The retourn of Robin Hood

Oct 24, 2005 08:45

Nell'ultimo post (http://www.livejournal.com/users/ilduca/116028.html), prima ancora delle vacanze estive, parlavo della mancata "spedizione" in bosco. Dopo le vacanze, ai primi di settembre, si è verificato l'agognato evento. Chi pensa che l'arco sia uno sport poco faticoso, deve immdiatamente ricredersi, almeno per quanto riguarda il tiro istintivo in percorsi naturali. Tanto più quanto i percorsi si sviluppano su dislivelli non indifferenti. Insomma, è stata una sgobbata massacrante, su e giù per i pendii per circa 4 ore.
Bello però, massacrante ma divertente. In seguito sono tornato per altre due volte, sempre col maestro ed un altro tizio, che ho scoperto essere un ingegnere di origini catanesi, che va a genio al maestro (piuttosto selettivo nel scegliere chi lo accompagna in queste battute).
Come al solito, ho avuto una certa discontinuità al tiro, per cui alterno bei tiri a padellate clamorose, confermando che la (mancanza di) concentrazione è il mio punto debole.
Ultimamente si va a tirare in palestra, sulla distanza, piuttosto breve, di 18 m. Nell'ultimo allenamento, ho sperimentato quella che definisco "arcieria creativa":
il tiro boomerang, con la freccia che ritorna indietro a chi l'ha scagliata;
il tiro a retromarcia, che colpisce il retro del bersaglio.
Non chiedetemi come ho fatto, non lo so, ma l'ho fatto. Una freccia fuori bersaglio ha rimbalzato non so dove ed è ritornata a pochi metri da me, un altra ha rimbalzato contro il muro e si è piantata nel retro del bersaglio, non con la punta,  ma con la cocca.
Queste cose non accadrebbero se si colpisse il bersaglio, ma per ora va così.
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