Fandom:Harry Potter;
Pairing:Draco/Harry;
Rating:NC17;
Genere:Erotico, Romantico;
Warning:Post 7° libro (senza epilogo);
Beta:
Narcissa63;
Summary: -Potter… che ci fai qui?!- esclamò sorpreso.
-Io qui ci lavoro e ci abito... sei davanti al mio locale, Malfoy. Piuttosto, che ci fai tu qui- ribatté questi [...] Il biondo si guardò attorno spaesato, si trovava in una stradina poco trafficata, davanti all’ingresso di un ristorante. L’insegna recitava, in squillanti lettere scarlatte, La Forchetta Incantata ed accanto alla porta c’era una lavagnetta, coperta da un cellophan, che riportava i piatti del giorno.
Perchè una pessima giornata, accanto alla persona giusta, può diventare la migliore di una vita intera.
(Per il compleanno di
LunaM)
Questa fic è il regalo per una persona dolcissima e simpaticissima, una grande autrice ed una donna meravigliosa *__* Maki, spero che ti piaccia, io ho cercato di creare qualcosa che si avvicinasse il più possibile ai tuoi gusti e mi sono anche divertita parecchio! ^__^ Buon Compleanno, tesoro e 100 di questi giorni!!
Ringrazio come sempre, la mia indispensabile beta, Narcissa63, per il lavoro come sempre perfetto e super pignolo XD
SPOILER: Post settimo libro, non tiene conto dell’epilogo di quest’ultimo, ambientato 19anni dopo la guerra.
La Forchetta Incantata
Ho incontrato per la via
un giovane poverissimo che era innamorato.
Aveva un vecchio cappello, la giacca logora,
l'acqua gli passava attraverso le suole delle scarpe
e le stelle attraverso l'anima.*
L’aria della sera era umida e fredda ed una pioggerella fitta ed insistente infastidiva i pochi passanti. Draco Malfoy camminava a capo chino, senza ombrello, stringendosi nel cappotto e rabbrividendo intirizzito. Era stata, di sicuro, una delle peggiori giornate da che avesse memoria. Era arrivato in ritardo al lavoro e, per punizione, si era dovuto sobbarcare una mole enorme di incombenze aggiuntive, vedendosi addirittura costretto a saltare il pranzo. Come prevedibile era tornato a casa di pessimo umore, solo per trovare sulla porta una lettera di sfratto ed una volta direttosi all'abitazione di quello che considerava il suo compagno, in cerca di consolazione, lo aveva sorpreso tra le braccia di un altro. Digrignò i denti ricordando il viso stupefatto e colpevole del ragazzo che frequentava ormai da sei mesi, ancora non riusciva a crederci. Se n’era andato senza aggiungere una parola e quando Thomas lo aveva rincorso per strada si era bloccato ed, evitando addirittura di voltarsi gli aveva sibilato: -Per me non esisti più- per poi riprendere a camminare senza una meta precisa. Aveva solamente bisogno di sfogarsi e non si sarebbe di certo fermato a bere, per dimenticare un tipo del genere! Aveva troppa stima di sé per ridursi a fare una cosa simile, soprattutto per uno come lui! Ebbene sì, era furioso! Forse non era innamorato di Thom, ma l’aveva sempre trattato con rispetto ed affetto sincero, non gli aveva mai dato motivi per tradirlo, era sempre stato fedele ed accorto…bel modo di ripagarlo!
Troppo preso dai propri pensieri, con la vista offuscata dall’acqua e dai capelli fradici che avevano aderito al suo viso, non si rese conto di dove stesse mettendo i piedi, inciampò e travolse un povero passante mandandolo lungo disteso a terra, sul selciato bagnato, schiacciandolo col proprio peso.
-Mi…mi dispiace, sono mortificato- si affrettò a scusarsi, rialzando il capo ed incontrando due familiari occhi smeraldini -Potter… che ci fai qui?!- esclamò sorpreso.
-Io qui ci lavoro e ci abito... sei davanti al mio locale, Malfoy. Piuttosto, che ci fai tu qui- ribatté questi, poi lo squadrò attentamente ed aggiunse con evidente preoccupazione: -Che ti è successo? Sei bagnato come un pulcino…- e lo aiutò a rimettersi in piedi, nonostante fosse lui ad essere stato buttato giù.
Il biondo si guardò attorno spaesato, si trovava in una stradina poco trafficata, davanti all’ingresso di un ristorante. L’insegna recitava, in squillanti lettere scarlatte, La Forchetta Incantata ed accanto alla porta c’era una lavagnetta, coperta da un cellophan, che riportava i piatti del giorno.
-Stavo giusto per chiudere, però…avanti vieni dentro, tanto abito proprio qui sopra. Sei bagnato fradicio ed anch' io ho bisogno di cambiarmi- lo invitò cortesemente.
-Io, ma…è già così tardi?-mormorò incredulo, troppo frastornato dall’intera giornata, da quell’incontro a dir poco inaspettato e dalla gentilezza che il moro gli stava mostrando.
Harry lo trascinò con sé al caldo, all'interno del locale: -Non è tardissimo, ma i miei clienti sono piuttosto abitudinari ed in genere a quest’ora non c’è più nessuno- spiegò, facendogli strada fra massicci tavoli di legno, ormai sparecchiati e con le sedie posate sopra. La stanza pareva una vecchia cantina vinicola, il soffitto a volta era coperto di mattoncini così come parte delle pareti, dipinte di un caldo color crema, ed il pavimento era realizzato in cotto.
