[Takachii] It gives me time to realize that you’re the one; Listen to your heart

Jun 02, 2013 12:36

Titolo: It gives me time to realize that you’re the one
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggi: Takaki Yuya, Chinen Yuri
Pairing: Takachii
Rating/Genere: nc-17/erotico, romantico
Warning: slash
Wordcount 2.534 fiumidiparole
Note: la storia è scritta per la diecielode per la tabella Canzoni B con il prompt ‘I won’t hold you back’ e per la 500themes_ita con il prompt ‘Sensazione di perdita’.
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella: 500themes_ita
Tabella: 12 Storie - Canzoni B

Yuya spense la sigaretta dopo aver tirato un’ultima lunga boccata, osservando la facciata dell’edificio, puntando la sua attenzione su una finestra in particolare: la luce era accesa e Takaki riusciva a intravvedere attraverso la tenda l’ombra di Yuri che si aggirava nella propria camera da letto, scoprendo di riuscire a figurarsi perfettamente ogni movimento del più piccolo come se fosse insieme a lui anziché guardarlo da lontano.
Sospirò frustrato passandosi una mano tra i capelli, indeciso su cosa fosse giusto o meno fare, ritrovandosi a suonare il campanello senza che effettivamente avesse raggiunto un accordo con il proprio cervello.
“Chi è?” quando sentì la voce di Yuri dall’interfono sobbalzò.
“Ah… Chi… Chinen, sono io, sono Yuya!” disse, incespicando sulle parole, spaventato che l’altro potesse rifiutarlo.
Dato il silenzio del più piccolo dall’altra parte del citofono, Yuya si era aspettato che non gli avrebbe aperto e a ben pensarci avrebbe anche avuto ben ragione di non farlo, ma dovette ricredersi quando sentì il portone scattare e la voce di Chinen parlare piano: “Sali…”
Yuya si fece coraggio, prendendo però tempo e usando le scale anziché l’ascensore, raggiungendo il terzo piano a piedi, vedendo la porta dell’appartamento di Chinen aprirsi appena e la testa del più piccolo fare capolino; il suo viso era inespressivo e se anche era rimasto sorpreso da quell’improvvisata fu proprio bravo a nasconderglielo.
“Scusa per l’ora” esordì il più grande, entrando in casa, togliendosi le scarpe e seguendo scalzo il più piccolo.
“Mi spiace per il disordine” gli rispose Yuri scostante. “Sono tornato da poco e non ho avuto modo di riordinare stamattina perché sono uscito presto, ma non mi aspettavo di ricevere visite” gli disse, prendendo dei cuscini e sistemandoli sul divano dopo averli sprimacciati un po’, recuperando il plaid e cercando di piegarlo. Yuya lo vide un po’ in difficoltà e senza dire niente si avvicinò a lui, prendendogliela dalle mani e piegandola da sé, tendendogliela poi di nuovo.
“Tieni” gli disse, accennando un sorriso.
“Grazie” mormorò il più piccolo senza guardarlo. “Posso offrirti qualcosa?” chiese Chinen, facendo gli onori di casa, ma Yuya scosse il capo quando lo vide voltarsi per guardarlo.
“Hai detto che sei rientrato da poco… Lavoravi?” domandò il più grande, cercando di riempire quel silenzio che rischiava di calare tra di loro.
“Sì… avevo le riprese dell’ultima puntata del drama” gli spiegò, stringendosi nelle spalle.
“Ah e non siete andati a festeggiare con lo staff?”
“A dire il vero mi hanno invitato, ma non mi andava, sono stanco e domani ho le riprese per lo School Kakumei” continuò a informarlo in tono piatto, spostandosi per il salotto, ordinando delle riviste.
Prima che potesse trovare qualcos’altro da sistemare Yuya lo prese per un braccio, lasciandolo poi andare quando Yuri guardò la sua mano che lo stringeva.
“Scusami” mormorò il più grande a disagio; non gli piaceva quella sensazione, non gli piaceva non avere la situazione sotto controllo e Chinen non lo stava aiutando per niente.
“Cosa vuoi, Yuya? Cosa sei venuto a fare qui a quest’ora veramente?” lo interrogò Chinen consapevole anche lui che dovevano dare una svolta a quella situazione di stallo.
