[Ariyama] Everyday I’ll love you in every way

Feb 23, 2013 11:54

Titolo: Everyday I’ll love you in every way [No one else comes close - Backstreet’s boys]
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggi: Arioka Daiki, Yamada Ryosuke
Pairing: Ariyama
Rating/Genere: PG/ romantico, fluff
Warning: slash
Wordcount 2.237 fiumidiparole
Note: la storia è scritta per le Stelle kinkanti indetto da kinkmemeita per fillare il prompt 'Pelouches Guardoni' e per la 500themes_ita con il prompt 'Guardiano'.
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella: 500themes_ita

“Ryo!”
Daiki richiamò il più piccolo tirandolo verso di sé con la mano quando lo vide cercare di attraversare nonostante il semaforo stesse per diventare rosso.
“Ma ce l’avremmo fatta!” recriminò Yamada ridendo, intrecciando meglio le dita con quelle del più grande, poggiandosi contro di lui in attesa che scattasse di nuovo il verde.
“Ryo, ti sei ubriacato con l’acqua per caso?” gli domandò ridacchiando a sua volta, pizzicandogli una guancia.
“Oh no! Sono semplicemente felice, Dai-chan!” gli disse, posandogli un mano sul fianco e precedendolo nell’attraversare, camminando al contrario per poterlo guardare. “Era da tanto che aspettavo una simile uscita e finalmente ce l’abbiamo fatta!” gli disse con espressione felice in viso, saltando in avanti quando raggiunse il marciapiede opposto, e stiracchiandosi portando le braccia verso l’alto: Daiki ne approfittò per stringerlo da dietro e Yamada si piegò in avanti, scoppiando a ridere.
“Ma se non ti ho neanche sfiorato!”
“Lo so, ma mi hai fatto lo stesso il solletico” gli disse Yamada, prendendogli una mano e intrecciandola con la propria, tornando a camminare uno di fianco all’altro fino a che non raggiunsero casa del più piccolo, fermandosi davanti al portone d’ingresso.
“Allora…” iniziò Yamada sorridendo leggermente.
“Allora” ripeté Daiki avvicinandosi a lui di un passo fermandolo per i fianchi.
Yamada gli posò le mani sulle braccia, guardandolo e portando indietro le labbra, tracciandone il contorno con la lingua, catturando in quel modo l’attenzione di Arioka che si sporse verso di lui per baciarlo; Yamada chiuse gli occhi, sospirando nello schiudere la bocca per accogliere quella di Daiki che lo richiese per un contatto sempre più intimo spingendo la lingua alla ricerca della sua, lasciandolo senza fiato quando si separarono.
Ryosuke sentiva il proprio cuore battere velocissimo nel petto: stava insieme a Daiki da diversi mesi ormai, ma ogni volta che uscivano, ogni volta che stavano insieme, ogni volta che si baciavano provava sempre un’emozione fortissima e incontrollabile.
“Allora…” riprese Daiki sfiorandogli la punta del naso con il proprio, sentendo Yamada rispondergli nello stesso modo in cui l’altro aveva fatto con lui, facendolo ridere. “Non mi inviti a salire?” domandò alla fine il più grande per uscire da quella situazione di stallo nella quale erano finiti e Yamada lo fissò negli occhi pensieroso.
“Non ho cattive intenzioni, lo prometto, voglio solo stare un altro po’ con te” chiarì Arioka, allentando l’abbraccio, frapponendo della distanza tra i loro corpi e Yamada dopo alcuni altri istanti annuì piano con la testa, prendendo le chiavi di casa, aprendo il portone e facendo strada al ragazzo.
“Prego!” gli disse, facendolo accomodare e liberandosi velocemente delle scarpe correndo scalzo per la casa. “Vai pure in cucina appena hai fatto! Io torno subito!” gli disse, sparendo dentro una camera, chiudendosi la porta alle spalle, lasciando un perplesso Daiki all’ingresso.
“Dannazione!” imprecò Yamada muovendosi nella propria stanza e prendendo qualcosa da sopra il letto, guardandosi attorno con fare sbrigativo chiudendo qualcosa dentro l’armadio, accertandosi di non aver lasciato altri imbarazzanti oggetti in vista, prendendo fiato prima di uscire, sobbalzando nel trovarsi il più grande davanti che gli sorrideva.