Il Grifondoro spense le luci al loro passaggio e, prima che venisse oscurata, Draco intravide anche la cucina ordinata e moderna, poi si diressero verso una scala a chiocciola posta in un angolo, che portava all’appartamento sovrastante.
-Benvenuto in casa Potter- gli annunciò con tono divertito l’ex-compagno di scuola, aprendo la porta ed invitandolo ad entrare. I muri erano simili a quelli del ristorante, ma il pavimento era in parquet ed il soffitto mostrava travi di mogano a vista. L’aria profumava di spezie e dolci, il camino scoppiettava allegramente e sopra di esso il Serpeverde notò, in bella mostra, un diploma di chef intestato ad Harry James Potter, maestro di gastronomia inglese, italiana, francese ed orientale.
Senza quasi rendersene conto si lasciò sfuggire un fischio: -Ma è tutto vero?- domandò voltandosi e rendendosi conto di essere solo.
Il Prescelto sbucò subito dopo da una stanza, con in braccio una pila di asciugamani: -Certo che sì!- assicurò piccato, offrendoglieli.
-Sai com’è, non mi pare di ricordare che tu avessi tanta dimestichezza con paioli, mestoli ed ingredienti- replicò con fare ironico il Purosangue.
-Cucino sin da quando ero bambino, ma Pozioni era tutt’altra faccenda- rivelò il moretto -Devo cambiarmi e porterò anche a te degli abiti asciutti... dovremmo avere più o meno la stessa taglia- aggiunse poi, sparendo nuovamente in quella che doveva essere la sua camera da letto.
Tornò poco dopo con indosso una camicia semi-sbottonata ed un paio di jeans larghi e sformati che gli ricadevano sui fianchi, minacciando di scivolare a terra da un momento all’altro, mostrando qualche invitante centimetro di pelle ambrata. Offrì al coetaneo un maglioncino non troppo pesante e dei pantaloni di canadese comodi e morbidi: -Puoi cambiarti in bagno od in camera mia, intanto io mi preparo qualcosa per cena. Vuoi unirti a me?- propose.
Draco stava per rifiutare, messo a disagio da tanta disponibilità, quando il suo stomaco brontolò in modo imbarazzante.
-Lo prendo come un sì- sogghignò Harry, indicandogli la porta della toilette e dirigendosi in cucina, dove poco dopo il suo ospite lo raggiunse. -Quanto sei affamato?- domandò il padrone di casa.
-Non mangio da stamattina a colazione- rispose sinceramente il biondo.
-Cosa ti è successo? Ovviamente non sei obbligato a dirmelo se non ti va, ma non è da te lasciarti andare così, sei sempre stato un tipo molto curato…- chiese pacatamente, sfaccendando fra fornelli, pentole e padelle -Che ne dici di una pasta al pesto? Vista l’ora ci vuole qualcosa di sostanzioso e non troppo pesante- domandò poi, quasi tra sé.
-Cosa offre la casa?- indagò Malfoy curioso, sentendosi stranamente a proprio agio grazie al tono amichevole ed informale dell’altro. Da quant’è che non si vedevano? Tre anni? Ed erano lì a chiacchierare come amici di vecchia data, quando in realtà non si erano mai potuti soffrire. -Ho avuto una giornata di merda, tutto qui- aggiunse poi, per rispondere alla prima domanda.
-Uno non si riduce a vagare sotto la pioggia per una brutta giornata- considerò Potter -Non trovo il forchettone, non va bene- borbottò poi, con un cipiglio troppo truce che fece sorridere il biondo.
-Non ne hai un altro?- s'informò quest'ultimo.
-Certo che sì, ma nella mia cucina deve essere tutto al suo posto…che fine ha fatto?- continuò aprendo diverse ante.
-Potty, ce l’hai davanti agli occhi- ridacchiò il Serpeverde.
Lo chef sobbalzò, ritrovandosi l’oggetto incriminato a penzolare derisoriamente dallo scolapiatti: -Tu non dovresti essere lì- decretò fulminando l’utensile con un'occhiataccia, quasi fosse animato di vita propria, strappando così uno sguardo divertito e stralunato all’altro occupante della stanza, che certamente si stava preoccupando per la sua sanità mentale. -Dicevamo…? Ah sì, cosa ti ha portato ad inzupparti come un pulcino?- si voltò rivolgendosi nuovamente a lui, incantando il forchettone perché rigirasse la pasta che aveva buttato nella pentola.
-La smetti di chiamarmi “pulcino”? Che sono un bambino smarrito od una fanciulla spaurita?- ribattè acido, evitando di rispondere.
-No, solo un ragazzo triste- replicò il cuoco con aria seria ma gentile e voce bassa e carezzevole.
Draco sussultò ed abbassò il capo, sentendosi messo a nudo da quegli intensi occhi di giada: -Al lavoro oggi è stato uno schifo, peggio del solito. Il Ministero non permette alle persone che sono state implicate nel lato oscuro della guerra di avere una vita decente e, quindi, un impiego rispettabile. Sono riuscito a trovare un posto solamente nella Londra babbana, come commesso in una bottega ortofrutticola…- raccontò, vergognandosi di sé stesso.
-E che c’è di male, scusa? Io adoro le verdure, ne utilizzo moltissime per i miei piatti e magari potrei rifornirmi da te- buttò lì il Salvatore del Mondo Magico.
-Non prendermi per il culo, Potter- sibilò l’altro.
-Non lo sto affatto facendo, non c’è niente di umiliante nel guadagnarsi da vivere onestamente, anzi ti ammiro per aver avuto la forza di ricominciare da zero. Ho dovuto farlo anch'io, quindi credimi se ti dico che capisco quanto sia dura- rispose sinceramente, muovendosi verso il frigo e prendendo un barattolo di pesto fresco.
