[Hikanoo-Ariyama] Let's make tomorrow a brighter and better day (10/10)

Dec 08, 2013 19:31

Titolo: Let’s make tomorrow a brighter and better day [Be the light - One Ok Rock-]
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggi: Yaotome Hikaru, Inoo Kei, Arioka Daiki, Yamada Ryosuke
Pairing: slight!Dainoo, Hikanoo, Ariyama
Rating/Genere: PG/romantico, malinconico, fluff
Warning: slash
Wordcount 21.611 fiumidiparole
Note: la storia è scritta per la 500themes_ita con i prompt ‘Legame segreto’.
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella: 500themes_ita

Kei affondò il cucchiaino di plastica nella crema bianca, sollevandolo e ripulendolo con la lingua, facendo bene attenzione che Hikaru non staccasse gli occhi da lui, scoppiando poi a ridere.
“Lo trovi divertente?” lo riprese il più piccolo, fermandogli il polso quando l’altro volle ripetere il gesto, facendo in modo che imboccasse invece lui.
“Anche tu non ci vai leggero!” lo rimproverò Kei, accostandosi a lui, puntellandogli il naso con la parte convessa della posata, senza perdere il sorriso.
“Così ogni tanto provi come ci si sente!” rispose semplicemente Hikaru, facendo scivolare un braccio dietro la schiena di Inoo, solleticandolo con le dita.
Kei lo guardò con espressione del viso ilare, sentendosi finalmente in pace con il mondo: tutto sembrava girare finalmente per il verso giusto. Era tutto perfetto, pensava, correggendosi poi, riflettendo che tutto sarebbe stato perfetto se non fosse stato costretto a continuare a fingere ogni giorno, contornare le proprie giornate di piccole bugie, pur di tenere segreto quel legame.
Ancora per un po’ si ripeteva e così ripeteva a Hikaru, il quale comunque non aveva mai fatto pressioni affinché lasciasse Daiki e gli dicesse la verità.
“Vuoi che glielo dica io?” gli aveva proposto una sera, quando si stavano rilassando l’uno tra le braccia dell’altro dopo aver fatto l’amore e Kei tergiversava nei soliti pensieri.
“No” gli aveva risposto il più grande come sempre faceva. “Devo farlo io, non ti voglio immischiare più di quanto…”
“Ma non mi stai immischiando e non ti voglio lasciare da solo. Hai ragione devi vedertela tu con Daiki, però non voglio neanche scaricare su di te ogni responsabilità. Lo sai che puoi contare su di me, vero?” gli aveva detto Hikaru per tranquillizzarlo e Kei aveva annuito, sollevando le braccia, cingendogli il collo, chinandosi per baciarlo.
“A che pensi?” gli domandò Yaotome, interrompendo quel ricordo e Kei scosse il capo.
“Penso che vorrei davvero baciarti per scoprire che sapore hanno adesso le tue labbra, ma…” si fermò, guardandosi attorno, indicando le altre persone presenti nel salone.
“Lo so” disse Hikaru, annuendo, prendendogli una mano e sollevandola insieme alla propria sopra il tavolo, giocando con le sue dita, facendogli sentire la sua presenza, per quanto possibile, sorridendo.
“Cosa vuoi fare dopo?” chiese Hikaru, imbevendo il cucchiaino nel gelato e imboccando il più grande, il quale si leccò le labbra distrattamente, prima di rispondergli.
“Non lo so… stiamo insieme così poco che mi andrebbe bene qualsiasi posto” spiegò e ancora una volta Hikaru si ritrovò d’accordo con lui. Il più piccolo prese un altro p0’ di gelato, allungando il braccio verso il viso di Kei quando notò la sua espressione spaventata e si voltò, seguendo il suo sguardo, sbarrando a sua volta gli occhi: davanti a loro, Daiki, in piedi li osservava.
“Dai-chan…” mormorò Kei, sussultando e scostandosi appena da Hikaru, prima di rendersi conto che ormai a nulla poteva valere qualsiasi altro suo gesto, rilassando le spalle.