“Dai-chan!” lo chiamò sollevando il tono di voce.
“Ryo, cosa stai facendo?” gli chiese l’altro sempre più divertito.
“Niente!” assicurò Yamada, poggiandosi con le spalle contro la porta, regalandogli un larghissimo e affatto naturale sorriso.
“Cosa c’è qui?” chiese curioso Arioka indicando la porta e Yamada sbarrò gli occhi.
“Ah ecco… c’è la mia camera da letto, ma è che… ecco era leggermente in disordine e mi pareva brutto, insomma…”
“Oh, quindi volevi farmi entrare nella tua camera da letto?”
“Cosa? No!”
“E io che pensavo di essere stato scostumato nell’autoinvitarmi” continuò il più grande prendendolo in giro, vedendo Yamada spalancare la bocca e muovere velocemente le mani avanti a sé per negare.
“No, no, non è come pensi. È che mi sono ricordato che è la prima volta che capita che ci vediamo da me e stamattina sono uscito senza riordinare e…”
Daiki scoppiò a ridere e Yamada lo spinse per le spalle.
“Non prendermi in giro!” gli chiese, sbuffando. Daiki gli mise le braccia sulle spalle, intrecciando le mani dietro la sua nuca, abbassando il capo.
“Non lo faccio più” assicurò, ancora con un sorriso divertito tra le labbra e Yamada sollevò gli occhi al cielo. “Quindi dicevamo?” gli chiese e Yamada sfuggì via alla sua presa, spostandosi in cucina, sedendosi sul divano, accendendo la televisione.
“Ti va di vedere qualcosa?” gli chiese, alzandosi poi e battendosi una mano sulla fronte. “Che maleducato, ti va di bere qualcosa? Hai fame?” domandò, venendo fermato da Daiki che gli prese le mani facendolo di nuovo sedere accanto a sé.
“Sto benissimo così, non ti preoccupare, tutto quello che voglio è rilassarmi e stringerti” gli disse e Ryosuke sorrise, sollevando le gambe sul divano, accoccolandosi al suo fianco.
“Come siamo romantici, Arioka-sama” scherzò e il più grande gli scompigliò i capelli.
“Chi è adesso quello che prende in giro?” lo riprese, facendo ridere il più piccolo che portò le gambe su quelle di Daiki, circondandogli il collo con le braccia, attirandolo verso di sé.
“Hai ragione, vediamo se riesco a farmi perdonare” mormorò tendendosi a baciarlo, cambiando i programmi per la serata.

*

“Ryo?”
“Mh?”
Yamada aprì gli occhi, posando un dito sulle labbra del più grande, sospirando estasiato, avevano passato l’ultima ora distesi sul divano, abbracciati, a scambiarsi baci perdendo cognizione del tempo e dello spazio.
“Sarà il caso che vada a casa adesso” bisbigliò Daiki, pur non volendo realmente lasciare il fidanzato.
“Perché?” gli chiese appunto il più piccolo, mettendosi a sedere quando Arioka si sollevò da sopra di lui.
“Perché tu sei fin troppo rilassato e anche io e potrei rischiare di addormentarmi qui e passare insieme la notte su questo divano” gli rese noto, prendendo a giocare con le dita della sua mano.
“E allora? Non ci sarebbe niente di sbagliato!”
“Lo so, ma non va mica bene. E poi non è molto comodo” obbiettò.
“Se non ti piace il divano possiamo spostarci nel letto, se vuoi!” gli disse Yamada con una naturalezza disarmante, ma vedendo il sorrisino che comparve sul volto di Daiki spalancò gli occhi, affrettandosi a spiegare. “Non è una proposta indecente!”
“Ah ecco…” Daiki finse di tirare un sospiro di sollievo e si alzò per primo, tendendo una mano al più piccolo. “Mi fai strada?” gli chiese e Yamada sorrise, stringendogli le dita, mostrandogli la propria stanza, vedendolo osservarsi tutt’intorno curioso.
