[Ohmiya] E se...?

Jun 11, 2012 00:03

Titolo: E se…?
Fandom: RPF - Arashi
Personaggi: Ohno Satoshi/Ninomiya Kazunari
Set di temi: Set 5-La Sirenetta
Prompt: 07. Relitto
Rating: PG
Genere: fluff
Warning: slash
Conteggio parole: 1440 (fiumidiparole wordcounter)
Disclaimer: gli Arashi non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella: qui

Bussarono alla porta e Ohno andò ad aprire.
“Chi è?” chiese, non aspettava visite ed erano già le dieci di sera.
“Sono io, aprimi!” gli ordinò una voce a lui nota, e Ohno si stupì, quando fece entrare in casa un ragazzo dalla fisionomia irriconoscibile, eppure non poteva aver confuso la sua voce.
“Nino?” domandò dubbioso.
“Chi ti aspettavi?” si sentì chiedere in risposta, mentre l’altro abbassava il cappuccio, poi si levava il cappello dalla testa e gli occhiali scuri dagli occhi. Una mascherina bianca camuffava i tratti del viso concedendogli di nuovo di tornare a respirare normalmente. “Che palle, non ne posso più!” lo sentì lamentarsi, mentre si scioglieva la sciarpa dal collo e si levava il pesante cappotto, che gli arrivava fin quasi ai piedi, e due maglioni.
“Non ti aspettavo, che ci fai qui?” domandò sorpreso il Riida.
“Mi andava di vederti, vuoi che la prossima volta prenda appuntamento con il tuo manager?” fece sarcastico, un po’ seccato per tutta quella situazione.
Satoshi scosse il capo: “Non volevo dire questo, mi fa piacere, ma perché ti sei conciato in questo modo? Hai rischiato di essere fermato per comportamento sospetto, lo sai?” lo sfotté, divertito.
“Non sei divertente!” lo riprese l’altro. “Era l’unico modo per non venire pedinato dai giornalisti, quelli sono ossi duri quando ci si mettono. Dobbiamo stare attenti!” gli disse pratico, mettendo su un piccolo broncio.
Satoshi sorrise dolcemente, avvicinandosi per baciargli le labbra: “Vieni, andiamo a sederci” lo scortò in salotto, accomodandosi con lui sul divano.
Nonostante non gli avesse rivolto solo parole pungenti da quando era arrivato, Satoshi sapeva il perché di quella reazione e, nonostante tutto, percepiva chiaramente quanto bene l’altro gli volesse. Anche se mascherato da un tono sgradevole Nino gli aveva chiaramente detto che gli mancava e che voleva stare con lui.
“Mi spiace…” gli disse Ohno, distendendosi, posando la testa sulle gambe del più piccolo il quale iniziò ad accarezzargli i capelli.
“Non è colpa tua…” si addolcì un momento, prima di soppesare pensieroso la frase. “Anzi, tecnicamente sì.”
“Non è vero!” il Riida sollevò la testa e Nino lo costrinse a tornare disteso, passandogli una mano sulla fronte. “Tu…” riprese Ohno, “sei tu che…” cercò di finire il discorso, ma l’altro lo interruppe.
“Ti avevo detto di fare piano!” gli ricordò, fintamente indignato.
“Lo sai benissimo che non riesco a controllarmi e poi piace anche a te” lo guardò malizioso da sotto in su, fermandogli la mano, portandosela verso le labbra per baciarne il dorso.
Ninomiya mosse le dita sul suo viso, sorridendo. “Non mi lamento di certo, ma lo sai che il collo è una parte troppo esposta” lo rimproverò con lo sguardo.
Ohno rise, sollevando un braccio, circondandolo per le spalle, facendo forza per tirarsi a sedere.
Si sporse verso di lui, ma deviò dalle labbra, scendendo verso il basso: “Hai un collo bellissimo, Ninomiya Kazunari” mormorò, posando le labbra nella fossetta tra la spalla e il collo.
“Hai dei feticismi strani, tu” rise il più piccolo.
“Mh, no, io non penso…” si limitò a rispondergli con un’alzata di spalle, spostandosi a lambire con la lingua l’osso della clavicola.
Nino gli passò una mano tra i capelli, arrovesciando il capo all’indietro, lasciandosi vezzeggiare dolcemente dalle labbra del compagno, socchiudendo gli occhi, fissando poi il soffitto, pensieroso.
“Che hai?”gli chiese Satoshi, quando sollevò lo sguardo su di lui.
“Stavo riflettendo su una cosa” esordì, mentre Ohno tornava a stendersi sudi lui, posandogli una mano sullo stomaco, lisciando le pieghe della maglietta. “Se non fossimo così famosi le nostre vite sarebbero diverse. Non dovremo nasconderci da nessuno, potremo vivere più liberamente” constatò, abbassando il capo per guardarlo. Satoshi gli prese la mano, intrecciando insieme le dita.
“Forse, ma ci saremmo mai incontrati?”
“Non lo so, ma spero di sì. Non credo molto in queste cose, lo sai…”
“Già, magari avresti conosciuto qualcuno più interessante di me.”
“Oh, ma conosco anche ora persone più interessanti, solo che mi sono innamorato di te.”
“Come sarebbe a dire?” si indignò Ohno, facendo per sollevarsi, ma Nino lo acquietò posandogli una mano sulla spalla e stringendogli le dita che ancora tenevano legate.
“Significa che ho scelto comunque te e che ti amo. In un modo o nell’altro saresti riuscito a incastrarmi, me lo sento.”
Ohno sorrise, non sapeva se prendere quell’affermazione come un complimento o cosa.
