Jul 25, 2008 12:08
Ufficio.
Ufficio deserto.
Niente strafigo, niente barbie-magica-acconciatura, niente capo semianalfabeta.
Solo io, il condizionatore e il computer.
Sembrerebbe una situazione idilliaca se non mi stessi addormentando sulla tastiera…
La verità è che ho un sonno indicibile. Che non riesco a recuperare questa stanchezza strana che mi tiro dietro da settimane, ormai. E che naturalmente, non ho nessunissima voglia di trovarmi qui.
Ale sta già facendo progetti per una vacanza che stavolta ESIGE dal momento che anno scorso ho abilmente glissato e dal momento che dice di essere stressato e di aver bisogno vitale di uno stacco.
Lo capisco.
Forse alla fine di uno stacco ho bisogno anche io…
Mi sento intontita, rallentata. Mentalmente confusa. Come se il mio cervello avesse fatto il pieno e stesse rifiutandosi di funzionare. Poi, sto caldo non aiuta. E’ come vivere in una sauna, a volte mi sembra di non riuscire neppure a respirare.
Ma ho voglia di scrivere. Una voglia pazzesca. Talmente tanta che mi ostino ad ignorare il fatto che probabilmente non rendo come potrei e che i pov dei miei personaggi, ultimamente, sembrano i deliri allucinati di poveri folli. David per primo.
Quando sono più stanca Samuel - che è un esserino discreto - si chiude nelle sue paranoie e diventa taciturno: invece lui tende a prendere il sopravvento. Si scatena. Diventa ingestibile, ammorba gli altri personaggi con i suoi capricci, tratta male tutti, mi deprime perfino Vivian. Insomma, è un flagello.
E rischia di fare danni incalcolabili in un momento nel quale di danni proprio non abbiamo bisogno: siamo alla fine della fic. Ed ecco, ci terremmo a chiudere l’avventura in maniera abbastanza equilibrata…
Poi, c’è il fattore Bjorn. Da non sottovalutare
Ieri per esempio ero in crisi, Roh si è dovuta sorbire un’ora buona delle mie peggiori paranoie. Meno male che lei è stoica almeno lui… Questo mi evita la fucilazione, suppongo, ma non i sensi di colpa *rolls*
Il problema è che forse ha ragione lei: la mia passione viscerale per il biondo sconfina nell’irrazionalità. Ed è sempre stato così, fin dall’inizio. Perché obiettivamente non c’è una spiegazione logica ai vuoti che mi scava nello stomaco ogni volta che si muove.
Voglio dire: lui pulisce la cucina e io e Sam ci troviamo a dover gestire una cascata di brividi che ci piovono addosso da chissà dove. Solo perché io mi immagino le sue mani e di conseguenza lui le vede. E già lui è emotivo di suo, poi se invece che puntargli la solita pistola alla tempia mi metto anche a dargli spago finisce che sveniamo insieme. Cazzo.
Eppure, non è solo questo.
E’ inutile, non è solo questo.
E’ anche che per quanto mi sforzi di considerare la faccenda il più obiettivamente possibile non posso fare a meno di pensare che lui sia un personaggio stupendo. Profondissimo. Stratificato.
Conoscerlo è come compiere una discesa lenta nel fondo dell’emotività e dell’incubo.
Conoscerlo è conoscersi.
E non capisco come il fatto di intravedere simili abissi possa non attrarre qualcuno. Possa lasciare indifferenti. Possa non dare le vertigini.
Boh. Forse sarò strana io…
Forse è una mia fissa quella di amare i personaggi complessi ed è una mia manifestazione di follia quella di ostinarmi a restare incantata da superfici calme che nascondono lo scatenarsi di terribili tempeste…
Però davvero, non capisco.
E comunque vi è andata bene, non posso più ammorbarvi. E’ arrivata or ora barbie-magica-acconciatura *rolls*, quindi sarà il caso che la pianti di farmi i cazzi miei… Che palle, mi devo anche mettere a lavorare!!!!!!!!
Come se non avessi già abbastanza menate di mio!
…
menate,
ufficio,
rosa dei venti,
roh