Storie (come sempre), domande, studio e tè

Feb 04, 2014 16:36


Il 2014 mi ha portato degli esami universitari da integrare (grazie, ottima organizzazione dell'università italiana! Grazie, disguidi comunicativi del 2002!) Attualmente sto cercando di organizzare in discorsi sensati una marea di nozioni di geografia che so già, ma sparse e non in maniera compatta e omogenea ( Read more... )

storie, storie originali

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harriet_yuuko February 4 2014, 17:25:31 UTC
Poi penso anche che sennò la storia non avrebbe senso: una storia tutta piatta, dove va sempre tutto bene e non succede mai nulla, sai che palle?

Questo è verissimo e fondamentale. Però a volte secondo me c'è un livello in più.
Ti faccio un esempio pratico: Amir nel Sunflower ha i suoi problemi (esorcizzare fantasmi, risolvere casini della gente intorno a lui, venire a patti con certi aspetti di sé.) Però io ho coscientemente caricato alcuni aspetti delle sue sfighe e sofferenze. Per esempio, ci sono pg antagonisti che gli fanno pesare il suo essere fragile e "helpless", e giocano sulla sua sua ingenuità. C'è il fatto che praticamente si fa male/si rovina la salute a ogni episodio.
Non sono solo cose che danno corpo ai conflitti base della storia o che fanno emergere i difetti del personaggio. E' un calcare la mano sull'aspetto di fatica e difficoltà che la sua vicenda comporta.
Ne traggo una certa soddisfazione, perché alla fine lui 1. risolve piuttosto brillantemente le vicende dei singoli episodi e 2. nonostante la sua fragilità e tutte le gufate ricevute, proprio nella sua umanità in apparenza sfigatella trova la forza di vincere anche i villain finali, ottenendo come ricompensa la prospettiva di una vita forse non facile, ma di sicuro buona.
Insomma, mi trovo a spingere sul pedale della sofferenza se serve sì a tirare fuori il meglio del pg, ma anche a rendere più gustoso il suo finale positivo. Per me è liberatorio.XD

Ma è così che va. Il cervello mi dice: nanni, andrà così, fattene una ragione.
E io mi rassegno!
Questo mi ha fatto molto ridere!XDDDD

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miss_random February 4 2014, 17:54:40 UTC
Ma non potrebbe essere (ora magari dico una cazzata bestiale) una sorta di rivalsa delle sfighe dell'autore nella vita reale proiettata nella storia?
Tipo: io sono una sfigata mega, sono bulleggiata da un monte di pipol, e allora anche il mio personaggio è bulleggiato pesantemente, però riesce a riscattarsi, a differenza di me, a fargliela "pagare" e vive una vita felice e contenta ancora di più perché ha imparato a contrastare i bulli.
No? Ho detto un'eresia? Ma soprattutto nanni, che c'hai capito qualcosa te?

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harriet_yuuko February 4 2014, 18:28:04 UTC
Ma sì, in parte sì. Che di sicuro nei miei protagonisti ci siano 13 anni di bullismo da sfogare, è abbastanza ovvio.XD Però non ci sono solo io: ci sono tutte le brave persone sfigate o considerate nulla che ho incontrato. Di sicuro ho l'urgenza di "vendicarle" un po' tramite i miei personaggi.

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miss_random February 4 2014, 18:41:18 UTC
Voleva essere un discorso generico il mio, anche se uso sempre il tu!... :-/
Comunque, brava! Vendicaci tutti, noi vittime del bullismo siamo felici quando il bene trionfa abbomba!
(avevo scritto vedi-caci. Ma perché sono così grulla? AIUTO!HOUSTON!)

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harriet_yuuko February 5 2014, 16:21:44 UTC
Avevo capito che era un discorso generico, tranquilla. Sono io che mi auto-usavo come esempio perché è una cosa vera e non ho problema ad ammetterla.XD

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