Giugno 2011, “Passerella”
Darren non era mai stato materiale.
Non era attaccato agli oggetti -a meno che non gli ricordassero qualcosa, anche se vecchi, rotti e da buttare via-, non faceva commenti eccessivamente volgari -a meno che la situazione non lo richiedesse-, dava peso ad altre cose, ed era pronto a fare il buffone, ma solo quando le condizioni erano giuste e, soprattutto, a modo suo.
Nel momento in cui approcciava una ragazza preferiva cantarle qualcosa, parlare di lei, di ciò che faceva nella vita, piuttosto che adescarla con un banale “Che bella scollatura che hai”, no, non era proprio nelle sue corde far così.
Non che non avesse mai fatto dei commenti su una bella donna, o su come doveva essere il suo tipo ideale. Ma quando si concedeva era sempre calibrato, e dolce, tanto che i suoi amici l’avevano sempre preso in giro affettuosamente per questo. Darren per tutta risposta ci scriveva su una canzone romantica, per giunta con il sorriso sulle labbra.
Tutti i suoi ragionamenti positivi, i momenti spesi a trattenersi per non essere un maschio qualunque che fischiava come un animale al passaggio di un bel fondo schiena, la dolcezza e quant’altro, andavano semplicemente a farsi fottere quando Chris Colfer era davanti a te con dei pantaloni talmente attillati che non lasciavano proprio nulla all’immaginazione.
Quindi no, Darren non era una persona materiale, nulla era cambiato; ma al contempo stava avendo da qualche mese a quella parte un’epica crisi sessuale e spirituale, provocata proprio dallo stesso ragazzo che adesso era di poco piegato in avanti verso uno degli specchi del camerino per aggiustarsi i capelli sotto il cappello.
Era tutto così dannatamente ingiusto.
A causa del loro impegno di quel giorno -erano a Manchester, e stavano girando il video per la Fashion’s Night Out; sì, si portavano decisamente avanti con il lavoro, visto che la suddetta sarebbe stata a settembre- Darren era costretto a vedere Chris in abiti più attillati del solito. Come se comunque i suoi vestiti del tour non fossero abbastanza provocanti.
E il tutto era aggravato dal fatto che stava cominciando ad avere delle inquietanti conversazioni con il proprio cervello, durante le quali perdeva sempre.
“Sono etero, è inutile” tentava di dirsi.
“Sei idiota, ecco cosa” rispondeva lui, sagace.
“Non insultarmi!”
“Ti stai insultando da solo, è il tuo subconscio che parla, idiota” diceva ancora quella voce irritata “e sai cosa dice anche? Che non hai un’etichetta in fronte con scritto ‘etero’, perché, Dio, sarebbe terribile non credi?” continuò, sprezzante “Ma il mio amico del piano di sotto, il cuore, no, non scendere più giù idiota, mi dice che invece Chris ti piace, e tanto anche, e gliene frega molto poco se ti definisci etero”
Appunto, ne usciva totalmente sconfitto.
Darren era bravo a parole, riusciva a metterle in musica magnificamente, ma aveva sempre saputo di non avere un grande futuro come avvocato - difensore di se stesso, poi. E poi, anche se era difficile da ammettere, aveva ragione, insomma si stava dando ragione da solo. Tutto questo fissando il sedere di Chris Colfer.
Si girò appena in tempo per non incrociare il suo sguardo, e si portò una mano sul viso per strofinarlo intensamente così da mascherare il rossore in non sapeva neanche lui che cosa.
“Amico, ma come ci stai in quei pantaloni?” chiese poi Chord, con occhi spalancati.
Chris guardò giù, osservandosi le gambe “Stai insinuando che sono grasso? Non ti farò una scenata come una ragazza, ma è bello sapere che i tuoi amici pensano questo di te” scherzò, ridacchiando.
Chord batté una mano contro la schiena “Sai che non intendevo questo! E’ che sembrano…così stretti” mormorò “sono preoccupato per te”
“Sono lusingato dal tuo interesse, ma non è niente che non possa sopportare” disse Chris, accarezzandosi lievemente le gambe “sperando che non decidano di diventare blu senza il mio permesso…”
Oh beh, bastò quel semplice gesto per fare letteralmente scappare Darren dal camerino. Evitò all’ultimo secondo uno scontro diretto con Kevin -anche se ormai, visto che erano quasi alla fine di giugno, tutti erano bene o male abituati agli spintoni involontari di Darren sul palco- e uscì dalla porta in fretta e furia.
Un bel respiro e forse ce l’avrebbe fatta fino a fine giornata.
Forse.
*
“Vi voglio più aggressivi, più aggressivi! Fate sparire quelle espressioni da bambini, vi voglio accattivanti, sensuali!”
Chris fece di tutto per trattenersi dal ridere.
Nessuno di loro era abituato ad avere delle direttive del genere -forse Heather, nella sua carriera da ballerina, in qualche servizio-, e durante le riprese di Glee quasi certamente non veniva loro richiesto di essere sensuali; se lo erano, dovevano esserlo per finta, per ridicolizzare il personaggio, raramente accadeva il contrario.
