[Ariyama] Stand by me

Sep 15, 2012 10:00

Titolo: Stand by me
Fandom: RPF - Hey!Say! JUMP
Personaggi: Arioka Daiki, Yamada Ryosuke
Pairing: Ariyama
Rating: nc-17
Genere: romantico, fluff, erotico
Wordcount: 2.755 fiumidiparole
Disclaimer: I personaggi non sono miei, non li conosco personalmente e quanto di seguito accaduto non vuole avere fondamento di verità. La storia è scritta senza alcuno scopo di lucro.
Warning: slash
Note: la dovevo un po’ a me stessa suppongo…


“Dai-chaaaan!”
Sentendosi chiamare, Daiki si voltò e chinò leggermente il capo, scendendo dalla macchina.
“Che cos’è tutta quella roba?” chiese, perplesso, vedendo Yamada camminare in sua direzione, un po’ affaticato a causa dell’enorme zaino che portava sulla schiena e della sacca che si trascinava dietro.
“Andiamo via per due giorni, Ryo, ti sei portato dietro tutta la casa?” rise, prendendolo in giro.
“Potresti aiutarmi invece di ridere!” si lamentò il più piccolo, affiancandosi finalmente al proprio ragazzo, posando a terra la grande borsa.
“Cosa c’è qui dentro?” domandò di nuovo Daiki, prendendogli dalle mani i manici del borsone.
“Cibo!” rispose Yamada con un sorriso.
Il più grande lo guardò veramente confuso.
“Guarda che dove andremo ci sarà da mangiare. È un po’ lontano, ma non intendo farti morire di fame. Ho prenotato in un bel posto!” gli ricordò.
Yamada annuì.
“Lo so, lo so, ma non si sa mai, metti caso che mi venga fame entro notte e non possa chiedere a nessuno di sfamarmi…” suppose, convinto delle proprie argomentazioni e Daiki gli diede dei piccoli colpetti sulla testa, sorridendo.
“Hai ragione tesoro, non ci avevo pensato!” gli disse, concordando con lui e aprendo il cofano, aiutando Ryosuke a mettere la sacca con le vivande.
“Ti ho già detto grazie, Dai-chan?” gli chiese Yamada, sedendosi al posto del passeggero, allacciando la cintura.
“Sì, almeno un miliardo di volte” rise l’altro, prendendo posto alla guida e immettendosi nella strada. “E ti ho detto che non c’è n’è bisogno, mi fa piacere passare del tempo insieme!”
“Ma sei sicuro che non vuoi neanche fare a metà? Per me non ci sono problemi!” gli assicurò per l’ennesima volta, ma il più grande scosse la testa, puntandogli un dito sulla guancia, con fare divertito.
“Anche di questo non preoccuparti, il mio è un regalo, no?” ripeté, con un sorriso, guardandolo con la coda dell’occhio.
Quell’anno il compleanno di Yamada era passato in secondo piano, poiché coincideva con una data del loro tour e non avevano avuto modo di festeggiare insieme, per lo meno non da soli, quindi Daiki aveva pensato di approfittare di quel fine settimana di calma per passare insieme al suo fidanzato un week-end in un onsen in un piccolo paesino vicino a Tokyo.
“Grazie di nuovo allora, non vedevo l’ora arrivasse oggi!” confessò Yamada, allungando un braccio e passando una mano tra i capelli di Daiki che, appena ne ebbe l’opportunità, distolse gli occhi dalla strada e si volse baciandogli il palmo, facendo sorridere il fidanzato.