“Ecco, io avevo bisogno di parlarti” confessò Takaki, sedendosi sul divano.
“Davvero?” si stupì Yuri usando un tono che il più grande non faticò a definire sarcastico. “Credevo che non ci fosse nulla di cui fosse necessario parlare” sottolineò, citando quanto gli aveva detto Yuya l’ultima volta in cui avevano parlato di affari privati, ormai un mese prima.
“Lo so” ammise Takaki. “Lo so che non dovrei essere qui e so che ho sbagliato a parlarti in modo così freddo, non volevo che le cose tra noi arrivassero a questo punto, ma io avevo bisogno di pensare a tante cose” cercò di spiegare.
“Ah sì? E ne devi parlare con me? Il tuo ragazzo non è bravo ad ascoltare?”
“Yuri… Yuri per favore…” chiese Takaki, alzandosi di nuovo e avvicinandosi a Chinen il quale indietreggiò appena, non pronto a dargli una vittoria così facile. “Non c’è nessun ragazzo.”
“Mi hai rifiutato. Hai detto che eri confuso. Che non sapevi chi scegliere, a me la situazione è sembrata abbastanza chiara, no?”
“Lo so” continuava ad ammettere Yuya, come se quelle due parole potessero essere l’unica sua ancora di salvezza. “So quello che ho detto e non puoi farmene una colpa se avevo bisogno di tempo!” lo rimproverò a sua volta, Yuri non capiva, né sembrava fingere di volerlo fare.
“Se sei qui per sistemare le cose, sappi che questo non è il modo giusto” ribatté Yuri che era troppo stanco di tutta quella situazione: si era dichiarato a Yuya un mese prima e aveva scoperto che anche il ragazzo provava qualcosa per lui, ma che nella sua indecisione, invece di andare a parlargli, aveva preferito iniziare a uscire con Hikaru che l’aveva battuto sul tempo confessandogli a sua volta di amarlo.
E Yuya gli aveva detto di essere confuso, gli aveva detto di provare un interesse per entrambi ma di non essere ancora riuscito a capire chi il suo cuore preferiva e gli aveva chiesto tempo. Yuri aveva accettato, si era messo da parte lasciando che il più grande potesse decidere, ma quando l’aveva visto avvicinarsi sempre di più a Hikaru l’aveva odiato, perché non era stato in grado di andare da lui a parlargli, non aveva avuto il coraggio di ammettere che lui invece una scelta l’aveva fatta e Chinen aveva creduto di aver perso tutto, pensava di avere fallito anche come amico e di aver perso quel minimo di affetto che li aveva legati fino a quel momento.
“Yuri, ascoltami, per favore!” gli chiese Yuya, cercando di fare velocemente ordine nei propri pensieri per riuscire a spiegarsi senza aggravare la propria situazione. “Io lo so che ho sbagliato a non dirti nulla del fatto che stavo uscendo con Hikaru, ma l’ho fatto solo perché non c’era niente da dire. Perché non è successo nulla, non ho preso alcuna decisione, fino a oggi. E sono qui per dirtelo.”
“Allora non lo so se voglio stare ad ascoltarti!” Chinen aveva eretto un muro tra sé e il più grande.
“Invece dovrai farlo Yuri, perché io ho capito che è te che voglio e me ne sono reso conto stasera. Ero a casa che… ecco che guardavo la televisione e mi sono ricordato che andava in onda il tuo drama e quando ho visto la scena di te che baciavi quella ragazza, non lo so ma qualcosa in me è scattato e mi ha fatto male.”
Yuya parlò tutto d’un fiato, sapeva che forse quello che stava dicendo non era una valida giustificazione, ma era così, si era sentito male nel vedere Chinen recitare quella scena, vederlo così coinvolto in una relazione, anche se era tutto solo finzione, non gli era piaciuto. Pensare a Yuri e immaginarlo vivere la sua vita senza di lui lo aveva innervosito, era stato come se gli mancasse qualcosa; aveva ripensato a quel giorno in cui il più piccolo gli si era dichiarato e aveva rivisto il suo sguardo ferito quando l’aveva rifiutato, la sua espressione triste mentre gli diceva che avrebbe aspettato che facesse chiarezza e si era odiato per averlo ferito. Non voleva rinunciare a lui per nessuna cosa al mondo e quindi si era precipitato sotto casa sua per parlargli, prima che fosse troppo tardi.
