Titolo: Amore mascherato
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggi: Arioka Daiki, Yamada Ryosuke
Pairing: Ariyama
Genere: erotico, romantico
Rating: nc-17
Warning: slash, crossdressing
Wordcount: 1.969
fiumidiparoleNote: la storia è scritta per la quarta settimana del BadWrongs Week indetta da
maridichallengeDisclaimer: i personaggi non sono miei, non li conosco personalmente quanto di seguito descritto non vuole avere fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Yamada rientrò in casa facendo meno rumore possibile. Dalla cucina proveniva il chiacchierare della televisione e sorrise tra sé, felice che Daiki non l’avesse sentito.
Non volle rischiare di andare in camera, per cui si tolse accuratamente le scarpe e il cappotto, restando all’ingresso. Prese con attenzione la busta di carta ed estrasse il contenuto, sempre attento a non farsi sentire.
Si cambiò, indossando gli abiti che aveva preso in prestito dagli studi, lasciando i propri piegati sul mobile, controllandosi un’ultima volta allo specchio.
In punta di piedi si diresse verso il salone e vide che Daiki stava seduto sulla sedia e faceva distrattamente zapping.
Quando vide che, spazientito, spense il televisore, gli andò alle spalle, mettendogli una mano sugli occhi.
“Dai-chan sono io!” lo avvisò.
“Ryo, sei impazzito?” lo riprese.
“Scusami, non volevo spaventarti, ma farti una sorpresa!” spiegò, sperando che non si arrabbiasse.
Daiki sorrise e annuì.
“Non ti aspettavo così presto, per cui direi che, dopo l’infarto che mi hai procurato, sono sorpreso!” rise.
Yamada gli baciò una guancia, mormorando piano all’orecchio del più grande.
“Io adesso tolgo la mano, ma tu dei promettermi che non li aprirai fino a che non te l’avrò detto io!” chiese.
“Ah, c’è dell’altro?” lo interrogò Daiki, perplesso.
“Sì, però devi collaborare. Se apri gli occhi non ti parlerò più, anzi, ti lascerò, lo farei sul serio, sappilo!” lo minacciò e dal tono che aveva usato, Arioka comprese che non doveva sfidare la sorte.
“Va bene, prometto, non li apro!” assicurò.
“Bene!”
Yamada si fidò, lasciandolo e prendendolo per mano, facendolo alzare.
“Vieni con me” gli disse, mentre dalla cucina si spostavano nella camera da letto faceva fermare Daiki davanti al letto.
“Adesso posso aprirli?”
“No!” Yamada quasi gridò. “No, aspetta, te lo dico io” specificò, moderando il tono.
“Siediti qui” suggerì, parlando a voce bassa, leggermente divertita.
“Non me la conti giusta, Yama-chan” disse Arioka, ma obbedendo, ad occhi chiusi, aspettando che l’altro facesse la prossima mossa.
Yamada si mise di fronte a lui, appena più spostato, muovendosi per la stanza, lasciando Daiki curioso dai rumori che sentiva.
“Che stai facendo?” gli chiese, dubbioso, ma l’altro non gli rispose.
Tornò vicino a lui, allargando le gambe e sedendosi in grembo al più grande.
“Non aprirli ancora” bisbigliò, mentre prendeva le mani di Arioka e se ne posava una su una gamba e l’altra al petto.
Daiki sorrise, intuendo le intenzioni del fidanzato, quando sentì la pelle entrare a contatto con la sua. Con le dita percorse lievemente la gamba, spostandola sul ginocchio, dove si fermò ad accarezzarlo, risalendo sulla coscia.
In tutto quello però, c’era qualcosa che lasciava Daiki perplesso e lo fu ancora di più quando un rigonfiamento sospetto incontrò la sua mano dove, di norma, il suo ragazzo non avrebbe dovuto, all’altezza del petto.
Il più piccolo sorrise della sua espressione e mormorò sul suo viso: “Adesso puoi aprirli” concesse e vide subito Daiki schiudere le palpebre e guardarlo con occhi spalancati. Arioka osservò il proprio ragazzo, vestito come una cheerleader con tanto di fiocco in testa e divisa gialla e azzurra e riuscì solo a commentare.
“Oh… no, adesso sono sorpreso.”
“Era quello che volevo” rise Yamada, circondandogli il collo con le braccia e sporgendosi verso di lui.
“Ti piaccio?” gli chiese, piegando il capo di lato, sfiorando con due dita il morbido pon-pon che aveva in testa e che gli fermava un ciuffo di capelli.
Daiki continuò a muovere la mano sotto la gonna a pieghe, spalancando ancora di più gli occhi quando sfiorò la biancheria intima.
“Ryosuke…?” lo chiamò perplesso.
Yamada si passò la lingua sulle labbra, sporgendosi verso di lui.