“È carina! Ed è straordinariamente ordinata!” specificò, ricordando quello che il più giovane gli aveva detto non appena erano entrati in casa.
“Ah, ti posso prestare qualcosa per la notte? Un pigiama o una tuta” suggerì voltandosi verso Daiki, tirando fuori da sotto il cuscino i suoi indumenti per la notte, ma il più grande scosse il capo. “Di solito dormo solo con la canotta, se non ti da fastidio posso fare anche così” gli spiegò.
“Non ci sono problemi!” assicurò Yamada, iniziando a cambiarsi vedendo Daiki fare lo stesso, piegando poi i propri vestiti e posandoli in ordine sulla scrivania.
“Fortuna che avevo messo la biancheria giusta!” commentò Arioka avvicinandosi al letto, inginocchiandosi sopra il materasso accanto a Ryosuke ancora in piedi che si infilava i pantaloni.
“Cosa? Allora vedi che ho ragione? Ti volevi approfittare di me!” gli disse con tono di finto rimprovero, lanciandosi sul letto quando fu pronto, facendo sbilanciare Daiki che cadde sopra di lui.
“Ryo!” lo riprese infatti sentendolo ridere, sollevando una mano e costandogli i capelli dalla fronte, baciandolo sulle labbra, sentendo le mani del più piccolo intrecciarsi ai suoi capelli, assecondando il bacio, separandosi quasi subito per infilarsi sotto le coperte, lasciandogli uno spazio, affinché si sistemasse accanto a lui.
“Buonanotte!” esclamò Yamada guardandolo e Daiki sorrise.
“Sogni d’oro” rispose, mettendosi comodo su di un fianco, chiudendo gli occhi, sentendo poi Ryosuke spegnere la luce e la stanza divenire completamente buia.
Yamada si sistemò dritto sul materasso, portandosi le coperte fin sotto al mento, chiudendo gli occhi, ma riaprendoli più e più volte, rendendosi conto che non riusciva a prendere sonno e stavolta l’emozione di avere Daiki accanto a sé non c’entrava niente; si rigirò nel letto, cercando di non muoversi comunque troppo, in attesa che il sonno lo cogliesse e cercando una posizione comoda che lo inducesse al riposo, ma nulla sortì alcun effetto.
“Ryo?” la voce bassa di Daiki lo fece sobbalzare.
“Scusa Dai-chan, mi sto muovendo troppo, cercherò di stare fermo!” si scusò subito con lui.
“Non riesci a dormire?” gli chiese sollevando una mano e prendendo quella del più piccolo, facendosi spazio tra le sue dita.
“Mh” non preoccuparti, forse… sì, forse sono solo troppo felice e dev’essere per quello” gli disse, sorridendogli nell’oscurità, sentendo Daiki sospirare e intuì che stesse anche sorridendo. “Buonanotte” gli augurò di nuovo, stringendogli la mano e Daiki tornò a chiudere gli occhi, trovando subito il regolare respiro del sonno.
Yamada cercò a sua volta di calmarsi e dormire, ma vedendo che il tutto si stava rivelando nuovamente inutile si decise ad alzarsi piano dal letto, scivolando via dalla presa del più grande e, stando attento a non fare alcun tipo di rumore, aprì l’armadio recuperando quanto aveva nascosto non appena era arrivato a casa. Abbracciò stretto stretto un vecchio peluche a forma di orso, vestito con una salopette di colore blu scuro, regalo dei vecchi nonni materni che aveva con sé fin da piccolo e dal quale ancora non riusciva a staccarsi.
Lo guardò e sorrise, mormorando piano: “Salve signor Guardiano dei Sogni!” lo salutò, abbracciandolo di nuovo e voltandosi lentamente per accertarsi che Daiki ancora dormisse e non si fosse accorto di lui, tornando in punta di piedi verso il letto, infilandosi sotto le coperte, sollevandole piano e mettendosi su un fianco, stringendo tra le braccia il fidato compagno di ogni notte, chiudendo gli occhi, riuscendo finalmente a rilassarsi.
E solo quando stava per varcare le porte del sonno, sentì la voce di Daiki mormorare piano.
