[Takachii] Di notte il verbo amare è un tempo al passato

Jun 23, 2012 23:23

Titolo: Di notte il verbo amare è un tempo al passato [Di notte - PierDavide Carone]
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggi: Takaki Yuya, Chinen Yuri, Yaotome Hikaru
Pairing: Takachii
Prompt: Cuscino
Genere: angst
Rating: R
Warning: slash
Conteggio parole: 730 fiumidiparole
Note: la storia inoltre è scritta per fillare il prompt di vogue91 Il suo odore non era ancora sparito da quel letto per la notte bianca indetta da maridichallenge.
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella: Mix Angst


Chinen era rientrato a casa dopo le prove e aveva trovato come ogni sera Yuya in cucina che disponeva le ciotole per la cena, apparecchiando la tavola.
Il più piccolo lo salutò con un cenno del capo, vedendo l’altro sorridergli.
“Bentornato a casa, Chii” lo accolse e Yuri si avvicinò a lui, tendendosi per baciarlo sulle labbra.
Quel contatto durò poco, perché Yuya era dovuto correre ai fornelli per controllare che la loro cena non si bruciasse.
“Come è andata?” gli sentì domandare, mentre Chinen si spostava in camera per cambiarsi.
“Abbastanza bene, Yuuyan” gli rispose questi, sbrigativo. “Arrivo subito” gli disse, sparendo poi nel bagno.
Una volta chiusosi la porta alle spalle, Chinen si spogliò, infilandosi sotto la doccia per eliminare ogni traccia di stanchezza dal suo corpo.
Mise la testa sotto l’acqua, abbassando il capo, lasciando che quella calda pioggia gli bagnasse il viso e mandasse via anche tutti quei pensieri che da diverso tempo gli rimbombavano nel cervello. Ovviamente, senza successo alcuno.
Restò a crogiolarsi sotto l’acqua per diversi minuti senza fare assolutamente niente, cercando di non pensare a nulla, fino a che non sentì Yuya bussare alla porta e informarlo che a breve sarebbero stati pronti per mangiare.
Chinen allora sospirò, chiudendo l’acqua e leccandosi le labbra per portare via alcune gocce; si infilò l’accappatoio e tornò nella camera da letto per vestirsi.
Ma una volta messo piede là dentro, quel senso di claustrofobia e inadeguatezza lo colse di nuovo: osservò l’arredamento della stanza, molto minimalista e sobrio, così Chinen aveva voluto che fosse, voleva che quella stanza fosse la migliore della casa, voleva che fosse il suo rifugio che, tornando a casa, sfatto dal lavoro, in essa potesse trovare ristoro e pace, magari con Yuya, magari tra le sue braccia.
Quando erano andati a vivere insieme, si era immaginato fin troppe volte e fin troppo nei dettagli come sarebbe stata la loro vita insieme, come sarebbe stato tornare a casa e cenare con qualcuno, rilassarsi sotto la doccia e poi andare a dormire in quel grande letto, stretto tra le braccia del ragazzo che amava.
E tanto più il sogno era stato idilliaco, tanto più la realtà si stava dimostrando un incubo.
Si avvicinò al letto, osservandolo con sguardo perso, sedendosi dalla sua parte del materasso, lasciando oscillare leggermente i piedi che fregavano sul tappeto.
Si portò le mani sotto le cosce e si stese poi di schiena, fissando il soffitto, un braccio piegato sulla fronte e chiuse gli occhi.
Era stanco e aveva voglia di piangere, ma non poteva permetterselo, si volse su un fianco, affondando la testa sul cuscino e ispirando a fondo, sentendo le lacrime sfuggire al suo controllo: il suo odore non era ancora sparito da quel letto.
E Yuri pensava che non sarebbe mai scomparso.
Si raggomitolò su se stesso, tirando le gambe al petto, cercando di calmarsi, ma era troppo stanco e troppo triste per fingere ancora che tutto andasse bene.
Avrebbe voluto alzarsi, avrebbe voluto calmarsi, prima di tornare da Yuya, il quale, invece, non vedendolo ancora per la cena era andato di nuovo a chiamarlo.
“Yu… Yuri!” esclamò non appena lo vide. “Yuri che hai? Stai male?” gli chiese, apprensivo, raggiungendolo sul letto. Si sedette accanto a lui, posandogli una mano sulla schiena e Chinen riuscì a calmarsi appena.
Sentì le mani di Yuya sulle spalle e sollevarlo, aiutandolo a mettersi seduto.
“Chii…” lo chiamò dolcemente, alzandogli il mento e asciugandogli il viso con la manica della maglia. “Che hai?” domandò ancora.
Chinen sospirò, scuotendo il capo e abbozzando un sorriso. “Niente… niente Yuuyan, solo… potresti abbracciarmi?” gli chiese, sollevando finalmente lo sguardo su di lui, lasciandosi stringere.
Si tese verso di lui, nascondendo il volto contro il suo collo, inspirando l’odore della sua pelle che, ancora era solo l’odore della pelle di Yuya, unito al proprio.
Non poteva dirglielo, non poteva dirgli che sapeva, che sul loro letto sentiva l’odore di un altro uomo, che sapeva che lo tradiva e che avrebbe però voluto sapere perché lo faceva. Ma non ce la fece, preferiva tacere e tenere per sé quel segreto, perché se Yuya ancora era lì con lui, se ancora lo stringeva in quel modo, allora Chinen poteva sperare, poteva sperare che prima o poi tutto quello sarebbe finito, che quella relazione clandestina sarebbe cessata e Yuya allora sarebbe stato di nuovo suo. Solo suo.

challenge: v notte bianca, fanfiction: hey! say! jump, pairing: takachii, comm: maridichallenge, hey! say! jump: takaki yuya, comm: think_angst, tabella: mix angst, rpf, hey! say! jump: chinen yuri, warning: slash

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