Tutti ricordavano fin troppo bene la performance di Push it, e Chris in particolare quella di Animal. Combatté la voglia di arrossire fino alla punta delle orecchie, e, grazie a dei respiri profondi, tornò professionale.
Anche se era certo di non essere il solo un po’ impacciato, e divertito, da tutto ciò che li circondava o gli veniva detto. Scoccò un’occhiata a Darren, poco distante da lui, tra di loro solo Heather. Per adesso stavano scattando le foto per il giornale, nulla di estremamente complicato, ma quando il resto della crew iniziò ad approntare il set per il video, beh, le cose iniziarono a complicarsi.
Soprattutto quando furono costretti a sfilare in passerella.
E se Kevin poteva permettersi di fare qualche espressione davvero poco intelligente, Chris di certo no. Il suo Kurt interiore non glielo avrebbe mai permesso.
“Chris, Darren, Heather, voi sfilerete insieme una volta. Poi solo Darren, poi Darren e Chris insieme. Andate, ascoltate la musica, lasciatevi andare, siate naturali ma provocanti” nuove istruzioni dal regista del video, e poi furono indicate loro le postazioni dalle quali partire.
Come diavolo si fa ad essere naturali e allo stesso tempo provocanti?, sbottò Chris, dentro la propria testa. Non era di certo un esperto in queste cose, non era mai stato sensuale per qualcun altro, per la telecamera, figuriamoci per se stesso.
La prima a partire fu Heather, fortunatamente. Sapendo che avrebbe dovuto ripetere la piccolo sfilata un paio di volte, Chris si diede il tempo per concentrarsi. Anche se concentrarsi era una grande parola, visto che aveva Darren al suo fianco, che oltretutto lo stava anche guardando il quel momento.
“Nervoso?” gli chiese Chris, sorridendo; gli piaceva da morire, ed era potenzialmente arrabbiato con il mondo perché non poteva averlo, ma questo non significava che doveva essere sgarbato.
Darren rise, anche se la musica era alta, forte, e la sua voce venne parzialmente coperta “Un po’, non credi che sembrerò ridicolo laggiù?” chiese, agitando una mano verso la passerella.
“No, niente affatto” disse semplicemente, scrollando le spalle e continuando a sorridere “la parte più difficile è la mia, dovrò seguirti e ogni mossa che farò sarà peggio della tua” scherzò, arrossendo.
Darren inarcò di poco le sopracciglia, sorridendo “Stai scherzando, vero? Io penso che sarà totalmente il contrario! E-”
Ma venne interrotto dal regista che gli chiese di prepararsi e avanzare; toccava a lui finalmente. Darren inspirò aria troppo velocemente, tanto che ne fece uscire un piccolo sibilo nervoso. Alzò un pollice per far intendere che era pronto, ma prima di partire si sporse di lato, sorprendendo Chris nel parlargli direttamente contro l’orecchio).
“Cerca di non farmi sfigurare troppo, intesi?” sussurrò con voce troppo bassa e troppo calda per non fare attorcigliare lo stomaco di Chris in modo indecente.
Darren sfilò un paio di volte, mostrando lo sguardo più sensuale del proprio repertorio che conteneva una gamma molto vasta e quasi invidiabili di emozioni - anche se la maggior parte erano facce non propriamente intelligenti. Non cercò neanche di bloccare il flusso d’immagini che aveva in testa e che lo portavano a sentire improvvisamente più caldo del previsto, anche se avrebbe dovuto visto che ritraevano quasi tutte la gentile e provocante figura di Chris Colfer, alle sue spalle.
Tornò Heather, si aggiunse Chris, e sfilarono ancora una volta tutti e tre insieme; la ragazza si fermò prima per far proseguire Chris e Darren ancora di qualche passo, prima di fermarsi per far vedere il fianco come i migliori modelli da passerelle.
Quando il registra annunciò poi che era arrivato il momento che fossero solo Darren e Chris a sfilare, la canzone ripartì dall’inizio -per metterli nell’atmosfera del video, dicevano- e la voce di Lea, insieme alle loro di sottofondo, si diffuse per la sala.
“Pronto?” sussurrò la vocina acida nella testa di Darren, il quale rispose solo con un mezzo grugnito prima di ripartire.
Un piede di fronte all’altro, sguardo dritto e confidente, occhi socchiusi, lieve sorriso accattivante sulle labbra. Darren si stava comportando egregiamente, fino a quando non spuntò fuori Chris; Chris e tutto quello che portava la sua apparizione.
Fu più forte di lui, decisamente e innegabilmente più forte di lui, e non gliene importò nulla -anche se in teoria avrebbe dovuto- se quello che stava per fare sarebbe stato messo nel video ufficiale della Fashion’s Night Out.
Chris lo superò, ondeggiando i fianchi in un modo che avrebbe dovuto essere dichiarato illegale, e nel farlo si scambiò occhiate di fuoco con lui.
Non era rabbia, non era irritazione; era eccitazione allo stato puro, e chi era Darren per bloccare tutto quello?
