Titolo: I need you tonight
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggi: Yaotome Hikaru, Inoo Kei
Pairing: Hikanoo
Rating: nc-17
Genere: AU, erotico
Wordcount: 1.592
fiumidiparoleNote: la storia è scritta per la community
diecielode per la tabella Humanity Strip con il prompt ‘camicia’ e per la
diecielode con il prompt ‘calore gentile’.
Spin off di
questa storia.
Warning: slash
Disclaimer: I personaggi non sono miei, non li conosco personalmente e quanto di seguito accaduto non vuole avere fondamento di verità. La storia è scritta senza alcuno scopo di lucro.
Tabella:
Humanity StripTabella:
500themes Qualche ora più tardi Kei si svegliò prima di Hikaru: aprì gli occhi e sorrise, sospirando piano nel riconoscere gli arredi di quella nuova stanza, stringendosi maggiormente alle braccia che lo circondavano in vita. Volse il capo osservando Hikaru dormire e sorrise ancora di più.
Sciolse piano la stretta di quelle mani e si sedette sul materasso, scontrando con il piede la manica di una camicia bianca finita non sapeva bene come sotto al letto, tirandola via e scuotendola prima di infilarsela chiudendo distrattamente i bottoni centrali.
Si alzò facendo in modo di non svegliare il ragazzo addormentato e uscì dalla camera da letto, girovagando per la piccola sala e la cucina, ripercorrendo il breve tour che l’altro gli aveva fatto fare, assaporando meglio ogni cosa, perdendosi a sfiorare con le dita i mobili, sbirciando dentro la credenza e la dispensa, cercando di rivedere in quelle cose il suo Hikaru, volendo imprimersi bene nella mente ogni cosa, di modo che, una volta tornato a casa, la prossima volta che si sarebbero sentiti per telefono gli sarebbe venuto molto più semplice immaginare l’altro in quegli ambienti, immaginarlo magari seduto alla scrivania mentre chattavano o sul letto mentre si rilassava a fine giornata prima di dargli la buonanotte. Oppure ancora seduto al tavolo della cucina per fare colazione intento a scrivergli il messaggio del buongiorno.
Sorrise tra sé, sentendosi un po’ sciocco nel fare quei pensieri fin troppo romantici, ma sentendo di nuovo quella sensazione di gentile calore invadergli il cuore come accadeva quando Hikaru lo stringeva a sé, come era stato quando avevano passato la notte a dormire abbracciati, lo stesso calore dolce che lo invadeva quando facevano l’amore.
Tornò nella stanza in punta di piedi, intenzionato a rimettersi a letto, trovando Hikaru sveglio che muoveva la testa da una parte all’altra cercandolo, il lenzuolo leggermente scivolato sui fianchi e la linea al centro della schiena in evidenza.
“Buongiorno” ridacchiò Kei attirando la sua attenzione, facendolo voltare.
“Kei… buongiorno” mormorò Hikaru, sedendosi e stropicciandosi un occhio, coprendo uno sbadiglio. “Dov’eri?” chiese, allungando una mano a prendere la sua quando Kei si avvicinò, sedendosi sul letto, piegando una gamba sul materasso, lasciando l’altra per terra.
“Sono andato a fare un giro di ricognizione.”
“Che ore sono?” chiese.
“Le sette” lo informò Kei, “ di sera…” specificò, sistemandosi meglio sul letto e piegando anche l’altra gamba, portandosela al petto.
“Hai fame?” domandò Hikaru, prendendolo per un braccio in modo che gli si avvicinasse.
“Non particolarmente, tu?”
Il più piccolo si poggiò con le spalle contro la testiera, attirando Kei verso di sé, facendolo sedere sulle proprie gambe.
“Un po’” rispose, cercandogli le labbra per baciarlo, facendo scivolare una mano sul collo e l’alta a infilarsi sotto la camicia, sfiorandogli un fianco.
“Vuoi che andiamo a prendere qualcosa?” tentò di chiedere Kei tra un bacio e l’altro.