-Come no, il grande Harry Potter…chissà mai cosa avrà dovuto affrontare, dopo la guerra!- replicò l'interlocutore, rabbioso, e con sua sorpresa vide il ragazzo in questione rabbrividire da capo a piedi.
Ci furono alcuni attimi di pesante silenzio, in cui il moro non ebbe il coraggio di girarsi, quindi sospirò: -Ho quasi pensato di cambiare nome, sai? Non ce la facevo più…da ragazzino sognavo di diventare un Auror, ma la notte ho ancora gli incubi per tutto il sangue che ho visto scorrere. Tu non hai la più pallida idea di cosa voglia dire chiamarsi Harry Potter- mormorò con la gola secca, deglutendo dolorosamente, per poi schiarirsi la voce -Ma alla fine mi sono detto che questo nome me l’avevano trasmesso i miei genitori…ed è una delle poche cose che mi resta di loro- concluse, aprendo il contenitore ermetico con uno scatto deciso del polso. Era stanco di battaglie, creature oscure e criminali…voleva solo una vita tranquilla in cui lasciarsi, per quanto possibile, il passato alle spalle.
Il Serpeverde rimase a bocca aperta dopo quella confessione, osservando il coetaneo versare il pesto in un pentolino, porlo sul fuoco e rimestarlo con un cucchiaio, in modo che non si bruciasse.
-Assaggia…- sussurrò questi, offrendo la palettina al suo ospite, tenendola davanti alla sua bocca -L’ho fatto io, stamattina- aggiunse con un sorriso, nonostante le sue iridi smeraldine fossero ancora velate di tristezza.
Il biondo schiuse le labbra, lasciandosi imboccare e mugolò deliziato quando il sapore gli esplose sulla lingua: -E’ fantastico- ammise sorpreso, facendo illuminare il giovane chef.
-Grazie- rispose il moro, assaggiando a sua volta la propria opera dal medesimo cucchiaio, con disinvoltura -Hmm…un altro pizzico di sale non guasterebbe- ponderò tra sé.
L’altro lo osservò affascinato ed anche un po’ pentito per la propria spiacevole uscita precedente, il Grifondoro era stato gentilissimo, un vero signore e lui invece si stava comportando da autentico stronzo. Una confidenza per un’altra, si disse: -Quando sono rientrato al mio appartamento ho trovato una lettera di sfratto, così mi sono diretto a casa del mio ragazzo, avevo voglia di vederlo…- sussurrò e Potter non fece una piega alla menzione della sua omosessualità, un punto per lui -…ma l’ho trovato avvinghiato ad un tizio a me sconosciuto- concluse.
-Mi dispiace- bisbigliò il moro, suonando sinceramente rammaricato -Lo amavi molto?-
Malfoy fece un cenno di diniego: -No, però stavo bene con lui, ci tenevo sul serio alla nostra relazione…- dovette ammettere.
Harry assottigliò le labbra -Che stronzo. Non ti merita- sbottò infervorato.
Il suo interlocutore replicò, con un sorriso tremulo: -Che ne sai? Magari è stata colpa mia…-
-Qualunque cosa tu possa aver fatto, non è una buona scusante per poterti mettere le corna, a meno che tu non l’abbia tradito a tua volta.Tuttavia farsi un altro per ripicca mi pare comunque una cosa squallida ed infantile ed, in ogni caso, meglio perderlo che trovarlo uno così- decretò duramente.
Draco sorrise grato, sentendosi stranamente meglio: -Quando si mangia?- chiese per distrarre il padrone di casa e riportare la conversazione su toni più leggeri.
Il cuoco consultò l’orologio: -Tra un minuto, ora la scolo- dichiarò, riprendendo ad affannarsi tra i fornelli.
Come promesso, poco dopo la pasta al pesto alla genovese venne artisticamente servita a tavola e l’ospite si ritrovò con l’acquolina in bocca... già solo il profumo era un biglietto di sola andata per il Paradiso.
-Buon appetito- augurò il Prescelto, osservandolo portarsi il primo boccone alle labbra.
-Oh mio Salazar, sei sposato?- chiese estasiato l’oggetto di tale attenzione.
-No- rispose stupito lo chef.
-Bene, perché potrei chiedere la tua mano pur di assaggiare ogni giorno una prelibatezza simile- ribattè il commensale, quasi a mo’ di minaccia.
Il moretto ridacchiò ed arrossì in un modo che Draco giudicò delizioso quanto, e forse più, della pietanza italiana: -E’ solo una pasta al pesto- si schermì.
Continuarono a mangiare in un silenzio piacevolmente intimo, poi il Serpeverde buttò là curioso: -Se non sei sposato, sarai quanto meno fidanzato-
-No, sono libero come l’aria- replicò l’altro.
-E’ la piccola Weasley?- domandò stupito.
-Felicemente sposata e realizzata sul lavoro- lo informò il Grifone.
-E nessun' altra avvenente ragazza all’orizzonte?- insistette l'invitato.
-Ragazza? Naaa….magari... ragazzo?- obiettò Potter con un pizzico di malizia, confessando candidamente le sue preferenze.
-E allora...nessun avvenente ragazzo all’orizzonte?- ribadì nuovamente il biondo, sorridendo compiaciuto.
-All’orizzonte non saprei, ma ne ho uno qui davanti, giusto adesso- ammiccò al suo indirizzo.