Ricambiò lo sguardo in modo da far trapelare ogni sua più piccola emozione, e se ne avesse avuto la possibilità avrebbe urlato “Fermati, non andare avanti, vieni qui, baciami, fatti stringere, vieni qui e basta”, o avrebbe semplicemente preso Chris per la vita, attirandolo per uno dei baci più epici della storia. Ma in entrambi casi nessuno sarebbe stato particolarmente felice, forse neppure lo stesso Chris.
Quindi, Darren si limitò a dare l’ennesima occhiata al fondo schiena del suo collega -ancora, poco gli interessa se la cosa l’avrebbe vista il mondo intero- e si morse il labbro inferiore non appena la telecamera inquadrò meglio il viso di Chris, allontanandosi da lui.
Stava lentamente permettendo al proprio cuore di perdersi del tutto in quel ragazzo. Si stava facendo consumare, dalla cosa, non c’erano altri modi per definirla.
Era davvero un guaio.
Luglio 2011, “Azioni avventate”
Darren non avrebbe mai pensato di trovarsi in quella situazione ancora una volta e, per giunta, di sua spontanea volontà, a colloquio privato con Ian - che faceva le veci di Ryan, quell’ultima sera nel Glee Tour a Dublino.
Eppure, adesso era lì, mani giunte e un po’ tremanti, sorriso emozionato e una proposta alquanto particolare da fare. Anche se, in realtà, dopo essere stato buttato giù dal palco, aver perso il microfono un paio di volte e aver sbagliato le parole di qualche canzone di fronte a migliaia di persone, beh, ciò che stava per proporre sembrava nulla, ai suoi occhi.
Soprattutto perché era una cosa che ormai voleva fare da troppo tempo, che lo ossessionava, quasi; Darren era arrivato a non dormirci la notte, quando lui era famoso per dormire sempre, comunque e dovunque, quando profondamente stanco.
“Quindi, quello che vuoi chiedermi è…” iniziò.
“Posso baciare Chris?” disse Darren, sorridendo ancora un po’ di più.
“Me lo stai chiedendo dal punto di vista personale o professionale?” chiese Ian, argutamente.
“Puramente…professionale, si intende” precisò Darren, annuendo appena; sapeva di stare spudoratamente mentendo.
“Beh, certo, come potrei ostacolare una cosa del genere? Kurt e Blaine stanno insieme, e Kurt” Chris, in realtà, decisamente Chris, si corresse mentalmente Ian “le sta provando tutte per far…sciogliere Blaine quindi” annuì “un attimo, faccio chiamare Chris, così possiamo-”
“No!” esclamò Darren, portando entrambe le mani avanti “No, in realtà io vorrei mantenerlo segreto. Non vorrei…dirlo a Chris…è possibile?”
Ian aggrottò la fronte, sempre più curioso “Certo” disse “certo” ripeté, stringendo le mani tra di loro.
*
“Naya! Lea!”
Le due ragazze si girarono con sguardo incuriosito dall’eccessivo entusiasmo di Darren. Non che vedere Darren entusiasta, come un cucciolo alla sua prima passeggiata fuori, fosse uno spettacolo poi così raro, ma c’era qualcosa di diverso quella sera. Forse era eccitazione per la conclusione del tour?
“Darren, dicci” disse Naya per entrambe.
Il ragazzo strinse i pugni, saltellando sul posto. Non riusciva a trattenere la notizia, aveva avuto l’ok ufficiale, era più forte di lui.
“Bacerò Chris stasera!” sussurrò “Sul palco, durante la nostra scenetta! E’ un ottimo modo per concludere il tour no? E le fan saranno contente! Ma non ditelo a lui, per favore!”
Lea spalancò gli occhi, riuscendo solamente ad annuire, mentre Naya, al suo fianco, non fece altro che aggrottare le sopracciglia, pensierosa. Darren non diede loro il tempo che di rispondere e corse via, pronto per dirlo a chiunque incontrasse sul suo cammino.
“Sono preoccupata” mormorò Lea, stringendosi le mani e sospirando “molto preoccupata. Come la prenderà Chris?”
Naya scosse la testa “Chris saprà come reagire, è un attore, un bravissimo attore. Ma sono preoccupata anch’io” disse, continuando ad essere estremamente concentrata.
“Naya cos’hai?” chiese Lea, accorgendosene al volo.
Lei scrollò le spalle “L’annuncio di Darren mi fa venire in mente due cose. Primo, se Chris la prenderà troppo male, sarò costretta a tirare fuori la Santana che è in me per attaccare verbalmente Darren. Secondo…penso sarò comunque costretta a tirar fuori la Santana che è in me, temo”
“Cosa intendi?”
Naya sorrise in modo molto poco rassicurante, agitando una mano a mezz’aria. Doveva assolutamente andare a parlare con Heather, non voleva essere da meno di Darren.
“Lo vedrai stasera sul palco, tieni gli occhi ben aperti”
*
“Darren, cavolo, conserva un po’ di energie per lo spettacolo di stasera! E’ l’ultimo, dobbiamo trasmettere ai nostri fan tutta la grinta che-”
“Lo bacerò, Cory! Cosa c’è di meglio per risvegliare i fan?”