“Sì?” gli domandò l’altro innocentemente divertito.
Daiki allora stette al suo gioco; gli prese il viso con entrambe le mani, avvicinandolo a sé, fissandogli un istante incantato le labbra, prima di tirarlo per baciarlo. Quando stava per sfiorarlo con le sue, però, si fermò, sentendo Yamada sospirare e i muscoli della gambe stringersi attorno alle sue; Arioka sollevò appena lo sguardo, cercando quello del più piccolo e mormorò: “Sei un piccolo diavolo tentatore, ma mi piaci”.
Yamada sorrise maliziosamente, stringendogli di più le braccia alle spalle e azzerando la distanza tra loro, finalmente, schiudendo le labbra, lasciando che Daiki lo baciasse, permettendo alla lingua di cercare la sua, duellando con essa, senza fretta però, abbandonandosi a lui e a quelle attenzioni, mentre sentiva le mani scivolare via dal proprio viso. Una si posò sulla spalla, accarezzando la maglietta, giungendo fino al seno rotondo e infilandosi al di sotto per levare via l’imbottitura fittizia, mentre l’altra era tornata sul ginocchio e aveva ripreso a salire verso l’alto. Le dita sfiorarono maliziose l’interno coscia, toccando distrattamente l’orlo di pizzo delle mutandine.
Daiki si allontanò da lui, dopo il bacio, tornando a fissarlo in viso, spostandosi poi sul torace, giungendo all’orlo.
“Di questa, suppongo possiamo anche farne a meno, ti pare?” gli chiese, ma senza aspettare risposta, gliela sfilò dalla testa, lasciandolo a torso nudo.
Yamada rabbrividì, sotto lo sguardo da predatore che Daiki gli riservò, osservandolo, prima che il più grande si avventasse sul suo collo e iniziasse a baciarlo e morderlo lievemente, scendendo sul petto dove con le labbra iniziò a torturare i capezzoli turgidi; passò la lingua sulla punta, tirandola con i denti, spostandosi dall’uno all’altro senza fretta,mentre Yamada, gemeva, inarcandosi e arrovesciando il capo, poggiando le braccia sulle spalle del più grande e stringendogli i capelli.
Daiki però non si fermò, continuò quella deliziosa tortura di labbra, vagando ovunque sul suo petto, mentre le mani erano corse al di sotto della gonna, dove a pieno palmo, gli accarezzò il sedere, muovendosi in modo sensuale e spostandosi sul davanti, tra le gambe, iniziando a stimolare il suo sesso da sopra l’intimo. Sentendo Yamada gemere più forte per lo fregamento della propria carne bollente e tesa contro il ricamo di pizzo sorrise nel bacio.
“Daiki!” lo chiamò in un ansimo il più piccolo, allontanandolo da sé e guardandolo voglioso.
Arioka si leccò le labbra, afferrando Yamada per la nuca, attirandolo contro di sé, richiedendolo ancora: le bocche si rincorrevano, i denti mordevano con disperazione e la lingua suggeva. Yamada si sollevò con le ginocchia e, con entrambe le mani, iniziò a sbottonare con urgenza la camicia che l’altro indossava per levargliela, allontanandosi da lui e spingendolo per le spalle d’improvviso, facendolo ricadere sul letto.
Daiki lo guardò sorpreso, vedendolo compiere una torsione del busto, i muscoli del torace tendersi, mentre armeggiava con il bottone laterale della gonna, strappandola letteralmente via, incurante di aver rovinato un costume di scena.
“Così la dovrai ripagare di tasca tua” lo informò Arioka, come se quella al momento fosse la loro maggiore priorità e Yamada si chinò su di lui, poggiandogli una mano sul petto, graffiandolo appena con le dita quando la richiuse a pugno.
“Non è urgente al momento” gli rispose, sebbene a fatica, cercando di non essere troppo impaziente. Yamada non capiva perché, anche se aveva fatto tutto quello per stuzzicare il compagno e portarlo alla pazzia,era lui quello che si sentiva sull’orlo di una crisi isterica se non avessero fatto subito qualcosa.
“Vieni qui, Ryo” mormorò con voce roca Daiki, comprendendo lo stato e i pensieri del compagno, avvicinandolo a sé per un braccio, per baciarlo di nuovo.
Yamada si chinò, sentendo finalmente le mani di Daiki farsi strada sotto la biancheria per sfilargli le mutandine e liberare definitivamente la sua erezione avvolgendo il pugno attorno al sesso del più piccolo, accarezzandolo con lentezza: lo desiderava e sentiva quando Yamada volesse lui, ma aveva deciso che voleva giocare ancora un po’. Sentì Yamada sfilarsi via la biancheria, restando nudo sopra di lui, e la sua bocca scivolare sul collo e sul petto, iniziando a suggergli la pelle mentre con le mani gli slacciava i pantaloni della tuta.
