Fandom: Glee
Titolo: Give Me The Key To Unlock You
Rating: PG
Conto Parole: 350
Personaggi/Pairing: Kurt Hummel/Dave Karofsky
Avvertimenti: Slash
Prompt: #4 - Una metà del mondo non riesce a capire i piaceri dell'altra metà
Note dell'Autore: In realtà mentre scrivevo mi sono resa conto di quanto mi sarebbe piaciuto ampliare il discorso molto di più, perciò non dubito di poter scrivere qualcosa di più lungo sullo stesso argomento, prima o poi XD Ma questo ora non ci interessa. *cough*
GIVE ME THE KEY TO UNLOCK YOU
Dave ha sempre avuto difficoltà a comprendere Kurt. Come ragionasse, cosa lo facesse arrabbiare, cosa invece lo placasse, come gli saltasse in mente di indossare i papillon, che lui a solo guardarli annaspava e sentiva il bisogno di allentarsi il nodo della cravatta. Anche quando non ce l’aveva.
Era stato così al liceo, dove l’incapacità di comprenderlo era arrivata a spingerlo a fare cose di cui ancora si pentiva nonostante fosse stato già ampiamente perdonato, era stato così per il periodo in cui avevano condiviso la stanza al college ed era così anche adesso che, per tagliare le spese - la professione di wannabe-attore-di-Broadway di Kurt e quella di wannabe-stopper-di-una-qualche-importante-squadra-di-football-una-qualsiasi-purché-mi-voglia di Dave non consentivano loro di permettersi appartamenti da soli - vivevano insieme in un trilocale nella periferia più periferia di Cleveland, in attesa di maggiori fortune.
Una delle cose che più faticava a comprendere del comportamento di Kurt era il modo in cui affrontava i problemi. D’accordo, era successo qualcosa di orribile, tremendo, devastante. Qualcosa che rischiava di minare alla base la loro convivenza perfetta da semplici amici. Qualcosa di cui s’erano molto pentiti, ma non se ne poteva farne un dramma. Erano due adulti. Dovevano andare avanti.
- Kurt, piantala di fare così. - brontolò, osservandolo rannicchiato sull’unica poltrona decente della casa, intento a rileggere Emma per la centoquarantottesima volta da quando coabitavano. - Ti ho chiesto scusa per quel bacio. Puoi provare a dimenticarlo?
Kurt sollevò lo sguardo su di lui, talmente arrabbiato da arrossarsi in viso come fosse in imbarazzo. Forse perché era anche in imbarazzo.
Si alzò in piedi, lanciandogli addosso il libro e sparendo l’attimo successivo in camera propria.
- Ahi! - sbottò Dave, recuperando il libro da terra ed aprendolo distrattamente alla pagina che Kurt aveva segnato piegandone un angolo. Il libro era sottosopra, ma non era difficile individuare una frase sottolineata a metà pagina.
àʇǝɯ ɐɹʇןɐ,ןןǝp ıɹǝɔɐıd ı ǝɹıdɐɔ ɐ ǝɔsǝıɹ uou opuoɯ ןǝp àʇǝɯ ɐun
- …oh. - esalò, raddrizzando il libro per rileggere la frase nel verso giusto. Non poteva essere una casualità.
Lui e Kurt avrebbero avuto bisogno di una lunga chiacchierata.
Fandom: Originale
Titolo: Antoine E Melanie
Rating: G
Conto Parole: 490
Personaggi/Pairing: Melanie, Antoine
Avvertimenti: Nessuno
Prompt: #1 - Il tempo non fa il suo dovere e a volte peggiora le cose
Note dell'Autore: Scritta per la
Sfida #1 del Multifandom Drabble Fest @
it100, su prompt #1 - Il tempo non fa il suo dovere e a volte peggiora le cose, che in realtà era stato prenotato dalla mia compagna Harriet, ma a me piaceva tanto, per cui dopo aver fatto il mio dovere col mio prompt ho deciso di scrivere anche sul suo, dato che lei aveva già fatto XD L'ispirazione è venuta ripensando alle atmosfere oniriche di Alice nel Paese delle Meraviglie (più il film di Burton che altro, lo ammetto), ma in definitiva non c'entra niente con Alice, e infatti è un'originale e non una fanfiction.
ANTOINE E MELANIE
Cadendo in quello stupido buco, si era sporcata tutto il vestitino nuovo!, osservò indispettita, cercando di scrutare la propria immagine riflessa nelle acque del laghetto. Non era facile, perché il suo riflesso era strano. Avrebbe dovuto essere come guardarsi in uno specchio, ed invece l’acqua la rifletteva come si fosse messa a testa in giù e coi piedi per aria!
Anche le scarpette nuove, le sue belle scarpette di vernice nera e lucida, s’erano sporcate. Erano tutte infangate, non si distingueva più la suola e il piccolo tacco, di cui era andata tanto fiera quando papà gliele aveva regalate tornando una sera a casa, non faceva più alcun rumore, anche se provava a camminare sulla terra battuta poco lontana dal laghetto.
Per non parlare dei suoi capelli! Anche loro s’erano tutti impiastricciati. Fra le ciocche bionde, incastrati nei boccoli arrotolati sulle punte del suo caschetto, erano rimasti impigliati enormi frammenti di fango solidificato. Erano orribili! Papà si sarebbe arrabbiato tantissimo.
Se mai l’avesse rivisto, pensò sbuffando, sedendosi a braccia incrociate su una radice sporgente dal terreno - strana radice: sembrava un ramo; perché in quello strano paese tutti gli alberi erano piantati al contrario, con le fronde incassate nella terra e le radici per aria? - e prendendo a fissare malinconicamente il cielo. Era da lì che era caduta, ma come risalire? Di scale non se ne vedevano, e gli alberi non erano abbastanza alti per provare ad arrampicarsi fin lassù.
