This is my entry for my uber-long entries at
fanfic_italia's porn fest round 2. Because yeah, once per year I do write in Italian even if it feels completely weird. English f-listers feel free to ignore this, it's just because I exceed the comment porn length and I need more space. I'll use it depending on how much times I write too much for the comment length. I might translate some ficlets after if it strikes me, but high chances are I won't be able to if I don't think it's good enough stuff. /end of the English in this post/
Supernatural, Dean/Sam, come ai vecchi tempi, NC17
Una volta era semplice.
Davvero. D’accordo, ogni volta che Sam arriva a questa conclusione ne è sinceramente stupito, perché quando il punto è che quando ti scopi tuo fratello, perché alla fine di questo si tratta, non può essere una situazione semplice. O almeno all’inizio non lo era.
La prima volta era stata dopo la sparizione di Ava.
Sam sinceramente non ricorda molto. Ricorda solo il letto di un motel, lenzuola sporche, le labbra di Dean sul suo collo, un bacio o forse due. Forse era successo anche perché non erano entrambi del tutto sobri, ma in ogni caso non era finita lì.
Era finita il giorno in cui Dean era morto. E fino a quel momento, Sam aveva creduto che la situazione non solo fosse incredibilmente complicata, ma anche particolarmente perversa; non che fosse abbastanza, ma almeno lo era. Come doveva essere.
Beh, sbagliato. Perché in realtà era semplice. Davvero. Alla fine non si trattava poi di molto: si trattava di lui, e di Dean. Nient’altro.
Adesso non è più semplice. Adesso invece dell’occasionale vampiro o fantasma o lupo mannaro devono affrontare l’apocalisse, senza troppi giri di parole; adesso non si tratta solo di loro due. Prima non c’erano angeli che apparivano dal nulla e presumibilmente non troppo bene intenzionati nei suoi confronti (ma se adesso ha Dean, è solo grazie a loro; lamentarsi è fuori questione), prima non c’era Ruby (e il problema è che capisce benissimo perché Dean non si fidi; vorrebbe farglielo capire, ma ha i suoi dubbi su un suo eventuale successo). Non c’era neanche Anna, a dirla tutta.
Soprattutto, non c’erano quattro mesi che, per come sembrano averli divisi, sarebbero potuti essere quattro secoli. Non c’era una cicatrice sulla spalla di Dean che sembra un monito, fatto per ricordargli che se è qui non è per merito suo.
Adesso le cose sono davvero complicate. Tanto complicate che non è successo niente da quando Dean è tornato. Dopo quell’abbraccio iniziale, si sono appena toccati ed è sbagliato. È solo che Dean a volte sembra così distante che non riesce a capire se dovrebbe o no, e specialmente dopo quella sua confessione Sam non sa come comportarsi. E non è mai successo prima. Ha sempre saputo come comportarsi con Dean. Sempre.
Vorrebbe davvero che le cose tornassero come ai vecchi tempi. Peccato che se si tratta di apocalisse, tornare indietro è abbastanza impossibile.
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Succede una sera di una giornata anonima. Niente visite da angeli, niente casi da risolvere, Ruby sembra volatilizzata. È al portatile cercando qualche notizia, al solito, quando sente una mano sulla sua schiena. Si volta e non sa se deve essere più sorpreso nel vedere Dean chiudere la bocca (probabilmente voleva dire qualcosa) o nel notare che sembra quasi imbarazzato.
“C’è… qualche problema?” chiede, rendendosi conto che è una domanda stupida perché considerando a chi la sta ponendo certo che c’è qualche problema, qualche marea di problemi.
“No, cioè… a volte… mi manca.”
“Cosa?”
“… prima. Quando… non era tutto così complicato.”
Il dubbio di averlo frainteso dura qualche secondo; quello che basta alle mani di Sam per raggiungere il viso di Dean. Dean si china e la sedia cade rovinosamente a terra appena le loro labbra si toccano e Sam si alza di scatto. Non c’è niente di delicato o esitante; le mani di Dean stringono le sue spalle in una morsa di ferro, le sue labbra lasciano accesso a Sam nel secondo in cui il bacio inizia, non c’è un angolo della bocca di Dean che Sam non raggiunga e se quando il bacio termina c’è del sangue sulle loro labbra, non si sa di chi, non importa. Non importa e subito dopo c’è il letto di Dean (il più vicino) e un altro bacio meno frenetico. La lingua di Sam traccia le labbra di Dean mentre la sua camicia viene slacciata senza troppa cura. Sente il rumore preciso dei bottoni strapparsi senza essere sfilati; non importa. Sam nota di sfuggita un buco nel lenzuolo che dovrebbe coprire il materasso. Beh, per quanto costava la camera, niente che non si sarebbe dovuto aspettare.
La cicatrice sembra risaltare più del solito, forse perché l’unica luce è la lampadina sul comodino di Sam dall’altra parte della stanza. Ma Sam porta la sua mano a coprirla, leggermente prima, ma con forza poi, quando sembra che non procuri fastidio. Non dice niente. Non c’è bisogno.
I vestiti finiscono sul pavimento in una massa indistinta; le unghie di Dean lasciano graffi sulla sua schiena, le sue caviglie allacciate alle gambe di Sam.
La mano destra di Sam non si muove, la cicatrice quasi invisibile al di sotto; la sinistra recupera una lozione per mani che qualcuno si è scordato sul comodino di Dean (l’aveva notata appena erano entrati nella stanza, ma era rimasta lì e se ne era scordato fino a quel momento). Riesce ad aprirla in qualche modo e non trattiene un flebile gemito di sorpresa quando Dean gliela toglie di mano e ne versa un poco nel suo palmo senza dire niente.
Sam annuisce e la mano scende lentamente sull’apertura di Dean, un dito, due, tre, fino a quando i gemiti di Dean non diventano più frequenti e quasi disperati. Improvvisamente la mano di Dean che era nei suoi capelli e quella che era sulla sua schiena spariscono; Sam fa appena in tempo a vederlo vuotarsi in mano il resto del contenitore della lozione e poi le mani di Dean sono sulla sua erezione e per un secondo si convince di non poter resistere.
Invece, resiste; e dopo ci sono solo le braccia di Dean strette intorno al suo collo, le sue labbra in un altro bacio frenetico, i fianchi di Dean che spingono su, le spinte sempre più veloci che Sam non riesce più a controllare, il corpo di Dean solido e reale sotto di lui, la pelle sotto la sua mano sinistra che sembra liscia e non più cicatrizzata fino a quando un Sam che è a malapena un sussurro precede l’orgasmo di Dean, che arriva quasi inaspettato. Viene contro il suo stomaco, gemiti di piacere mescolati al suo nome; la sua resistenza termina poco dopo, quando le sue labbra hanno catturato ancora quelle di Dean e viene dentro di lui, scosse di piacere che attraversano tutto il suo corpo, e oh, prima non era così, prima magari era più semplice ma adesso c’è qualcosa di diverso nella maniera in cui Dean non si sposta quando è tutto finito, nella maniera in cui il braccio di Sam si stringe possessivamente intorno alla sua vita. Quasi come prima.
Fin