Glee. Blaine/Kurt. Il me dit que je suis beau.

Aug 29, 2011 00:12

Titolo: Il me dit que je suis beau.
Fandom: Glee
Pair//Chara: Blaine Anderson/Kurt Hummel
Genere: Fluff, fluff, fluff
Rating: Verde/PG
Avvertimenti: slash?, fic con prompt
Conteggio Parole: 1079
Note: Scritta come fill per il kinkmemeitalia e la sua Sagra dei Kink :D per il prompt diflannery_flame "Giornata di shopping; A detta di Kurt, l'armadio di Blaine è costellato da capi decisamente terribili, così decide di accompagnarlo in una folle giornata di shopping sfrenato." spero ti piaccia <3 il titolo è stato gentilmente fornito da  eatintoothpaste eee l'outfit di Blaine è quella del piccolo promo uscito della S3, quindi SPOILER(?) per chi non l'ha visto :3

A Blaine non dispiaceva fare shopping con Kurt.
Era confusionario, caotico, esagerato -molto, tanto, decisamente esagerato- e stravagante.
Ma era con Kurt, quindi andava bene lo stesso.

*

-Questo?-
-No-
-E quest’altro?-

Kurt non rispose.
Si limitò ad alzare un sopracciglio con fare scettico, e il maglioncino infeltrito, finto acrilico, di un terribile verde acido, venne immediatamente rimesso nella pila di maglioncini altrettanto inguardabili. Immancabile fu lo sguardo da cane bastonato di Blaine, l’ennesimo del pomeriggio.
La prima cosa che era stata decisa nell’istante in cui avevano concordato di andare a fare shopping insieme -beh, in cui Kurt lo aveva concordato con se stesso, quando aveva aperto l’armadio di Blaine e aveva potuto deliziare, ironicamente s’intende, i propri occhi con la vista dei suoi abiti quotidiani, inutilizzabili dal primo dall’ultimo- era stata quella di evitare il GAP, ovviamente.
Kurt lo dava per scontato, ma era sempre meglio ripetere le cose due volte ad una persona la quale si perdeva almeno due volte nei tuoi occhi nel corso di una frase. Non che a Kurt non facesse piacere, ma lo shopping era una cosa sacra.
La seconda e ultima cosa, invece, era che spettava a Kurt scegliere i vestiti da provare; certo, Blaine aveva libertà di scelta e opinione -limitate- una volta in dosso i vestiti. Ma la ricerca era una cosa che era compito di Kurt, di Kurt e di nessun’altro. I brevi anni alla Dalton si erano radicati profondamente all’interno del ragazzo, e Kurt era più che certo che un giorno o l’altro l’avrebbe dovuto minacciare per togliergli definitivamente la divina, la sua giacca da completo; la quale, a opinione sua e dello stesso Blaine, gli stava divinamente, ma rosso e blu? Davvero? Per Kurt non era neanche un’opzione da considerare.

-Kurt…- mormorò Blaine, aggrappandosi alla manica della sua giacca.
Il ragazzo si girò, guardandolo con un sorriso -Sì, amore?- rispose mellifluo.
-Non chiamarmi amore a quel modo…- borbottò Blaine, imbronciandosi.
-E tu smettila di propormi capi che non entreranno mai e poi mai nel tuo armadio, amore- disse semplicemente Kurt, come se fosse la cosa più naturale del mondo; in più, concesse a Blaine un bacio, ben nascosti dietro un cappello a tesa larga che aveva appena afferrato.

Il sorriso che Blaine aveva subito dopo, sulle labbra, era qualcosa di impagabile.
Kurt lo lasciò lì, a fantasticare su quello che sarebbe potuto succedere dopo quel semplice bacio, e tornò a spulciare tra i vestiti, nei reparti fidati del Macy’s di Lima. Tra le braccia aveva già una camicia nera, a maniche corte, i bottoncini di finta madreperla, molto elegante, e un paio di pantaloni rossi che, beh, dovevano per forza esserci come capo base nel suo guarda roba.
Ma mancava ancora qualcosa, Kurt non era del tutto soddisfatto di ciò che aveva trovato, ma quella era appena la loro prima tappa all’interno del centro commerciale, avrebbero avuto tempo per rifarsi.
E proprio mentre Blaine stava per aprire di nuovo bocca -per chiedergli se magari poteva cominciare ad andare a provare i vestiti mentre lui cercava ancora-, Kurt si illuminò. Afferrò un paio di nuovi capi e li gettò tra braccia di Blaine.

