Calendario dell'Avvento: 22, 23 e 24 dicembre

Dec 22, 2009 22:35

Continua il Calendario dell'Avvento di michiru-kaiou7
Le storie dal 1° al 21 dicembre sono qui!


Titolo: A precious gift
Fandom: You're my loveprize in Viewfinder
Personaggi: Akihito Takaba
Prompt: “Ridursi all'ultimo momento con i regali” + 10. Borsa per la Criticombola
Contaparole: 907
Note: Alla data di oggi, 55.000 yen sono circa 420 €. Non beta, no party!

Akihito Takaba aveva deciso che quel Natale non si sarebbe ridotto all’ultimo minuto per fare i regali, perciò appena riscosse lo stipendio di novembre, andò al centro commerciale più vicino a casa sua e acquistò dei pensieri per i suoi amici e i suoi genitori. Girovagando spensierato tra le vetrine, senza la calca a togliergli il respiro, o l’ansia di non trovare ciò che cercava, si sentiva estremamente soddisfatto di sé stesso. Il suo sguardo si soffermò davanti ad un negozio in particolare, vendeva pelletteria: un luogo dove di norma lui non poteva entrare neanche in sogno, ma lo aveva colpito una borsa in pelle scura, porta notebook: un oggetto di gran classe e molto comodo, per viaggiatori abituali o manager, come gli spiegò una commessa molto simpatica. L’immagine di Asami con la borsa di pelle tra le mani gli apparve nitida nella mente e così decise che l’avrebbe regalata al maniaco per Natale.
- Quanto costa? - chiese euforico.
- Non molto - rispose cortese la ragazza - Appena 55.000 yen!
55.000 yen? Akihito cercò di evitare di svenire sul posto e mantenne un certo contegno, come se quella cifra, che di norma guadagnava dopo giorni e giorni di duro lavoro, fosse una bazzecola.
- Capisco… Magari ripasserò…-
- Sotto Natale faremo un’offerta promozionale, ma non lo dica in giro - gli confidò la venditrice - Metteremo alcuni articoli al 15%!
Akihito fece un sorriso forzato ed uscì, però, una volta tornato a casa, prese a fare un po’ di conti: se si organizzava il lavoro per il mese di dicembre poteva sperare di farcela: con lo sconto la borsa sarebbe costata solo 46.750 yen, se non mangiava e lavorava come un somaro, poteva farcela; aveva due servizi fotografici per matrimoni e una festa aziendale già fissati, in più c’erano i reportage da freelance e poteva accaparrarsi qualche altro lavoro nel corso del mese: valutò che per il 20 dicembre avrebbe avuto la cifra necessaria. Il 20 dicembre era a ridosso del Natale, ma quello di Asami era anche l’unico regalo che gli rimaneva da fare: sì, ce l’avrebbe fatta!

