Titolo: You are my love, aishiteru [My Love - Kis-My-Ft2-]
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggi: Takaki Yuya, Chinen Yuri
Pairing: Takachii
Rating/Genere: nc-17/erotico, romantic, fluff
Warning: slash
Wordcount 3.331
fiumidiparoleNote: la storia è scritta per la
500themes_ita con il prompt ‘Un tempo magico’.
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella:
500themes_ita Yuya era emozionato come non credeva fosse possibile essere.
Non che non ve ne fosse il tanto, al contrario, ma non pensava che si sarebbe sentito al contempo così euforico e nervoso, eccitato e in ansia, andando a trovare Yuri a casa sua.
La cosa che stupiva il proprio comportamento era il fatto che lui e Yuri stavano insieme da un sacco di tempo, era abituato a condividere con il più piccolo i propri spazi, vivevano praticamente insieme, anche se ancora Yuya non era riuscito a proporglielo come avrebbe dovuto e rendere finalmente il tutto ufficiale, ma non era la stessa cosa.
Semplicemente, perché Yuri l’aveva invitato a casa sua, nella sua casa natale, a casa dei suoi genitori.
Quando due sere prima, dopo aver finito di lavorare, Yuri l’aveva informato che sarebbe tornato a Shizuoka per il week end e di conseguenza non avrebbero potuto trascorrerlo insieme, Yuya non se ne era stupito: di tanto in tanto il più piccolo tornava a casa per rilassarsi un po’ e staccare dalla routine lavorativa, quindi Yuya si era limitato a mandargli qualche mail, giusto per non dimenticarsi di lui, così come aveva tenuto a fargli presente, scherzoso.
Quello che non si sarebbe aspettato era che il fidanzato gli mandasse un messaggio Domenica mattina di buon ora chiedendogli se gli avesse fatto piacere raggiungerlo. Lì per lì, Yuya era rimasto sorpreso e ci aveva messo un po’ a rispondergli, sentendosi emozionato quando aveva dato il suo ok.
“Puoi fermarti anche a dormire, sono solo e domani possiamo tornare insieme a Tokyo” gli aveva proposto il più piccolo e nel leggere la mail, Yuya aveva iniziato a innervosirsi. Non ne capiva il motivo, ma il suo cuore aveva iniziato a battere velocemente e non si era fermato fino a che non si era trovato davanti alla casa di Yuri (quella che per lo meno sperava lo fosse, se il navigatore non l’aveva mandato chissà dove). Non che si sentisse tranquillo, ma almeno il proprio cuore aveva smesso di correre impazzito e aveva ritrovato un ritmo di respiro normale: si domandava se anche Yuri si fosse sentito in quel modo quando era stato lui a portarlo per la prima volta a Osaka, nella casa dove era nato.
Prese un profondo respiro e mandò un messaggio sul cellulare a Yuri: “Sono fuori!”
Attese qualche secondo osservando la facciata, sperando di vedere presto il volto del fidanzato quando sentì il suono di notifica di un nuovo messaggio ricevuto.
“Suona!”
Yuya guardò sorpreso il cellulare e si avvicinò al campanello, leggendo la targhetta e premendo un bottone.
“Chi è?” la voce digitalmente distorta di Yuri lo colse comunque di sorpresa e Takaki si avvicinò all’interfono per parlare.
“Ehm… sono io, sono Takaki!” si presentò.
“Vieni!”
Yuya annuì, anche se nessuno poteva vederlo e si avvicinò alla porta, vedendola aprirsi appena, prima di rivelare la figura del più piccolo avvolta in una morbida tuta grigia che gli andava leggermente grande, un’immagine che intenerì all’istante il più grande, facendolo sorridere.
“Sono Takaki?” lo citò Chinen non appena il più grande gli fu vicino, sollevando perplesso un sopraciglio.
“Ciao, piccolo” lo salutò invece con fare dolce l’altro, sorridendo.