Draco quasi soffocò a quell’uscita: -Ci stai provando con me?- soffiò incredulo.
-Oh, io…hmm…no, voleva essere un complimento…tu, insomma hai appena chiuso una storia…io non potrei mai…- smozzicò in evidente imbarazzo -Non volevo suonare così sfacciato- mugugnò.
Malfoy ridacchiò basito: -Non potresti mai approfittarne, eh? Sei proprio un Grifondoro, Potter- scosse il capo con finta disapprovazione.
Questi scrollò le spalle e, senza aggiungere altro, cambiò argomento : -Gradisci un secondo o passiamo direttamente al dolce?- alzandosi, quindi, per ispezionare il frigo e la dispensa.
-Cosa proponi?- chiese Malfoy.
-Dunque, la casa offre: insalata di mare o bistecca alla fiorentina. Come frutta: mele caramellate o macedonia e come dessert budino alla vaniglia con sopra cioccolato fuso…a meno che tu non voglia che scenda giù al ristorante e prenda qualcosa da lì- elencò l'affascinante cuoco.
-No, no. Scherzi? Va benissimo! Cucini sempre di questi piatti? Non so da quand’è che non assaggio una cena così prelibata- ammise.
-Oggi è la giornata italiana, domani c’è quella francese e giovedì thailandese- spiegò il Grifone con semplicità -Quindi, cosa gradisce signore?- aggiunse, facendo finta di essere un pomposo cameriere in procinto di prendere la sua ordinazione.
-L’insalata di mare andrà benissimo- gli diede corda il Serpeverde con un fare altezzoso, che ricordò molto il giovane Lord dei vecchi tempi.
Il moro si sgonfiò ridacchiando e prese il contenitore ermetico che conteneva la pietanza scelta, servendola poi in due piatti puliti e riponendo quelli sporchi nel lavello: -Sai che i frutti di mare sono afrodisiaci?- sussurrò maliziosamente, aggiungendo un filo d’olio ed uno d’aceto balsamico in entrambe le porzioni -La presentazione è importante tanto quanto la preparazione, anche il piatto più gustoso non sembra invitante se confezionato nel modo sbagliato- aggiunse sommessamente, spargendo una leggera spolverata di chissà quale spezia ed ornando con essa, e con qualche fetta di limone, la vivanda.
-Ha un aspetto favoloso- concesse Draco, ammirando la propria porzione e poi lo chef, rimanendo ipnotizzato dai gesti misurati delle sue mani esperte.
Harry era decisamente cambiato, più posato, più maturo…o forse semplicemente più sereno e, del resto, anche lui si sentiva lontano anni luce dal ragazzo che era stato negli anni di Hogwarts. Aveva visto crollare tutto ciò in cui credeva, tutto ciò che gli era stato inculcato sin da bambino si era rivelato nient’altro che un mare di stupidi pregiudizi e, dopo la guerra, si era ritrovato solo. Suo padre era stato rinchiuso nuovamente ad Azkaban, sua madre esiliata all’estero e, per di più, gli erano stati tolti tutti i beni di famiglia ed ogni privilegio sociale o possibilità di riscatto. Aveva imparato sulla propria pelle cosa si provasse a dover faticare per sbarcare il lunario, cosa fosse il sudore della fronte, l’autentico valore dei soldi, il rispetto per gli altri, l’umiltà d’animo…tutte cose che il vecchio Draco Malfoy, rampollo di una delle più importanti famiglie dell’aristocrazia magica, non aveva mai conosciuto.
-Ehi…- il Prescelto sollevò il suo viso con una mano, cercando i suoi occhi d’argento -Cos’è quel faccino triste? Voglio solo sorrisi nella mia cucina…- sussurrò e l’altro sentì una ridda di fuochi d’artificio esplodere nel proprio stomaco…siamo sicuri che la gastronomia di Potter non abbia effetti collaterali? Devono essere le proprietà afrodisiache del cibo, si disse, non di certo l’intensità di quelle iridi di giada o quelle labbra piene e rosse come fragole mature.
-Ero soprappensiero, tutto qui- lo rassicurò.
L'ex compagno di scuola gli scostò una ciocca bionda dalla fronte ed abbandonò il suo volto con un' ultima carezza, prima di riprendere a mangiare. Terminato il secondo, servì le mele tagliate a spicchi e coperte di caramello caldo, decorate con profumati chiodi di garofano.
Il Purosangue scrutò la frutta con fare scettico: -Dev'essere dolcissima- valutò un po' indeciso.
-No, i chiodi di garofano e la mela verde bilanciano la corposità del caramello- spiegò l’altro -Su, fidati- aggiunse, infilzando una fettina con la propria forchetta ed offrendola all’ospite.
Questi la fissò dubbioso, poi si lasciò imboccare e masticò lentamente, socchiudendo gli occhi per il piacere: -Ritiro tutto, Potter. Sei nato per stare ai fornelli- ammise. Era davvero troppo buono.
-E non siamo ancora arrivati al dolce- si pavoneggiò un po’ il moretto -E...non pensi che potresti chiamarmi per nome?- chiese poi.
-Una volta arrivato al dessert, credo che morirò felice, Harry- sorrise Malfoy, pungendo a sua volta uno spicchio ed offrendolo al coetaneo.
-Non ti azzardare, sai che casino se passi a miglior vita dopo aver mangiato qualcosa preparato da me? Mi stroncheresti la carriera all'istante!- motteggiò lo chef, prima di accogliere tra le labbra la mela caramellata.
