Fandom: Final Fantasy XIII
Titolo: Fiabe e temporali
Rating: G
Conto Parole: 497
Personaggi/Pairing: Lighting e Serah Farron
Avvertimenti: Spoiler per il vero nome di Lightning!
Prompt-Subject: Storia (seconda prova)
Note dell'Autore: Scritta anche per la community
12_teas , con prompt #6 Lady Grey.
Ambientata durante l'infanzia delle sorelle Farron, quando i genitori ancora erano vivi.
-Dunque...-, comincia Claire, mordendosi il labbro.
Serah la guarda con i grandi occhi spalancati. Ci sono solo tre anni di differenza tra di loro, eppure Claire ha sempre l'impressione che sia così sperduta e indifesa da aver bisogno della sua protezione, proprio come in quel momento. Mamma e papà sono usciti a cena fuori, e tocca a lei distrarre sua sorella dai fulmini che scuotono il cielo da una mezz'ora buona. A Serah i temporali fanno paura, tanto che un solo lampo basta a farla fuggire nel letto di mamma o nel suo; Claire, invece, li trova incredibilmente rassicuranti. In quello sconvolgimento del cielo legge un'armonia che la tranquillizza, e raramente si sente così serena come quando si ferma ad ascoltare, nel buio della sua stanza, lo scrosciare violento della pioggia o i rombi improvvisi dei tuoni.
Una favola. Mamma ne racconta sempre una a Serah per tenerle compagnia quando proprio non riesce a prendere sonno, e dato che la mamma non c'è, il compito spetta a lei. Ma Claire non è brava a inventare storie: più che di fantasia, è dotata di spirito pratico, e, mentre non ha nessuna difficoltà a cambiare le ruote della bicicletta, le risulta quantomai ostico trovare le parole adatte per mettere insieme una favola della buonanotte.
Cerca di pensare a sua madre, e ai racconti con cui la intratteneva nei suoi primi anni di vita, quando Serah era ancora troppo piccola per seguire il filo del discorso. Forse, tra quelle vecchie storie, ce n'è una che sua sorella non ha mai sentito: in fondo la mamma, a differenza sua, è una narratrice sempre piena d'inventiva.
Comincia, secondo la regola, con un c'era una volta. Poi si prende un attimo di pausa, tenta di rimettere insieme i pezzi di ricordi confusi e sbiaditi. Una dama grigia. Sì, la ricorda vagamente, una triste e solitaria dama grigia che viveva in riva a un lago.
Perchè era triste e solitaria? Claire non lo ricorda, così prova ad inventarlo: era triste perchè tutti l'avevano abbandonata in quella casa sul lago. Si erano trasferiti ad Eden, per vedere il fal'Cie, ma la dama non aveva voluto seguirli: lei amava la tranquillità della sua villa. Non le importava nulla del resto di Cocoon, e di Pulse non conosceva che il nome: casa per lei era un paradiso che faceva cadere ogni altra necessità.
Però, con il tempo, la dama si era intristita, perchè sentiva la mancanza dei suoi cari. Da quando se n'erano andati, il sole aveva smesso di illuminare le rive del lago, e il cielo, perennemente coperto di nuvole, gettava ogni giorno sulla sua proprietà una luce grigiastra che non faceva altro che alimentare la sua tristezza, donde il nome dama grigia.
Avrebbe tanto voluto raggiungere i suoi familiari ad Eden, ma non conosceva la strada...
-Claire-, la interrompe Serah.
-Sì?-
-Questa favola è noiosa. Raccontamene un'altra-.
Claire soffoca un sospiro. Non è proprio tagliata per fare la cantastorie.
Nella speranza che sua madre rincasi presto, ricomincia dall'inizio.
-Dunque...-
Fandom: Iliade
Titolo: L'ombra della morte
Rating: PG
Conto Parole: 244
Personaggi/Pairing: Achille
Avvertimenti: ?
Prompt-Subject: Storia, terza prova
Note dell'Autore: Cominciata mesi fa su imput del mio professore di latino e greco, che praticamente mi aveva fornito inconsciamente un prompt (xD), e ripescata quando mi sono accorta che il fandom poteva andare bene per la terza prova.
Qui non sapevo se usare il tag mitologia o richiedere quello dell'Iliade. Tera, illuminami tu!
Cammina strisciando al suo fianco.
In ogni battaglia, lo segue, compagna più fidata delle armi con cui ha versato tanto sangue. Testimone silenziosa delle sue vittorie e delle sue stragi, lo tallona, ansiosa di ricompensarlo con un abbraccio per i suoi molti successi. Ma lui non si volta, non ancora.
Lei, paziente, aspetta: è solo questione di tempo. A lei e a lei soltanto è destinato, e non c'è dea o mortale che possa interferire con la loro unione.
Gli resta vicina, scivolando accanto a lui nei suoi spostamenti nel campo acheo, presenza muta e costante, tanto discreta che a volte Achille quasi se ne dimentica. Quando si leva l'ennesimo peana e il suo corpo brilla di armi nuove e sguardi adoranti, si illude di poterle sfuggire, e scioccamente dimentica che quei successi che lo portano a un passo dall'immortalità sono indissolubilmente legati a lei, e da lei lo condurranno.
Per quanto il suo piede possa correre veloce, non riuscirà mai a distanziarla: è ancorata al bordo del suo tallone, l'ombra della morte che incombe su di lui. Un giorno, proprio quando la sua gloria avrà raggiunto l'acme e lui sarà più dio che uomo, certo ormai del suo successo, essa lo inghiottirà nella sua oscurità, e lo farà annegare in quello stesso abisso di tenebre oscure in cui sono caduti i molti morti trafitti dalla sua lancia.
Morte ed immortalità sono legate a doppio filo, e Achille ormai ha fatto la sua scelta.