Titolo: Ashita mo zutto sono saki mo kimi to itai dake (Voglio solo stare con te, domani e oltre) [Love Rainbow - Arashi-]
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggio: Yabu Kota, Inoo Kei
Pairing: Inoobu
Rating: nc-17
Genere: erotico
Warning: slash
Wordcount: 1.526
fiumidiparoleNote: la storia è scritta per la community
diecielode per la tabella Ideal Good con il prompt “volontà” e per la
500themes_ita con il prompt “notte di fuoco” .
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella:
Ideal goodTabella:
500themes Piccolo presento di Natale (che doveva essere per il compleanno in realtà, ma sono molto sconfusa e faccio solo danni) per
simph8. Perché sotto l’albero tutti dovremo trovare il nostro OTP che si ama moltissimo. E per te quindi questi Inoobi <3
“Kota!”
La voce di Kei fece sobbalzare il più grande che era appena entrato in casa.
“Stai lì!” ordinò.
“Kei?”chiamò Yabu, dei rumori sospetti provenienti da una parte non meglio definita della casa lasciarono Kota disorientato.
“Non ti muovere Ko!” ripeté ancora la voce del più piccolo senza che questi palesasse la sua presenza.
“Posso almeno togliermi le scarpe?” chiese sarcastico al fidanzato, urlando a sua volta.
“Sì, ma non ti muovere, ti vengo a prendere io!” lo ammonì severo e Yabu sbatté gli occhi un paio di volte prima di levarsi anche il cappotto e appenderlo nell’armadio, restando immobile all’ingresso, aspettando con le spalle contro la porta d’ingresso e le braccia incrociate al petto che il fidanzato lo raggiungesse.
“Kei cosa stai…?” tentò di chiedere quando lo vide correre verso di lui, sentendo poi una mano del più piccolo schiaffarsi sui suoi occhi. “Ahia!”
“Scusa, Ko, ma ho una sorpresa per te, non guardare!”
“Non mi sarà difficile farlo, credo che tu mi abbia appena cavato gli occhi!”
“Eeeh, esagerato! Non l’ho fatto apposta! Andiamo!” gli disse, prendendogli una mano e tenendo l’altra sempre a coprirgli gli occhi, scortandolo in camera da letto.
“Tadaaan!” esclamò, lasciandolo andare e mostrando con un ampio gesto del braccio la stanza.
“Che diavolo è questa cosa?” chiese Kota, spalancando gli occhi, osservando il lucido palo di metallo che faceva bella mostra di sé al centro della stanza accanto al letto.
“È un palo! Per fare la lap dance!” spiegò con fare ovvio.
“Sì, Kei, lo vedo… ma il senso della domanda è che ci fa un palo da lap dance in camera da letto?”
“Beh, ti spiego!” esordì Kei, prendendo Kota per le mani e facendolo sedere sul letto, sedendosi di traverso tra le sue gambe. “Hai presente quando ti ho detto che per due settimane in palestra abbiamo fatto un corso speciale e ti sei completamente disinteressato di quello che ti dicevo?” gli ricordò.
“Kei-chan io non ero disinteressato!” ci tenne a precisare.
“Sì, va bene, insomma… questo è il risultato, mi sono divertito tanto a questo corso e volevo farti vedere cosa ho imparato!” gli disse contento, prendendogli le guance e scoccandogli un bacio sulle labbra.
Yabu lo guardò sconvolto, non gli sembrava una buonissima idea, ma non voleva deludere il più piccolo che sembrava invece tenerci particolarmente, quindi annuì e sorrise.
“Sono proprio curioso di vedere quello che hai imparato, Kei-chan!”
“Ok, bene, speravo che lo dicessi, adesso allora mettiti comodo lì e goditi lo spettacolo” lo esortò, indicandogli il fondo del letto dove aveva disposto comodi cuscini contro il muro e Kota vi si sistemò contro. Vide Kei allontanarsi e abbassare le luci della camera, facendo partire un sottofondo musicale molto sensuale, prima di togliersi le pantofole e salire in piedi sul materasso, sollevando una gamba del pantalone fino alla coscia, levandosi anche la canotta, restando a petto nudo.
Gli sorrise, iniziando a muoversi piano usando il palo per reggersi, strusciandosi contro lo stesso, scivolando con la schiena fino a toccare il materasso con il sedere e sollevandosi di scatto chinarsi in avanti, sollevando le braccia di nuovo verso l’alto, rialzando il busto e guardando Kota dritto negli occhi.
Gli diede per un istante le spalle e slanciandosi in avanti, fece un giro su se stesso attorno al palo, tornando sul materasso, facendolo ondeggiare, mettendosi a ridere, prima di ripetere il movimento e atterrare stavolta sul pavimento.
Riprese a ballare attorno allo stesso, chinandosi in avanti e aprì le gambe, risollevandosi e arcuando il busto contro il palo, lasciando scivolare le mani sulla superficie liscia, mentre ridiscendeva sulle ginocchia: Kota deglutì a vuoto, senza riuscire a staccare gli occhi da quelle dita che si chiudevano attorno alla barra di metallo e scivolavano in sensuali movimenti dal basso verso l’alto, non riuscendo a non immaginare la sensazione di avere quelle stesse mani compiere i medesimi movimenti sul suo corpo.
Con un rapido movimento, Kota tornò ai piedi del letto, afferrando Kei per i fianchi e spingendolo verso di sé per baciarlo.
“No, Ko, non puoi, non ho ancora finito!” si lamentò Inoo.
“Con tutta la buona volontà, Kei-chan, non posso più stare fermo e restare solo a guardare” lo informò, con voce roca, attirandolo contro di sé e portandolo sul letto.