Cory si bloccò dall’infilarsi il primo costume di scena per la serata -mancava ancora un po’ al concerto, ma lui voleva essere pronto il prima possibile- e così fecero Mark e Chord dietro di lui. Darren era appena entrato come una furia nel camerino dei ragazzi per annunciare la notizia, e non si era fatto scrupoli a trattenersi.
“Chi…bacerai, esattamente?” mormorò Mark, guardandolo con profondo interesse; in realtà, aveva già capito di chi stava parlando il collega.
“Chris, no? Potrei baciare solo lui…sul palco, s’intende” aggiunse velocemente, ma senza perdere il sorriso “però non diteglielo, ok? Di voi mi fido”
“Era ora, amico! Non ce la facevamo più ad aspettare!” esclamò Mark, battendogli una mano sulla spalla.
“Eh?” mormorò Darren, come risvegliato all’improvviso da un bel sogno.
Chord imprecò sottovoce, portandosi una mano davanti al viso. Era così ovvio che Darren non si fosse accorto della catastrofica cotta che Chris aveva per lui, così…da Darren, si disse, scambiandosi uno sguardo rassegnato con Cory.
Certo, loro avevano solo avuto dei sospetti, poi era stato merito delle ragazze se avevano avuto conferma della cosa. Ma non spettava di certo a loro dire a Darren la verità, anzi; forse quel gesto così ignaro, quasi ingenuo, li avrebbe aiutati a sbloccare la situazione.
“Niente Darren, ignora Mark. Ama straparlare” disse Chord, prendendolo per le spalle e spingendolo fuori dal camerino “perché non lo vai a dire ad Ashley? Sono certo che avrai anche la sua approvazione”.
Darren riprese a sorridere, anche se stavolta con maggiore incertezza; incertezza che passò immediatamente con l’enorme entusiasmo dimostrato da Ashley nel ricevere la notizia. Le altre ragazze lo guardarono con fare scettico e aria visibilmente preoccupata, ma ormai lui aveva deciso.
Darren avrebbe baciato Chris davanti a tutti quella sera.
E non se ne sarebbe pentito.
*
Chris, sul palco, durante la scenetta, non mancò di sorprendere ancora una volta Darren, che non sapeva se ridere, o interromperlo subito per baciarlo.
Gli aveva scritto una poesia, una vera poesia, con le rime e tutto; beh, tecnicamente era per Blaine, da parte di Kurt, ma Darren volle illudersi per qualche secondo in più che era per lui, e non il suo personaggio.
Alle ultime battute, Darren sorrise ampiamente, non considerando il fatto che potesse sembrare un po’ troppo felice della cosa, ma stava per baciare Chris, lo stava per fare davvero, e la sua gioia era innegabile. Aspettò con ansia la consueta proposta per entrare nel Glee club, ma non la ascoltò, in realtà, e non appena lo vide seduto per terra, lo chiamò, chiedendogli di alzarsi.
Darren stava tremando, le orecchie quasi gli fischiavano, le voci, le urla, le acclamazioni degli spettatori aumentavano ancora di più la sua ansia - un’ansia buona, si intende, quella che provava ogni volta che era di fronte ad un pubblico che era lì per lui, o parzialmente per lui.
Lo sguardo ignaro ma vigile di Chris lo fece sentire quasi in colpa, e senza perdere altro tempo, gli afferrò dolcemente il viso e lo baciò. Chiuse gli occhi istintivamente nel premere le labbra contro quelle di Chris, come se quello fosse un bacio vero e non ci fossero migliaia di persone a guardarli, e il tempo prese a scorrere più lentamente.
Darren sentì la profonda sorpresa di Chris, il suo tremito, persino il suo piccolo mugugno sbalordito, mentre il calore della sua bocca si allontanava presto, troppo presto. Darren distolse velocemente lo sguardo, fissando il pubblico di fronte a loro, che ora sembrava impazzito tra le urla, e perse per un attimo di vista Chris; quando concentrò di nuovo la sua attenzione su di lui, era per terra, steso, rosso in viso, e la voce gli tremava in modo adorabile.
Darren non seppe bene con quali forze concluse la scenetta, e con quali altre si frenò dallo stendersi su di Chris per baciarlo nuovamente.
Quando scesero nel buio del sottopalco, Darren afferrò Chris per un braccio; non voleva vederlo scappare, non così, non ora che avevano pochi minuti di pausa prima di preparasi per il numero successivo.
Solo qualche altro minuto, non desiderava altro.
*
Chris, dopo l’esaltazione iniziale e l’immensa voglia di mandare tutto all’aria per baciare nuovamente Darren, provò un sentimento molto simile al profondo imbarazzo, misto ad eccitazione, vergogna, e voglia di annullarsi - magari nell’alcol.
Darren lo aveva appena baciato?
O era stato Blaine a farlo?
Chi dei due?