“Arioka-kun” lo chiamò a sua volta Hikaru e Daiki gli sorrise, gesto che i due ragazzi seduti al tavolo non si aspettavano.
“Dai-chan!” lo chiamò Kei, volendo parlare, ma l’altro lo precedette.
“Posso sedermi?” chiese, posando una mano sulla sedia e gli altri due annuirono.
Quando prese posto Kei lo chiamò ancora: “Daiki, io posso…”
“No, Kei, aspetta” lo fermò ancora l’altro. “Non voglio che tu mi spieghi, io ho capito, perfettamente!”
“Daiki” anche Hikaru lo chiamò, decidendo di abbandonare qualsiasi formalismo, data la situazione. “Sappi che Kei non voleva intenzionalmente ferirti” assicurò e Daiki scoppiò a ridere, sollevando una mano davanti ai due, chiedendogli di attendere.
“Ehi, ehi! Non sono arrabbiato. Al massimo sono sollevato!” disse.
“Eh?” Hikaru e Kei rimasero sorpresi.
“Tu lo sapevi?” domandò il più grande.
“Sì, o meglio, sospettavo qualcosa, ma non sapevo con chi. Ti ho visto più sereno in questi giorni, rilassato, felice come non ti vedevo da tempo e avevo pensato potessi aver conosciuto qualcuno a lavoro, ma non pensavo che potesse trattarsi del tuo medico!” scherzò, guardando Hikaru.
Quest’ultimo annuì e li interruppe: “Volete che me ne vada? Se dovete parlare…”
“No, resta, io devo dire una cosa e vorrei che ascoltassi anche tu” specificò.
Hikaru annuì e Kei guardò il fidanzato confuso.
“Mi sono innamorato, Kei!” confessò Daiki e Inoo lo guardò con occhi grandi. “Da un po’ sono interessato a un altro ragazzo, ma non ho avuto il coraggio di parlarti, immagino per lo stesso motivo per cui tu mi hai tenuto all’oscuro di quanto accadeva con Hikaru-sensei” gli sorrise.
Kei abbassò lo sguardo e sospirò: “Era difficile parlare, specialmente di una cosa del genere” spiegò.
“Lo so e so anche che la colpa è mia!”
“No, Dai-chan, è nostra, è di entrambi” lo contraddisse Kei.
Arioka annuì, poi guardo Hikaru: “Sono felice che sia tu, vi ho visti e ho visto come ti sei preso cura di lui per tutto questo tempo, in poche settimane sei arrivato dove io ho fallito e sei riuscito a farlo sorridere di nuovo. Grazie” gli sorrise. “Prenditi cura di lui!” glielo affidò.
Kei guardò Hikaru, poi Daiki e sorrise a sua volta.
“Aspetta!” Inoo attirò su di sé l’attenzione degli altri due e si sporse sul tavolo, guardando Daiki speranzoso. “Lui chi è? La persona di cui sei innamorato?”
Daiki sorrise e si portò le mani al mento, facendo un momento il misterioso, prima di guardare entrambi: “Non lo immaginate?”
Kei e Hikaru si scambiarono uno sguardo perplesso e scossero il capo.
“Ryosuke” spiegò loro Daiki e Kei aprì la bocca, sorpreso.
“Davvero?”
“Ora torna tutto!” commentò Hikaru.
“Tu lo sapevi?” chiese Inoo.
“No, ma adesso mi spiego alcuni dei sui comportamenti e certi discorsi che ha fatto!”
“Eh? Discorsi? Quali discorsi? Hikka, perché non me l’hai detto?” lo accusò, stringendogli il braccio e scuotendolo, guardando poi Daiki. “Gliel’hai detto? Cioè, lo sa?”
“Sì” annuì il più piccolo. “Sì, lo sa. È per lui che sono qui, che ho deciso di affrontare la cosa!” spiegò.
Kei annuì e sorrise.