Inoo non si oppose ulteriormente, lasciando che l’altro lo facesse stendere sul materasso, sistemandosi sopra di lui divorandogli il petto di baci, dando vita all’ennesima notte di fuoco.
Lasciò andare la voce in lunghi ansimi sentendo le labbra del più grande disseminare di baci il suo petto, mordere il collo e succhiare la sua pelle arrossandola, mentre le mani si occupavano di liberarlo dei pantaloni e delle biancheria, lasciandolo completamente nudo.
Kei lo fermò quando lo sentì discendere su di sé e lo spinse per le spalle, facendolo cadere accanto a sé spogliandolo a sua volta: si sedette poi su di lui, chinandosi sul suo corpo, restituendo ogni bacio, ogni morso che aveva ricevuto dall’altro, sentendo Kota gridare.
Il più grande non riusciva a tenere le mani ferme lontane dal corpo del fidanzato, gemendo di disappunto quando sentì Kei allontanarsi da lui e il calore del suo corpo svanire: con occhi socchiusi e lucidi di passione lo vide allontanarsi e tornare accanto al palo usandolo per sostenersi, spingendo indietro il sedere, facendo comprendere a Kota il suo desiderio anche senza parlare.
Yabu andò vicino a lui posandogli le mani sui fianchi, accarezzandoli e segnando sulla sua schiena un percorso con le labbra, sentendo Kei inarcarsi e sospirare impaziente.
Passò una mano sul suo sedere, scivolando con le dita tra le natiche e scostandole, mentre con la bocca raggiungeva la sua apertura: passò in un modo quasi tenero la punta del naso sul suo sedere, baciando entrambi i glutei prima di tirare fuori la lingua e scivolare con la punta dalla base della schiena sul sedere, sentendo Kei gridare il suo nome.
Inoo si morse le labbra, stringendo il palo con entrambe le mani, cercando di tenere fermi i fianchi, trattenendosi dallo spingersi verso quella lingua e quelle dita che avevano iniziato a penetrarlo piano, troppo lentamente per i suoi gusti. Senza rendersene conto Kei aveva iniziato ad ansimare più forte, quando Yabu aveva portato la mano libera a stringere il suo sesso, muovendola contro la sua erezione, assecondando la stretta ai movimenti che usava per prepararlo, lasciandolo poi d’un tratto privo di ogni contatto.
Kota posò la mano sulla sua schiena e Kei si alzò, restando comunque in ginocchio sul materasso, stringendo meglio le mani attorno al palo, sentendo Kota entrare in lui con una spinta decisa, in contrasto con la cura e l’attenzione che aveva usato nel prepararlo fino a qualche istante prima.
Il più grande attese prima di iniziare a muoversi contro di lui, tornando a stringerlo e passandogli l’altra mano sul petto, sui fianchi e sulle braccia, raggiungendo le mani unite contro il sostegno di metallo, lasciando che gli e le stringesse. Chinò la testa, baciandogli le spalle e tirando indietro il bacino, affondando di nuovo, sentendo Kei gemere e portare una mano indietro a stringergli i capelli, voltando il viso in cerca delle sue labbra, gemendo direttamente nella sua bocca quando ripeté il movimento. Gli morse un labbro, portando la mano tra le proprie gambe, aiutando Kota a stimolarlo, permettendo che l’altro si muovesse senza freni contro di lui, che lo prendesse con più forza e si muovesse in lui veloce, come più gli piaceva lasciando andare la voce. Quando venne nella stretta delle loro mani intrecciate gridò ancora più forte e mugolando soddisfatto quando sentì Kota venire dentro di lui dopo poche altre spinte.
Yabu si lasciò andare all’indietro sul materasso, sentendo Kei raggiungerlo e ridacchiare, mentre si accoccolava al suo fianco, passandogli una mano sul petto.
“Che c’è?” domandò quando riprese abbastanza fiato, con voce appena un po’ roca.
“Niente, solo non hai nessuna forza di volontà, tesoro” lo prese in giro Kei, sollevandosi e piegando un gomito per guardarlo.
“Puoi biasimarmi? Tu lo sapevi, l’hai fatto apposta!”
“Può darsi, ma è stato divertente, mi piace vedere come riesco ad avere il controllo e a farti fare tutto quello che voglio” ammise, regalandogli un’occhiata maliziosa, rotolando poi di schiena quando Kota lo spinse con le spalle contro il materasso.
“E così lo trovi divertente?” lo minacciò, lasciando vagare le mani sul suo corpo, solleticandogli appena i fianchi.
“Ah! Kota, no, non è giusto! I miei metodi sono molto più divertenti!”
“Anche questo è divertente, no?” lo contraddisse, salendo cavalcioni su di lui e iniziando a fargli il solletico con maggiore convinzione, sorridendo del modo in cui il fidanzato cercava di scivolare via da sotto quella tortura.
“Ti prego, ti prego, basta! Farò tutto quello che vuoi, Kota!” gridò Kei, con le lacrime agli occhi, fermando le mani del più grande, intrecciando le dita con le sue.
“Tutto quello che voglio?”
“Tutto, tutto!” giurò Kei, annuendo, muovendo le dita meglio contro quelle del compagno e guardandolo in viso.
“Una promessa” mormorò il più grande, chinandosi su di lui. “Stai con me per tutta la vita” chiese, sorridendogli e vide Kei arrossire, prima di lasciargli le mani per abbracciarlo e stringerlo contro di sé per parlare contro il suo orecchio: “Per sempre, Kota” fu la risposta emozionata di Kei.