“Entra” Chinen si scostò dall’uscio, facendolo passare e prendendo la busta bianca che l’altro gli tendeva.
“Oh, non dovevi disturbarti!”
“Figurati, mi faceva piacere, i tuoi sono già usciti?” si informò.
“Sì, mia sorella voleva restare fino al tuo arrivo, perché desiderava tanto conoscerti, ma non mi sembrava il caso, ho immaginato che saresti stato abbastanza nervoso così” affermò, dimostrando di conoscerlo molto di più di quanto lo stesso Yuya conoscesse se stesso. “O mi sbaglio?” domandò, abbozzando un sorriso di chi sapeva già che qualsiasi cosa Yuya avesse detto per negare la sua teoria, fosse una bugia.
“Un pochino sì” concesse Yuya, imbarazzato.
Yuri scosse il capo, accompagnando l’altro in casa, mostrandogliela, facendogli fare un breve giro.
“Ma i tuoi sapevano che sarei passato?” chiese, mentre si guardava attorno con fare curioso, osservando in particolar modo le vecchie foto che la madre di Yuri aveva sparso per tutta casa e che ritraevano i figli nelle fasi e momenti più importanti della loro crescita.
“Uh guarda qui come sei carino!” Yuya si fermò a indicare un’istantanea e vide Yuri arrossire e prendergli la mano, allontanandolo dalla parete.
“Cammina!” lo spronò, sentendo l’altro ghermirlo da dietro e stringerlo contro di sé. “Eri davvero carino, secondo me piangevi un sacco quando eri più piccolo. Dovevi essere un bambino difficile” lo prese in giro, facendolo voltare verso di sé e stringendolo quando l’altro cercava di scostarlo. “Insopportabile!” continuò sempre con il sorriso sulle labbra, cercando di baciarlo. “Adorabilmente bellissimo” raddrizzò il tiro, riuscendo nel suo intento.
“Scemo!” lo riprese il più piccolo, battendogli una mano sulla spalla.
“Ancora non mi hai risposto, però…” tornò Yuya al proprio quesito.
“Sì, lo sapevano, gli ho chiesto il permesso, ma non avrebbero avuto nulla in contrario anche se non l’avessi fatto.”
Yuya lo lasciò andare, prendendolo per mano e tornando insieme a lui nel salotto dove si sedette su una poltrona e Yuri prese immediatamente posto su di lui, sollevando le gambe, infilando i piedi tra le cosce del più grande.
“Ma i tuoi sanno… insomma, di me? Sanno di noi?”
Chinen lo guardò, sorridendo nel vederlo così nervoso, e lo lasciò un po’ sulle spine, prima di rispondere.
“Mia madre lo sa. E mia sorella. Mia madre non ho idea di come se ne sia accorta. A mio padre ancora non l’ho detto” disse, lasciando in sospeso la frase e Yuya annuì, stringendolo contro di sé.
Yuri si accoccolò contro di lui, prendendogli una mano e fregando il viso sul suo collo, inspirando forte come se l’odore di Yuya fosse per lui ossigeno.
Takaki rise, abbracciandolo e poggiandogli una mano sulla fronte, tirandogli indietro la testa per riuscire a guardarlo.
“Come mai sei così coccolone oggi? Ah, non mi sto lamentando, sia chiaro. Solo, non l’avevi mai fatto” ammise. “Di rado sei così affettuoso, mi ci devo impegnare un po’ per farti sciogliere!” ridacchiò.
Yuri lo guardò e si strinse nelle spalle, abbassando di nuovo il capo e spingendo i piedi sotto la gamba di Yuya per stargli più vicino.
“Forse è l’aria di casa, ma da piccolo non ero solamente insopportabile” lo citò, sentendo l’altro scoppiare a ridere e riprenderlo appena. “Ma ero anche molto viziato e quindi sono abituato a che tutti mi coccolino, mi piace essere al centro dell’attenzione. E poi tu sei tu” spiegò con semplicità. “Ti da fastidio per caso?” chiese poi, colto da un dubbio.