Akihito Takaba lavorò duramente per tutto la prima metà del mese di dicembre, fece anche qualche lavoro extra, come aiutare per un trasloco, ogni giorno teneva il conto dei suoi progressi finanziari e di tanto in tanto passava davanti al negozio per vedere se la borsa era ancora invenduta; il 16 dicembre accadde, però, un imprevisto: si buscò un terribile raffreddore, a causa di un servizio fotografico all’aperto; con la febbre a 38° e un mal di testa da manuale, dovette rinunciare al servizio per il secondo matrimonio, ovvero ad una cospicua ed essenziale entrata.
La mattina del 20 dicembre, Akihito fissò mesto il suo estratto conto, era sotto di un bel po’, l’idea di regalare ad Asami la borsa di pelle stava sfumando miseramente, a meno di un miracolo… O di un lavoro che gli facesse guadagnare bene e in fretta, ma a parte prostituirsi (cosa per cui Asami sarebbe stato capace di fargli fare una brutta fine) non gli venne in mente altro.
I successivi quattro giorni passarono in fretta, tra i lavoro e i postumi del raffreddore, e, con un senso di sconfitta nel cuore, la mattina del 24 dicembre Takaba sbarrò la data sul calendario. Si era tenuto il pomeriggio libero per vedersi con gli amici per fare un po’ di baldoria insieme, uscì in anticipo e decise di fare una capatina davanti alla vetrina del negozio di pelletteria: la borsa di pelle nera era ancora lì, bellissima ed elegante, ma il cartellino del prezzo in offerta lo colpì allo stomaco come un pugno: terribilmente e tragicamente sopra budget. In più, ma gli venne in mente solo in quel momento, non aveva comprato nient’altro ad Asami, mentre quello di sicuro si sarebbe presentato con qualche regalo costoso. Le lancette del grande orologio analogico che pendeva dal soffitto del centro commerciale battevano le ore 18.00: i negozi avrebbero chiuso tra circa un’ora. Iniziò a girare in modo spasmodico tra la folla, soffocando per il caldo nei negozi più affollati e imprecando, lì perché non trovava la taglia giusta, altrove perché la sciarpa del colore che gli piaceva era esaurita. Alla fine Akihito stava per uscire da quell’inferno del consumismo esausto e, soprattutto, a mani vuoto: non c’era nulla che potesse andar bene per Asami, a parte la dannata borsa. Passò a testa bassa davanti al negozio di pelletteria, che già stavano chiudendo, ma la graziosa commessa della volta precedente lo riconobbe e lo chiamò.
- Ma tu non sei il ragazzo che voleva tanto la borsa di pelle nera? Sei passato qui non so quante volte questo mese!
Akihito sorrise imbarazzato - Sì, è vero, ma alla fine non ce l’ho fatta a mettere da parte i soldi.
- È per una persona speciale, vero?- Akihito arrossì fino alla punta dei capelli - Il negozio chiuderà a fine mese, per via della crisi economica, così stiamo facendo forti sconti… Senza dirlo al padrone, se mi dici quanto puoi spendere, ti do lo stesso la borsa!- aggiunse la ragazza facendo l’occhiolino.
Il volto di Takaba s’illuminò in un sorriso raggiante e seguì la commessa nel negozio, questa incartò con cura la borsa e mise un bel fiocco rosso sopra.
- Buon Natale!- aggiunse consegnandoli il pacco.
- Sì, buon Natale anche a te! - il ragazzo uscì dal negozio fischiettando e si recò all’appuntamento con i suoi amici, Asami lo avrebbe visto la notte.


Titolo: Canto di Natale per Sirius Black
Fandom: Harry Potter
Personaggi: Sirius/Remus + Teddy (citati Severus, Silente, i Potter)
Prompt: “Favole in attesa della mezzanotte”
Contaparole: 1945
Note: questa ff è uno spinoff non autorizzato dell’universo alternativo creato da zia-chu dove Remus e Sirius sono una coppia felice (sì, Sirius è magicamente vivo) e crescono con amore il piccolo Teddy (Tonks è solo una meteora, necessaria al fine della filiazione… Fangirl power!). Non betata, possibile (anzi molto probabile) OOC.

Dopo la lauta cena, lo squisito pudding e un bicchierino di cherry per scaldarsi un po’, Remus, Sirius e Teddy si accomodarono sul divano, davanti al camino acceso, dove tre calze rosse appese attendevano di essere riempite: era la Vigilia di Natale.
- Teddy, che favola vuoi leggere stasera?- gli chiese il padre.
- Uhmmm… non lo so, una bella!- rispose il bambino.
- “Canto di Natale” mi sembra adatta alla serata - decretò Remus avvicinandosi alla libreria alla ricerca del libro.
- Conosco questa storia- disse ad un tratto Sirius. Remus lo fissò perplesso: quando mai Sirius Black aveva letto un libro, per giunta di uno scrittore babbano?
- La conosci?
- Certo - annuì quello convinto - Me la raccontò James, una volta.
Remus si domandò cosa mai gli avesse davvero raccontato James Potter e cosa potesse ricordare Black a distanza di tanti anni, ma visto che l’uomo era decisamente euforico, estrasse il libro dallo scaffale e vi soffiò via un po’ di polvere.
- Quello non serve - disse perentorio Sirius - Ti ho detto che conosco questa storia, la posso raccontare a memoria.
- Non credo…- azzardò ansioso Lupin, ma Teddy si era già accoccolato sulle gambe di Sirius e aspettava trepidante che questi iniziasse a raccontare.

“C’era una volta un uomo ricco, ricchissimo, ma tanto avaro di nome Sirius Black…”

- Come te?- chiese sorpreso Teddy, trasformando i suoi capelli in un verde acceso.
- Scrooge- lo corresse Remus.
Sirius sorrise ad entrambi enigmatico - Ricordo benissimo che James disse Sirius Black!
Lupin scosse la testa, temendo che la favola della buonanotte diventasse un pretesto per far casino, ma Teddy applaudì convinto.