“Quindi è così. Non ero io a renderti nervoso allora, meno male!” disse Arioka sospirando di sollievo, sporgendosi verso di lui, abbracciandolo.
“Daiki!” Yamada sobbalzò, cercando di nascondere il proprio peluche dietro le spalle, ma trattenuto dal più grande.
“Fermo, tanto ormai ti ho visto!” gli disse il più grande, sporgendosi per accendere la luce bassa sul comodino e sorridendo intenerito nel vedere il proprio fidanzato stringere al petto quel vecchio orso.
“Puoi ridere di me se vuoi” gli disse Yamada con le guance colorate di rosso, abbassando lo sguardo.
“Devo?” chiese invece il più grande, sporgendosi meglio verso di lui.
“Non lo so… cioè sì una persona normale riderebbe di un ragazzo di diciannove anni che non riesce a dormire senza il suo vecchio orsacchiotto di peluche” riassunse, guardando Daiki da sotto in su e vedendo che l’altro non aveva alcuna intenzione di ridere di lui, però.
“Come si chiama?” gli chiese invece.
“Eh?”
Daiki indicò con la testa il pupazzo.
“Ce l’avrà un nome, no?”
“Sì…”
“Dimmelo…” lo spronò il più grande.
“Signor Guardiano dei Sogni” borbottò. “Lo so che non è un vero nome, ma mia nonna me lo regalò perché non mi piace dormire completamente al buio, da piccolo avevo paura e allora mi disse che lui avrebbe vegliato su di me e avrebbe evitato che io avessi degli incubi” spiegò, lasciando poi che una lunga pausa di silenzio calasse tra loro, prima di riprendere a parlare.
“Dai, dimmelo, cosa stai pensando?”
“Non penso a niente. Penso solo che tu sia molto carino che questo era un lato di te che non conoscevo e che avrei voluto scoprirlo prima e che tu ti fidassi di me da dirmi ogni cosa che ti riguarda” gli disse, infilando un braccio sotto il cuscino del più piccolo, attirandolo verso di sé.
“Non pensi quindi che sia infantile?” si volle accertare.
“No, lo trovo strano perché non l’avrei mai immaginato, ma mi piace. Mi piace aver scoperto questa cosa nuova di te, Ryo” gli disse sinceramente.
“Lo so, ma mi vergognavo” ammise.
Daiki si spostò sul letto, avvicinandosi a lui e abbracciandolo.
“Adesso che ho capito che non sono io il problema allora posso anche farlo.”
“Cosa?”
“Stringerti, volevo farlo fin dall’inizio, ma credevo di renderti nervoso con la mia presenza” spiegò sollevando il capo.
“Mi spiace averti fatto venire questi dubbi” sorrise Yamada e Daiki scosse il capo, sporgendosi per baciarlo sulle labbra, ma vedendo Ryosuke scostarsi prima che lo raggiungesse.
“Dai-chan…” lo riprese.
“Mh?”
“Non possiamo! Ci guarda!” gli disse, indicando il peluche e Daiki rise.
“Oh, hai ragione, sarebbe indelicato da parte nostra” annuì. “Posso?” gli chiese, prendendo l’orso per una zampa e mettendolo seduto sul comodino, in modo che desse loro le spalle, poi tornò a rivolgersi a Ryosuke. “Domani andremo a prendere una Signora Guardiana dei Sogni per il tuo orso, sai, penso che sia arrivato il momento di mandarlo in pensione e poi…” lasciò in sospeso, stringendolo, intrecciando una gamba con la sua, sfiorandogli una guancia con il dorso della mano.
“Poi…” mormorò Ryosuke in attesa.
“Poi ci sarò io con te d’ora in avanti. Puoi abbracciare me e io posso fare lo stesso con te.”
“Anche tu eviterai che io abbia degli incubi?” chiese Ryosuke, stringendosi di più contro di lui, nascondendo il volto contro il suo collo, inspirando il profumo della sua pelle.
“Farò molto di più Ryo, ti proteggerò da qualsiasi brutto sogno e trasformerò in realtà tutti quelli belli” gli promise, posando la testa sulla sua, sentendo finalmente il respiro di Ryosuke abbassarsi e il più piccolo addormentarsi sereno tra le sue braccia.

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