Titolo: Sweet as revenge
Fandom: Glee
Pair//Chara: Kurt Hummel, Sebastian Smythe
Rating: PG
Avvertimenti: Missing moments (spoiler 3x14)
Conteggio Parole: 709
Note: Scritta per il prompt "Mai" della quarta settimana del COW-T 2 di
maridichallenge! Che faticaccia completare gli edifici questa settimana! ;_;
“Ci vediamo alle Regionali, allora. Buona giornata”
Kurt alza lo sguardo verso Sebastian giusto in tempo per vederlo sogghignare un’ultima volta, girare i tacchi e andare via.
La musica bassa e rilassante del Lima Bean, in quel frangente, non fa che l’effetto contrario, e nelle sue orecchie risuona come incredibilmente fastidiosa.
“Sta tranquilla Rachel,” dice, senza pensare, senza ragionare, l’impulsività non è da Kurt Hummel, eppure adesso è lì, in piedi, pronto per scattare “ora ci parlo io con lui”
Rachel non fa in tempo ad allungare un braccio per afferrargli la mano e fermarlo da quella pazzia, ma è troppo tardi, e Kurt sta già rincorrendo Sebastian fuori dalla caffetteria.
Il sangue pompa nelle vene e gli fa battere le tempie con rabbia, con decisione. Perché Sebastian continuava a tormentare le loro vite? Perché non poteva semplicemente lasciare perdere? Perché Kurt non riusciva a smettere di pensarci?
“Ehi!” urla Kurt, approcciandolo mentre sta per entrare in macchina, e per un secondo ha un odioso flashback di quando ha rincorso David Karofsky fin dentro gli spogliatoi del McKinley.
Sa fin troppo bene com’è andata a finire quella volta, e non capisce perché è lì a correre lo stesso rischio, se non ben peggiore.
Sebastian però lo guarda subito con sfida, un sorriso vittorioso sul volto, una faccia perfettamente da schiaffi in bella mostra. E Kurt non riesce a calmarsi.
“Non ti vergogni ad essere così…bieco e meschino in tutto ciò che fai?” sibilò, fissandolo con odio.
“Che paroloni, non potevi semplicemente usare stronzo? Avresti risolto tutti i tuoi problemi e magari io avrei avuto una maggiore stima di te, Kurt” dice Sebastian, beffardo, insopportabile.
“Non ti azzardare a questionare il mio vocabolario, oltre che al mio armadio e ai miei modi di fare!” esclamò, sconcertato e con un minimo di rossore sulle guance; ha le mani fredde, rigide, tremante, i ricordi lo assalgono ma lui è lì, ed è forte.
Ora ha Blaine al suo fianco, ora è più maturo, ora non deve avere paura.
“Allora perché sei qui se non sentirti criticare da me?” chiede semplicemente, stringendosi nelle spalle “Forse ti eccita, oh, oh!” ride, portandosi una mano sul petto con falsa eccitazione “Forse ti piaccio! E’ per questo che sei qui!”
Kurt si porta una mano sul viso e chiude gli occhi.
Le stesse parole di quella volta lo invadono, la stessa cattiveria malcelata mista a paura e qualcos’altro di indefinito ma di sconvolgente.
Mai, mai, mai. Mai più come allora.
Kurt riapre gli occhi e regge il confronto, senza distogliere lo sguardo.
“E’…patetico come tu stia facendo tutto questo, lo sai Sebastian? Non hai potuto avere Blaine, l’hai ferito, hai ferito me, hai ferito tutti! E non contento continui?” sussurra, con una strana calma ritrovata.
“Mph, Blaine non mi interessa più. Non è più il mio obiettivo, tentare di schiacciarvi alle Regionali è molto più divertente” dice, con una inconfondibile punta di amarezza e rabbia “in più,” tenta ancora “vederti così fuori di testa è un premio assolutamente delizioso. Ormai so come farti arrabbiare, e cercare sempre nuovi modi per farlo è meraviglioso”
Kurt sorride un po’ più sicuro di sé “Tu non sai niente di me, Sebastian Smythe, mettitelo bene in testa” si tira un po’ indietro, come per lasciargli campo libero di fare ciò vuole “non riuscirai ad intimidirmi ulteriormente, ma questo piccolo confronto mi è servito per capire quanto tu sia piccolo. Continua pure con i tuoi piani di battaglia, muovi i soldatini e cerca di conquistare quanti più territori puoi. Alla fine saremo noi a vincere la guerra”
Sebastian fissa Kurt a bocca aperta per qualche secondo.
Avrebbe voluto deliziarlo con qualcosa di sagace, pungente, come “non esserne tanto sicuro, Betty White, comincio a vedere qualche capello grigio che spunta dalla tua tinta”, ma, per qualche strano motivo, non ne trova né la forza né la voglia.
Nel vederlo andare via con un’espressione corrugata in volto, Kurt non può che lasciarsi andare ad un sorrisino, ed ignora volutamente il tremore alle mani che aveva nascosto tanto bene per tutto il tempo.
Una calda sensazione di vittoria momentanea si irradia lungo i suoi arti e si sente molto più leggere. Mai più, si ripete con fermezza e determinazione, mai più qualcuno sarebbe riuscito a scoraggiarlo o minacciarlo.
Mentre torna dentro il Lima Bean per rassicura Rachel, Kurt ne è piacevolmente convinto e sorride.