[Takaru] Tsunagi tomeru kotoba mo mitsukaranai

Nov 21, 2012 17:44

Titolo: Tsunagi tomeru kotoba mo mitsukaranai (Perché non riesco a trovare parole convincenti per tenerti legato a me?) [Loveless - Yamashita Tomohisa-]
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggio: Yaotome Hikaru, Takaki Yuya
Pairing: Takaru
Rating: nc-17
Genere: malinconico
Warning: slash
Wordcount: 1.328 fiumidiparole
Note: la storia è scritta per la community 10disneyfic per il Set Mix con il prompt “Nessuna regola nessuna responsabilità” , per la diecielode per la tabella Misc Warning con il prompt “Angst” e per la 500themes_ita con il prompt ‘confessione tra gli ansiti’.
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella: MiscWarning
Tabella: Set Mix
Tabella: 500themes

Yuya gemeva in modo incontrollato sotto le spinte altrettanto frenetiche e rudi del ragazzo più piccolo, il quale lo teneva fermo per un fianco, intrappolandogli una gamba contro il proprio torace, graffiandogli una coscia, muovendosi dentro di lui con impazienza, trattenendo tra le labbra il proprio piacere.
Yuya aprì gli occhi, stringendo un braccio di Hikaru, osservandolo: era così bello in quel momento, Yuya non poteva fare a meno di volerlo osservare quando facevano sesso, mentre si abbandonava completamente al piacere e godeva, godeva in modo assoluto e Yuya si sentiva estremamente soddisfatto perché era per merito suo se Hikaru aveva quell’espressione, se Hikaru mostrava tutta la sua passionalità, accantonando quella maschera che portava ogni giorno davanti agli altri.
Yuya amava fare sesso con Hikaru, perdere il controllo e il fiato, sentendo il cuore corrergli impazzito nel petto, perché finalmente si sentiva vivo e parte di qualcosa.
Si morse un labbro, mentre sentiva la mano di Hikaru stringersi attorno alla sua erezione con più forza, portandolo verso l’apice, costringendolo a chiamarlo, a gridare il suo nome e perdersi; avrebbe voluto poter stare per sempre così con lui. Avrebbe voluto che ci fosse un domani per loro.
Mugolò quando Hikaru si sfilò d’improvviso da lui, sollevandolo per le spalle e facendolo sistemare su di sé; Yuya piegò le ginocchia, iniziando a muoversi sul corpo di Hikaru, lasciandosi guidare dal piacere sempre crescente, aggrappandosi alla sua schiena, passando le mani sulle spalle, infilandogliele tra i capelli, gettandosi irruento sulla sua bocca, mordendolo, lottando con la sua lingua in modo disperato.
Non voleva pensare a niente, voleva che il suo corpo venisse sfiancato dal piacere, non poteva permettersi di indugiare a lungo in quei pensieri, perché altrimenti avrebbe finito per credere alle sue stesse fantasie e non doveva assolutamente trasformare in realtà quell’illusione.
Tutto era cominciato per gioco e tale doveva restare. Quelli erano i patti, Hikaru gliel’aveva fatto promettere la prima volta che erano finiti a letto insieme.
“Nessuna regola, nessuna responsabilità” aveva detto Hikaru e sapeva che, più che per se stesso, lo aveva detto per lui: Yaotome era a conoscenza di come stavano le cose e sapeva anche che alla fine, quello che ci sarebbe rimasto più male, sarebbe stato il più grande.
“Se avessi voluto qualcosa di più sarei semplicemente rimasto a casa, non ti pare?” gli aveva risposto Takaki sfacciato, dimostrandogli che anche per lui quell’incontro non avrebbe mai rappresentato niente.
E così avevano continuato a vedersi saltuariamente, una volta ogni tanto, quando Hikaru aveva voglia e Yuya non si sentiva troppo in colpa a lasciare Chinen a casa da solo.
Tornò a chiudere gli occhi, quando sentì il proprio corpo al limite e chiamò il nome del compagno, venendo nella sua stretta, accasciandosi su di lui, mentre Hikaru continuava a spingere, stringendogli i fianchi e svuotandosi diversi istanti dopo dentro di lui.
Yuya si abbandonò contro il petto di Hikaru, cercando di riprendere fiato, nascondendo il capo contro il collo del più piccolo.
“Ti amo così tanto” mormorò tra gli ansiti, mordendosi subito dopo la lingua, perché quella volta non era riuscito a impedirselo, a tenerlo per sé e l’aveva detto a voce alta.
Sentì Hikaru irrigidirsi e scostarlo da sé, scivolando via dal suo corpo, lasciando che si sedesse accanto a sé.
“Hikaru…” provò a parlare.
“No” lo zittì l’altro. “No, non voglio sentire niente. Farò finta che tu non abbia detto nulla” decise, prendendo una sigaretta dal pacchetto sopra il comodino, accendendola, ma Yuya non poteva permettere che il discorso morisse così.