“Ah, potrei chiamarlo!” esclamò d’un tratto. “Gli dico di venire qui che ho da dargli una bella notizia! Così ci puoi parlare!” disse, inviando il messaggio all’amico, prima ancora che Daiki o Hikaru potessero fermarlo.
“Ma magari voleva farlo Daiki!” lo rimproverò Hikaru, dandogli un buffetto sulla testa e Kei si toccò i capelli mettendo un piccolo broncio.
“E, va beh, ma non gli ho scritto nulla di che. Ah, ecco, ha detto che arriva tra poco!” li informò.
“Io allora vado a prendere da bere, per festeggiare” si propose Hikaru.
“Bravo, Hikka, io voglio altro gelato. Prendilo anche a Yama-chan, alla fragola, ricordati” sottolineò e Hikaru lo guardò sollevando le sopraciglia, domandandosi se Kei si rendesse conto che lui Ryosuke lo conosceva da più tempo e quindi sapeva cosa gli piacesse, ma probabilmente la felicità per il modo in cui tutto si era concluso gli aveva dato alla testa e non commentò, guardando invece Daiki, rivolgendosi a lui.
“Cosa ti porto?”
“Andrà benissimo del gelato anche per me!” annuì e Hikaru si allontanò per ordinare.
Rimasti soli, i due ex fidanzati si guardarono e sorrisero.
“Davvero Kei, mi dispiace per tutti questi mesi, sono stati insopportabili per te. Avevo visto che stavi male, ma ho finto di non vedere, perché… adesso non so neanche io perché ho taciuto così a lungo” ammise.
“E io ho sopportato una situazione che mi andava fin troppo stretta, ho avuto anche io le mie colpe. Ma non rimpiango né ho intenzione di rinnegare niente, Daiki, perché anche se non provo più un certo tipo di sentimenti per te, ti voglio davvero bene e sarai sempre per me un amico importantissimo.”
“Anche tu per me lo sei, Kei-chan!” concordò con lui Daiki.
“Anche se, insomma… ti posso abbracciare?” gli chiese Kei, alzandosi e sporgendosi verso di lui, stringendolo forte e scoccandogli un bacio sulle guancia, sorridendo finalmente felice che le cose fossero state chiarite e sistemato.
“Oh! Ryo-chan!” esclamò, sciogliendo l’abbraccio e salutando con la mano il più piccolo il quale era rimasto fermo fuori dalla porta del locale e aveva osservato quella scenetta attraverso la grande vetrata.
Daiki si voltò, cercando la figura dell’altro e quando lo vide guardarlo con espressione ferita e poi correre via, si alzò a sua volta di scatto.
“Ehi, ma dove va?” domandò Kei, senza capire e Daiki sorrise.
“Ma cosa devo fare con lui?” si chiese.
“Ha frainteso tutto!” la voce di Hikaru che era tornato al tavolo con le coppette di gelato e una birra per sé, scosse la testa.
“Perché?” Kei non capiva e il suo nuovo fidanzato gli sorrise, prendendo posto di nuovo accanto a lui.
“Perché Ryosuke è fatto così!” sollevò le spalle, semplicemente. “Corri, Daiki. In questi pochi secondi, sai quanti filmini mentali si è fatto?” gli disse, ridendo e Daiki annuì.
“Vado!”
“Dai-chan, fate in fretta o il gelato si scioglierà!” gli urlò Kei prima che l’altro uscisse dal bar.
Una volta fuori dal locale, Daiki si guardò velocemente attorno, identificando una figura muoversi rapida e voltare l’angolo della strada, iniziando a correre, seguendolo.
“Ryosuke!” lo chiamò. “Ryosuke, aspetta!” provò di nuovo, accelerando il passo. “Ryosuke!” esclamò ancora, riuscendo a prendergli la mano, tirandolo con sé in un angolo di strada riparato. “Sei veloce!” disse con il fiatone per la corsa, prendendogli la mano con entrambe le proprie, preoccupato che potesse scappare di nuovo.
“Non dovevi seguirmi!” affermò Ryosuke, brusco, senza guardarlo e Daiki sorrise.