La lingua rosea fece capolino a catturare una goccia di nettare che sostava all’angolo della sua bocca e Draco la osservò ammaliato, deglutendo lentamente e desiderando poter raccogliere con la propria ogni traccia di caramello da quel viso. Si chiese che sapore dovesse avere quella bocca, quella pelle, se fosse gustosa come quelle pietanze o perfino di più ed imboccò nuovamente il moro, percependo la propria temperatura corporea salire esponenzialmente. -Non porti più gli occhiali- sussurrò per distrarsi, mentre Potter gli offriva una nuova porzione di frutta.
-Sto usando le lenti a contatto dato che gli occhiali, cucinando, mi si appannano troppo facilmente- chiarì, fissando i denti bianchissimi del biondino spezzare lo spicchio prima di prendere in bocca entrambi i pezzi.
-Stai molto meglio così, era un vero sacrilegio nascondere quegli occhi dietro dei fondi di bottiglia- constatò una volta inghiottito il boccone... senza rendersene conto si stavano avvicinando sempre di più.
-Non erano poi così spessi- minimizzò divertito.
Un sopracciglio sottile della Serpe partì a fare compagnia all’attaccatura dei capelli, dandogli un' espressione molto sexy: -Certo ed il Professor Vitious è alto- ironizzò.
Il Grifondoro rise apertamente, illuminando così tutta la stanza: -Riesci a prendermi per il culo perfino quando mi fai un complimento-.
Questi scrollò le spalle: -Sono bravo a fare più cose contemporaneamente- replicò con malizia.
Potter si ritrovò senza fiato per gli inevitabili sottintesi e propose -Dolce?- nel tentativo di pensare ad altro e l’invitato annuì compiaciuto. Si alzò per aprire nuovamente il frigo: -Li ho preparati questo pomeriggio per il ristorante e ne ho tenuto qualcuno per gli ospiti, c’è sempre qualche amico che si presenta all’improvviso- rivelò, servendo su due piattini da dessert dei piccoli budini alla vaniglia ed incominciando a sciogliere il cioccolato fondente da versarvi sopra. In breve l’odore sensuale del cacao invase la stanza e Malfoy lo inspirò profondamente... aveva sempre avuto un debole per quel dolce.
-Per gli aztechi, la cioccolata calda era la bevanda degli dei, sai?- narrò il Ragazzo Sopravvissuto, mescolando lentamente l'ingrediente in un pentolino, per farlo addensare, ed aggiungendo un aromatico rametto di mentuccia.
Draco annuì ed aggiunse: -E’ un eccitante- ghignando sfacciatamente e godendo la vista delle guance del moro che si arrossavano di nuovo.
-Messa così, pare che io stia facendo del mio meglio per sedurti- borbottò il cuoco.
-La cosa non mi dispiacerebbe affatto- sussurrò lascivamente l’altro, facendogli sollevare repentinamente il capo.
-Se continui a distrarmi farò bruciare la cioccolata- lo rimproverò bonariamente.
-Sarebbe un vero peccato- replicò il biondino.
Dopo un altro minuto Harry spense il fornello e versò l’infuso sul dolce, decorandolo poi con dei riccioli di cioccolato bianco ed una spolverata, appena accennata, di peperoncino.
-Merlino, tu stai davvero attentando alla mia vita- sospirò l’ospite una volta che il piatto gli fu servito: praticamente stava adorando il budino con lo sguardo.
Lo chef sorrise lusingato, invitandolo ad affondare il cucchiaino del morbido dessert e facendo lo stesso a sua volta. Mangiarono in silenzio per qualche minuto, scoccandosi di tanto in tanto delle occhiate fuggevoli ed intense. Ad un certo punto il Purosangue si sporcò una guancia con uno sbaffo di cioccolata ed, istintivamente, il moro la raccolse con un pollice che poi si portò alle labbra, sotto lo sguardo eccitato del suo commensale. Questi, di rimando, passò un dito sul bordo del piattino, raccolse altro cacao e con esso ridisegnò la bocca del compagno che si schiuse, accogliendo quella falange affusolata e leccandola con dovizia. A quel gesto Draco incatenò le sue iridi d’argento, inscurite dal desiderio, a quelle smeraldine dell’altro ed ansimò lievemente.
-Smettila di provocarmi o non rispondo più di me- sibilò Harry, saggiando gli altri polpastrelli del biondo e scendendo a disegnare con la lingua cerchi concentrici sul suo palmo e poi sul polso sottile.
Oh sì, ti prego, si stupì a pensare quest'ultimo -Senti da che pulpito…- ansò. Lo voleva, voleva quella bocca sulla propria, quella lingua intrecciata alla propria, quelle mani sul proprio corpo…e chissà da quanto! In quel momento gli sembrava di desiderarlo da sempre.
-Draco…- mormorò il Salvatore del Mondo Magico contro la sua pelle umida, togliendogli ogni freno inibitorio.
Il Serpeverde insinuò una mano tra i suoi capelli corvini e l'attirò a sé, baciandolo avidamente e, Dio sì, era anche meglio di quanto avesse osato immaginare. Aggirò il tavolo e, senza troppi complimenti, gli si accomodò sulle ginocchia, cosa che al Grifondoro non dispiacque affatto.
Continuarono a baciarsi come se non ci fosse un domani, sino a che non furono costretti a separarsi, senza fiato, ed il moro scese a succhiare la curva del suo collo. Lentamente intrufolò le mani sotto il maglione che gli aveva prestato, accarezzandogli i fianchi e la schiena liscia: -Mi piace vederti con i miei vestiti addosso, trovo sia una cosa dannatamente erotica…- soffiò nel suo orecchio, prendendone con delicatezza il lobo tra i denti.