Quando Darren gli afferrò il braccio, impedendogli la pronta fuga che stava per mettere in atto -come diavolo aveva fatto a capirlo?-, Chris decise di essere un bravo attore ancora un altro po’; solo un altro po’. Poi avrebbe potuto concentrarsi sul concerto fino a fine spettacolo.
Dopotutto, buttarsi nel lavoro era il modo migliore che conosceva per reprimere i suoi sentimenti.
*
“S-Sei arrabbiato?” chiese Darren, con il fiato stupidamente corto per l’emozione.
Chris aggrottò la fronte, sorridendo “No! No, perché dovrei esserlo?” rispose, con voce innegabilmente tremante.
“Allora che ne pensi…di quello che ho fatto?”
“E’ stata un’ottima pensata!” esclamò Chris, riuscendo a sfilare il braccio dalla sua presa e, allo stesso tempo, a contornare il tutto con uno sorriso poco credibile.
“Ne sei certo?”
“Troppe domande, troppe domande, basta Darren, smettila!” urlava Chris, dentro di sé.
“Certissimo” rispose Chris, muovendosi sul posto con fare imbarazzato “dobbiamo andare a prepararci Darren, dobbiamo veramente andare a-”
“Dopo” disse lui, senza esitazione “dopo…possiamo parlare?”
“Troppe domande…” avrebbe voluto dire Chris.
“Certamente!” disse invece, solo per scappare da lì, il più velocemente possibile, lontano da Darren, lontano da quel palco dove si erano baciati, lontano dai suoi veri sentimenti, che avrebbe dovuto imparare a controllare mesi addietro.
E ora ne pagava le conseguenze.
Colpo su colpo.
*
Il concerto passò troppo velocemente.
Il party per festeggiare la fine del tour altrettanto, se non di più - beh, per colpa dell’alcol, quasi certamente.
E in poco meno di cinque ore, Darren e Chris si trovarono nuovamente soli, stavolta nella camera d’albergo del secondo, entrambi seduti ai piedi del letto.
“Chris, perché mi hai mentito prima?” iniziò Darren dopo svariati minuti di silenzio.
“Ma io…non ti ho mentito” rispose l’altro, forzando un sorriso estremamente teso.
“Stai continuando a farlo…”
“Ma non è vero! E poi su che cosa starei mentendo?”
Darren sospirò, girandosi verso Chris “Sei chiaramente arrabbiato con me, Chris, avanti, si vede! Non sono svampito quanto Blaine…”
“Io non ho mai detto che tu…sei svampito” borbottò Chris, arrossendo.
“Bene. E allora dimmi apertamente che sei arrabbiato con me” disse Darren, girando nuovamente il viso, stavolta per fissare intensamente il pavimento “per il bacio che ti ho dato sul palco” precisò, giusto per essere sicuro.
Chris si ammutolì, improvvisamente.
Il motivo per il quale entrambi erano lì, alle quattro del mattino, forse un po’ brilli, non poteva essere altro che quello. E faceva paura a tutti e due, ma dovevano affrontarlo in qualche modo.
Chris chiuse gli occhi, stringendosi un po’ troppo le mani prima di cominciare a parlare, sperando di non essere interrotto da niente e nessuno. Stava per aprirsi a Darren, realmente e senza mezzi termini.
“Darren io…evidentemente non riesco a mentirti” sussurrò, facendo un piccolo sorriso imbarazzato “ma non riguarda ciò che credi. Non sono arrabbiato con te…riguardo il bacio, vorrei esserlo, in realtà” Chris continuò senza notare l’espressione confusa e dispiaciuta di Darren “approfitto di questo momento, in cui ho bevuto troppa tequila e…posso essere schietto…” fece un profondo respiro; stava tremando “Darren tu hai mai pensato che io potessi provare qualcosa di diverso per te dal semplice…affetto tra colleghi o amici…?”
Darren aggrottò le sopracciglia, non sapendo bene se o cosa rispondere. Alzò la testa di scatto solo per vedere quella chinata e dispiaciuta di Chris, i suoi occhi lucidi ma ancora fieri e forti.
“Dal tuo silenzio immagino di no” disse Chris, con una piccola risata imbarazzata “ma non c’è nulla di male…non che io abbia veramente fatto qualcosa per fartene accorgere, non volevo, né lo voglio adesso. Ma le cose sono andate in questo verso e credo sia giusto dirtelo” annuì, alzando finalmente il volto per rivolgere lo sguardo verso Darren “tu mi piaci, sai? Non come collega, non come amico…come qualcosa di più, che non…avrò mai ma è quello che provo” mormorò, portandosi una mano sul viso “t-terribile, non credi? Immagino ti dia fastidio. Io…non…pretendo nulla, non voglio nulla. Quindi non preoccuparti…”
“Smettila” sussurrò Darren con tono autoritario “smettila…” ripeté, addolcendosi “non mi dà assolutamente fastidio…Chris in realtà anch’io volevo parlarti”
Chris si irrigidì, artigliando i pantaloni con fare poco lucido. Quelle poche parole di Darren ebbero la forza di terrorizzarlo; non aveva assolutamente alcuna idea di che cosa volesse dirgli Darren.