“Il signor Sirius Black aveva perso lo spirito del Natale, preso com’era ad accumulare soldi, anzi odiava il Natale e odiava tutti quelli che lo festeggiavano. Così la Vigilia di Natale se ne tornò a casa sua solo, mangiò un brodino e se ne andò a letto.”

- Che tristezza!- commentò il bambino, mentre i suoi boccoli diventavano grigio topo.

“Infatti, il signor Black era un uomo triste e solo, ma non voleva ammetterlo nemmeno con sé stesso. Ad un tratto sentì dei rumori di catene provenire dal salotto, si alzò temendo che dei ladri fossero entrati in casa, ma invece dei ladri, trovò il fantasma di un suo compagno di scuola, un tipaccio di Serpeverde, che stava sempre da solo e non pensava che a studiare e far pozioni…
- Severus Piton, che ci fa il tuo fantasma nel mio salotto?- disse Sirius, ridendo della triste sorte del suo ex compagno. Il fantasma era più pallido e smunto di quanto non fosse stato in vita, portava delle pesanti catene alle mani e ai piedi e lo fissava con cattiveria.
- Sono venuto a mostrarti la tua fine, Sirius Black - ghignò il fantasma agitando le catene - Ecco cosa succede ai solitari che chiudono il cuore all’amore e agli affetti più cari.
- Tsk!- Black fece spallucce dell’ammonimento
- Verranno tre spiriti questa notte a farti visita, tre spiriti per salvarti, Black…
- Davvero?- domandò scettico l’avaro.
- Quel che ti dovevo dire, te l’ho detto - concluse sprezzante Severus Piton - Io non credo che un idiota come te possa capire in tempo l’importanza del Natale, ad ogni modo, ricorda, Black, sono catene pesanti quelle che dovrai portare se stanotte non darai retta ai tre spiriti del Natale- detto ciò, il fantasma volò via attraverso la finestra, Sirius si fece una bella risata delle sue parole e tornò a dormire.
Un’ora dopo, fu svegliato da un rumore proveniente dalla cucina, scese dal letto e corse a vedere: suo fratello Regulus stava mangiando il resto della sua cena.
- Regulus Black giù le mani dalla mia cena!- sbraitò puntandogli la bacchetta contro, lanciò un Incarcerus, per legare il fratello, ma non ebbe effetto.
- Risparmia fiato ed energie, Sirius - lo salutò Regulus, o meglio la versione fluttuante, eterea e bambina di Regulus Black - Io sono lo spirito dei Natali passati e, mio malgrado, devo mostrarti cosa pensavi del Natale quando eri bambino.
- Va al diavolo, Reg!- Sirius tentò uno Schiantesimo, ma non ebbe successo, e, senza capire come, si ritrovò nel salotto di casa sua, davanti all’albero genealogico di casa Black, in mezzo alla confusione di un tipico Cenone con tutta la famiglia al completo. Vide sé stesso undicenne, suo fratello, le cugine, gli zii, sua madre e suo padre: c’era chi mangiava il pudding, chi beveva Burrobirra, chi scartava Cioccorane che poi saltavano ovunque. Si respirava un’aria serena, di festa.
- Eravamo felici…- disse Sirius - Non mi ricordavo di esser mai stato felice a Grimmauld Place.
- È stato tanto tempo fa - sospirò Regulus - Ma non è detto che tu non possa di nuovo essere felice, magari con un’altra famiglia…
- Io non ho un’altra famiglia - ribatté furioso il maggiore.
- No, ma hai degli amici - Regulus regalò al fratello l’unico sorriso di quella sera, divenne nebbia e scomparve. Sirius si risvegliò nel suo letto”.

Remus fissò Sirius sconvolto - Davvero James ti ha raccontato questa storia? Quando?
- Un Natale di tanti anni fa - ripose sornione l’amico.
- E poi, Sirius? Gli spiriti non erano tre? - chiese Teddy, i capelli di un giallo canarino.
- Ora ci arrivo, Teddy, porta pazienza - rispose l’uomo stringendolo più forte.