Chinen lo guardò sbalordito in seguito a quella confessione, sbuffando e accennando una lieve risata ironica: “E tu ti sei accorto di voler stare con me solo dopo aver visto in televisione la scena di uno stupido bacio? Un bacio che non è neanche mai esistito?”
“No! No, Yuri, non è così! Cioè sì lo è, lo so che può sembrare irrazionale e che non ha alcun senso, ma per me non è una cosa stupida è… è… non lo so cosa è!” ammise, passandosi le mani tra i capelli, guardandolo in viso, volendo che leggesse nei suoi occhi per fargli capire quanto fosse serio. “Io non voglio stare con te” lo citò. “Non voglio semplicemente stare con te, io ti amo. E l’idea che tu potessi stare con qualcun altro, chiunque fosse mi ha fatto sentire malissimo.”
“Mi hai dato per scontato allora? Fino a che non hai realizzato che io non sarei rimasto ad aspettarti per sempre?” continuò a pungolarlo, il più piccolo non più disposto a concedergli quel potere e quel controllo sui suoi sentimenti come fino a quel momento gli aveva permesso di fare.
Yuya scosse il capo, colpito da quelle parole, Yuri non poteva davvero pensare che potesse essere così meschino nei suoi confronti, ma in fondo se lo meritava tutto quell’astio, non si era comportato bene con lui e non poteva pretendere che gli concedesse un perdono così facile: abbassò la testa e si strinse nelle spalle.
“Scusami” gli disse con fare mesto, dandogli le spalle e facendo per uscire dalla stanza.
Yuri lo guardò parlando quando lo vide in prossimità della porta: “Dove stai andando, adesso?” mormorò il più piccolo, battendo un piede a terra.
“A casa mia, no? Hai ragione, ho sbagliato, ho sbagliato tutto quanto con te dall’inizio e non posso pretendere adesso che tu accetti i miei sentimenti…”
“Quindi è così?”
Yuya si voltò nel sentirgli pronunciare quella domanda con quel tono mesto.
“Valgo davvero così poco allora?”
“Eh? Ma hai detto…?”
“Lo so cosa ho detto, ma tu ti stai arrendendo!”
“No, Yuri!”
“Sì, invece!”
“Io non voglio andarmene, ma…”
Yuri non lo lasciò finire di parlare.
“Allora resta!” sbottò il più piccolo stringendo i pugni. “Non ti arrendere, se davvero ci tieni a me…” gli disse, sedendosi stanco sul divano, fissando lo sguardo per terra.
Yuya tornò vicino a lui inginocchiandosi sul pavimento: “Perché non ne faccio una giusta…” mormorò prendendogli il dorso della mano nelle proprie inserendo i pollici tra le sue dita chiuse a pugno. “Yuri” lo chiamò, posandogli una mano sulla guancia. “Mi dispiace per essere così lento. Sono stupido e non ci posso fare niente.”
“Sì, lo sei” borbottò Chinen, stringendole dita per tenere quelle di Yuya legate sé. “Ma io ti voglio lo stesso, quindi forse sono un po’ stupido anche io” disse, sentendo Takaki ridere.
“Oh, piccolo vieni qui!” sussurrò Yuya attirando Yuri contro di sé, abbracciandolo, non voleva provare mai più quella sensazione di perdita, per cui lo strinse forte contro di sé, sentendo poco dopo le braccia di Yuri circondargli le spalle ricambiando l’abbraccio.
Yuya si alzò, sollevando il più piccolo che gli circondò i fianchi con le gambe, lasciandosi poi stendere sul divano, guardando il più grande negli occhi, Yuya gli sorrise, passandogli due dita sulle labbra, chinandosi poi su di lui per baciarlo.
Chinen chiuse gli occhi, aprendo leggermente la bocca concedendosi a quel contatto, sentendo la lingua di Yuya scivolare sulla sua, mordendogli poi il labbro superiore, lasciando che le mani vagassero sotto la maglietta solleticandolo; il più piccolo arcuò la schiena ansimando e stringendo poi le labbra imbarazzato.