“Vedi il mio bacio…non è stato del tutto casuale”
Eppure, più avanti andavano le sue parole, si formavano in frasi concrete, più Chris iniziò a capire, e la cosa lo spaventò ancora più del semplice pensiero di un immaginario rifiuto da parte dell’altro.
“Forse solo adesso riesco a capirlo chiaramente. Già…forse solo ora posso dirlo…”
“No…” mormorò Chris, in modo impercettibile, tanto che Darren non sentì nulla e continuò a parlare, inesorabile.
“Vedi, mesi fa io…quando ancora ci conoscevamo da poco, ho notato che senza gli altri ti sentivi un po’ triste, anche se non lo davi molto a vedere, e ho deciso…di starti più vicino…come amico, almeno all’inizio”
“No, Darren, basta” disse ancora Chris, stavolta a voce più alta, ma l’altro lo ignorò volontariamente, troppo preso dalla propria confessione.
“Invece tu…Chris, tu mi-”
“Basta!” esclamò infine Chris, e stavolta Darren non poté fare a meno di sussultare, stupito.
Chris si alzò dal letto, cominciando ad andare avanti e indietro di fronte a lui, le braccia incrociate e strette al petto con forza.
“Non dirlo, ti prego…” mormorò ancora, con voce rotta.
Darren allargò le braccia, guardandolo confuso “Ma non capisco, perché? Chris io ti-”
“No! Basta…per favore, non farlo…non dirlo, io non voglio ritrovarmi con il cuore spezzato quando ti renderai conto che questa è solo una stupida fase e che non sei realmente interessato a me” disse, sfregando una mano sugli occhi per impedirsi di fare cose stupide, come per esempio piangere.
“Ma Chris” disse Darren, alzandosi a sua volta “ti prego…ragiona…”
“No” rispose, categorico “per fortuna che adesso…c’è questo mese di pausa…Darren non voglio che la mia sia una presenza opprimente, e già lo diventerà durante le riprese visto che è quasi certo che Blaine si trasferirà al McKinley…”
Darren non disse più niente e si limitò ad osservare Chris con sguardo afflitto, triste, quasi ferito. Gli sfiorò il polso scoperto, avendo un contatto diretto con la sua pelle così morbida e calda, e si lasciò andare ad una scossa elettrica di piacere che gli fece chiudere gli occhi per qualche istante.
“Darren…per favore…”
La voce di Chris lo riportò alla realtà, come uno strattone poco piacevole. Incatenò gli occhi a quelli dell’altro, come per chiedergli ancora qualche minuto per parlare, per spiegare, per stargli vicino.
“Ti prego…” disse ancora Chris, con voce roca e tremante.
Darren gli rivolse un ultimo, piccolo sorriso.
Era troppo presto o forse troppo tardi, non era sicuro di quale delle due potesse essere la risposta giusta ai propri dubbi.
Sapeva solo che non si sarebbe arreso facilmente.
Chris non era e non sarebbe mai stato una fase, per lui.
*
Luglio passò, con gli impegni che si susseguivano senza sosta, i pensieri si affollavano e volavano via con la stessa velocità.
Chris pensò diverse volte di chiamare Darren.
Darren fu spessissimo sul punto di farlo.
Nessuno dei due lo fece realmente.
*
Per Chris:
“Ciao Chris! Come vanno le riprese del film? E’ un po’ che non ci sentiamo…mi manchi”
“Mi manchi…” ripeté Darren a voce alta, rileggendo il testo un paio di volte prima di cliccare un tasto e cancellare tutto “mi manchi Chris” disse e lanciò via il cellulare.
*
Per Darren:
“Ciao Darren, come sono andati i concerti a Londra? Da quello che ho visto sul web bene…sai, in realtà volevo dirti che”
“Sono stato uno stupido e che mi manchi da morire” finì Chris ad alta voce, mordendosi le labbra nervosamente; poi cancellò tutto e mise via il cellulare.
*
Sul finire di luglio, a Darren venne comunicata con precisione la data della premiere del film del Glee Tour e, contemporaneamente, la notizia di una piccola intervista live da tenere insieme ad Ashley e Mark poco prima della premiere, lo stesso giorno.
E in quel preciso istante, Darren seppe cosa fare.
“Chris non mi crede” mormorò a sé stesso, sorridendo “allora glielo proverò. Farò una pazzia per farmi credere”
“Una pazzia?” questionò la solito vocina del suo cervello.
“Una pazzia” rispose Darren, più carico che mai.
Agosto 2011, “Conseguenze e riappacificazione”
Il cellulare di Darren squillava e squillava, incessantemente.
Aveva appena finito l’intervista in diretta con Ashley e Mark, in tre, stretti in quel divanetto bianco, virtualmente di fronte a migliaia di fan che pendevano dalle loro labbra. Quale momento migliore? Darren ne aveva -biecamente- approfittato, e, grazie al non-propriamente-casuale-supporto di Mark, si era lasciato andare a qualsiasi pensiero su Chris gli venisse in mente; sul bacio di un mese prima, sui suoi sentimenti mascherati nello scherzo, sui di lui, semplicemente. Forse, in quel modo, si sarebbe fidato, lasciandosi andare a sua volta a quei sentimenti repressi da troppo tempo, ormai.