“Sì, invece!”
“No, io… Kei mi ha mandato un messaggio e… oh, quanto sono stupido!” si rimproverò, battendosi una mano sulla fronte e Daiki gli passò davanti in modo da poterlo guardare negli occhi, fermandogli il braccio, prendendogli il polso.
“Fermo!” lo riprese Daiki, abbassandogli le braccia, volendo che lo guardasse. “Guardami!” gli chiese, come dolce imposizione.
“Non ci riesco” ammise Ryosuke, battendo un piede per terra a disagio. “Mi sento molto stupido e non ti voglio guardare perché mi renderei conto di quanto mi piaci e allora avrei voglia di baciarti di nuovo e non…”
Daiki interruppe quel fiume di parole, posando le labbra su quelle del più piccolo il quale si ritrovò a trattenere il fiato, guardando Daiki con occhi enormi, quando si separarono.
“Posso parlare?” gli chiese il più grande, sorridendo. “Hikaru aveva ragione, pensi troppo e salti a conclusioni affrettate tutte da solo!” lo rimproverò leggermente. “Sbaglio o ho detto che sono innamorato di te?” gli chiese retorico e Yamada annuì, arrossendo leggermente, cosa che fece distendere le labbra di Daiki in un sorriso. “E tu avevi ragione” continuò, posandogli una mano sulla guancia, accarezzandolo gentilmente, scendendo verso il collo. “Avevi ragione, stavo sbagliando tutto, non era giusto iniziare una relazione con te se prima non mettevo la parola fine a quella precedente. Non era corretto nei confronti di Kei e ancor meno rispettoso nei tuoi. Per questo oggi l’ho incontrato e ci siamo lasciati” lo informò.
“Cosa?” mormorò piano Yamada.
“Sì…” annuì Daiki.
“Ma io vi ho visti… e tu quando sei andato via hai detto che avevi capito quale era la cosa più importante e io pensavo che…”
“Visto? Pensi troppo!” ridacchiò Daiki.
“È vero, ho abbracciato Kei, ma perché siamo amici, perché ci siamo lasciati nel migliore modo che entrambi potessimo mai immaginare. Perché io ho trovato la persona giusta per me e anche Kei si è innamorato. Ed era lì con lui” spiegò.
“Eh? E chi…?”
“Hikaru!”
“Cosa?!”
Daiki gli accarezzò ancora il viso, non lasciandogli il tempo di soffermarsi su quella nuova scoperta, proseguendo quanto aveva da dirgli: “E quando ho detto che avevo capito quale fosse la cosa più importante stavo parlando di te” confessò.
“Io?”
Arioka annuì, circondandogli i fianchi, attirandolo contro di sé, Ryosuke gli posò le mani sulle spalle, guardandolo negli occhi, sentendosi incredibilmente bene.
“Quindi è tutto finito?”
“Sì!”
“Sei libero adesso?”
“Mh, tecnicamente no…” lo contraddisse Arioka, ridendo poi. “Il mio cuore appartiene già a qualcuno e prima che ti vengano strane idee” aggiunse scherzoso. “Quel qualcuno sei tu, Yamada Ryosuke!” specificò.
Il più piccolo rise, abbassando lo sguardo e stringendogli le braccia al collo, aderendo con il proprio petto completamente al torace del più grande, stringendolo a sé.
Daiki abbassò il voltò, cercandogli le labbra e Yamada si abbandonò a quel contatto, riscoprendone il sapore.
“Ti va di andare a festeggiare?” propose Arioka quando si separarono e l’infermiere lo guardò con espressione maliziosa.
“Arioka Daiki, di già?” gli chiese e l’altro lì per lì rimase interdetto, prima di comprendere e ridere.
“Ma cosa hai capito! Intendevo tornare al bar. Hikaru ha comprato il gelato e se non sbaglio il tuo è alla fragola!”
“Davvero? Io lo adoro!” si entusiasmò e Daki sorrise con lui, lo prese per mano e camminarono vicini, per iniziare un nuovo percorso di vita insieme.

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