“Un’ora dopo la visita del primo spirito, Sirius Black fu svegliato dal suono di una voce lieve ed educata, che proveniva proprio dalla camera da letto.
- Sveglia, Felpato!- lo spirito di Remus Lupin era seduto compostamente sulla sponda del letto.”

- Ma è papà!- gridò euforico Teddy, mentre i suoi capelli mutavano in un blu elettrico.
- Forse era proprio lui - rispose enigmatico Sirius. Allora Remus iniziò a capire la storia di James, storia che doveva aver raccontato all’amico quando erano ancora ad Hogwarts, durante uno di quei Natali che avevano trascorso assieme. Sirius non era mai stato un patito del Natale, a differenza di lui, di James e di Peter, forse perché non era un patito della famiglia, ma da un certo punto in poi smise di ostacolare i loro preparativi natalizi e si limitò ad osservarli mentre decoravano la loro camera. Quella specie di miracolo, che Remus non si era mai spiegato del tutto, doveva aver a che fare con la storia di quella sera: James aveva trovato un modo davvero originale per inculcare un po’ di spirito natalizio allo stupido cagnone.

- Lunastorta?- esclamò l’avaro tirandosi a sedere sul letto.
- No, lo spirito del Natale presente!- rispose questi - Andiamo a fare un giretto, Felpato!
I due volarono via dalla stanza, Black tenendosi ben stretto allo spirito di Remus, e sorvolarono i tetti innevati, sbirciando dentro le case la gente che festeggiava. Volarono fino alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, dove il preside Silente, il corpo docente e gli allievi festeggiavano il Natale, poi volarono nella terra dei Giganti, e anche loro festeggiavano il Natale, seppur in modo grezzo e manesco.
- Tutti amano il Natale, Felpato!- disse Remus.
- Io no - ribatté Sirius.
- Questo è il problema, Felpato! Cerca di trovare nel tuo cuore un po’ di magia natalizia, per il tuo bene e per il bene di chi ti vuole bene.
- Chi mi vuol bene…- sussurrò Sirius interdetto e si ritrovò a sbirciare dentro la casa di James e Lily Potter che festeggiavano il primo Natale del piccolo Harry assieme agli amici.
- James e Lily ti avevano invitato a trascorrere il Natale con loro…
- Avrei dovuto far loro dei regali, sicuramente volevano che regalassi molti galeoni d’oro al moccioso - farfugliò Sirius, fissando il piccolo Harry che giocava con un coniglietto di stoffa.
- Il regalo più bello, per loro, sarebbe stato solo la tua presenza - aggiunse Remus prima di trasformarsi in nebbia e lasciare Sirius solo nella sua stanza”

- Questo Sirius è un po’ stupido, perché non è andato a casa dei suoi amici?- protestò Teddy, rabbuiandosi ( i capelli si fecero verde marcio).
- Perché era stupido, proprio come hai detto tu, Teddy!- rispose sorridendo Sirius.

“Un’ora dopo, Sirius era sveglio, seduto sulla poltrona, in attesa del terzo e ultimo spirito. Adesso non derideva più la sfortunata fine di Piton, né la mania di festeggiare il Natale di James e Lily, sentiva perfino la nostalgia dei Natali della sua infanzia a Grimmauld Place.
- Sei arrivato?- chiese ad un tratto, quando sentì un vento freddo spirare dietro il collo.
- Sono lo Spirito del Natale Futuro- disse l’aurea traslucida di Albus Silente.
- Lei, preside?- chiese sorpreso l’avaro.
- Sì, andiamo, Sirius, ci aspetta un viaggio molto penoso.
Sirius si alzò dalla poltrona, pronto al peggio, ma quando si materializzò assieme a Silente in un cimitero, capì che non era affatto pronto. Il mago gli indicò una lapide, senza fiori né candele, c’era scritto un nome e una data.
- La mia tomba - Non era una domanda.”

- No - gemette Teddy, stringendosi più forte a Sirius.
- È solo una favola, Teddy - lo rincuorò il padre, accarezzando i capelli neri come la pece.