“Mi dispiace” iniziò a parlare, mettendosi in ginocchio sul materasso. “Mi dispiace, io ci ho provato, ho provato a trattenermi, a ripetermi che era solo sesso che tra noi non ci può essere niente, ma non ci sono riuscito tanto bene. Ti prego, non mi lasciare!” gli disse d’impulso, posandogli una mano sulla spalla.
Hikaru lo guardò, volgendo poi lo sguardo altrove, rilasciando una boccata di fumo.
“Non avrei alcun motivo per lasciarti, Yuya, noi non stiamo insieme. Tra noi non c’è niente” ribadì il concetto.
Yuya si morse un labbro, avvicinandosi ancora di più a lui e prendendogli il volto con una mano, facendolo voltare di nuovo verso di sé: lo baciò sulle labbra, convincendolo a schiuderle, esigendo un contatto più profondo al quale Hikaru si abbandonò fin troppo facilmente.
“Non puoi dirmi che non c’è niente anche dopo questo. E non dirmi che è per il sesso, perché il sesso non c’entra nulla” chiarì Yuya, posando la fronte sulla sua, ma sentendo Hikaru scostarsi.
“Se il tuo problema è questo allora smetterò di baciarti. Smetterò di guardarti in faccia. Anzi, meglio, smetterò di fare sesso con te” concluse.
“No!” Yuya lo guardò spaventato. “No, Hikaru… parliamone!”
“Non dobbiamo parlare di niente, sapevi a cosa andavi incontro, sapevi quali erano le regole. Se c’è una persona con cui devi parlare di qualcosa, quella non sono io!”
“Parlerò con Yuri, te lo prometto, sistemerò tutto e… se lo faccio potremo stare insieme!” affermò, ma a Hikaru quella soluzione non interessava, non gli interessava cosa volesse Yuya.
“No” gli rispose mesto, spegnendo la sigaretta.
“Ma Hikaru…”
“Io non voglio che tu lasci Chinen, non ti sto chiedendo questo; non voglio avere questo obbligo. Io non ti amo Yuya. È solo sesso!” ribadì.
“Non è vero! Non è possibile che sia solo questo, Hikaru! Io…” lo guardò con rabbia, mostrandogli il proprio corpo nudo,”Io porto i tuoi segni addosso, non puoi dirmi che venendo a letto con me non provi niente!”
“Io non provo niente!” ribadì serio il più piccolo, guardandolo negli occhi. “Te l’ho detto, nessuna responsabilità e tu hai detto che ti stava bene così!”
“Sì, è vero, ma questo era prima… prima che…”
“Non ci doveva essere nè un prima né un dopo, Yuya, il discorso non regge.”
“Te ne stai lavando le mani, HIkaru?”
“Non me le sono mai sporcate a dire il vero. E non provare a darmi la colpa, adesso, perché non ho intenzione di mettermi a discutere con te. È questo il bello di rapporti di questo tipo, non ci sono sentimenti che tengano. Ci vediamo, scopiamo, assecondiamo le nostre voglie, ci sfoghiamo e basta. Non è niente più di un mero istinto carnale, Yuya” esplicò, senza alcuna emozione nella voce, sembrava come un freddo nastro senza sentimenti, come se il calore che Yuya aveva percepito in tutte quelle notti fosse evaporato dal quel corpo e non riconoscesse il ragazzo che aveva davanti. Quanti altri aspetti di sé gli aveva tenuto nascosti? Quanti ne avrebbe scoperti se avesse continuato a stare insieme a lui? Sarebbero stati migliori o sarebbero stati tristi come quello.
“Non puoi dire sul serio, Hikaru, non posso credere che per tutto questo tempo tu mi abbia usato!”
“E la stessa cosa avresti dovuto fare tu con me”
“Come puoi credere davvero a quello che dici? Come puoi non sentire niente, Hikaru. Senza emozioni noi siamo… siamo solo un involucro vuoto, questa non è vita, non…” si fermò e scosse il capo, quando si accorse che le sue parole non stavano sortendo alcun effetto. Hikaru lo guardava, ma i suoi occhi erano spenti, il suo cuore arido e provò un’infinita tristezza per lui.
“Non può finire così, Hikaru…” mormorò stanco.
“Non è mai iniziata, Yuuyan” rettificò l’altro, sollevando una mano, passandogliela tra i capelli.
Yuya si stupì di quel gesto che appariva così stonato con le parole che si erano appena scambiati, ma non osò sperare niente, perché non vi era traccia di emozione alcuna sul volto di Hikaru.
“Torna a casa, Yuya, torna a casa da Chinen e non tradirlo più. Torna a casa e sii felice. Ama e lasciati amare, tu che ancora te lo meriti” gli disse e Yuya rimase colpito da quelle parole, ma non aggiunse nient’altro, perché ormai aveva capito che non c’era più nulla da fare.
Hikaru non poteva essere salvato dalla sua solitudine, per quanto lui si fosse impegnato, non ci sarebbe riuscito e non perché non ne fosse in grado, ma semplicemente perché Hikaru non voleva essere salvato.

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