Arioka sospirò quando sentì a sua volta la mano di Yamada stringerlo e iniziare ad accarezzarlo, contatto però che durò ben poco, perché il più piccolo lo lasciò andare, spostandosi sui fianchi, chiedendogli di posizionarsi meglio al centro del letto. Daiki obbedì, scivolando sul materasso e aspettando la prossima mossa del ragazzo. Yamada lo guardò sogghignando, posandogli le mani sulle ginocchia, chiedendogli di aprirle, prima di abbassarsi su di lui e, senza tergiversare oltre, prendere completamente in bocca la sua erezione. Iniziò da subito a succhiare con voglia, scivolando sempre più in basso, aiutandosi anche con le mani, sentendo i gemiti di Daiki sempre più alti invadere la stanza. Arioka tentò di scostarlo da sé quando si sentì vicino al limite, ma Yamada non obbedì e quando lo sentì venire nella propria bocca, si spostò, continuando a muovere la mano su di lui, di modo che gli sporcasse anche il viso.
Daiki si abbandonò sfatto contro il materasso, guardando poi l’altro con occhi grandi, vedendolo che si ripuliva con la bocca e con le dita, usando poi il suo sperma per prepararsi.
Arioka si sollevò a sedere, mentre Yamada, con gli occhi fissi su di lui, continuava a muovere le dita dentro di sé, iniziando a gemere di piacere. Il più grande, allora, andò vicino a lui e lo abbracciò per la vita, inserendo un dito dentro di lui, unendosi alle due di Yamada, e con l’altra prese a masturbarlo.
“Fai partecipare anche me, Ryosuke” mormorò al suo orecchio, prendendogli il lobo tra i denti, scivolando poi con la lingua sul padiglione.
Yamada abbassò le palpebre, cedendo lentamente al piacere sfilando da sé le dita quando si sentì pronto, facendo capire anche a Daiki cosa volesse. Arioka sorrise, baciandogli la bocca e lo afferrò per la vita con entrambe le mani, aiutandolo a scendere su di sé, sentendo le dita di Yamada premere sulle sue spalle e il respiro sul viso.
Lo aiutò a rilassarsi, muovendo la mano sulla sua erezione quando fu completamente dentro di lui e iniziò a spingere, facilitato da Yamada che si reggeva in equilibrio sulle ginocchia, assecondando i suoi movimenti. Quando poi i gemiti del più piccolo furono talmente alti e incontrollati, Daiki lo sollevò di peso, facendolo scivolare via da sé, portandolo a stendersi sul letto, invertendo le loro posizioni. Ryosuke allargò le gambe, puntando i piedi sul materasso e Daiki si infilò tra le ginocchia piegate, affondando di nuovo in lui, sentendolo gridare e inarcarsi.
Lo penetrò di nuovo senza alcuna accuratezza, certo che non era attenzione quella che Yamada stava cercando e spinse, toccando quel punto dentro di lui che lo fece venire nella sua presa e gridare il suo nome con urgenza. Si ritrasse e affondò ancora, volendo restare per qualche altro minuto avvolto in quel calore prima di raggiungere nuovamente l’orgasmo.
Scivolò fuori da lui e si lasciò cadere sfinito sul corpo del più piccolo che mugolò, stringendolo e sospirando beato.
“Scusa, Ryo” mormorò Daiki, facendo per allontanarsi, ma Yamada lo fermò.
“No, resta qui” chiese, guardandolo e poi chinando il volto sotto il suo mento, inspirando il suo profumo. Daiki lo accontentò, si sistemò meglio su di lui, infilandosi tra le sue gambe e stringendolo a sua volta, tirando su di loro il lenzuolo, aiutandosi con i piedi per coprire entrambi.
Yamada sospirò quando sentì le mani di Arioka accarezzarlo sulla schiena, vezzeggiandolo.
“Allora, ti è piaciuta la sorpresa?” gli chiese poco dopo Yamada.
Arioka chinò appena il volto per guardarlo.
“Moltissimo, ma come ti è venuto in mente?”
Yamada si strinse nelle spalle.
“Così, mi andava… ho pensato che visto che dovevo rendermi ridicolo in ogni puntata, potevo sfruttare la cosa in modo interessante.”
“Oh, interessante è stato interessante, Ryosuke, ho apprezzato molto. Nella prossima, sai già da cosa ti dovrai travestire?” chiese divertito Daiki, baciandolo poi sulle labbra.
Yamada rise, voltandosi nel suo abbraccio, dandogli la schiena, ma senza allontanarsi da lui.
Daiki lo strinse maggiormente a sé e cullato dal respiro lento e rilassato di Yamada, si addormentò.