Titolo: Nothing can’t stop me now (Think U - Fujigaya Taisuke)
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggi: Arioka Daiki, Inoo Kei, Yamada Ryosuke
Pairing: Yamanoo
Prompt: Sete
Genere: AU! scolastica
Rating: nc-17
Warning: slash
Conteggio parole: 1.643 (
fiumidiparole wordcount)
Note: la storia inoltre è scritta per il set Federica con il prompt #2 esibizionismo per il
mmom_italia.
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella:
Misc Mosaic Yamada aveva cercato di resistere, di non farsi distrarre e di seguire la lezione. Era una lezione interessante, dopotutto, le lezioni del sensei Arioka erano sempre interessanti, lui andava a scuola prevalentemente solo per quello. Per le sue lezioni e per Kei.
Frequentavano anni diversi, ma per un particolare programma di studi, si erano ritrovati a dover seguire le medesime lezioni con quel professore.
Yamada stava ascoltando la spiegazione di Arioka, intento a copiare qualcosa nel quaderno degli appunti quando aveva sentito qualcosa sfiorargli il ginocchio e una mano posarsi su di lui. Aveva abbassato il capo, riconoscendo le dita di Kei dalle quali spuntava un bigliettino. L’aveva preso di nascosto leggendo i kanji scritti sopra.
“Ho sete, Yama-chan!”
Yamada l’aveva guardato alquanto perplesso: non poteva di certo uscire a metà lezione per andare alle macchinette e portare al suo fidanzato una bibita fresca. Kei aveva scosso il capo divertito, poggiando le spalle contro la seggiola e lasciando vagare lo sguardo sull’intera aula, prima di rivolgersi nuovamente a Yamada, ammiccando.
Il più piccolo era rimasto un attimo disordinato, intenzionato a lasciar perdere le strane manie del fidanzato e il confuso scorrere dei suoi pensieri, lasciando cadere la matita sul tavolo nel vedere che l’altro, senza curarsi del luogo in cui si trovavano e indifferente della situazione, aveva portato entrambe le mani sotto al tavolo. L’aveva visto allargare le gambe, scivolando leggermente sulla sedia, e Kei si era sbottonato i pantaloni e abbassato l’elastico dei boxer quel tanto che gli permetteva di liberare il proprio sesso già semi eretto.
Ryosuke spalancò gli occhi, osservandosi a sua volta intorno, ma nessuno pareva essersi accorto di niente, tutti erano intenti a guardare verso il fondo dell’aula, dove Arioka stava passeggiando avanti e indietro, indicando di tanto in tanto qualcosa alla lavagna mentre parlava.
“Kei, smettila!” gli mormorò a denti stretti, lanciando uno sguardo davanti a sé, iniziando a sudare freddo.
L’altro lo ignorò, mostrandogli la propria erezione con fare provocatorio, stringendo la mano attorno al proprio sesso e iniziando a muoverla lentamente, facendo sparire la punta quando risaliva, liberandola mentre scendeva di nuovo.
Yamada si muoveva a disagio sulla sedia, accavallando le gambe, cercando di non badare a quello che stava facendo l’altro accanto a sé, cercando di ignorare la propria voglia che iniziava a crescere. Kei lo osservava, ritenendosi estremamente soddisfatto del modo in cui era riuscito a mettere a disagio il fidanzato: era così semplice e divertente.
Il più piccolo deglutì a vuoto, distogliendo lo sguardo da Kei per qualche istante, cercando di convincersi che se non gli avesse dato corda, molto probabilmente Inoo avrebbe smesso.
Se ne persuase per circa due secondi prima di voltare di nuovo la testa verso di lui; Kei gli sorrise, emettendo uno sbuffo divertito, facendo preoccupare Yamada, turbato dal pensiero che qualcuno dei loro compagni l’avesse sentito.
Kei, invece, non ci badò, al contrario, mordendosi le labbra per trattenere ansimi e gemiti, affondò ancora di più la mano dentro la biancheria, accarezzandosi con più convinzione, abbassando con la mano libera i pantaloni per permettere a Yamada di osservarlo.
