“Non riuscirai a sedurmi tesoro, non finirò nella tua cristalliera di trofei” - sorrisi malizioso avvicinandomi ancor di più a lei.
“Era proprio a questo punto che volevo arrivare” - non capivo - “sei liberissimo di allietare le tue giornate lavorative come meglio credi, e visto che passeremo molto tempo insieme..”
“Non farò sesso con te Roxanne” - ringhiai indispettito dalle sue parole - “io sono una persona con sani principi, credo nell’amore, nel sentimento e in tutto ciò che esso porta”.


“Non innamorarti di me Eric” - la sua frase mi arrivò furiosa, come un fulmine che tocca il terreno umido, come se la cosa sotto un certo verso la preoccupasse - “io non sono ciò che cerchi” - allargò le labbra in un altro, meraviglioso, sorriso.
La fissai a lungo cercando di capire tutto il suo discorso, il fatto che ci saremmo visti spesso, il fatto che le avrei resistito ad ogni costo e la sua totale sicurezza nell’affermare che probabilmente l’avrei amata.
Non riuscii a darmi una spiegazione plausibile, io non ero una persona che si innamorava facilmente, men che meno di una puttana d’alto borgo.
Ero una persona di sani principi, impossibile scalfirli, impossibile attaccarli.


Mi tese la mano - “ti va almeno di dormire un po’? Tra poco sarà l’alba” - domandò serafica.
Feci un cenno di consenso con la testa e porsi il mio braccio - “Promettimi che non mi violenterai nel sonno” -rise come una bambina .
“Promesso.” - e si sdraiò. Io di fianco a lei in quel letto che per la prima volta non era stato frutto di un dolce peccato.

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