Titolo: Frappè e carrozzine
Fandom: Shadowhunters [a.k.a. The mortal instruments]
Personaggi: Clary Fray, Simon Lewis
Avvertimenti: Generale, slice-of-life, spoiler per "la città degli angeli caduti"
Rating: G
Conteggio Parole: 546
Prompt:
Canzone -
New York, Snow Patrol
Carrozzina
Citazioni
"It takes a great deal of bravery to stand up to your enemies, but a great deal more to stand up to your friends." (Harry Potter)
"I always thought it would be better to be a fake somebody than a real nobody." (The Talented Mr. Ripley)
Note: ipotetico momento ambientato dopo il quarto libro, in cui le ricerche di Jace sono appena iniziate e nè Clary nè Simon sono di ottimo umore. E sì, non è la cosa migliore che ho scritto e i prompt sono alla rinfusa, yeah \o/
Clary pensa che sia solo una stupida t-shirt, ma Simon sembra amarla davvero tanto, così non dice niente e sorride. Non se la sente di fare qualcosa di diverso. Arriccia le labbra e si sforza, davvero, ma il sorriso muore sul nascere.
Sorseggia il suo frappè nel suo angolo di tavolo, in uno Starbucks che nessuno dei due ha mai frequentato. È da tanto che non esce con Simon, da sola, come amici, come quella cosa che sono stati tanto tempo fa e adesso non sono più; allo stesso modo, è da tanto che Simon non sorride in quel modo. Un marchio maledetto e cavolate vampiriche sparse, a quanto pare, non aiutano a migliorare l’umore, proprio per niente.
Clary potrebbe dire che i sorrisi sono l’ultimo dei loro pensieri, in quel momento, ma il modo in cui Simon le viene in contro, che cerca di accordarsi con lei - quello, in qualche modo, la fa sentire meglio. Le fa sentire un calore nel petto, in mezzo a tanto freddo e a tante porte che non vuole aprire.
Deglutisce e fissa la strada, mentre Simon parla della sua maglia nuova. “Ho sempre pensato che fosse meglio essere un falso qualcuno che un reale nessuno”, recita la scritta sulla maglietta, e fa parte di un film che Clary non sopporta ma che Simon ama. L’avranno visto dieci volte, ma nessuna di queste l’ha mai davvero convinta. Ormai era assuefatta da troppi anime con monaci cinesi e poteri psichici, questa è la dura verità. Per questo non riesce ad apprezzare altro, secondo Simon.
Un altro sorso di frappè. Fragola e ghiaccio.
La quinta strada è spropositatamente affollata, e una signora cerca di farsi largo tra la folla con una carrozzina gialla. Che strano colore, pensa, senza averne una vera opinione, prima di vedere che non solo ha un colore assurdo, ma è anche vuota. Assottiglia lo sguardo. Se ci fosse stato un nascosto dentro l’avrebbe visto, giusto?
Il suo frappè emette un lamento, decretando la sua gloriosa fine. Clary fa una smorfia e Simon smette di sorridere. Allenta le mani sulla t-shirt e guarda il suo, di frappè, al cioccolato e assolutamente intatto, lì per bellezza e niente di più. Fa una smorfia anche lui.
«Dopo potremmo… andare al negozio di fumetti, che dici? Il vecchio Frank non ci vede da un secolo. Si starà chiedendo: e quella coppia di Nerd? Chissà dove sono finiti» Simon cerca di imitare la voce del vecchio proprietario del negozio, ma lo fa con così poco entusiasmo da risultare patetico, oltre che assolutamente inappropriato. La ragazza alza lo sguardo e lo riabbassa, poi annuisce.
Simon sa che Clary vorrebbe essere in qualsiasi altro posto, ma non a New York. Vorrebbe essere con Jace, non in quello Starbucks, non con Simon.
Qualche volta, Simon dice ancora di amarla. Lo dice nella sua testa e in silenzio, bisbigliandolo appena. Trova stranamente vuote quelle parole, quell’amore che un tempo era stato così cruciale.
Simon scuote la testa e sorride, cerca di sorridere al suo meglio, e lo fa per Clary.
Poi indica la t-shirt e continua a parlare e a sorridere, fingendo di essere migliore di quello che è, fingendo che il frappè non sia decorativo; Simon sorride e deglutisce, ma Clary sorseggia ancora un frappè vuoto e fissa una carrozzina gialla.