Il compagno cercò nuovamente le sue labbra. Merlino, aveva una voce così sexy, era troppo eccitante sentirlo parlare con quel tono basso e roco. Accarezzò il suo petto nudo, attraverso la camicia semi-aperta e cominciò a liberare gli altri bottoni dalle asole, dedicandosi poi a mordicchiargli le spalle ed i capezzoli turgidi, facendolo gemere.
-Dra…Draco, aspetta…sei sicuro di…?- cercò di fermarlo il moretto.
Il biondo prese il suo viso tra le mani, impadronendosi con impeto delle sue labbra: -Mai stato così sicuro di qualcosa in vita mia- assicurò, schioccandogli un bacio a stampo, prima che l’altro gli catturasse nuovamente la bocca, colto da un’insolita frenesia.
Potter gli sfilò il pullover ed ammirò il suo torace asciutto e glabro: -Sei bello da togliere fiato…- bisbigliò, leccandogli la giugulare e scendendo sul suo petto -Hai una pelle tanto bianca e dolce da sembrare panna- aggiunse facendolo rabbrividire e dedicandosi a lasciargli un vistoso succhiotto.
Malfoy sospirò il suo nome e strusciò i fianchi contro i suoi, strappando ad entrambi un gemito. I pantaloni erano ormai divenuti un carcere doloroso e si affrettò a slacciare i jeans dell’amante, mentre questi abbassava i suoi.
-Preferisci essere...attivo o passivo?- domandò il Prescelto.
-Entrambi, se con la persona giusta- rispose sicuro il Serpeverde, baciandolo nuovamente e lasciandogli intendere che fosse proprio lui quella persona.
-E quello stronzo lo era?- non riuscì a trattenersi dal chiedere.
-Parli di Thomas?- si accertò l’altro; nell'ora appena trascorsa si era quasi dimenticato di quel traditore.
-Si chiama così l’idiota?- sbuffò il Grifone con malcelato disprezzo.
-Geloso?- il biondo inarcò un sopracciglio.
-Non puoi sapere quanto! Mi fa impazzire l’idea che quel pezzo di merda potesse averti ogni volta che voleva e, nonostante questo, abbia avuto il coraggio di…- non riuscì a terminare, perché l’amante lo baciò nuovamente.
-Non mi ha mai avuto, non sono mai riuscito a lasciarmi andare sino a quel punto, con lui- rivelò Malfoy abbracciandolo -Ti voglio, Harry- bisbigliò poi al suo orecchio, facendolo fremere.
-Anch'io…da anni, ormai- confessò l’altro, tra i suoi capelli chiarissimi.
-Cosa?! Da quando?!- esclamò stupito, scostandosi appena il tanto da incontrare nuovamente il suo sguardo.
-Al sesto anno Ron e Hermione sostenevano che fossi ossessionato da te- mormorò imbarazzato.
- E perché non me l’hai mai detto?- chiese incredulo.
-L’avresti accettato? E poi non me ne rendevo ancora conto neppure io, ritenevo mi piacesse Ginny…- si giustificò, e l’altro non poté certo biasimarlo per essersi comportato in quel modo.
- Allora credo proprio sia il caso di recuperare il tempo perso, non pensi anche tu?- ghignò lascivamente, insinuando una mano nei suoi boxer ed accarezzando il suo membro turgido.
-Assolutamente…- biascicò il rosso-oro, gettando indietro il capo quando Draco strinse saldamente il palmo, cominciando a masturbarlo con deliberata lentezza.
La Serpe non resistette alla vista della curva di quella gola così gentilmente esposta e si chinò a succhiare e graffiare con i denti il pomo d’Adamo leggermente sporgente. Il pene di Harry era grosso, decisamente sopra la media anche se non enorme, bellissimo, e lui se ne stava lì, stravaccato su quella sedia, completamente abbandonato alle sue cure…non aveva mai visto niente di più desiderabile e sensuale. Risalì con una serie di soffici bacetti sino alle sue labbra ed il Grifondoro l'attirò ancora di più a sé, facendo strusciare le loro erezioni. Malfoy le strinse entrambe tra le dita, massaggiandole con vigore e prese a spingersi contro quella del compagno, che continuava a baciarlo famelicamente. Non aveva mai provato niente di così intenso con nessun altro... aveva l’impressione che il suo intero corpo stesse bruciando ed erano ancora ai preliminari!
-Prendimi, Harry…fammi tuo…- lo supplicò con voce affannata.
-Alzati…- ordinò gentilmente questi, aiutandolo a rimettersi in piedi e liberando entrambi dal resto dei vestiti -Vogliamo andare di là?- propose abbracciandolo nuovamente, riportando le loro erezioni a contatto e facendole scivolare lentamente l’una accanto all’altra, mentre gli accarezzava le scapole, scendendo con calma sino a palpare il suo sedere sodo.
-Perché non iniziamo qui e poi continuiamo di là?- lo provocò spudoratamente il Purosangue, mordicchiando con passione la sua giugulare. Per tutta risposta Potter lo sospinse dolcemente, facendolo voltare e posare le mani sul tavolo ancora ingombro, iniziando a baciare la sua schiena, partendo dalla nuca sino alle reni, ed affondando le dita nel cacao ancora tiepido, rimasto nel tegamino, offrendogliele quindi per leccarle.
Draco le ripulì lentamente, una ad una, rabbrividendo ad ogni morso, succhiotto o bacio e divaricando maggiormente le gambe, quando l’amante gli accarezzò i glutei ed il retro delle cosce. Il cioccolato, unito al sapore tipico del moro, era qualcosa di sublime ed immaginò di spalmarlo sul suo membro invitante e prenderlo in bocca allo stesso modo. Il solo pensiero bastò a farlo gemere inconsciamente contro quelle falangi.