“Mh… no” negò Hikaru, sollevando le gambe, facendo scivolare Kei verso di sé e passandogli una mano sulla schiena.
“Allora cuciniamo noi?” lo interrogò Kei, passandogli le mani sulle braccia, socchiudendo gli occhi per quelle carezze.
“Nh, no…” rispose ancora Hikaru, senza allontanare le labbra dal suo corpo.
“Ma hai fame, no?” continuò Kei, lasciandosi andare alle sensazioni che Hikaru riusciva a fargli provare, stringendolo in collo.
“Mh” annuì. “Ho fame di te” sussurrò, spostandosi a baciargli il collo e parte del petto scoperto, passando la lingua sulla clavicola, sentendo Kei sospirare.
Il più grande intrecciò le dita tra i capelli sulla nuca, scendendo poi sulle spalle e accarezzandogli il petto, cercandogli le labbra con le sue, lasciandosi andare a un bacio lungo; si sollevò sulle ginocchia, premendo una mano su quelle di Hikaru, chiedendogli di allargarle, sistemandosi poi in mezzo, sotto il lenzuolo. Con la bocca percorse il petto di baci, leccando durante la discesa, baciandogli lo stomaco e liberando la sua erezione dai boxer, sfilandoglieli.
Hikaru comprese gli intenti del ragazzo e si rilassò contro i cuscini, scivolando in avanti, aprendo maggiormente le gambe e accarezzandogli la testa seguendone i movimenti quando Kei schiuse le labbra sul suo sesso, spostandosi su di lui.
Hikaru si morse il labbro inferiore con i denti, trattenendo un gemito, assaporando ogni brivido che Kei riusciva a fargli provare. Inoo discese ancora, lento, allontanandosi di tanto in tanto, muovendo il capo, scivolando quando con le labbra, quando con la lingua, stringendolo con le mani alla base, salendo verso la punta prendendolo ancora, unendo al movimento delle dita quello della lingua.
Hikaru chiamava il suo nome con voce roca, ansimante, stringendogli i capelli e spingendolo maggiormente contro di sé, ma facendolo scostare prima di venire.
“Non ancora” sussurrò con voce malferma, facendolo sollevare e baciandogli le labbra. “Prima ci siamo lasciati prendere dalla foga, adesso voglio che sia diverso” mormorò ancora, guardandolo con fare malizioso, prendendogli le labbra e tirandole piano, stringendogli i fianchi.
“Ce la fai ad alzarti?” gli chiese, sistemandosi meglio seduto e baciandogli di nuovo il collo e Kei annuì con il capo, l’eccitazione che pian piano saliva: non sapeva cosa il ragazzo avesse in mente, ma il suo sguardo faceva crescere l’aspettativa.
Aiutato da Hikaru si sollevò, i piedi sul materasso ai lati delle sue gambe e sentì le mani di Hikaru passare sulle cosce, verso l’interno più sensibile. Le dita circondarono il suo sesso facendolo mugolare, ma spostandosi quasi subito, lasciandolo insoddisfatto.
Mugolò frustrato, posando le mani sulla testa di Hikaru che gli premeva le sue sulla schiena e sul sedere, spingendolo in avanti a piegare appena le ginocchia, mentre con la bocca dallo stomaco discese con la lingua sull’inguine, stuzzicandolo e solleticandolo, prima di passare a leccare la sua erezione, lentamente, in un’infinita tortura.
Inoo dovette trattenersi dal gridare, gli strinse i capelli, cercando di restare saldo sulle gambe, cosa difficile, sia per la posizione precaria sul materasso, sia perché iniziava a perdere completamente le forze e il controllo del proprio corpo.
Aprì maggiormente la bocca, per recuperare aria, abbassando il capo, osservando Hikaru, la lingua che scorreva su di lui e un dito lo penetrava piano, a lungo, prima che a questo si unisse una seconda falange. Si attardò in quel modo a farlo impazzire, prima di aggiungere anche un terzo dito, iniziando a muoversi dentro di lui, a muovere la bocca con la medesima cadenza con cui sfilava e infilava le dita, rallentando quando lo sentiva ansimare più forte e contrastare la forza che usava per spingerlo verso di sé.