*

“Waaaah!”
Non appena misero piede nella loro stanza, Yamada si guardò attorno con aria soddisfatta.
“È davvero enorme!” constatò, poggiando lo zaino all’ingresso e avvicinandosi al basso tavolino dove c’erano dei dolcetti di benvenuto ad accoglierli, mangiandone uno.
“Che buoni!” esclamò, portandosi le mani alle guance, prendendone un secondo e gattonando verso la stanza adiacente, dove vi erano sistemati dei futon, trovando dei kimono ordinatamente piegati sui cuscini .
Daiki lo seguì nei suoi spostamenti sorridendo, sedendosi in ginocchio dietro di lui, prendendolo per i fianchi, sporgendosi in avanti.
Yamada volse il viso di lato e gli sorrise.
“Dai-chan, qui è tutto perfetto, senti come sono morbidi e profumati!” disse, prendendo la cinta del kimono e tendendola al ragazzo il quale annuì, divertito dalla sua allegria.
Si risollevò e face voltare Yamada verso di sé, il quale si sedette davanti a lui, aprendo le gambe, facendo in modo che il più grande restasse tra esse e gli posò le mani sulle spalle.
“Grazie, è tutto bellissimo!” gli disse per l’ennesima volta, scivolando in avanti con il sedere verso di lui.
Daiki gli pettinò i capelli con le dita, attirandolo maggiormente verso di sé.
“Sono contento che ti piaccia!” sussurrò piano contro le sue labbra.
Yamada chinò il capo di lato, schiudendo la bocca, per accogliere quella del fidanzato, lasciandosi trasportare da quel bacio: circondò meglio il collo di Daiki, attirandolo di più contro di sé, mentre scendeva lentamente sulla schiena, stendendosi di traverso tra i due futon. Daiki si inginocchiò tra le gambe del più piccolo, lasciando scorrere le mani sopra i vestiti, spostandosi con la bocca sul viso di Yamada, vezzeggiandolo con brevi tocchi di labbra.
Ryosuke rise, posandogli le mani sulle guance per fermarlo, chinandosi per baciarlo sulle labbra un’ultima volta.
“Daiki, andiamo a fare il bagno?” gli chiese con tono suadente e il più grande annuì, risollevandosi per permettergli di alzarsi, tendendogli una mano, intrecciando le loro dita quando furono entrambi in piedi.
Yamada lo guardò divertito e Arioka si avvicinò a lui di un passo.
“Se non l’avessi capito, non intendo lasciarti andare un solo istante per tutto il tempo che saremo qui” confessò, circondandolo in vita con un braccio; Yamada lo imitò avvicinandolo a sé per le spalle, posando la fronte contro la sua.
“Ah, ma io non mi stavo lamentando! Ho intenzione di farmi viziare, è il mio regalo di compleanno, dopo tutto, no?” asserì.
Arioka rise, prendendolo meglio per i fianchi, prendendolo di peso, di modo da sollevarlo un poco da terra.
“Come se servisse come scusa per farti viziare. Io ti coccolo in continuazione!” gli ricordò, sfiorandogli le labbra con le proprie, mettendolo di nuovo giù.
Ryosuke sospirò, socchiudendo gli occhi, non potendo fare a meno di annuire; si voltò poi nel suo abbraccio, facendo in modo comunque che Daiki lo stringesse in vita e guardò i kimono.
“Quelli li mettiamo adesso o dopo?” domandò.
Daiki si scostò da lui, tendendo le vestaglie al più piccolo e chiedendogli di aspettare, mentre si spostava nel bagno e prendeva gli asciugamani.
“Prima ci rilassiamo, poi ci mettiamo comodi!” propose, prendendogli di nuovo la mano, uscendo dalla stanza.
Nell’anticamera che portava alle vasche non trovarono fortunatamente nessuno e poterono cambiarsi in tutta tranquillità, riponendo i loro vestiti e accessori negli armadietti, legandosi in vita la morbida spugna, uscendo poi nel giardino dove vi erano le fonti termali; scelsero una vasca un po’ più riparata dalle altre e un po’ più distante dallo stabilimento, venendo immediatamente investiti da una piacevole e avvolgente fonte di calore.
Daiki entrò per primo nella vasca, seguito da Yamada che si sedette di fianco a lui, abbandonando la testa all’indietro, dopo essersi fatto circondare le spalle dal braccio di Arioka usandolo come cuscino, guardandolo divertito e sorridendogli.