Yuya gli sorrise, passandogli un dito sul naso con fare affettuoso.
“Non prendermi in giro” recriminò Yuri, sfuggendo al suo sguardo. “Non sai quanto l’ho desiderato” ammise e fu adesso il turno di Yuya di sentirsi in difetto.
“Mi dispiace averti fatto aspettare tanto allora” si scusò, tornando a baciarlo e accarezzandolo con più convinzione. “Mi farò perdonare!” assicurò, scendendo con la bocca a baciargli il collo, abbassandosi sul petto dopo avergli arrotolato la maglietta verso l’alto, sentendolo sospirare più forte e stringergli i capelli quando ridiscese con la bocca sul suo corpo, posando le labbra sulla pancia, attardandosi a giocare con la lingua sul suo ombelico, mentre gli slacciava i pantaloni.
Yuri gemette quando sentì la lingua di Yuya scivolare sulla sua erezione, senza dargli l’attenzione necessaria scendendo troppo presto ancora più in basso: gli accarezzò le cosce con le mani, chiedendogli di allargare le gambe, spostandosi sul suo sedere, sollevandogli il bacino e cominciando a prepararlo con l’ausilio della propria lingua.
Yuri urlò nel sentirlo premere per entrare, facilitando l’ingresso di un primo dito, muovendolo circolarmente e infilandone anche un secondo, mentre con la mano libera si decideva a dare attenzione al suo sesso, chiudendolo nel proprio pugno.
Yuri si contorceva sotto le cure di quella bocca e ansimava forte, arcuando la schiena, diviso tra i calore che sentiva provenire da quelle dita e propagarsi per tutto il corpo.
“Yuya!” lo chiamò quando l’altro lo strinse più forte e lo forzò anche con un terzo dito. “Basta! Basta!” gli chiese. Yuya allora si sfilò da lui, ripercorrendo con le labbra il tragitto fatto in precedenza, tornando a baciarlo sulla bocca, spogliandosi velocemente dei pantaloni e posizionandosi con il proprio sesso contro di lui.
Yuri gli allacciò le gambe dietro la schiena, passandogli le mani sulle braccia, guardandolo colmo di aspettativa, scivolando in avanti con la schiena, cercando di assumere una posizione più comoda e sospirando, cercando di rilassarsi.
“Farò piano, piccolo, te lo prometto!” assicurò, iniziando a spingere, accarezzando il volto di Yuri con una mano, mentre con l’altra stringeva il suo sesso e lo accarezzava, spostandosi poi con il dorso sul suo stomaco, risalendo con il palmo verso il petto e il collo, continuando quelle carezze sensuali mentre si spingeva completamente dentro di lui. Si fermò, permettendo a Yuri di recuperare il respiro, sentendo il suo cuore battere velocemente, emozionato, così come sentiva il proprio: era una sensazione bellissima quella di avere Yuri così caldo sotto di sé, sentirlo attorno a sé e potersi perdere nella rassicurante sensazione di averlo finalmente suo; era stato davvero uno stolto a mettere in dubbio quello che provava per lui e per questo aveva rischiato di perderlo, ma avrebbe recuperato e, come promesso, si sarebbe fatto perdonare.
Si sfilò un po’ da lui e affondò di nuovo, movimenti brevi ma decisi che portarono ben presto Yuri ad ansimare e gemere pesantemente facendo in modo che gli chiedesse di più e Yuya non poté che essere più felice di accontentarlo, lasciandosi andare, spingendo in lui con passione, beandosi della sua voce alta, della stretta che sentiva sulle proprie braccia e del modo in cui, forse inconsciamente, Yuri lo stringeva per trattenerlo contro di sé nel momento in cui si lasciò andare all’orgasmo venendo nella mano di Yuya e poco dopo il più grande dopo altre spinte in cui desiderava perdersi in quel calore, lo seguì venendo dentro di lui.