“Hikka!” lo chiamò Kei, serrando gli occhi quando sentì di essere vicino al proprio limite e Hikaru stava aspettando proprio quel segnale per allontanare la bocca e le mani da lui, costringendolo a un lungo lamento di disappunto.
Hikaru sollevò il capo e sorrise, guardando il suo viso arrossato e stravolto dal piacere, chiedendogli di tornare seduto su di sé, aiutandolo a discendere sul proprio sesso, penetrandolo molto lentamente, osservando ogni minimo cambiamento di espressione in quel volto, baciandogli il collo, il mento e la guancia, mordendogli le labbra, mentre centimetro dopo centimetro scivolava su di lui e, quando lo prese completamente, entrambi emisero un sospiro più forte.
“Hikka!” esalò Kei, soddisfatto, stringendogli il collo e abbandonandosi contro di lui.
“Ti è piaciuto?” mormorò il più piccolo contro il suo orecchio, infilandogli le mani sotto la camicia, passandogliele sulla schiena, massaggiandolo.
“Sì… ah, sì” mormorò sua volta, sentendolo muoversi appena sotto di lui e godendo delle scosse di piacere che sentiva scivolargli lungo la spina dorsale. “Fallo di nuovo” gli chiese Kei, guardandolo, mordendosi un labbro e rilassando i muscoli delle gambe, muovendosi in avanti insieme a lui quando Hikaru ripeté il movimento, spingendo verso quel punto che sapeva gli avrebbe fatto perdere la testa.
Lo prese meglio per i fianchi, baciandogli le labbra e iniziando a muoversi sentendo Kei assecondarlo senza bisogno di suggerimenti, spostandosi poi a stringere il suo sesso con una mano, muovendo il palmo sulla carne tesa con la stessa cadenza con cui si spingeva in lui, facendolo completamente suo.
Kei ansimava, si stringeva al corpo di Hikaru puntando le ginocchia sul materasso per farlo uscire da sé, sedendosi improvviso su di lui stringendo le natiche, facendolo gridare sotto il suo controllo così come si sentiva lui stesso, pedina nelle mani del più piccolo, raggiungendo finalmente il tanto agognato orgasmo, sciogliendosi nella stretta della mano di Hikaru. E, poco dopo anche Hikaru venne dentro Kei, facendolo ansimare pesantemente e sentire finalmente completo.
Inoo si lasciò andare esausto contro il petto del più piccolo, nascondendo il volto contro il collo, accarezzando con dita leggere la pelle sudata, baciandolo con le labbra.
“Kei, devo uscire” si sentì richiamare da Hikaru e gli circondò meglio il collo con un braccio, mentre si lasciava sollevare sentendolo sfilarsi da sé; mugolò, per quell’improvvisa mancanza di contatto, tornando poi a stringerlo, lasciandosi stendere sul letto e poi vezzeggiare di baci il volto, la gola, ridendo poi quando passò le dita leggere sul fianco, costringendolo a schiudere gli occhi.
Hikaru lo guardò con un leggero sorriso, passandogli una mano sul collo e Kei sollevò il braccio per accarezzargli i capelli, scivolando sulla nuca.
“Hai addosso la mia camicia, lo sai, sì?”
“Mh?” Kei guardò l’indumento e poi sorrise. “Davvero?”
“Ahn ahn” cantilenò Hikaru, giocherellando con un bottone. “Ti sta bene, però” mormorò, abbassandosi su di lui per baciarlo sulla bocca.
“Potrei tenerla, allora. Ha il tuo profumo. Così quando tornerò a casa sarà come se mi stessi abbracciando.”
“Ma adesso sei qui” gli ricordò Hikaru, non voleva che si intristisse al pensiero che si sarebbero dovuti separare di nuovo.
“Sì, sei con me adesso.”
“E posso abbracciarti quanto vuoi” gli disse Hikaru, stendendosi su di lui, cingendolo forte.