“No” Yuya parlò piano, scuotendo il capo. “Affatto, anzi mi fa piacere scoprire questo lato di te, sapere che fingi solo di essere forte e scostante. Perché io adoro coccolarti, Chinen Yuri, penso proprio di essere nato apposta per fare questo” gli disse, lasciando il più piccolo senza fiato e Yuri gli gettò le braccia al collo, nascondendosi contro di lui, oltremodo imbarazzato.
Yuya rise e lo strinse contro di sé: “Dai, piccolo, scusami non lo faccio più!” gli disse, cercando di scostarlo da sé per guardarlo.
Yuri incontrò i suoi occhi e cambiò argomento: “Hai fame?”
“In effetti il viaggio mi ha messo appetito. Non è stato molto lungo, però, sai, ero particolarmente nervoso” ammise.
Chinen si alzò, seguito dal più grande che si sedette sullo sgabello di fronte alla cucina a penisola osservando il padrone di casa muoversi nella sala, preparando una merenda, restando affascinato a osservarlo: non era la prima volta che lo vedeva compiere gesti di quel genere, ma vederglielo fare in quella casa rendeva il tutto più particolare.
“Sono contento che mi abbia chiesto di raggiungerti, sono rimasto anche sorpreso in un primo momento, a dire il vero.”
“Mi mancavi” gli disse Yuri con naturalezza, servendogli un bicchiere di tè e dei dolcetti che la madre aveva comprato, sedendosi accanto a lui.
“Anche tu a me!” affermò Yuya, assaggiando la merenda, guardandolo soddisfatto. Yuri prese un sorso di tè dalla tazza del più grande e Yuya rise.
“Vuoi fare qualcosa in particolare?” domandò Yuri al fidanzato quando l’altro finì di mangiare.
“Non lo so, tu cosa proponi?”
Yuri lo guardò dubbioso e si strinse nelle spalle, oscillando leggermente con lo sgabello: “Non lo so, solitamente quando sto a casa non faccio mai niente, mi rilasso e basta, ma magari per te può essere noioso!” ponderò.
“Piccolo, ma cosa dici?” lo riprese Yuya, prendendogli la mani tra le sue. “Io non mi annoio mai quando sono insieme a te, dovresti saperlo, mi sta bene anche se stiamo in casa a non fare nulla, davvero!”
“Ne sei sicuro? Altrimenti mi cambio in un attimo e usciamo!”
Yuya rise e si alzò, sistemandosi davanti al più piccolo, unendo la fronte alla sua.
“Ho detto che va bene, sul serio, e poi, se dovessimo uscire, non sarei libero di fare questo ogni volta che mi va!” spiegò, poggiando le labbra sulle sue e schiudendole, chiedendo a Yuri di fare altrettanto coinvolgendolo in un bacio che lasciò entrambi senza fiato.
“Hai ragione” mormorò Yuri, socchiudendo gli occhi e fissando le labbra del più grande.
Yuya lasciò scivolare le mani in una carezza sulle sue cosce, spostandosi verso il ginocchio, attirandolo contro di sè, chiedendogli di stringerle dietro la sua schiena.
“Yuuyan” lo ammonì divertito Chinene e Yuya lo guardò sorpreso.
“Cosa? Non ho fatto niente, non volevo fare nulla di sconveniente!”
“Ah no?” lo mise alla prova Yuri, guardandolo da sotto in su.
“No! Cioè, sì se lo vuoi anche tu, ma posso aspettare, non è che dobbiamo per forza…”
“Yuu!” lo fermò il più piccolo posandogli le mani sulle guance. “Ti prendevo in giro. Anche io voglio fare l’amore con te, mi sei mancato, te l’ho detto, ma che ne dici se adesso ci sistemiamo sul divano, guardiamo qualcosa alla tv e poi ti faccio vedere la mia camera?” suggerì con fare malizioso.