Takaki si resse sulle braccia, evitando di cadere esausto sul corpo del più piccolo, scivolando fuori da lui, provocandogli un piccolo gemito di disappunto, stendendosi al suo fianco in modo da intrappolarlo tra sé e il divano, circondandolo con un braccio per avvicinarlo al proprio corpo. Chinen riprese un po’ di fiato prima di voltarsi e nascondere il volto contro il petto di Yuya, abbracciandolo, passandogli le mani sulla schiena, aggrappandosi alle sue spalle, tirandosi su per raggiungere il suo collo e baciarlo piano, una, due, tre volte, passando poi alla mascella e infine sulle labbra.
Yuya lo lasciò fare, guardandolo e passandogli una mano tra i capelli, giocherellando con quelli più corti sulla nuca.
“Ti amo” confessò quando Yuri sollevò lo sguardo su di lui.
Il più piccolo gli sorrise, parlando piano: “Ti amo anche io” ricambiò, abbracciandolo ancora più forte, prima di prendere la coperta e porgerla al più grande; Yuya l’aprì coprendo entrambi restando avvolti in quel dolce tepore insieme.

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Titolo: Listen to your heart
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggi: Takaki Yuya, Chinen Yuri
Pairing: Takachii
Rating/Genere: nc-17/ romantico, erotico, fluff
Warning: slash
Wordcount 1.627 fiumidiparole
Note: la storia è scritta per la diecielode per la tabella Canzoni B con il prompt ‘Listen to your heart’ e per la 500themes_ita con il prompt ‘Sollievo miracoloso’.
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella: 500themes_ita
Tabella: 12 Storie - Canzoni B

Prima ancora di aprire gli occhi, Yuri sorrise, crogiolandosi in quella sensazione di benessere, sperando che durasse per sempre: sentiva la mano di Yuya passare pigramente sulla sua schiena, accarezzandolo con dita delicate, fermandosi quando incontrava il lenzuolo adagiato sui suoi fianchi, salendo nuovamente verso le scapole. Sollevò piano le palpebre, infilando le braccia sotto al cuscino, attirandoselo meglio verso la testa, strofinando la guancia sulla federa e sospirando di nuovo, continuando a sorridere quando, aprendo gli occhi, trovò Yuya accanto a lui che lo guardava, la sua mano che non trovava pace sul suo corpo.
“Buongiorno” lo salutò piano il più grande, chinandosi su di lui e sfiorandogli le labbra con un bacio.
Yuri ricambiò piano, voltandosi per osservare fuori dalla finestra, trovando tutto buio.
“Non è ancora mattina” lo riprese divertito, sollevando un braccio e passandogli una mano tra i capelli.
“Lo so, meglio, no? Vuol dire che possiamo ancora stare qui a letto a oziare” gli fece presente, avvicinandosi meglio a lui.
“Hai passato tutto questo tempo a guardarmi dormire?” lo prese in giro Yuri, accarezzandogli una guancia e poi le labbra con il pollice.
“Mh, avevo di meglio da fare?” ribatté Yuya serafico. “Non riuscirai a distruggere il mio romanticismo, piccolo” lo informò, lasciando che la mano si fermasse sul suo fianco.
“Oh, ma non ne avevo intenzione” assicurò Yuri, muovendosi per raggiungere ancora le sue labbra, stavolta approfondendo il bacio, lasciando che la sua lingua entrasse in contatto con quella di Yuya e l’accarezzasse, senza fretta, gustando il suo sapore buono.
“Mi chiedo come ho fatto tutti quegli anni a stare senza di te” mormorò il più grande quando si separarono.
“Me lo chiedo anche io, ma alla fine siamo qui, no?” mormorò Chinen, accarezzandogli una spalla nuda.
Yuya annuì, facendosi più vicino, infilando un ginocchio tra le sue gambe, sentendo i piedi del più piccolo accarezzarlo. Takaki non disse nulla per qualche istante, guardando il fidanzato con un sorriso quasi adorante, ripensando a tutto il tempo che avevano perso separati, più per colpa sua e delle limitazioni mentali che si era messo a causa della società, intimorito da quello che gli altri potessero pensare di una loro relazione che per altro. Quando aveva realizzato che quello che provava per Yuri lo faceva stare bene e stare lontano da lui invece gli procurava quasi un dolore fisico si era dovuto arrendere e ascoltare quello che gli veniva da dentro, mettendo da parte la ragione.
