[RDJude? Ben/Jude? Jude e basta?] Jude. E Ben, senza cui non esisterebbe.

Dec 19, 2011 00:31

Titolo: Jude. E Ben, senza cui non esisterebbe.
Rating: Verde
Pairing: Noterete dalla parentesi quadra che non lo so nemmeno io. Era nata come una RDJude altamente impregnata di angst. Poi è diventata un inno a Jude. Poi sono certa di averci infilato molto Ben/Jude alla fine. Mettiamo inno a Jude e fine, che lui è sicuro.
Note: Allora, ho un po' da dire, come sempre. Volevo una fic angst. Chi mi conosce sa che quando mi prende il periodo angst sono insopportabile e quindi la fic me la sono dovuta scrivere. (E continuo a rimanere di umore angst, chiariamo.)
Angst perchè, sempre chi mi conosce, sa che da un po' sono in rotta con il fandom, ma veramente solo ora, mentre scrivevo questa cosa, ho capito che sono più in rotta con Robert, in effetti - senza nemmeno sapere il perchè, mah -, perchè Jude lo amo come non mai. Ed amo anche la RDJude - relativamente -, non fraintendetemi, è solo che boh, sono in un periodo in cui credo che a Jude serva veramente qualcosa. Per questo "l'inno a Jude" e per questo ho inserito per una volta anche Ben, presenza costante ma silenziosa e fondamentale. E sono finita per pensare, appunto alla fine, che in effetti quel bene, quel qualcosa, sia Ben. Anche se mi rifiuto ancora di rendermene completamente conto perchè la RDJude è ed è stata praticamente la mia vita da due anni a questa parte.
Giusto per farvi rendere conto della situazione: cercando, appena finito di scrivere, foto di Jude e Ben, mi sono ritrovata quasi commossa a vedere Jude così allegro, spensierato e sorridente, con Ben.
Non abbiatemene a male, ho detto che ero in periodo angst pesante, Jude non c'entra niente, sono io che mi faccio dei viaggi.
Anzi, è Gianni.
Il mononeurone, non il computer.
(E comunque la parte del tavolo è presa paro paro da una delle ultime puntate di Merlin, tanto per chiarire.)

Era sadico, dannato bastardo.
Sapeva cosa provava per lui, era dal 2008, da quella prima riunione della produzione, che lo sapeva; continuava a scherzarci sopra quasi ignorando i sentimenti che lui poteva provare.
Gli sorrideva alle interviste, stava alle sue battute, quando si sentiva un po’ meglio provava anche a rendergli pan per focaccia con ottimi risultati, ma la verità era che si stava stancando. E quelle poche volte che cedeva, anche solo per una sera, anche solo per la premiere londinese, era così distrutto che persino la più ottusa delle persone se ne sarebbe accorta. Era stata Sadie a chiamarlo, appunto.
- Guai in paradiso?
- Meglio non parlarne, grazie, apprezzerei.
- Ohoh, qualcuno oggi si è svegliato dalla parte sbagliata del tavolo. - dannata Iris e la sua boccaccia. Da qualche mese a quella parte non riusciva a dormire bene e finiva con il collassare davanti al computer, lei l’aveva colto in flagrante.
- Così sbagliata che credo ti attaccherò in faccia, guarda un po’. - aveva chiuso la conversazione bruscamente, in uno di quegli attacchi d’ira che aveva da qualche tempo, intervallati a quelli di totale apatia o voglia di suicidarsi come gli prendevano ultimamente.
La colpa, senza nemmeno doverlo dire, era di Robert e del suo essere incurante in tutto ciò che lo circondava.
Era stato la sua storia più importante dopo Sienna, gliel’aveva detto dopo quell’unica notte passata insieme, anche se di storia in effetti non ce n’era stata una. Lui per tutta risposta aveva continuato per anni a dargli false speranze, a lanciargli segnali fuorvianti ed a metterlo sul sentiero sbagliato. Sapeva cosa provava, gliel’aveva detto chiaro e tondo.
- Smettila di prendermi in giro.
- Scusa?
- Smettila di prendermi in giro, Robert. Tu, con le tue battutine, i doppi sensi, gli sguardi maliziosi, lo sguardo che non si stacca dalle mie labbra e la mano dalla mia sedia. Basta.
Aveva scelto un pessimo momento, in effetti, per dirglielo. A pochi metri dal red carpet, quei cinque minuti che avevano trascorso insieme erano stati devastanti. E Robert aveva finto di non capire, perché lui se lo poteva permettere, perché lui aveva una moglie ed un bambino in arrivo mentre tutto ciò che aveva lui erano una casa vuota ed una ex-moglie che non perdeva occasione per sottrargli i bambini.
Poi c’era stato il Graham Norton. Ed era stata una delle sue sere migliori, quella, si notava palesemente. Era stato al gioco, aveva fatto il malizioso come gli riusciva così bene un tempo, aveva cercato di mettere Robert in difficoltà. Perché Robert non finiva mai in difficoltà, cadeva sempre in piedi.
- Che cos’era quello?
- Quello cosa?
- Lo sguardo sulla mia bocca.
- Ora mi è anche vietato guardarti.
Era esploso. Una delle sue giornate migliori, ed alla fine era esploso perché sinceramente non ne poteva più di essere preso in giro da quelli che gli sembravano secoli. - No, non puoi. Non puoi da quella notte passata insieme, non puoi da quando sai cosa provo per te e non mostri il minimo rispetto verso ciò che provo. Non puoi. - Aveva preso il cappotto ed era uscito veloce come il vento che soffiava da quel pomeriggio. Non poteva, non poteva, si ripeté mentre si dirigeva a passo di carica verso la sua macchina ed il profilo di Ben appoggiato alla portiera.
Non era un tipo particolarmente sensibile, fragile o qualunque aggettivo del genere gli potesse venire in mente, ma aveva le sue giornate no come tutto il resto del mondo, anche se a quanto pare tutto il resto del mondo sembrava pensarla diversamente.
Aveva chiesto a Ben di abbracciarlo, prima di salire in macchina, al momento lo sentiva come il suo unico amico e temeva di perdere anche lui. Lui ci era abituato, d'altronde, era il suo assistente dall’alba dei tempi, ormai, e quella non era la prima volta. L’aveva accompagnato a casa, l’aveva messo a letto, era rimasto a farlo svagare finché non si era addormentato.
- Basta con le interviste in coppia.
- Dormi, ci penso io. - aveva disdetto non sapeva nemmeno lui quanti interventi tra programmi televisivi e red carpet, ma poi era tornato in camera per assicurarsi che Jude dormisse davvero, per una volta, e guardandolo stanco anche nel sonno aveva capito che era la cosa giusta per evitargli di autodistruggersi.
Per una volta il mondo poteva desiderarlo invece che darlo per scontato come accadeva sempre.

solo jude nient'altro, slash

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