-Prova questi, questi!- esclamò Kurt.
-Ah…eh…io…- balbettò Blaine, stordito dall’improvvisa eccitazione del ragazzo.
-Forza, avanti! Non vedo l’ora di vedere come ti stanno!- disse, spingendo dietro la tendina del camerino -Non sbircio tranquillo-
-Non ci sarebbe niente di male se tu sbirciassi…- sussurrò Blaine, in modo quasi inudibile.
E infatti Kurt non riuscì ad afferrarlo e rispose con un semplice -Cosa?- sporgendosi da dietro la tendina.
-Nulla, nulla. Ora mi cambio…amore- disse Blaine, facendogli il verso.
-Ehi, non chiamarmi amore a quel modo!- lo riprese Kurt, ridendo -Mi ringrazierai, credimi-

Blaine non gli credé, non sul momento, e si girò verso lo specchio, che gli mandò la sua immagine riflessa, con un’espressione alquanto scoreggiata, al momento. Si infilò i pantaloni color crema, la cintura beige, la camicia a maniche corte e quadretti dal verde scuro al verde chiaro e persino le bretelle, sempre sul verdone.
Non si sentiva interamente ridicolo, solo diverso. Non più uno studente della Dalton, o un Warbler. Solo Blaine Anderson, ragazzo di Kurt Hummel.
Quando uscì fuori, il sorriso più radiosi di sempre si aprì sul viso di Kurt, che gli prese le mani, stringendole forte.

-Che ti avevo detto? Sei bellissimo- esultò, pienamente convinto di aver fatto centro ancora prima di aver visto; lui non sbagliava mai su certe cose.
-Dici davvero?- chiese Blaine, ancora un po’ indeciso, ma con un piccolo sorrisetto sulle labbra -Davvero, davvero?-
-Mi sono mai fatto scrupoli nel dirti quando eri vestito in modo indecente?- chiese Kurt, in una domanda puramente retorica, corredata di sopracciglio scettico.
Blaine scoppiò a ridere -No, decisamente, no-
-E’ una nota sdegnata o peggio, offesa, quella che ho sentito nella tua voce?- si accertò Kurt, sporgendosi verso di lui.
-No, Kurt, lo sai che ti amo- sussurrò Blaine, suadente.
Il ragazzo si rilassò immediatamente, accarezzandogli un braccio -Non c’entra molto, ma la prendo per buona, come risposta…-
-Grazie- esclamò Blaine, schioccandogli un bacio sulla guancia, incurante di tutto e di tutti, cosa che fece felice Kurt, ma che lo fece arrossire al contempo -è per questo che sei il mio preferito tra tutti i ragazzi che ho-
Kurt fece scattare nuovamente un sopracciglio in aria; strano modo di giocarsi le parole -E ne hai molti?- indagò, con fare serio.
-…beh, uno solo a dir la verità, ma vale per mille, ed è molto, molto bello, sai?- disse Blaine, ridacchiando alla vista di Kurt quasi sollevato alla sua risposta.

Poi Kurt allungò le mani, accarezzandogli il colletto della camicia e perdendosi, come spesso gli capitava, nelle parole che Blaine gli rivolgeva. Lo adorava, lo adorava e basta, ma in tutto quello mancava qualcosa.
Kurt strinse le mani attorno al nulla all’altezza del collo dell’altro, aggrottando la fronte.

-Un papillon…- mormorò tra sé e sé.
-Un papillon?- gli fece eco Blaine.
-Ma certo, un papillon!- batté le mani, facendo schizzare lo sguardo sul volto confuso dell’altro -Manca un papillon per completare il tutto, non credi? Certo che lo credi! E lo credo anch’io, credimi. Ne ho uno io che ci starebbe benissimo, e se sei abbastanza fortunato riesco a convincere mio padre a farti restare a cena. Ora forza, provati gli altri vestiti e andiamo! Così avremo più tempo per provare altre cose, e poi riprovare tutto a casa mia-

Blaine sbatté un paio di volte le palpebre, osservando Kurt allontanarsi un po’ per telefonare a casa, come appena detto. Quando Kurt decideva una cosa era quasi certo che quella diventasse realtà; e Blaine sperava fortemente che quella volta fosse una delle più fortunate.

*

Quindi, sì, a Blaine non dispiaceva fare shopping con Kurt.
Tutt’altro.

challenge: sagra del kink, fandom: glee, pairing: blaine/kurt, what: kinkmemeitalia

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