“Sono passati quasi dieci anni, te ne rendi conto?” chiese il più grande, sfiorandogli il naso con il proprio. “Ho fatto proprio bene ad ascoltare il mio cuore…” sussurrò, sfiorandogli le labbra con le proprie.
“Bravo” lo assecondò Yuri sorridendo, “devi sempre ascoltare il tuo cuore… o me. Io te l’avevo detto!” si diede un tono, facendo ridere Yuya, il quale scostò il lenzuolo da sopra di lui, lasciando Yuri completamente nudo sul letto, perdendosi in contemplazione, baciandogli le spalle e la schiena, sentendo il più piccolo sospirare di piacere quando si spostò, poggiandosi completamente su di lui.
“Questo non è decisamente seguire il cuore, però, Yuuyan” ridacchiò, avvertendo contro la schiena l’eccitazione del fidanzato, volendo voltarsi per cercare di nuovo le sue labbra, ma fermato dal più grande che lo costrinse a rimanere in quella posizione.
“Aspetta, lasciami fare…” sussurrò Yuya, spostandosi sopra di lui, riprendendo ad accarezzarlo con le mani lungo il torace e i fianchi, lentamente. Chinen sollevò le braccia, infilandole sotto al cuscino, sospirando beatamente, chiudendo di nuovo gli occhi per lasciarsi andare alle sensazioni di sentire quelle labbra calde su di sé: allargò le gambe, permettendo a Yuya di sistemarsi meglio su di lui, respirando velocemente, sentendo il proprio corpo scaldarsi sempre più in fretta sotto le cure di quelle mani. Sollevò appena il bacino, andando incontro a quella bocca, sperando che Yuya cogliesse il suo messaggio e lo accontentasse, ma dispettoso il più grande si sollevò da lui.
Yuri gemette di disappunto, ricadendo sul materasso, mugolando: “Yuya…”
Takaki rise, accostando la bocca al suo orecchio, parlando piano: “Non ancora, piccolo…” mormorò, tornando a stringergli la vita, continuando con carezze leggere, sentendo la pelle di Yuri rabbrividire e il suo respiro farsi affrettato. Continuò quella lenta tortura ancora per un po’, lasciando vagare solo le mani su di lui, prima di tornare di nuovo con le labbra sulla sua schiena, baciando ogni porzione di pelle disponibile, soffermandosi sul collo, alla base e appena dietro l’orecchio, suggendolo lasciando piccoli segni rossi che poi accarezzò con i polpastrelli, spostando la mano alle sue labbra che Yuri catturò immediatamente, iniziando a giocare con le sue dita, mentre la lingua di Yuya scendeva lungo la sua colonna vertebrale, facendolo inarcare e sollevare il busto dal materasso, mentre lunghi mugolii da parte del più piccolo si confondevano con i sospiri.
Yuya lo prese per i fianchi, facendo in modo che sollevasse il sedere e ne approfittò per infilare la mano libera tra il suo corpo e il materasso, iniziando ad accarezzare il suo sesso, circondandolo nel palmo, spostandosi per tutta la lunghezza, attardandosi con le dita a quando sulla punta a quando alla base, portandolo verso il proprio limite.
Takaki sorrise contro la schiena di Yuri, azzardando una discesa più decisa, baciando ciascun gluteo, attardandosi a passare la lingua al centro, scivolando contro la sua apertura, ripetendo quelle che a Yuri parvero infinite volte quel movimento dall’alto verso il basso atto a farlo impazzire.
“Yuuyan…” lo chiamò il più piccolo, con voce strozzata allontanando da sé la mano del più grande di cui si era divertito fino a quel momento a inumidirne le dita, artigliando il lenzuolo sotto di sé e data la sua impazienza Yuya si decise a fare qualcosa di più concreto, provando a forzare la sua apertura con un dito e facendo spazio alla propria lingua, sentendo Yuri gemere. Il più piccolo provò un sollievo miracoloso perché finalmente quella maliziosa tortura era finita e Yuya si era deciso ad accontentare le sue richieste: lo sentiva muoversi dentro di sé e attorno a sé, mai stanco di toccarlo, sentiva l’impronta delle sue mani e delle sue labbra ovunque sul proprio corpo, accendendolo di un piacere intenso.