“Dici che non credi al destino, ma sai essere romantico a modo tuo.”
Ninomiya sbuffò.
“Se non fossi stato un idol cosa avresti voluto fare nella vita?” domandò d’un tratto Nino, chinandosi a guardarlo.
Ohno arrossì leggermente: “Non è un mistero, il panettiere!”
Il più piccolo lo guardò affatto convinto: “Sì, lo dici spesso, ma da bambino c’era qualcosa che ti piaceva fare? Non avevi il classico sogno in un cassetto?” lo interrogò ancora, sentendo sotto le loro mani unite, i battiti del suo cuore aumentare in modo sospetto.
Ohno si sollevò da lui per mettersi a sedere, lasciandogli andare la mano: “No, è tutto… sai che sono un libro aperto per te” lo adulò.
“Ahn-ahn, sfuggente Oh-chan, non me la conti giusta. Mi stai nascondendo qualcosa” insinuò curioso, avvicinandosi a lui, mentre l’altro indietreggiava fino a sbattere contro il bracciolo. Nino lo imprigionò con le proprie braccia, sedendosi cavalcioni su di lui. “Dimmelo, adesso!” ordinò.
“Non c’è niente da nascondere, davvero!” tentò ancora il più grande, cercando di sorridere, ma ingigantendo ancora di più i sospetti dell’altro.
“Sai che non ti libererai di me fino a che non mi dirai cosa nascondi, vero?” lo minacciò e Satoshi sapeva benissimo che sarebbe stato così.
“Non te lo voglio dire perché mi prenderesti in giro” confessò, incrociando le braccia al petto.
“Andiamo, più di quanto non faccio di solito? Dovresti esserci abituato!” lo rassicurò a modo suo.
“Stupido! È una cosa seria che non ho mai detto a nessuno, perché dovrei venire a dirla proprio a te!”
“Così mi offendi, Oh-chan!” si finse dispiaciuto. “Non ti fidi di me?”
“Per niente!”
Ninomiya assottigliò lo sguardo; entrambi rimasero fermi e muti, ostinati nella loro posizione di difesa e attacco, fino a che non fu Ohno a cedere.
“Non devi ridere! Devi promettermelo, sono molto sensibile all’argomento!” lo avvertì.
“Riida…”
“No, promettilo!”
Ninomiya roteò gli occhi al cielo: “Va bene, lo prometto!”
Ohno titubò ancora per alcuni momenti, prima di parlare: “Mi ha sempre affascinato il mare” esordì.
“Sì, Oh-chan, questo lo so. Adesso non dirmi che hai fatto tutte queste storie solo perché desideri catturare una specie rara perché ti lascio all’istante!” scherzò su e Satoshi gli strinse un braccio per ripicca.
“Sta’ zitto e te lo spiego, anche se con questi presupposti inizio a pentirmi di voler parlare.”
“Addirittura?” rise Ninomiya, prima di cedergli nuovamente la parola. “Dai, sono davvero curioso e giuro che non riderò” assicurò, baciandolo sulle labbra per rabbonirlo, restando poi in silenzio.
“Beh… quando ero piccolo mi piaceva osservare cosa ci fosse sul fondo del mare e ho sempre pensato che mi sarebbe piaciuto trovare il relitto di una vecchia nave, affondata magari diversi anni fa” spiegò, parlando tutto d’un fiato, aspettando il verdetto del ragazzo. Si aspettava che, nonostante i buoni propositi, Nino si prendesse gioco di lui e invece l’altro rimase serio.
“Continua” lo incitò, infatti.
“Niente, è tutto qui. Ne sono sempre stato affascinato e mi sono sempre domandato che sensazione si debba provare a riportare in vita qualcosa che non c’è più. Scoprire oggetti dimenticati che sono stati per così tanto tempo in balia del mare. È una cosa stupida” si sminuì alla fine, voltando il viso per non guardare il proprio fidanzato in faccia.
Nino si sistemò meglio su di lui, prendendogli le guance e spingendolo a guardarlo.
“Non stai ridendo” constatò Ohno, passando le mani sulle braccia del compagno, su e giù, in una carezza.
“Non ne vedo il motivo.”
“È un sogno stupido e…”
“No che non lo è. Nessuna aspirazione è stupida. È una cosa interessante, invece. Ti prendo spesso in giro, è vero, ma non penso che quello che fai sia inutile. Non condivido molte cose, ma anche tu non comprendi le mie passioni, è naturale” chiarì, prima di sorridere e circondargli il collo con le braccia.
“Grazie. Sono felice che abbia deciso di raccontarmi questa cosa che non avevi mai detto a nessuno” mormorò.
Satoshi lo abbracciò, infilandogli le mani sotto la maglia, accarezzandogli la schiena. “Grazie per aver capito” gli rispose, allungandosi verso di lui per baciarlo, ma fermandosi a un soffio dalle sue labbra quando lo sentì titubare: “Solo che, in effetti, pensandoci…”
“Kazunari?” lo fermò.
Quando l’altro lo guardò divertito, il più grande si sporse in avanti, facendo distendere entrambi, sistemandosi tra le sue gambe: “Stavi andando bene fino a ora, adesso non rovinare il momento” gli disse, decidendo di adottare un metodo infallibile per impedirgli di continuare a chiacchierare.

genere: oneshot, arashi: ninomiya kazunari, comm: 10disneyfic, set: la sirenetta, fanfiction: arashi, pairing: ohmiya, arashi: ohno satoshi, rpf, warning: slash

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