Il corpo di Harry aderì completamente a quello del compagno, prima di poggiare il proprio sesso contro il solco delle sue natiche e sussurrargli all’orecchio: -Dimmi cosa vuoi, piccolo…cosa vuoi che faccia?- con quella voce capace di scatenare un orgasmo immediato.
-Qualunque cosa…quello che preferisci…- biascicò lui in un ansito, una volta che le dita dell’altro lasciarono la sua bocca per migrare sul suo petto, seviziando piacevolmente i suoi capezzoli piccoli e rosei. Rovesciò la testa sulla sua spalla e s’inarcò, strusciandosi contro il suo pene durissimo, sentendolo scivolare di taglio contro la fenditura del suo fondoschiena.
-Voglio sentire il tuo sapore…che sapore hai dentro, Draco?- chiese allora il corvino, facendolo gemere oscenamente per la sola aspettativa. S’inginocchiò e gli fece scostare maggiormente le gambe, cominciando a mordere dolcemente il suo interno coscia, quindi risalì sulla curva del suo sedere, gli separò i glutei e diede una leccata viziosa lungo tutto il solco, soffiando infine sulla sua apertura esposta. Il respiro dell’amante si condensò in ansiti tremanti, mentre la sua lingua andava a lambire nuovamente il suo accesso, stuzzicandolo con un tocco appena accennato, tanto effimero da dare alla testa, per poi penetrarlo all’improvviso, facendolo gridare senza fiato.
Il Serpeverde si accasciò sul tavolo, lasciandosi scopare da quella lingua indecente, senza riuscire ad evitare di esternare il proprio apprezzamento in miagolii ed uggiolii lascivi. Quando poi il Grifondoro raccolse dell’altra crema al cacao, spalmandola al suo interno ed alternando le dita alla bocca, dimenticò ogni controllo e prese a supplicarlo senza remore.
Il sapore del biondo era qualcosa d'intossicante, assuefacente ed eccitante più di qualsiasi droga, più inebriante del migliore dei vini…il moro si ritrovò completamente conquistato, incapace di smettere e sordo a qualsiasi altra sensazione, almeno sino a che le preghiere del compagno non si fecero strada nel suo cervello ottenebrato.
-Harry, ti prego scopami…non posso…ho bisogno di…- lo sentì ansimare, la voce ridotta ad un flebile pigolio.A quel punto si mise nuovamente in piedi e sussurrò un Incantesimo Lubrificante sul proprio membro, poi accarezzò i capelli madidi di sudore dell'amante e baciò dolcemente la sua nuca, prima di cominciare a farsi lentamente strada nella sua apertura distesa.
Draco si sentì allargare e riempire da quella virilità durissima e si rilassò il più possibile, accogliendolo dentro di sé sino in fondo, andando a stimolare violentemente ogni sua terminazione nervosa ed incendiando i suoi sensi.
Potter si fermò qualche attimo, respirando pesantemente, lasciando che si abituasse a quella sensazione di pienezza a cui non era abituato, ma molto prima di quanto si sarebbe aspettato lo sentì spingersi contro di sé, in un tacito e più che esplicito invito. -Merlino, sei fantastico…- ansimò, prendendo un ritmo lento e profondo -Così stretto e…bollente…- gemette e sentì l’altro fargli eco, andando incontro ai suoi movimenti.
Malfoy percepì le mani che lo tenevano strettamente per fianchi slittare avanti, stimolandogli nuovamente i capezzoli turgidi e poi il sesso durissimo e gocciolante, sino ad allora trascurato. Oh sì, era tutto troppo bello…si sentiva così…non avrebbe saputo neppure dirlo…sereno, al sicuro, rispettato, adorato…completo. Avvertiva come il compagno stesse facendo di tutto per metterlo a suo agio, per dargli un piacere pari, o persino superiore, a quello che lui stesso gli stava regalando e nessuno, nessuno gli aveva fatto provare niente di simile, prima d'allora. -Harry, ti prego, ancora…più veloce…- si ritrovò ad incitarlo, con una voce che nemmeno riconosceva come propria, sentendosi della medesima consistenza del budino che avevano mangiato poco prima. Con stupore, però, sentì l’altro fermarsi.
-Draco, voglio vederti in viso…- biascicò, sfilandosi da lui ed aiutandolo a rimettersi in piedi -Voglio sentirti muovere sopra di me- aggiunse, lasciandosi crollare nuovamente sopra la sedia ed attirandolo a sé. Il biondo annuì e si strinse a lui con urgenza, lasciando che riprendesse nuovamente possesso del suo antro fremente ed iniziando ad ondeggiare su e giù come il moro voleva, dettando i tempi e sentendolo scivolare ancora più in profondità, sino a sbattere con forza contro il suo punto più sensibile.
-Sei bellissimo…- mormorò di nuovo il Grifondoro, cercando le sue labbra, mentre accompagnava i movimenti del suo bacino e, guidandoli, li approfondiva.
-Anche tu…- riuscì a rispondere il Serpeverde, prima di gettare indietro il capo, inarcandosi con lussuria.
Persero completamente la cognizione del tempo, agognando il piacere ed, al contempo, rifuggendolo. Desideravano entrambi che quell'amplesso rovente durasse il più a lungo possibile, che non finisse mai. Il ritmo si fece ossessivo, togliendo loro ogni altra sensazione che non fosse il corpo del partner avvinto al proprio, bruciandoli con un godimento tanto intenso da far loro dimenticare dove iniziasse il corpo dell’uno e finisse quello dell’altro.