Daiki si sporse a dargli un bacio sulla guancia, rilassandosi a sua volta, abbandonandosi al calore dell’acqua nella quale erano immersi, in assoluto silenzio. Pigramente con le dita accarezzò la spalla di Yamada, scivolando sul collo, sentendolo sospirare e voltare il capo verso di lui, permettendogli di agire meglio, baciandolo a sua volta. Il più piccolo mosse una mano sul petto di Daiki, carezzandolo, bagnandolo con l’acqua, passando il palmo aperto sul torace e divertendosi con le dita sui capezzoli, sentendo Daiki rabbrividire. Yamada sollevò il volto, aprendo gli occhi e guardandolo, scendendo con la stessa mano verso il basso, levandogli la spugna che gli avvolgeva i fianchi, tirandola fuori dall’acqua e guardandolo maliziosamente.
“Ehi, che fai?” lo riprese il più grande, passandogli una mano sulla schiena, quando Yamada si mosse, spostandosi. “Non dovevamo rilassarci? Ti sembra il momento?” gli chiese, sospirando pesantemente, allargando le gambe inconsciamente, dando modo alla mano di Yamada di chiudersi sul proprio sesso liberamente. Ryosuke si mise in ginocchio sul fondo di pietra, salendo cavalcioni sulle gambe di Daiki, baciandolo sotto la mascella, scendendo sulla gola, mentre continuava a toccarlo in modo sensuale.
“È sempre il momento opportuno. E, poi, io mi sto rilassando, tu no?” lo provocò, risalendo alle sue labbra, passandovi la lingua, prima sull’uno, poi sull’altro, sfuggendogli quando Daiki cercava di raggiungerlo, per baciarlo veramente.
“Ryosuke, non mi provocare…” lo ammonì, prendendolo per i fianchi, lasciando andare una mano lungo la coscia, infilandola sotto l’asciugamano, scoprendo il ragazzo già eccitato.
“Mh, è troppo tardi per entrambi, penso, no?” gli rispose l’altro con tono basso, vicino all’orecchio, percorrendo la guancia con le labbra, scendendo verso il basso, lungo il petto; baciò una clavicola, scivolando con la lingua, portando via tracce d’acqua e accarezzandogli lo stomaco.
Daiki lo afferrò per la nuca, attirandolo a sé, pretendendo un bacio e stavolta Yamada non poté fare nulla per sfuggirgli; si lasciò andare a un ansimo contro la sua bocca, quando sentì un dito premere in lui per entrare e a questo seguire un secondo.
“Daiki” mormorò, stringendogli il sesso con più forza, lasciando scivolare le dita su di lui, sentendo l’altro premere e chiedergli di scendere su di lui; sorrise maliziosamente, scostandosi un po’ da lui, leccandosi le labbra.
“Rilassati, Daiki, lascia fare a me…” sussurrò piano, mentre gli prendeva una mano, facendo in modo che lo circondasse in vita e l’altra la stringeva nella propria, abbassandosi al contempo su di lui, in modo lento.
Arioka arrovesciò il capo all’indietro, sentendo le dita di Ryosuke solleticargli la nuca e infilarsi tra i capelli: lo osservò da quell’angolazione, mentre si abbassava, il viso distorto dal piacere, le guance rosse per il caldo della vasca e l’eccitazione. Dalla bocca emetteva dei piccoli mugolii di soddisfazione, scendendo su di lui, ma fermandosi quando lo sentiva quasi completamente in sé e sorrise, sfilandosi di nuovo e ripetendo gli stessi movimenti, oscillando leggermente in avanti, prima di uscire e chinarsi a baciarlo. Daiki sentiva la propria voglia aumentare ogni volta che Yamada lo prendeva e poi lo privava del proprio calore.
“Ryo” lo chiamò con tono roco, ansimando.
Il più piccolo gli asciugò il sudore dalla fronte con una mano, pettinandogli indietro i capelli, iniziando di nuovo a ridiscendere su di lui, stavolta sedendosi completamente su di lui, gemendo a sua volta di piacere. Daiki gli strinse i fianchi, accarezzandogli le cosce, baciandolo urgentemente, depredando la sua bocca in modo rude.
