[Hikanoo] Scriverò su uno spicchio di luna 6/6

Jan 23, 2014 12:04

Titolo: Scriverò su uno spicchio di luna [Spicchio di luna - Studio Tre-]
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggi: Yaotome Hikaru, Inoo Kei
Pairing: Hikanoo
Rating/Genere: PG/ AU, fantasy, romantico, fluff
Warning: slash
Wordcount 9.543 fiumidiparole
Note: la storia è scritta per la diecielode per la tabella 12 Storie - Natura con il prompt ‘Luna’ e per la 500themes_ita con il prompt ‘Quando gli occhi credono ai misteri’.
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella: 500themes_ita
Tabella: Natura

“Kei-chan! Sei tornato!” Ryosuke andò incontro al suo amico, volando veloce verso di lui, planandogli in testa come sempre faceva: nel periodo in cui era stato un terrestre gli era mancato molto poterlo fare e ne voleva approfittare adesso che poteva farlo di nuovo.
“Ryo-chan!” Kei sorrise, prendendolo tra le mani, portandoselo davanti al volto, sorridendogli. “Meno male che ci sei tu!” lo ringraziò.
“Kei-chan, ci sono anche io!” ci tenne a precisare Daiki, volando verso di lui, sistemandosi sulla sua spalla. Kei lasciò che Ryosuke prendesse posto sull’altra e li ringraziò entrambi.
“Siete gli amici migliori del mondo!” confessò loro, spostandosi a sedersi sul letto e urtando per sbaglio la sfera di cristallo con cui Ryosuke stava giocando.
“Ops!” mormorò il più piccolo, quando vide l’espressione sul suo viso farsi triste. “Scusa Kei…” gli disse, dispiaciuto e il principe scosse il capo.
“Non ti preoccupare, non importa. Stavi parlando con Yuri?” gli chiese e Ryosuke annuì.
“Ha detto di salutarti” gli riferì.
“Come sta?” domandò Kei, informandosi.
“Bene… ha detto che ha iniziato ad andare a scuola e Yuya gli tiene delle lezioni per aiutarlo nelle materie più complesse” parlò Ryosuke. “Anche Yuya sta bene” aggiunse poi.
“Ne sono felice…” sorrise Kei, sospirando.
“Anche Hikaru sta bene” si lasciò scappare, guardando il proprio signore e svolazzandogli intorno. “Kei, perché non guardi nella sfera? Sono sicuro che ti farebbe bene e…”
“Ryo-chan!” lo interruppe Kei, sollevando l’indice davanti al proprio naso. “No…” rispose calmo.
“Ma Kei, io sono certo che anche lui vorrebbe vederti e quando gli abbiamo detto di te lui non…”
Kei voltò la testa di lato, mordendosi un labbro e Daiki volò accanto all’amico, prendendogli le mani, chiedendogli di tacere, scuotendo il capo.
“Scusami, Kei…” sospirò Ryosuke, non era sua intenzione mettere di malumore l’amico, ma gli dispiaceva vederlo così abbattuto e triste. Da quando erano tornati sulla Luna, Kei si era come spento, certo con loro sorrideva un po’ più sinceramente, ma si vedeva che non stava bene. Inoltre i membri del consiglio, dopo la ramanzina che gli avevano fatto non lo lasciavano un momento tranquillo, caricandolo di compiti e libri da leggere per essere, a loro dire, un buon regnante.
Kei si lasciò andare stanco sul letto, rannicchiandosi su un fianco, perso nei propri pensieri. Nel vederlo così Daiki fece un cenno a Ryosuke e uscirono dalla camera del loro principe, concedendogli un po’ di privacy.
Kei non si accorse né dei due amici che si erano allontanati, né, successivamente, della porta che si era aperta dopo un leggero bussare, avvisandolo che avesse visite e non fosse più da solo: Kei continuava a fissare la sfera di cristallo, spingendola con l’indice, facendola rotolare sul materasso, prima di riavvicinarla a sé con la forza del pensiero. La fece volteggiare in aria tramite telecinesi, lasciandola poi andare quando vide un volto formarsi nel cristallo e scomparire quando ricadde tra le lenzuola. Kei si mise a sedere, contemplando l’oggetto, convincendosi del fatto che quello che aveva visto raffigurato altro non fosse che frutto della sua immaginazione, la quale gli stava giocando degli scherzi ben poco simpatici.
Kei diede un colpo alla sfera trasparente, facendola rotolare: Hikaru gli mancava davvero molto, si era comportato molto male con lui, nascondendogli la verità e andandosene via senza dargli una spiegazione, lasciando che fossero gli altri a farlo per lui. E anche se al loro ritorno, Daiki e Ryosuke, che non volevano stare sulla Terra senza di lui, avevano affermato che l’altro avesse compreso tutta la situazione nel miglior modo che ci si potesse mai aspettare, Kei non riusciva a perdonare se stesso. Aveva voglia di vederlo, certo, e gli faceva male non poterlo fare: ogni sera aveva la tentazione di prendere la sfera e osservare cosa stesse facendo il ragazzo, ma se lo impediva sempre.