Eppure, nel momento in cui vide il nome di Chris sullo schermo dell’iPhone, beh, rimase genuinamente sorpreso. Si aspettava di certo una reazione, ma nel corso dei giorni successivi, non così immediata. Forse, in realtà, non voleva neanche parlargli di quello. Fece scorrere il polpastrello sullo schermo, rispondendo un po’ titubante.
Ma ancora prima di poter dire pronto, la voce acuta di Chris gli stordì l’orecchio.
“Darren!” urlò, sconcertato.
“Chris…?”
“Sì, Chris, certo, Chris, chi altri?”
“Sembri furioso…” azzardò Darren; lo poteva immaginare dall’altro capo rosso, agitato, adorabile insomma.
“Sembro furioso? Sono furioso!” esclamò Chris.
“Lo sei?” chiese Darren, scettico.
“Lo sono!”
“Non ci credo. E comunque specifica il motivo per cui-”
“Perché Justin Bieber? Eh?” piagnucolò Chris, sospirando “Dimmelo ti prego…pensavi di conquistarmi con Justin Bieber? Con una sua canzone? Poi ‘Never say never’, Dio…”
Ma Darren ebbe subito l’ulteriore conferma che Chris non fosse davvero arrabbiato con lui, perché stava ridendo. Chris stava ridendo, ed era il suono più bello sulla faccia della terra. Un sorriso di proporzioni preoccupanti comparve sul viso di Darren, che, ridacchiando, continuò a parlare.
“Perché, ci sono riuscito?” azzardò, malizioso
“…no!” disse Chris, dopo svariati secondi di pausa.
“Oggi non sei molto credibile, Colfer…”
“Invece ti conviene fare uno sforzo e credermi” rimbeccò lui, ostinato.
Darren alzò un sopracciglio, anche se Chris non poteva vederlo “E se te la cantassi?”
“Non oseresti Darren…”
“Sai con chi stai parlando, o no?”
Chris fece un lungo sospiro, quasi sognante “Dio, sì, lo so, e mi…mi…”
“Ti?” incalzò Darren, speranzoso.
“Non te lo voglio dire per telefono” sussurrò Chris “e poi lo sai già…te l’ho già detto, mi pare di ricordare…”
Darren si contenne fino all’ultimo secondo per non alzarsi da lì e inventare seduta stante un particolare balletto tanto stupido quanto celebrativo del momento.
“Oh, capisco” era felice, indicibilmente felice “e io posso dirtelo, invece?”
“Ancora, non per telefono…” disse la voce insicura di Chris.
“Fortunatamente ci vediamo dopo, vero?” gli ricordò, riferendosi ovviamente alla premiere del film.
“Smettila…” mormorò Chris, mordicchiandosi le labbra, ora incredibilmente nervoso.
“Non vuoi davvero che io smetta…”
Chris, dall’altro capo, trasse un ultimo profondo respiro, pensieroso, forse rassegnato, in realtà sostanzialmente gioioso. Darren lo capì, ed ebbe solo ancora più voglia di stringerlo a sé, abbracciarlo e basta.
“Provaci…ma non impegnarti molto, ok?”
*
Il tappeto rosso era invadente come sempre.
Brulicava di telecamere, microfoni, giornalisti e flash alquanto disturbanti.
Ma a Darren non interessava molto; si era ormai abituato a quelle luci forti e i suoi occhi non rimanevano traumatizzati come all’inizio, nelle sue prime apparizioni pubbliche come membro ufficiale del cast di Glee.
In più, la sua attenzione era rivolta verso tutt’altro.
Chris non era ancora arrivato, e lui andava avanti e indietro sul tappeto rosso irrequieto, ansioso. Il fatto che alla premiere fossero presenti anche i suoi genitori, di certo, non aiutava il tutto.
Eppure, quando Chris fece il suo ingresso in scena, Darren non poté fare a meno di cancellare in automatico tutte le sue preoccupazioni. Non poteva correre verso di lui e abbracciarlo, Dio, non poteva proprio; gli occhi di quasi tutta Los Angeles -forse di gran parte dell’America e una buona parte di altri paesi nel mondo- erano su di loro e non era decisamente il caso.
Quindi, si allontanò pian piano dal tappeto rosso, raggiungendolo dov’era, un po’ nascosto da occhi indiscreti, dietro le grandi locandine del film. Chris non si era ancora accorto che lui l’aveva visto, stava salutando qualcuno, sembrava nervoso, sorrideva dolcemente ma muoveva le mani a scatti, in modo inconsueto.
Darren attese, non volendo rovinare quello che sarebbe stato il loro momento dopo più di un mese che non si vedevano, e aspettò, fino a che l’oggetto dei suoi desideri -immediati e futuri- non fu libero; colse al volo l’occasione, andando a passo spedito dietro di lui, per poi picchiettargli una spalla con due dita.
Il cuore gli batteva così forte, ormai non tentava più di controllarlo.