Lo guardò con la coda dell’occhio e il più piccolo si mosse di scatto, piegando le gambe, avvolgendole attorno alla sedia, portando una mano sulla gamba di Kei, stringendogli il ginocchio per incentivarlo a smettere. Aveva fatto, però, decisamente la mossa sbagliata, perché il più grande la afferrò con la sua, stringendogli le dita e portandola su di sé.
“Kei, Kei no!” mormorò Yamada e dal fondo dell’aula Arioka alzò leggermente la voce per sovrastare il brusio di sottofondo.
Yamada si voltò spaventato, chinando il capo per scusarsi quando lo sguardo di Arioka si posò su loro due, riprendendo poi la lezione e voltandosi di nuovo verso la lavagna.
“Paura?” mormorò Kei divertito e Yamada lo guardò con disapprovazione.
“Smettila, per favore” gli chiese, mentre sentiva sul proprio palmo il calore del sesso di Kei e il suo bacino che impercettibilmente si muoveva verso di lui.
“Mi pare un po’ tardi per i ripensamenti, Yama-chan. Non ti pare?” lo fece ragionare il più grande, mentre gli stringeva le dita con le proprie, muovendo insieme le loro mani, seguendo un ritmo che lo soddisfacesse, sciogliendosi in quella doppia stretta e mordendosi un labbro per trattenere un gemito.
Quando Yamada sentì lo sperma denso e caldo di Kei scivolargli tra le dita, ritrasse velocemente la mano, nascondendola in tasca e scappando letteralmente via dall’alula, incurante degli sguardi perplessi dei compagni e dello stesso Arioka.
Intanto Kei sorrideva sotto i baffi, rivestendosi velocemente.
Yamada si chiuse in uno dei bagni, poggiandosi con le spalle contro il muro e battendo la testa all’indietro, slacciandosi i pantaloni, facendoli scivolare fino alle ginocchia; si prese completamente in mano l’erezione, iniziando a muovere la mano velocemente, sentendo immediatamente un piacere intenso avvolgerlo quando un bussare alla porta lo distrasse.
“Occupato” mormorò a denti stretti, senza accennare a fermarsi, ma la porta si aprì ugualmente e Yamada vide Kei poggiato mollemente contro lo stipite che teneva la porta semiaperta con una mano.
Il più grande guardò il suo ragazzo e sorrise, malizioso.
“Che stai facendo?” gli chiese con tono irrisorio, leggermente divertito.
Yamada lo fulminò con un’occhiataccia.
“Secondo te cosa sto-?”
Non riuscì a concludere, perché Kei entrò nel piccolo bagno, chiudendosi la porta alle spalle e, inginocchiandosi davanti a lui, gli prese in bocca l’erezione senza tanti complimenti, iniziando da subito a muoversi verso di lui, succhiando con foga.
Yamada gli afferrò con forza la testa, schiacciandolo contro di sé, ansimando pesantemente fino a spingersi del tutto contro la sua gola. Kei lo accolse, muovendosi ancora, lasciando scorrere le labbra, succhiando la punta quando si allontanava quasi completamente e prendendolo ancora. Yamada gemette, portando anche l’altra mano sulla sua testa, tirandolo indietro quando sentì che stava per venire. Kei, però, non era dello stesso avviso e stuzzicandolo un’ultima volta con la punta della lingua, aprì la bocca ingoiando tutto, soddisfacendo la sua sete.
Yamada sentì le gambe tremare e sul punto di cedere, posò le mani sulle spalle di Kei, il quale si sollevò piano, sorridendo, guardando il volto sfatto dell’altro, leccandosi le labbra quando Yamada riuscì ad aprire gli occhi.
“Kei…” lo sentì mugolare di disappunto e cercare un punto dove nascondersi contro di lui, dopo avergli circondato il collo con le braccia.
Il più grande ridacchiò, stringendolo.
“Avevo sete, te l’ho detto” lo prese in giro, accarezzandogli le cosce e sollevandosene una contro il fianco, facendo scivolare le dita dentro di lui con attenzione.