“Aspetta… non ho ancora finito… conduco io” lo avvisò Yamada, sorridendo, iniziando a muoversi su di lui con esasperata lentezza, sfilandosi a volte di pochi centimetri, prima di lasciarsi ricadere su di lui. Daiki lo abbracciò, assecondando i suoi movimenti, accarezzandogli la schiena e spostandosi in avanti con una mano verso la sua erezione, iniziando a massaggiarlo piano a sua volta, sentendo Yamada stringersi maggiormente a lui e i movimenti su di lui divenire irregolari, a volte affrettati, perdendo pian piano il controllo.
Daiki sollevò il volto, baciandogli la gola, passandovi la lingua lentamente, verso l’orecchio.
“Stavi dicendo, tesoro…” lo provocò lui a sua volta, accarezzandogli un fianco e succhiando la pelle del collo, lasciandogli dei segni rossi.
“Non vale, Dai-chan” lo rimproverò il più piccolo , stringendogli i capelli, attirandolo maggiormente verso di sé, muovendosi più veloce, fermato però dal ragazzo che lo prese per la vita, sfilandosi dal suo corpo, facendogli poggiare le braccia al bordo di pietra e passando dietro di lui. Yamada si appoggiò con il petto alla costruzione e inspirò profondamente, sentendo le mani di Daiki accarezzarlo e bagnarlo, divertendosi a farsi desiderare; sentiva la sua erezione premere alla base della schiena e spingersi verso di lui, ma senza prenderlo ancora. Con la bocca era tornato a baciargli il collo, mordendolo quando si avvicinava alle spalle, passando poi la lingua sui segni che gli lasciava e poi le mani.
Ryosuke cercò di mantenere un barlume di ragione, non voleva lasciarsi andare troppo, non voleva concedergli totalmente la propria resa, ma fu costretto a chiamarlo implorante quando le mani di Daiki tornarono su di lui, sul torace e tra le gambe, riprendendo ad accarezzarlo, lì dove si erano interrotte pochi istanti prima.
Arioka lo prese per i fianchi e lo fece uscire dall’acqua, posandogli poi una mano al centro della schiena, chiedendogli di piegarsi in avanti: Ryosuke obbedì, sostenendosi al limitare della vasca, sentendo Daiki spingersi di nuovo dentro di lui, allo stesso modo in cui aveva fatto lui precedentemente, ritrovandosi ad ansimare e gemere di piacere con sempre maggior trasporto. Daiki dapprima aveva deciso di ripagare il fidanzato con la stessa moneta, per portarlo lentamente all’esasperazione, fino a che non l’avesse implorato di smetterla con quella inutile tortura per entrambi, ma Yamada sembrava non averne intenzione, ansimava e gemeva, mordendosi le labbra e il suo corpo era talmente caldo e accogliente che Daiki decise che avrebbe portato avanti il proprio intento in un’altra occasione, in fondo, tempo per loro ne avevano a sufficienza in quel fine settimana.
Quindi perse ogni freno e iniziò a muoversi dentro il corpo di Ryosuke con maggiore passione, uscendo da lui e penetrandolo di nuovo con forza, stringendogli i fianchi, facendo scontrare i loro bacini, graffiandogli la pelle della schiena e le cosce quando lo teneva fermo, costringendolo ad allargare maggiormente le gambe, spingendosi più velocemente; movimenti di fianchi decisi e forti, sentì Ryosuke cercare di trattenersi, prima di assecondarlo, piegando le ginocchia e andandogli incontro con il sedere, spingendolo all’indietro.
Daiki si chinò appena sulla schiena del fidanzato, baciandolo alla base della nuca e tornando a stringere il suo sesso, muovendo il pugno su di lui, sentendolo sciogliersi nella sua presa emettendo un lungo lamento roco e continuando poi a muoversi, sfilandosi e affondando con forza, mentre Ryosuke con entrambe le braccia cercava di restare saldo sulle gambe e dopo altri affondi, anche Daiki raggiunse il piacere.
Arioka si sfilò dal corpo di Ryosuke, il quale si ritrovò tra le braccia del più grande che lo condusse nuovamente nella sorgente termale, facendogli spazio tra le proprie gambe, cullandolo, baciandogli dolcemente il volto. Non appena riprese un poco di fiato, Yamada sollevò il viso verso quello di Daiki e gli sorrise, accarezzandogli una guancia con la mano, scivolando con le nocche, prima di schiudere le labbra attendendo un bacio che non si fece aspettare.

