[Supernatural] Apostasia

Dec 28, 2013 18:05

Titolo: Apostasia
Fandom: Supernatural
Personaggi: Dean Winchester/Castiel
Rating: NSFW/NC-17
Avvertimenti: endverse, alcool abuse, drugs abuse
Conteggio Parole: 749
Note: Le feste devono avermi totalmente rimbecillito, perché ho postato su fanfic_italia senza prendermi la briga di rileggere ciò che avevo scritto. OKAY. Anyway, scritto per il p0rn fest #7 con il prompt SUPERNATURAL Castiel/Dean Winchester, endverse, drunk!Dean/stoned!Cas, angsty sex e per la Maritombola di maridichallenge con il prompt 38. Royals - Lorde
Disclaimer: Niente è mio e niente mi appartiene.

Life is game without a care
We aren't caught up in your love affair
(Royals - Lorde)

Dean non ricorda l'ultima volta che Castiel ha pronunciato il suo nome.

Preme le labbra contro il collo della bottiglia, l'alcool - roba buona, questa volta, roba che uno come Bobby avrebbe apprezzato - traccia una scia bollente nella sua gola. Chiude gli occhi. Stanno festeggiando una vittoria. Si concentra su quello.

Una goccia di whisky gli sfugge dalle labbra. Castiel sghignazza, la raccoglie tra le proprie “Oh, grande leader” mormora, strusciando il naso contro il suo collo, la barba che gli solletica la pelle. La voce di Castiel è tutta impastata, una parodia di se stessa, di quello che è stata; gli lecca la giugulare, lo prende un po' in giro con quella risata rocca, stupida, che gli serra lo stomaco.

Dean apre gli occhi. Quelli di Cas sono scuri. Vuoti. Non è sicuro di cosa ha di fronte, se Castiel - con il suo sorriso rotto e grottesco - sia lì o da qualche altra parte; se sia anche solo vagamente consapevole o se semplicemente non gli importi.

"Che cazzo stai facendo?”

Tutt'intorno c'è silenzio, fuori è notte da ormai troppo tempo. Dean deglutisce, quando Castiel inclina la testa, e gli viene voglia di vomitare. “Cosa credi che stia facendo?”

Già, cosa, Dean?

Se fosse un po' meno ubriaco e un po' meno stanco (Stanco. Dean è stanco) avrebbe il buon senso di prenderlo a pugni, quel figlio di puttana, invece di lasciare che lo tiri verso di sé e morda, lì dove i segni non potranno essere coperti. Castiel ha sempre avuto - anche quando era un angelo, anche quando il mondo tremava di fronte al suo potere - il bisogno di lasciare le sue impronte su Dean. Egocentrico bastardo. Il mondo doveva sapere chi aveva tirato fuori dall'inferno Dean Winchester.

Il pavimento della capanna è scomodo, graffia la pelle, e Dean rabbrividisce quando Castiel ce lo spinge contro come se dovesse aggredirlo, come se dovesse intrappolarlo e tenerlo lì, solo quello, per tutto il tempo necessario, per quanto avesse voluto. La bottiglia cade, il suo contenuto si rovescia. Castiel sorride ancora “È tanto facile sottometterti, oh grande leader?” dice, e davvero, quello è il momento giusto per prenderlo a calci, ma non crede di poterci riuscire, non con la mano di Castiel nei suoi pantaloni. Stringe. Dean si inarca appena, imprecando.

“Taci” ringhia, perché Castiel sa che basta così poco per farlo cedere; così poco che Dean, nonostante tutto, potrebbe negargli. È patetico. Lo è diventato tanto tempo fa.

Mi piace vederti in questo modo” gli sussurra all'orecchio, inumidendosi il labbro superiore. Il suo fiato diventa sempre più corto.

Hai sempre avuto una cosa per i giochi di potere” Dean risucchia l'aria, deglutendo prima di sentire Castiel abbassargli i pantaloni. Inghiotte un sospiro, conficcando le unghie nel legno (ora sanguinano), e non sa se è per il modo in Castiel è su di lui, per come gli abbia aperto le gambe, baciando e mordendo e baciando ancora, come se fosse importante, come se significasse qualcosa. Trattiene un respiro, gli occhi blu di Castiel che lo guardano con divertimento. Ma quello non è Castiel, non quello che vorebbe; e il Dean stupido e arrogante e che si sarebbe sacrificato mille volte prima di far morire altri non c'è più. Quindi forse può andare che continui in quel modo, che vada avanti con quella contrafatta venerazione - come se volesse dire che ha fede in lui, che lo seguirebbe ancora, fino a vedere in faccia la morte, se questo volesse dire qualcosa. Che farebbe ancora qualsiasi cosa, per Dean, anche se non riesce più a pronunciare il suo nome.

Dean lo ricorda, in realtà, il suono che aveva nelle sue labbra (Dean, Dean, Dean, il modo in cui indugiava, quello sì, quello c'è ancora, pensa, mentre Castiel lo fotte con le dita, in fondo e a lungo e come se potesse farlo tutta la vita, lasciandolo in cerca d'aria, tremante, ad affogare mormorando il suo nome.

"Figlio di puttana”

Dean potrebbe venire lì, in quel momento, teso come una corda di violino, balbettante, aperto. È sempre stato un sacco di cose, sotto lo sguardo di Castiel. Sempre troppo vulnerabile.

"Muoviti”

Castiel entra in lui con una spinta. Veloce. È sempre stato bravo ad eseguire gli ordini. Lo afferra per i fianchi, geme nelle sue orecchie. Ed ora è peggio. Ora è come se fosse Dean ad essere importante. Prezioso.

Ma non è così, e Castiel è strafatto e forse la mattina dopo non si ricorderà neanche che Dean l'ha baciato, disordinato e a lungo e implorante, ma in fondo non vuole che Cas ricordi.

fandom: supernatural, nc17/nsfw, 2013, p0rn fest #07, maritombola#5

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