Yamada sospirò pesantemente, stringendo le dita sulla stoffa della camicia, eccitandosi di nuovo; perché con Kei era così, stare con lui era ogni volta qualcosa di imprevedibile, Yamada non riusciva a stare dietro a tutto quello che il ragazzo pensava, era una continua sorpresa ogni volta, ma non se n’era mai lamentato fino a quel momento e non l’avrebbe fatto di certo adesso.
Kei sfilò le dita da lui e il più piccolo tornò di nuovo con entrambi i piedi per terra, voltandosi verso il muro, poggiandovi i palmi, sentendo Kei aderire al suo corpo e iniziare a penetrarlo.
Yamada poggiò la fronte contro il muro freddo e poi la guancia, sentendo le labbra di Kei sul collo e la lingua scivolare verso l’orecchio, dove i denti poi presero a mordere il lobo, distraendolo mentre lo penetrava completamente, fermandosi.
“Kei” chiamò Yamada, prendendogli il braccio con cui l’altro gli circondava la vita e portandolo sul proprio sesso, nuovamente duro. Kei sorrise con le labbra ancora premute sulla pelle di Yamada, afferrandolo e stringendolo, muovendosi senza molta attenzione, in modo sconnesso, rapido, come rapidi erano gli affondi dentro di lui, fino a che non lo sentì sciogliersi di nuovo nella sua stretta. Kei si sfilò da lui, penetrandolo ancora, ripetendo il movimento con foga, afferrandogli i fianchi e spingendo sempre più a fondo dentro di lui raggiungendo a sua volta l’orgasmo.
Uscì da lui, permettendo a Yamada di girarsi, abbracciandolo e accasciandosi insieme sul pavimento.
Kei gli baciò delicatamente il collo, scostando i lembi della camicia, per accarezzarlo, facendolo voltare verso di sé e baciarlo, era una cosa che non aveva ancora fatto e voleva sentire anche il sapore delle sue labbra.
Yamada ricambiò il bacio con fare pigro e sorrise.
“Cosa ti è saltato in mente?” gli chiese, mentre si rimetteva in piedi, sistemandosi la divisa, e aiutava Kei a fare lo stesso, tendendogli una mano per farlo alzare.
Il più grande si strinse nelle spalle, sempre con quella sua aria un po’ persa.
“Avevo voglia e questo mi è sembrato il metodo ideale per convincerti.”
“Potevi chiedermelo!” rise Yamada, uscendo per primo dal bagno, controllando che non ci fosse nessuno, avvicinandosi al lavabo per sciacquarsi le mani e il viso.
Kei lo seguì, giocherellando con l’acqua, ridendo.
“Mi avresti detto di no, siamo a lezione dopotutto” affermò, spruzzandogli un po’ d’acqua sul viso con le dita.
“Già!” ricordò Yamada in un secondo momento. “Arioka sensei! La lezione!”
“Arioka sensei, eh, Yama-chan? Lo so che vieni volentieri a lezione perché ti piace il sensei” lo prese in giro, ridendo, cingendogli la vita da dietro quando l’altro finì di asciugarsi.
“Scemo” lo riprese Yamada. “Non è vero. È solo un bravo professore. A me piaci tu” gli disse, voltandosi nel suo abbraccio, prima di uscire dal bagno.
Kei sorrise, circondandogli le spalle con le braccia, chinandosi leggermente per baciarlo.
“Sì, so anche questo, ma volevo sentirtelo dire. E, poi, sai, mi annoiavo anche un po’ oggi e volevo distrarmi, chissà, magari la prossima volta potrei pensare a qualcosa di più interessante, e magari potrei attirare l’attenzione di Arioka sensei, che dici?”
“Eh?”
Yamada guardò il suo ragazzo perplesso, mentre lo lasciava andare e apriva la porta del bagno sorridendo, iniziando a canticchiare tra sé e sé.
“Kei-chan!” lo raggiunse velocemente. “Kei-chan stai scherzando, vero?” chiese, ma la risatina divertita del fidanzato fu tutto quello che ottenne da lui come risposta.