“- Non ci sono fiori, né un epitaffio - commentò Sirius davanti alla propria tomba.
- Non hai mai voluto festeggiare con nessuno, così, poco a poco, i tuoi amici si sono allontanati da te, fino a dimenticarsi della tua esistenza e sei morto da solo. Nessuno è mai venuto a portarti un fiore - gli spiegò con calma il vecchio mago, poggiandogli una mano sulla spalla.
- Ho capito - disse in un soffio l’avaro.
- Me lo auguro!- sorrise Silente, si fece nebbia e scomparve.
Sirius Black era di nuovo nella sua stanza da letto, aveva freddo e tanta paura, si strinse le coperte al petto e si addormentò spaventato.
La mattina di Natale saltò giù dal letto di buon’ora, spalancò le finestre e gridò al mondo - Buon Natale!- Un passante alzò la testa e si tolse il cappello per salutarlo, una donna ricambiò con un sorriso e dei bambini gridarono con lui un secondo, entusiasta - Buon Natale!
Sirius Balck si vestì di corsa, uscì di casa e più veloce che poté raggiunse l’abitazione di James e Lily Potter - Sono ancora in tempo per festeggiare il Natale con voi, amici? - chiese quasi senza fiato per la corsa e l’eccitazione.
- Ma certo, che sei in tempo, Felpato, è sempre tempo di festeggiare se stiamo insieme!- gli rispose James facendolo entrare in casa. Lily lo aiutò a togliersi il cappotto, mentre Harry gattonava verso di lui.
- Non vi ho fatto dei regali, però…
- Non importa, Sirius - lo rincuorò Lily - Tu sei il regalo! Remus, il professore Silente, Moody, i Paciock e molti altri arriveranno per il pranzo, faremo un Natale bellissimo!
E quello fu il primo di tanti Natali bellissimi per Sirius Balck e i suoi amici. Fine”

- Ti è piaciuta, Teddy?- chiese Sirius, ma il piccolo si era addormentato in braccio al padre.
- A me è piaciuta, Felpato - rispose Remus, con gli occhi lucidi di commozione.
- E adesso perché frigni?- domandò scocciato Sirius.
- Perché è una bella storia, anche se, alla fine, abbiamo potuto passare un solo Natale con James e Lily.
- Ma adesso c’è Teddy e Harry e tanti nuovi amici- aggiunse Sirius, un po’ commosso a sua volta.
- Solo una cosa, Sirius: James già sapeva che avrebbe sposato Lily e che il loro bambino si sarebbe chiamato Harry?
- Che ci vuoi fare, Remus, James era fatto così, quando decideva una cosa riusciva sempre a portarla in porto… Credo che nella sua testa aveva preventivato di metter su un’intera squadra di Quiddich! Povera Lily!
Remus sghignazzò e solo allora si accorse che era già passata la mezzanotte - Buon Natale, Scrooge!
- Chi?-
- Non importa - aggiunse Lupin, dandogli un bacio sulla guancia, e portò il piccolo Teddy a letto. Sirius restò ancora un attimo a fissare il camino che si spegneva - Buon Natale, a tutti!


Titolo: Ventiquattro volte Natale
Fandom: originale
Personaggi: Babbo Natale e Rudolf
Prompt: "... Chi ha detto che "Natale" fa rima con "Vacanza"?"
Contaparole: 108
Note: stessi personaggi di Meno ventiquattro a Natale, mi sembrava giusto finire così come avevo iniziato.

- Ohohoh!- esclamò l’arzillo vecchietto sistemandosi la giubba rossa bordata di bianco - Ci siamo, Rudolf, oggi è la Vigilia di Natale! - La renna dal naso rosso sbuffò mentre un elfo la legava al giogo della slitta - Abbiamo un sacco di lavoro da fare: il giro del mondo in ventiquattro ore per consegnare i doni a mezzanotte - Babbo Natale montò a cassetta, mentre i piccoli aiutanti caricavano gli ultimi sacchi con i regali.
- Eccoci alla Notte dei lavori forzati! - pensò in cuor suo Rudolf mentre scaldava gli zoccoli per la lunga cavalcata che l’attendeva - Chi ha detto che Natale fa rima con Vacanza?



Ho scritto 24 racconti, come da regolamento, ho usato i due bonus ritardo e sono riuscita a completare il Calendario dell'Avvento. In totale ho scritto 11.195 parole, con una media di 466 parole al giorno. 10 fandom diversi sono stati toccati, il più prolifico è quello delle originali con 7 storie, che batte di una sola misura X. Ho inaugurato 3 fandom nuovi: Up, Lady Oscar e Axis Powers Hetalia. Ho ricevuto 21 commenti, cosa di cui vi ringrazio di cuore!

BUON NATALE A TUTTI!

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