“Yuya! Yuya!” quasi gridò il suo nome, Yuri, e si sentiva come se volesse piangere, per le troppe sensazioni che stava provando in quel momento, sentiva il cuore vicino all’uscirgli dal petto se il più grande non si fosse deciso a fare qualcosa di più.
Yuya sorrise, soddisfatto per quella richiesta implicita, ma che non poteva essere più chiara di così, allontanando le dita e la lingua da lui, accarezzandogli i fianchi, facendo in modo che tendesse indietro il bacino e Yuri non riuscì a impedirsi di gridare quando Yuya lo forzò con il proprio sesso, spingendosi incontro a lui, facendo in modo che lo penetrasse d’improvviso: voltò il viso sul cuscino, guardando il più grande con occhi inumiditi dal piacere, allungando una mano sul materasso che Yuya prontamente prese, intrecciandone le dita con le sue.
“Non voglio aspettare, Yuya, ti prego” lo supplicò, stringendogli la mano e il più grande sorrise, muovendo i fianchi in modo veloce, penetrandolo improvviso, osservando il volto del più piccolo trasformarsi in una maschera di piacere e mordersi le labbra, emettendo un gemito soddisfatto.
“Ti amo, piccolo” confessò Yuya chinandosi su di lui, portandogli un braccio a circondargli la vita, attirandolo meglio contro di sé, scivolando fuori dal suo corpo e spingendo di nuovo in lui, rubandogli un altro ansimo e grido.
Yuri mormorava il suo nome, inframmezzato dai sospiri, muovendo i fianchi incontro a quelli di Yuya e allargando le gambe per fare spazio alla mano di Yuya che tornò a racchiudere il suo sesso, muovendola per continuare a eccitarlo, permettendogli di venire nella sua stretta, macchiando le lenzuola, ma nessuno dei due se ne curò: Yuya continuò a muoversi nel corpo di Yuri, tornando a baciargli la schiena, accarezzandogli il petto e il collo, prima che Chinen poi fermasse la sua mano contro il proprio cuore che batteva a un ritmo troppo veloce e Yuya si concentrò su tutte quelle sensazioni, quella di avere Yuri caldo e arrendevole sotto di sé, quella di sentire in modo così esplicito quello che il più piccolo provava per lui e si tese, affondando con un’ultima spinta quasi violenta dentro di lui, soffocando il grido contro la spalla del più piccolo e sentendolo gemere a sua volta e inarcarsi, affondando il volto contro il guanciale.
Yuya si lasciò andare sopra il corpo del più piccolo, riprendendo fiato, restando ancora dentro di lui, scivolando via quando sentì Yuri portare indietro un braccio e sfiorargli il fianco con le dita. Si scostò da lui, stendendosi al suo fianco e subito il più piccolo si girò a sua volta, accoccolandosi contro di lui, gli posò una mano sul petto, accarezzandolo come perso in chissà quali pensieri, sollevando poi il volto per guardarlo e Yuya gli sorrise.
“Piccolo, a cosa pensi?” gli chiese, scostandogli i capelli dal viso, accarezzandogli la guancia.
Yuri si strinse nelle spalle e sospirò: “Stavo cercando di capire come fosse possibile provare tutta questa felicità. Mi piace come sensazione, il mio cuore batte velocissimo” disse, continuando a guardarlo, sentendosi così totalmente sopraffatto dalle sensazioni che era come se il fiato potesse mozzarglisi da un momento all’altro.
Yuya si ritenne oltremodo onorato per quelle parole e non seppe cosa rispondere, perché anche lui a volte ci pensava a razionalizzare tutta quella felicità, ma non ci riusciva mai, perché semplicemente era troppa. Annuì, sorridendo, stringendolo maggiormente contro di sé e baciandolo sulla bocca.
“Ti amo, Yuri” disse semplicemente, non trovando altre parole per esprimersi se non quelle due. “Ti amo più della mia stessa vita!” affermò.
“Ti amo anche io, Yuya” confessò anche Yuri, abbracciandolo e baciandolo di nuovo, ancora e per sempre.

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