Fu mentre stava lì, col nasino puntato per aria, che quel bimbo si avvicinò. Era sporco come lei, e come lei era vestito a festa. Ma doveva essere lì da un po’, perché sembrava così a proprio agio. Stava mangiando una mela, una mela col picciolo al contrario, più largo alla base e più stretto sulla punta. Gliela porse dopo averne strappato un paio di morsi generosi.
- ¿ıonʌ - le chiese. Melanie si ritrasse, inorridita.
- Che?! - strillò.
- ¿ıonʌ - ripeté il bambino, stranito dal suo comportamento. Melanie indietreggiò ancora, sempre più spaventata.
- Lasciami in pace! - piagnucolò, - Il mio papà ti sculaccerà quando vedrà che mi stai dando fastidio!
- ¡ɐןǝɯ ɐıɯ ɐןןǝp ,od un ıonʌ ǝs oʇsǝıɥɔ oןos oɥ ıʇ oı ɐɯ - urlò il bambino, arrabbiato, tirandole addosso il frutto mangiucchiato. Melanie chiuse gli occhi e strillò ancora, con forza, schermandosi dietro le braccia tese davanti al viso.
Non rivide più quel bambino. Dal mondo fantastico dove tutto sembrava il contrario di ciò che era uscì da sola, col tempo, come capita a tutti i bambini. Finì per convincersi che non s’era trattato d’altro che di un sogno, e non ci ripensò più per molti anni.
Fu alla festa per il suo diciottesimo compleanno che Antoine le si avvicinò, sorridendo sereno. I suoi pantaloni per un attimo le sembrarono sporchi di terra. La mela che stava mangiucchiando le parve avere uno strano picciolo. E quando la salutò - “buonasera, Melanie,” - per un secondo a lei parve che dicesse ˙ǝıuɐןǝɯ 'ɐɹǝsɐuonq
Fandom: Squadra Antimafia - Palermo Oggi
Titolo: Two Quarters And A Heart Doqn
Rating: R
Conto Parole: 334
Personaggi/Pairing: Luca/Sandro, Luca/Fiamma, Sandro/Fiamma
Avvertimenti: Slash, Death, Angst, Spoiler per tutta la s3 fino alla 3x06.
Prompt: Scrivere una drabble che inizi con "Domani" e finisca con "ieri". (Squadra 1)
Note dell'Autore: Dunque, intanto la vergogna che provo per questa cosa è quasi superiore a quella che provai quando postai la fic che avevo scritto su Distretto di Polizia. Questo non perché Squadra Antimafia - Palermo Oggi sia un prodotto realizzato peggio (ciò sarebbe impossibile, anche volendo), ma perché uno dei due personaggi di cui ho scritto in questa fic è interpretato dal Nongiovane, ed ha pertanto la sua faccia. Non so se rendo. *piange sangue*
Grazie comunque al
Multifandom Drabble Fest @
it100, e in special modo al prompt suggerito dalla Squadra 1, che prevedeva lo scrivere una drabble che cominciasse con la parola "domani" e finisse con la parola "ieri", per avermi dato modo di mettere per iscritto quest'idea ed avermi permesso di cavarmela con una drabble. *si inchina e scompare giù per lo scarico del cesso*
TWO QUARTERS AND A HEART DOWN
Domani non ci penseranno più, Sandro se lo ripete per l’ennesima volta mentre stende Luca sul letto in mezzo ai vestiti di Fiamma sparpagliati un po’ ovunque. Domani sarà un altro giorno, è così che si dice, no?, domani sarà un altro giorno e avranno tempo e modo per dimenticare tutto questo, ci sarà il lavoro a cui pensare, ci sarà la Mares da proteggere, ci sarà Rosy Abate da catturare, ci sarà da fare ammenda col dottor Calcaterra, in qualche modo, ci saranno tanti pensieri, tante cose da fare e da dire, e potranno dimenticare tutto, ma oggi, oggi, adesso, in questo preciso istante, questa sembra la cosa migliore in assoluto da fare, forse perfino l’unica possibile.
Uscito da casa di Giulia - la casa vuota, lo specchio con quel ritaglio di giornale, sbirro assassino scritto sulla superficie riflettente col rossetto, come in un film vecchio stile - ha cercato nella propria mente un posto in cui andare, uno in cui sentirsi a suo agio, ed è andato a casa di Luca, che poi era recentemente diventata casa di Luca e Fiamma, sperando di trovarlo lì. E lui c’era. L’unica cosa che non si aspettava era trovarlo così sfatto, sul letto, le camicie, le gonne, la biancheria intima, le sottovesti di Fiamma sparse fra le lenzuola, il suo profumo così dolce a riempire l’aria. Gli ha chiesto “Diosanto, cosa c’è?”, e lui s’è messo a piangere.
“Fa un male fottuto, Sandro, questo c’è,” gli ha risposto, e Sandro l’ha stretto fra le braccia e sapeva di Fiamma anche Luca, e la tentazione di scivolare più in basso ad assaggiare le sue labbra per vedere se sapevano di Fiamma anche quelle è stata troppo forte per resistere.
Domani, domani non ci penseranno più. Domani sarà tutta un’altra cosa. Oggi però è oggi, e anche se contano i giorni non sembra che Fiamma sia morta già da più di una settimana. Sembra - e Sandro teme che lo sembrerà sempre - che sia morta solo ieri.
Mod, tag per Squadra Antimafia - Palermo Oggi? Trattasi di telefilm. *si sotterra*