“Così è questa la sfera galeotta che ha fatto innamorare Yuri di Yuya?”
Una voce fece sobbalzare Kei il quale si volse, vedendo qualcuno raccogliere la palla di cristallo e non poté credere ai propri occhi quando riconobbe Hikaru.
Il più piccolo sorrise, avvicinandosi al letto dove Kei stava seduto, guardandolo prima di scoppiare a ridere.
“Hai un’espressione buffissima!” lo prese in giro, tendendogli la sfera, ma quando vide Kei allungare le braccia, il ragazzo non prese la palla di vetro, ma si sbilanciò verso di, stringendolo in collo.
“Hikaru” mormorò, quasi avesse paura che pronunciando il suo nome a voce alta il ragazzo sarebbe potuto scomparire.
Yaotome chinò il capo, circondando con un braccio la schiena del principe, passandogli una mano in una carezza.
“Sono qui, Kei” gli disse, tranquillizzandolo.
Il principe lo lasciò andare, prendendogli di mano la sfera gettandola sul letto in modo da poter stringere lui le sue mani, guardandolo incredulo.
“Cosa ci fai qui? Come…?” chiese, scuotendo la testa, tornando a rifugiarsi tra le sue braccia, non aveva importanza il perché, importante era che fosse lì con lui.
“Mi ha mandato Yuri” spiegò Hikaru, prendendolo perle braccia per sciogliere l’abbraccio, posandogli poi una mano sulla guancia.
“Yuri?” domandò Kei, confuso.
“Abbiamo fatto una specie di scambio” spiegò Hikaru. “A dire il vero, non ho capito molto bene neanche io, ma dovrebbero funzionare un po’ come lui che mi cede i suoi poteri per poter vivere qui con te al suo posto” sorrise.
“Eh?” Kei era incredulo, non sapeva esistesse nulla del genere. “Una specie di equilibrio naturale, dici?” cercò di capire.
“Sì, qualcosa del genere, più o meno!” annuì. “Kei…” lo chiamò, facendo in modo che lo guardasse e che seguisse attentamente il suo discorso. “Te ne sei andato all’improvviso e senza una spiegazione e io non potevo accettare passivamente le tue condizioni, capisci? Mi piaci e mi mancavi, mi sono innamorato di te e volevo vederti, ma tu non eri più raggiungibile, Ryo-chan diceva che ti avevano punito e non ci volevi parlare e…”
“Ma io ti ho mentito Hikaru, ti ho nascosto molte cose e poi sono un alieno!” gli disse, usando quell’aggettivo che fece sorridere Hikaru.
“Per te io sono l’alieno, dove è la differenza?” gli disse, prendendogli le mani e sedendosi sul materasso, facendo accomodare Kei accanto a sé, senza lasciargli mai andare le mani. “Ascoltami Kei, a me non importa. Ho sempre pensato che nascondessi qualcosa, i tuoi occhi parlavano per te, ma il mio cuore sapeva che in te c’era qualcosa di misterioso, qualcosa che non riuscivi a dirmi…”
“Io avrei tanto voluto farlo, credimi!” lo interruppe Kei e Hikaru gli sorrise.
Il più grande annuì e riprese a parlare: “Lo so, Kei-chan, ed è per questo che quando anche gli occhi credono ai misteri che il cuore conosce e ha già accettato non si può far nulla, io mi sono innamorato di te e non mi importa quello che sei, quello che sono. Mi importi solo tu e io voglio stare con te!”
“Non posso credere che tu sia qui, Hikaru!” si lasciò scappare Kei, felice. “Ma come faremo con mio padre?” pensò in un secondo momento, ma anche per quello Hikaru aveva una risposta.
“Ci ho parlato, poco fa. Prima di venire da te sono andato da lui e ho anche conosciuto i membri del consiglio. Non penso di stargli molto simpatico a dire il vero, ma mi hanno accettato” spiegò.
“Cosa? Davvero?”
“Sì, anche se… a essere sinceri, credo mi vogliano mettere alla prova prima, ma il punto è che non me ne andrò da qui, Kei. Farò di tutto per poter stare al tuo fianco, dovessi anche farlo sottoforma di piccolo esserino con le ali come Ryosuke e Daiki!” scherzò e Kei a sua volta sorrise, scuotendo il capo.
“Non ce ne sarà bisogno, non lo permetterò. Io ho bisogno di te sotto questa forma” precisò, allungando le braccia, cingendogli il collo. “Perché è questo il ragazzo di cui mi sono innamorato” confessò a sua volta, sigillando quella dichiarazione con un bacio.

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