Quando Chris si girò fu un attimo terribilmente intenso per entrambi; i loro occhi si incatenarono e si dissero molte più cose di ciò che avrebbero potuto fare a parole. Erano semplicemente loro, non c’era niente di complicato, dopotutto.
“Io…” iniziò Chris, sommessamente “volevo…”
Ma Darren lo bloccò subito, non proprio a parole, ma con un abbraccio forte e spontaneo, che le rimpiazzò perfettamente. Rimasero stretti per qualche secondo, sperando con tutto il cuore che quel gesto non fosse catturato da nessun fotografo impiccione o malizioso, perché quello non era un semplice abbraccio tra colleghi, era qualcosa di più intimo, che solo loro potevano comprendere.
“Non dire nulla” sussurrò Darren, una volta che si lasciarono “nulla” ripeté.
“Ma…”
“Parleremo, ma non qui…non davanti a tutti. E poi abbiamo centinaia di giornalisti da accontentare” scherzò, stringendogli di sfuggita una mano.
“Allora…” mormorò Chris, sorridendo “non scappiamo più da questa cosa?”
Darren rise, genuinamente felice “No, direi di no…o almeno lo spero”
“No” assicurò Chris “non scappiamo più…” disse, poggiando la fronte contro quella di Darren per una frazione di secondo “mi sei mancato, non sai quanto”
“Credo di saperlo, invece” rispose invece Darren, socchiudendo gli occhi “ho avuto mille distrazioni, mille pensieri, eppure al centro c’eri sempre tu”
Chris schiuse le labbra, come per dire qualcosa, e invece semplicemente annaspò, annegando in un rossore piacevole e caldo.
“Adorabile” disse solamente Darren, prima di sporgersi verso il suo orecchio “vorrei tanto baciarti ora” confessò, senza un minimo di pudore - ma, in fondo, era lui, e non ci si poteva aspettare niente di meglio… “ma penso che invece ti presenterò ai miei genitori!” …o di peggio.
Chris lo guardò incredulo, ma senza perdere il sorriso accecante; entrambi erano il ritratto della felicità, in quel frangente.
“La nostra relazione è già allo stadio in cui dobbiamo conoscere i nostri genitori?” disse Chris, con il suo solito meraviglioso sarcasmo.
“Forse” rispose Darren, fin troppo felice del fatto che l’altro avesse anche solo sfiorato l’argomento ‘relazione’, riferendosi a loro due.
“Mh” mugugnò Chris, fingendosi pensieroso “credo di poter convivere con questo fardello”
“Per fortuna!” esclamò Darren, trattenendosi dal prendere Chris per mano nel tornare sul tappeto rosso.
Non era importante se non aveva ammesso ad alta voce che stessero insieme -e lo erano ormai, anche se non se lo dicevano. Perché loro, dopotutto, erano tornati a sorridere, vicini, l’uno accanto a l’altro. Ed era quello l’importante.
Settembre 2011, “Annuncio, un anno dopo”
“Sei pronto?” mormorò Darren, fissando le porte d’ingresso del McKinley, dove quella mattina dovevano girare la prima scena.
“Per dire ai nostri amici, nonché colleghi, che, non solo tu non sei propriamente etero, e in realtà sei decisamente un tre nella scala Kinsey, ma anche che io un sei pieno nella suddetta scala, e noi due stiamo insieme da un mese, e intendiamo rimanere insieme per un tempo ragionevolmente lungo nel futuro?” chiese Chris, tutto d’un fiato, stritolando la stretta attorno alla mano dell’altro.
“S-Sì…” rispose Darren, intimorito, forse un po’ turbato, dal suo compagno.
“Allora la rispose è senza ombra di dubbio no” disse Chris, ma sorrise, seppur teso “ma andrà bene, ne sono certo. Forse le ragazze mi picchieranno per non averglielo detto prima, con tutte le volte che mi sono depresso in loro presenza…”
“Depresso?!” esclamò Darren, guardandolo con occhi spalancati “Per colpa mia?”
Chris roteò gli occhi, un po’ più rilassato adesso “A volte sai essere ancora più ignaro di Blaine” mormorò, aprendo le porte delle finta scuola, seguito da Darren.
“No, davvero, Chris, parliamone!” piagnucolò lui, profondamente dispiaciuto.
“E’ storia passata” affermò, bloccandosi nel camminare, per girarsi verso l’altro e prenderlo per le spalle “Darren io sono felice con te…non sono mai stato così felice, in realtà, questo ti fa stare più tranquillo?”
“In minima parte, sì” borbottò lui, sfiorandogli le guance per poi catturargli il viso e baciarlo dolcemente.
“Bene, ora possiamo andare, abbiamo un annuncio da fare” disse Chris, intrecciando le dita con le sue.
Ripresero a camminare a passo spedito per i corridoi del McKinley, sentendo i loro passi rimbombare piacevolmente, l’uno accanto all’altro.
Ad entrambi il futuro appariva radioso, e, fortunatamente, si amavano abbastanza da non avere nessun motivo per credere il contrario.
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