Non Basta un Buon Finale

Nov 30, 2010 18:40

Fandom: Secret Window;
Pairing: Mort Rainey/John Shooter;
Prompt: Doppio @ Challenge!#3 di unknown_fandom ;
Rating: NC17;
Genere: Erotico;
Warning: Flash-fic, Movieverse, Sesso descrittivo, Slash;
Beta: non betata /o\ scusate, morivo dalla voglia di postarla;
Summary: Il Finale non è l’unica cosa importante e John Shooter torna da Mort per ricordarglielo.
Note: Per chi non avesse mai visto il film o letto il libro, sappia che John Shooter è la seconda personalità di Mort Rainey, quindi non stupitevi se tutto il dialogo risulta un po’ folle, perché il protagonista è psicopatico nel vero e proprio senso del termine.





DISCLAIMER: I personaggi non mi appartengono, li ha ideati Stephen King e David Koepp li ha portati sul grande schermo. Ovviamente, a nessuno salterebbe mai intesta di pagarmi per quello scrivo.

Non Basta un Buon Finale

A volte la fatica cancella tutto e non concede la possibilità di capire che
l’unico modo valido di seguire la ragione
è abbandonarsi a una corsa sfrenata sul cammino della follia.*

Il ticchettio dei tasti del computer scandisce il tempo, mentre la luce obliqua di un pomeriggio silenzioso spezza le volute di fumo della tua sigaretta. La cicca giace lì, riversa nel posacenere sopra la pila di cadaveri delle compagne, mentre tu fissi con disprezzo la pagina bianca su cui spiccano quattro frasi in croce.
«Quello lo chiama Inizio, Signor Rainey?» una voce familiare ti riscuote. John Shooter - la tu Coscienza, il tuo doppio perfetto - è accanto a te, poggiato con i fianchi contro la scrivania. Il capello nero calato sugli occhi e la parlata arrotondata del Missisipi che ti accarezza le orecchie. «L’Inizio e importante quanto il Finale, se non attrae l’attenzione del lettore allora non serve a nulla comporre una buona trama. Mi dia retta, Signor Rainey, un Inizio e una Fine buona sono tutto ciò che servono. Non gliene frega niente a nessuno se quello che sta in mezzo e noioso, basta che cominci bene e si concluda all’altezza delle aspettative».
Shooter ha fatto di tutto per attirare la tua attenzione e, da quando è comparso, ti ha risolto un sacco di problemi. Non solo il tuo divorzio - senza moglie, non c’è alcun divorzio da firmare, giusto? - ma anche la tua carriera. Da quando c’è lui, il tuo nome è tornato alla ribalta. È il tuo primo e miglior critico e non mente mai, è sempre sincero. Non sei mai solo, quando c’è il Signor Shooter, perché voi due siete una cosa sola e sei certo che lui - a differenza di quella stronza di tua moglie - non ti tradirà mai.
«Non dovremmo sistemare lo sceriffo?» bisbigli, osservando il campo di pannocchie fuori dalla finestra.
«No, pezzo d’idiota, se lui sparisse capirebbero che siamo noi i colpevoli. E poi sarebbe un peccato estirpare le pannocchie per sotterrare il cadavere, stanno venendo su così bene» risponde, recuperando la sigaretta dal posacenere.
«Già, le pannocchie…» biascichi, sfregandoti i palmi della mani sugli occhi stanchi e sbuffando per la frustrazione.
“Ho bisogno di farmi una donna, devo proprio farmi una donna” pensi, perché tutta quella tensione in qualche modo andrà pur scaricata.
E poi la bocca di Shooter è sul tuo orecchio: «Non le serve una donna, Signor Rainey» sussurra, facendoti fremere con quel suo accento dolce «Lei ha me» continua, premendo il torace contro il sedile della tua poltrona e facendo scivolare una mano lungo il tuo petto, sin dentro i tuoi pantaloni.
La mano che ti afferra l’uccello è familiare - tua? Sua? - e la stretta è perfetta, proprio come piace a te. Come le migliori seghe, all’inizio si muove lento, lasciando che il piacere salga poco a poco e ti riversa nei timpani una pioggia di sconcezze, lasciando serpeggiare la lingua sulla conchiglia. Poi il ritmo cresce, tira il tuo cazzo sempre più veloce e la tua testa crolla indietro, mentre la cicca ti sfugge dalle dita - o erano le sue dita?
«L’Inizio deve essere così, Signor Rainey, aggressivo, in modo da rendere il resto intossicante» sussurra contro la tua bocca, mentre l’orgasmo ti strappa l’ultimo briciolo di coscienza.
Quando riapri gli occhi sei di nuovo solo, con il desktop in standby e una bruciatura rotonda lasciata dalla sigaretta sul parquet.

FINE.

*La frase che fa da introduzione alla fic è tratta da “Io Uccido” di Giorgio Faletti.

Potete trovarla anche su:
EFP;
Fire&Blade;

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