“Mh, sì, mi piace come programma!” acconsentì, rubandogli di nuovo un bacio, ma senza permettere poi che Yuri si allontanasse da sé lo sollevò tra le braccia per scortarlo personalmente in salotto: Chinen gli cinse il collo, ridendo e lasciando poi che l’altro lo mettesse a sedere sul divano.
“Allora, che cosa ci guardiamo?”
“Non lo so, sei tu qui l’esperto, mio padre lì ha diversi dvd, vedi se ti può piacere qualcosa!” lo invitò a fare da sé e Yuya osservò tutti i titoli uno per uno, scegliendo una commedia che non aveva ancora visto.
Infilò il disco nel lettore e prese il telecomando, indietreggiando fino a sedersi accanto a Yuri il quale attese che si mettesse comodo, prima di prendere posto su di lui: si distese con le gambe su quelle di Yuya prendendo un cuscino portandoselo sotto la testa, provandone la morbidezza.
“Stai bene?” lo prese in giro Yuya, sollevando un sopraciglio.
“Come un pascià!” replicò Yuri, concedendogli di far partire il video.
Yuya scosse il capo e mentre seguiva il film, allungò una mano a stringere quella di Yuri che intrecciò le dita con le sue, lasciando l’altra a vagare libera sul suo corpo, scivolando sulla gamba, dalla coscia al ginocchio, senza malizia, distrattamente, rilassandosi maggiormente, lasciando fuori ogni pensiero.
Chinen si lasciò andare a quelle attenzioni, cambiando poi posizione, poggiando la testa sulle gambe di Yuya, giocando con le dita sul suo ginocchio, sentendo d’un tratto Yuya stringergli il torace e attirarlo contro di sé.
“Ehi! Mi hai spaventato! Che ti prende?” domandò Yuri che non si aspettava una mossa così repentina dal più grande.
Yuya si limitò a sorridere e sollevarlo meglio su di sé, facendolo sedere tra le sue gambe, tirandole al proprio petto, abbracciandolo in quel modo completamente.
Yuri, però, dopo il primo attimo di esitazione, non ebbe nulla in contrario nel continuare a passare il pomeriggio in quel modo con Yuya che di tanto in tanto gli passava le mani tra i capelli e gli dava dei leggeri baci, gli prendeva le mani e si stringeva a lui, riuscendo in quel modo a sentire il suo respiro caldo contro la propria pelle.
E avvolto da tutte quelle splendide sensazioni, al più piccolo non fu affatto difficile dimenticare tutto quanto e addormentarsi tra le braccia di Takaki.
*
“Porc---ahi!”
Un’’imprecazione mal trattenuta e degli strani rumori risvegliarono Chinen dalla sua pace interiore.
“Mh?” mugolò stranito e leggermente dolorante per la posizione nella quale si era addormentato, mettendosi a sedere sul divano, accorgendosi di essere solo. Si guardò intorno e individuò una figura camminare furtiva dal salone alla sua camera da letto: la seguì e vide Yuya accendere delle candele che aveva disseminato per tutta la stanza, spostandosi frettolosamente.
“Cosa stai combinando?” gli chiese facendolo sobbalzare e rischiando che l’altro si bruciasse.
“Yuri!” lo rimproverò il più grande. “Ti pare il caso?” domandò, mentre muoveva per aria la mano a spegnere il fiammifero prima di fare qualche danno e a se stesso e alla casa.
Il più piccolo sorrise avvicinandosi a lui prendendolo per i fianchi: “Questo dovrei dirlo io, ti aggiri furtivo in casa mia, cerchi di appiccare incendi…”
“Io non cerco di appiccare incendi!” si difese Takaki. “Volevo farti una sorpresa” ammise a bassa voce e Yuri si mise in punta di piedi per baciare Yuya, senza però sfiorarlo.