*

“A che pensi?”
Daiki circondò la vita di Yamada, attirandolo indietro contro di sé, baciandogli il collo lasciato scoperto dal kimono blu notte che l’altro indossava. Sollevò una mano, aggiustandogli il colletto e infilando una mano sotto i lembi, carezzandogli la pelle. Yamada si abbandonò a quelle carezze, chiudendo gli occhi un istante, prima di rispondergli, continuando a guardare il cielo.
“Pensavo a noi due… pensavo a quanto sto bene e a quanto mi piacerebbe poter passare più tempo con te in questo modo” rivelò, intrecciando una mano con quella del più grande, voltandosi per guardarlo meglio in viso e sorridendogli.
“Mi spiace che non possiamo” si scusò l’altro, permettendogli di girarsi del tutto nel suo abbraccio, facendolo poggiare alla ringhiera dietro di sé.
“E perché ti scusi? Siamo entrambi impegnati e, anzi, siamo fortunati a poterci vedere tutti i giorni, anche se siamo sul luogo di lavoro” gli disse, sorridendo e sedendosi sul corrimano, attirando l’altro verso di sé: allargò le gambe, permettendogli di sistemarsi in mezzo a esse, chinando il capo per baciarlo. Daiki chiuse gli occhi, incorniciandogli il volto con le mani, accarezzandogli le guance con i pollici e muovendo le altre dita dolcemente dietro le orecchie.
Yamada mugolò soddisfatto, stringendosi maggiormente a lui e lasciandosi prendere in braccio dal più grande che lo fece stendere sui futon che aveva accostato l’uno all’altro, unendoli.
Ryosuke sorrise, permettendo a Daiki di sistemarsi su di sé, lasciandosi abbracciare e coccolare dalle mani tra i capelli e le labbra che leggere passavano su tutto il viso.
Coprì uno sbadiglio con la mano e Arioka sorrise.
“Sei stanco?”
“Un po’…” ammise il più piccolo.
“Quel bagno è stato davvero rilassante” mormorò, sorridendo, per poi baciare Daiki sulle labbra. “Dai-chan?”
“Mh?”
“Posso dormire un po’ stando abbracciato a te?” gli chiese, passandogli una mano tra i capelli e il più grande annuì, sistemandosi meglio sui futon e stringendolo a sé.
“Ti sveglio tra qualche ora, voglio portarti a cena in un bel posto!” propose, guardandolo divertito.
“Ah, non vedo l’ora, devo rimettermi per poter mangiare tante cose buone!”
“Già, potrai mangiare tutto quello che vorrai!” affermò Daiki e Ryosuke sollevò appena il capo, dubbioso.
“Mh… non mi convinci? Cosa c’è sotto? Come mai sei così permissivo?”
Daiki rise, rotolando su di lui, incastrandosi tra le gambe del più piccolo, scendendo poi verso l’orecchio.
“Perché poi avrai bisogno del mio aiuto per bruciare le calorie in eccesso!” mormorò suadente, accarezzandogli la gamba piegata da sopra la stoffa leggera della vestaglia.
“Oh!”
Yamada ridacchiò, voltandosi su un fianco e accoccolandosi meglio tra le braccia del fidanzato.
“Va bene… ma non hai certo bisogno di questi stratagemmi, sai?” gli disse, baciandogli la gola e stringendolo.
“Lo so e sai perché?” gli disse, parlando a voce bassa, sentendo Yamada respirare lentamente, in bilico sulla soglia del sonno.
“Nh” mugugnò il più piccolo, il cui tono chiedeva una risposta.
“Perché ti amo” confessò, accarezzandogli i capelli, vedendo Yamada sorridere a occhi chiusi, prima di rispondergli con il medesimo tono basso e dolce.
“Ti amo anche io.”

genere: oneshot, hey! say! jump: yamada ryosuke, fanfiction: hey! say! jump, pairing: ariyama, hey! say! jump: arioka daiki, genere: erotico, rpf, warning: slash

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