Titolo: My man
Rating: Verde
Note: No, non avete letto male, la coppia è proprio Fassy/Benny. Per la serie le cose che penso quando non faccio ginnastica. La più recente finora, anche se l'ultima che avevo in programma era un'altra Fassavoy (che ho scoperto poi essere incompleta e che quindi arriverà prossimamente). Mi ero completamente dimenticata di questa, scribacchiata sul block-notes di scuola mentre, appunto, guardavo i miei compagni fare ginnastica martedì della settimana scorsa (giusto per far vedere quanto è effettivamente recente). Eee... si, sono mentalmente fuorviata. Ma penso a Benny e Martin, Martin è impegnato. Penso a James e Fassy, James è impegnato. E visto che quasi sicuramente questi due avranno avuto l'occasione di conoscersi - qui ho ipotizzato Venezia, passatemela -, il mio cervello ha fatto il resto: ha preso due uomini insoddisfatti e li ha fatti accoppiare senza dare alcun senso logico alla storia.
Tranquilli, presto Gianni verrà fatto rinchiudere, di questo passo, non temete.
Benedict Cumberbatch non era uno che scopava in giro.
Si era ritrovato Dio solo sapeva come in quel bar dall'altra parte di Venezia con quel tale, Fassbender - l'X-men -, che sembrava conoscerlo decisamente meglio di quanto lo conoscesse lui.
"Ai capelli rossi." erano là dentro da quasi due ore, incappucciati e camuffati più per nascondersi da quei pochi fan che sapevano chi fossero che dalle guardie del corpo che non avevano, e da quasi mezza erano impegnati in brindisi senza senso.
"Ai capelli rossi." e giù l'ennesimo drink.
Erano entrambi presi a rincorrere la lucidità, quando Michael ruppe di nuovo il momento.
"Sono innamorato di un uomo." dichiarò improvvisamente, fissando il bicchierino di nuovo pieno come a volergli dare un significato profondo.
"A quanto pare ultimamente siamo in tanti."
"E' sposato?"
"Dannatamente e felicemente. Due bambini."
"Hai vinto, il mio almeno ne ha uno solo." si zittì, considerando a cosa si era abbassata la sua definizione di 'fortunato'.
"Agli uomini sposati." decise poi, alzando di nuovo il bicchiere.
Altro alcool che scorreva liscio fin nel sangue e spegneva le inibizioni.
E poi improvvisamente si era ritrovato nel corridoio che portava alla sua camera, la tessera magnetica stretta in pugno col rischio di rompersi, e le mani di Benedict da tutte le parti.
Stranamente, però, l'immagine di James non voleva saperne di sovrapporsi alla sua come solito, rimaneva solamente là a fissarlo muto, dall'angolo buio della stanza.