“Eh?” Yuri chinò il capo sorpreso, guardandosi attorno osservando il modo in cui l’altro si era impegnato per abbellire la sua camera da letto.
“Volevo svegliarti non appena avessi finito. Non volevo frugare tra le tue cose, ma avevo portato queste da casa, pensando che potevamo organizzare qualcosa di intimo solo per noi due” spiegò, posandogli le mani sui fianchi, sollevandolo per fare in modo che finalmente lo baciasse.
Gli sfiorò le labbra con le sue e rise: “Che c’è? Ti ho sorpreso per caso? Sei senza parole?”
“A dire il vero sì. Non è la prima volta, non hai bisogno di fare colpo su di me in questo modo” gli disse, sebbene il pensiero di Yuya gli avesse fatto enormemente piacere.
Takaki si strinse nelle spalle, indietreggiando, sedendosi sul letto e lasciando che Yuri rimanesse in piedi tra le sue gambe.
“E invece sì, non c’entra se non è la prima volta, se stiamo insieme da un anno e mezzo o da pochi mesi, per me è sempre speciale, ogni volta che facciamo qualcosa insieme, ogni volta che sto con te. E tu ti meriti il meglio, Yuri!”
Chinen si emozionò a quelle parole, gli fece passare le braccia dietro il collo, stringendolo, unendo la fronte alla sua: non lo avrebbe saputo spiegare a parole, ma quando stava con Yuya era come vivere in un altro universo, in un tempo magico, così l’avrebbe definito. E in quel suo personale universo sarebbe voluto rimanere per sempre, tra le sue braccia, a farsi coccolare e stringere e riempire di attenzioni come nessun’altro sarebbe mai stato in grado di dargli.
Si morse le labbra, lasciandosi andare contro il petto di Yuya, chiedendogli di stendersi e coricandosi su di lui, salendo sul letto, cominciando a baciarlo in modo lento, uno fregarsi di labbra delicato, prima di schiudere la bocca alla ricerca del sapore del fidanzato, quel profumo che lo mandava fuori di testa, facendogli perdere sempre troppo presto il controllo di sé.
Le mani di Yuya si infilarono sotto la sua maglia cercando di sfiorare pelle calda e morbida, tocco dal quale era rimasto privato troppo a lungo.
Yuri inarcò la schiena, sollevandosi con le braccia e liberandosi della maglietta, tirando l’orlo di quella di Yuya, il quale sorrise, obbedendo a quel silenzioso comando, sentendo le dita di Yuri correre immediatamente alla cinta dei suoi pantaloni e sbottonarli piano, lasciando scorrere verso il basso la zip, e spogliandolo: Yuya adorava quando era Yuri a farlo, erano gesti semplici che non riusciva neanche lui a capire per quale motivo lo emozionassero tanto, forse era quello sguardo che vedeva nei suoi occhi, il modo in cui lo guardava, l’impazienza che aveva di fare in modo che le loro pelli entrassero finalmente in contatto, ma era una cosa che lo faceva stare bene. Maledettamente bene.
Sollevò il bacino, dando modo all’altro di liberarlo completamente dei vestiti e si lasciò osservare, , mettendosi poi a sedere e chiedendo a Yuri di permettere a lui adesso di compiere i medesimi gesti su di lui. Gli permise di restare ancora per qualche attimo in piedi, davanti a lui, dandogli le spalle, in modo da riuscire a baciarlo, posando le labbra su di lui, percorrendo le spalle dall’una all’altra, passandogli le mani sul torace e i fianchi, fermandole in vita e stringendolo, come se non potesse fare a meno di farlo, di toccarlo e di sfiorarlo, di sentire i piccoli brividi sotto le sue dita.