-Andrei avanti sino a domani…- soffiò Malfoy, ormai completamente incoerente.
-Anche di più…per giorni….tutti i giorni…se mio, Draco- Il Prescelto gli morse possessivamente una spalla e prese ad alzare i fianchi, seppellendosi in lui quasi con violenza ed all’improvviso il Purosangue gridò: -Sì….sì!- e venne copiosamente, investito da un orgasmo potente quanto un tuono, trascinandolo con sé anche l’amante che, con un ultimo affondo, si abbandonò al climax riempiendolo con il proprio seme. Si accasciarono entrambi, ansanti, stravolti e persino increduli, abbracciandosi tanto forte da far male.
Malfoy non riusciva a muoversi e nemmeno desiderava farlo, Harry era ancora dentro di lui ed era una sensazione bellissima restare accoccolato così, sul suo petto. Lo sentì posare un bacio sul marchio che gli aveva lasciato sulla spalla e poi annunciare: -Ci Smaterializziamo- e poco dopo un cigolio di molle e delle soffici lenzuola li accolsero, ancora strettamente avvinti.
Rimasero a lungo sdraiati, oziando e coccolandosi pigramente su quel letto sfatto, che profumava dell’odore unico del padrone di casa. Perfino nella penombra in cui era avvolta la stanza, era facile distinguere quanto fosse disordinata, a differenza della cucina.
-Ehi…- mormorò lo chef ad un certo punto -Ti piacerebbe cambiare occupazione?- gli domandò, continuando a tracciare disegni astratti sulla sua schiena con la punta delle dita.
La Serpe sbuffò: -Non hai idea di quanto- ed appoggiò le labbra sulla sua clavicola.
-Che ne diresti di lavorare con me?- propose allora, ottenendo la sua completa attenzione -Il ragazzo che solitamente serve ai tavoli si è fratturato un braccio la scorsa settimana...sai è babbano, quindi la guarigione sarà lenta, di certo ne avrà per almeno due mesi ed io non posso restare da solo tanto a lungo. Questi ultimi giorni mi hanno dato una mano i miei amici, ma anche loro hanno altro da fare ed io devo trovare al più presto un nuovo cameriere…Se preferisci posso pagarti direttamente in galeoni ed oltre allo stipendio, che ti assicuro è di tutto rispetto, avrai anche le mance dei clienti e poi…potremo vederci tutti i giorni- l’ultima parte l'aggiunse con fin troppa esitazione -Che ne pensi?- concluse teso.
-E’ una proposta molto interessante- ammise l'ex compagno di scuola. La sola idea di non lavorare più per l’odiosa padrona dell’ortofrutta sarebbe stata sufficiente a convincerlo e poi…il suo nuovo capo sarebbe stato Harry -Mi dai qualche giorno per rifletterci?-chiese, baciandolo dolcemente sulle labbra.
-Certo, tutto il tempo che vuoi- rispose il moro entusiasta, prima di percepire la bocca dell’amante scendere sul suo collo, leccandolo maliziosamente -Che…che fai?- mormorò, reclinando il capo per dargli più accesso.
Il biondo sorrise ferino -Non si era detto di... continuare di qua?- gli ricordò, per poi mordicchiargli piano un capezzolo.
-Sì, mi pare proprio di sì- sospirò Harry, abbandonandosi completamente alle sue cure.
Li aspettava una lunga, lunga notte. La prima di una lunghissima serie.
FINE.
*La frase d’introduzione è di Victor Hugo.
I Cibi Afrodisiaci:
La mela, simbolo del peccato originale, metafora del desiderio e nutrimento perfetto, gustoso e salutare. La frutta racchiude tutti i principi fondamentali per trasformare ogni alimento in un cibo in grado di stuzzicare i sensi e predisporli al piacere
Il peperoncino: questa spezia, grazie ai suoi principi attivi, al suo sapore, al suo colore e alle sue mille qualità, e' senz'altro una delle piante più adatte a stimolare in noi il desiderio sessuale e a metterci in grado di soddisfarlo. Lucido e brillante, il sapore aggressivo, ha sicuramente in sé una' attrattiva di tipo sessuale. A questo si aggiunga la grande quantità di vitamina "E" che contiene, la vitamina della fecondità e della potenza sessuale, ed il suo colore caldo, il rosso, lo stesso colore del sangue. Insomma, pepe e peperoncino provocano la vasodilatazione nella zona lombosacrale che comprende anche gli organi genitali, tutte reazioni collegate all'eccitazione sessuale, ma anche reazioni provocate da cibi piccanti.
Bivalvi, i pesci, i crostacei: contengono zinco e fosforo.
La cioccolata: al centro dei rituali aztechi (Montezuma ne beveva una tazza prima di recarsi negli appartamenti delle donne) contiene feniletilamina, la sostanza che il cervello produce quando ci innamoriamo e che è presente anche nel formaggio.
Chiodi di garofano: è uno dei più potenti afrodisiaci naturali. È inoltre efficace per combattere la fatica mentale, come pure la perdita di memoria. Si trovano in erboristeria oppure nel reparto delle spezie dei supermercati.
Vaniglia: possiede effetti euforici e può essere consumata a volontà. Combatte l'astenia sessuale, agendo sul sistema nervoso centrale e, per mezzo del suo odore, agisce indirettamente come stimolante sessuale.
Potete trovarla su:
Nocturn Alley EFP