Titolo: Bottiglia di vino
Fandom: Supernatural
Personaggi: Dean Winchester, Castiel, Gabriel
Words: 655
Genere: Generale, slice of life.
Rating: PG-13/SAFE
Warnings: AU - Roommates
Prompt: Dean e Cas si conoscono grazie ai messaggi in bottiglia lasciati da Gabe.
Note: Scritto per il drabble week organizzato dal gruppo facebook we are out for prompt con il prompt di Glass heart e crosspromptato con il mio numero 5 "Bottiglia di vino" della maritombola @
maridichallenge _
Dean crede che il suo nuovo coinquilino sia strano.
Si è trasferito da due settimane, l'appartamento è abbastanza vicino all'università e la possibilità di poter - finalmente, dopo anni passati a dividerla con Sam - una camera tutta sua lo rende stranamente di buon umore. Il suo coinquilino - fratello di Gabriel, mai visto il suo muso prima - è uno silenzioso.
Fanno orari diversi, non si incrociano mai. Non sa neanche come sia fatto, ma se è fatto come Gabriel Dio gliele scampi dal conoscerlo. Gli basta avere qualcuno con cui dividere l'affitto, chi se ne frega se ha un sociopatico nell'altra stanza. Che poi, finché rimarrà così - muto e invisibile - è okay. Meglio di chi propone strani contratti per coinquilini o di chi fa feste ogni notte.
La terza settimana, Dean ha finito di sistemare le sue cose e ha conosciuto la vicina. Lo Sceriffo Mills - la aiuta a portare su la spesa - ha anche preso a salutarlo quando lo incrocia sul pianerottolo. A casa, quando chiama, dice a sua madre che è tutto okay e no, mica questo è come Gabe, questo è tranquillo e sai che studia? Astronomia. Quando mai gli astronomi sono divertenti.
(“Gli astronomi sono fighi, Dean” “Stai zitto, nerd”).
Quindi va bene. Più o meno. Gli unici segni di vita della casa, sono il cibo - ognuno compra per sé, quindi nota se qualcosa è stato aggiunto e qualcosa manca - e le pulizie. Per qualche motivo, se un giorno pulisce Dean, il giorno dopo torna a casa ed è tutto in ordine.
Suppone vada bene.
Si sente un po' come se vivesse con un fantasma. Inizia anche a dubitare che esista, questo Castiel.
Gabriel scende in città a metà del primo semestre. “E come fate per l'affitto?” Dean lo guarda dall'altra parte del tavolo. Non sa se in casa ci sia qualcun altro, sa che Gabe è lì per vedere suo fratello, e suo fratello chissà dov'è.
“Di solito trovo i soldi sul tavolo, il giorno che devo pagare”
Gabriel fa cadere la testa all'indietro, coprendosi il viso con le mani in modo esageratamente plateale. “Perché ho solo fratelli strani, io?”
“Perché, ne hai altri?”
Gabriel non risponde, si prende il tempo per tornare a guardarlo. Ha un sorriso furbo, della sua famiglia Dean non ha mai incontrato nessuno. Era all'ultimo anno quando Dean era al primo, viveva con uno zio perché con i suoi non voleva avere niente a che fare. Non gli ha mai spiegato la situazione, ma il succo deve essere la mia famiglia rompe le palle. “Giuro, Cassie è quello normale”
Definitivamente, non vuole sapere degli altri. Quindi si imbroncia, meditabondo, e Dean prende un biscotto, fissando la bottiglia di vino che Gabriel ha portato per Castiel.
Che nome strano.
“Sai cosa?” prende e si alza, come se fosse a casa sua, e inizia a frugare i cassetti che hanno solo, tipo, sei posate, perché mangiando in mensa te ne fotti di cosa hai in casa per cucinare, e la sera una forchetta e un coltello vanno più che bene. Trova un cavatappi - e whoa, avevano un cavatappi - e apre la bottiglia, svuotandola nel lavello. La sciacqua. La mette ad asciugare.
“Quando asciuga, ficcaci dentro dei bigliettini”.
Dean si aggrotta.
“Tu fidati”.
Dopo che Gabriel se ne va, neanche ci pensa alla fottuta bottiglia di vino. Ha degli esami da preparare e lezioni da seguire, ma comunque arriva la sera, ed è annoiato, e ha un pezzo di carta in mano, quindi scarabocchia veloce “Comunque, il mio nome è Dean”.
Non crede neanche che riceverà una risposta. Vuole dire, sul serio, il tipo a stento respira, al massimo di tanto in tanto sente scricchiolare la porta nel mezzo della notte, o la mattina preso vede la luce del bagno dimenticata accesa, ma tutto qui.
Ma la mattina dopo, qualcosa per lui c'è. È in stampatello: “Ciao, Dean”