“Yuri…” lo chiamò in un mormorio roco. “Ti amo” confessò, facendolo voltare verso di sé e conducendolo sul letto con sé. Lo fece stendere, continuando ad accarezzargli la schiena con le mani, spostandosi su di lui e continuando a toccarlo, chiedendogli di allargare le gambe, mentre si chinava su di lui e percorreva la spina dorsale di baci, in un percorso in discesa, fino al sedere.
Quando sentì Yuri sussultare appena sorrise, guardandolo, vedendo che il più piccolo aveva il viso voltato di lato e gli occhi socchiusi, ma non si perdeva una sua sola mossa.
Si spostò a baciargli una guancia, premendo con un dito per entrare in lui, tornando a scendere e posando le labbra contro la sua apertura, spingendo la lingua insieme al dito, preparandolo piano, sentendo Yuri sospirare estasiato. Infilò una mano tra il materasso e il corpo del più piccolo, cercando la sua erezione e Chinen sollevò il bacino, piegando le ginocchia e schiudendo appena un po’ di più le gambe, lasciando che Yuya potesse muoversi su di lui per dargli maggior piacere.
Quando lo ritenne sufficientemente pronto, Yuya allontanò la bocca e le dita da lui, facendolo sdraiare, sistemandogli i cuscini dietro la schiena e accarezzandogli le gambe, prendendolo in modo che le allargasse, spingendosi in lui, con attenzione e cura, osservando ogni più minimo cambiamento di espressione sul volto del più piccolo, trovandolo incredibilmente attraente ed eccitante.
Yuya mosse piano i fianchi verso quelli di Yuri, piegandosi con il busto su di lui, cercandogli le labbra, mentre riprendeva ad accarezzare il suo sesso, stringendolo, muovendo la mano su di lui in strette dal basso verso l’alto, regolandole con le proprie spinte che aumentavano di intensità insieme ai gemiti e ansimi di Yuri, presto abituatosi a quella intrusione dentro di sé.
“Yuu” lo chiamava il più piccolo, stringendogli le spalle, andando con il proprio corpo incontro a quello del fidanzato, esprimendo senza vergogna tutto il proprio piacere, concentrandosi per raggiungere l’orgasmo, sospirando, inarcando il busto e lasciandosi andare senza quasi più fiato sul materasso; resistendo ancora imponendosi di schiudere gli occhi e osservare Yuya che ancora si muoveva in lui, affondando con sempre maggiore forza, reclinando la testa all’indietro, si lasciava andare al piacere assoluto dentro di lui.
Cercò di mantenersi in piedi, Yuya, per non gravare con il proprio peso sul corpo già provato di Yuri, ma il più piccolo allargò le braccia verso di lui, mormorando piano: “Vieni…” gli disse, accogliendolo sul proprio petto, stringendolo, baciandogli una spalla, accoccolandosi contro di lui, sentendo poi il più grande muoversi e spostarsi per uscire da lui, ma restando sempre stretti l’uno all’altro.
“Ora ci vogliono le coccole” sussurrò Yuri, sollevando il volto per guardare Yuya con un sorriso.
Takaki ricambiò e rise appena.
“Era proprio quello che avevo intenzione di fare, piccolo. Dovresti avere più fiducia in me.”
“Ma io ne ho tantissima, volevo solo ribadire il concetto!” lo stuzzicò.
“Allora vieni qui e lasciati coccolare. Ho intenzione di fare solo questo di qui a quando non ti sarai stancato di avermi addosso!”
“Questo non succederà mai, Yuuyan” affermò il più piccolo, facendo una pausa e poi guardandolo in modo serio. “Vorresti passare tutta la vita a coccolarmi, allora?”
“Sì, metterei la firma su un contratto del genere. Per sempre.”
Yuri sorrise, sospirando beato, anche lui avrebbe messo la firma su un contratto che attestasse che sarebbero stati sempre così: lui e Yuya, solo di questo aveva bisogno per essere felice. Nient’altro.