Jun 25, 2012 02:49
di anni ne sono passati un casino. ma non si vede niente addosso eh, come fosse ieri. basta crederci ed è fatta, non serve nemmeno guardarsi allo specchio. basta saperlo e crederci. che è appunto quello che faccio.
di fatti ne sono successi anche. tanti. che chi si ricorda dov'ero rimasta. ma anche chissenefrega. tanto anche la memoria funziona come cavolo vuole lei. tiene alcune cose, elimina altre. e alla fine credi che la tua vita passata siano i ricordi che ti rimangono e invece no. sono quelli più tutto ciò che ti sei perso per strada da qualche parte. o che hai voluto mettere dentro ad un cassetto. a volte anche sotto il tappeto se solo ne avessi mai avuto uno.
e così era da un pò che ci pensavo. e l'ho anche detto allo strizzacervelli senza lettino. "sa che c'è? che invece di venire qui a parlare con lei che poi mi tocca fare quella che la seduce per fare in modo che mi dica che sono fantastica e stupenda così come sono, mi basterebbe rimettermi a scrivere. diari, blog, bigliettini della spesa, qualsiasi cosa. ecco farlo mi permetterebbe se non altro di risparmiare questi 70 euri e per parlare un pò più con la me che sono diventata. e poi decidere se mi piace o no. e anche se va nella direzione di quella che chissà quando avevo deciso di essere, o magari inventarmene una nuova più adatta al momento. ecco. mi basterebbe scrivere. e non è certo per sminuire in qualche modo il suo lavoro o la sua professionalità. o per i 70 euri, che hanno il loro porco perchè comunque di questi tempi. no. è che mi costerebbe meno fatica del cercare di vendere a lei la me migliore che certo sono. insomma sarebbe un percorso meno contorto. ti metti là e scrivi. mentre il demone dentro di te ti trova millemila scuse per non farlo, che poi rompi gli argini e minchia esce la valle e ti tocca rimettere tutto in discussione, andare a distruggere fin nelle fondamenta per poi pazientemente ricostruire. e che questo a vent'anni magari ti entusiasma. a 30 un pò ti affatica, ma vuoi mettere la sfida? alla soglia dei 40 ti fa dire... ancora? non ce la posso mica fare." vabbè non gli ho detto proprio così, non tutto almeno, il senso era quello ma non so cosa abbia capito davvero, anche perchè si trattava degli ultimi 5 minuti che sono quelli che costano di più, che vorresti vomitare tutto e fare in modo che sia lui a ripulire per tornartene alla tua vita come se nulla fosse ma allo stesso tempo vomiti tutto così velocemente che poi finisci per non sapere nemmeno davvero cosa hai detto esattamente. però questa cosa dello scrivere era da un pò che mi frullava. come necessaria, quasi indispensabile. e mi ero chiesta persino dove farlo. se costruirmi una casina nuova su misura per la me di adesso o tornare alla carta. però questa non l'avevo mai ancora abbandonata. nel senso che tornavo a leggere di tanto in tanto. a sorridere e a curiosare. allora forse per un pò andrà bene. almeno finchè non mi decido su come vorrei fosse la casa nuova. e poi vuoi mettere? rileggere dell'operazione "resuscitiamo" questo luogo mi ha fatto sorridere ancora. che è una cosa molto vintage e nostalgica. soprattutto per una che oggi si è riciclata come una che lavora nel "digital marketing". che se capi e colleghi sapessero che ho un blog su livejournal (quello dei russi), si scompiscerebbero dal ridere. e anche io eh. però oh, questo c'è e la pigrizia vince su tutto.
quindi chi sono ora?
una mamma un pò in crisi con un figlio adolescente tardivo (il mio mostro, cucciolo, mufflone, ha 19 anni, sappiatelo. diciannove. non c'è bisogno di aggiungere altro) che ha deciso al compimento degli ultimi anni che io sono una stronza. che sbaglia qualsiasi cosa faccia. qualsiasi eh. comunque. e sempre. e mi odia. ok. capita. ti distrugge eh. ma capita. e tu che avresti voluto aprirgli dolcemente la porta di casa, con i mille sorrisi per il suo futuro e la sua vita e che hai sempre sognato il momento del distacco come una cosa un pò struggente ma anche piena di amore e di incoraggiamento, devi riavvolgere il nastro, ingoiare un pò di lacrime e un pò di merda che di riffa o di raffa ti arriva in faccia e dire ok, se capita questo in qualche modo me lo merito. deve essere così. poi lo guardi e non puoi non vedere che non è felice. e ti si spezza ancora di più il cuore. perchè un figlio che ti manda a quel paese felice delle sue scelte e della sua vita è un conto. ma uno che lo fa e tu gli leggi in faccia che felice non è, e che anzi è un concentrato di sofferenza, rabbia, confusione etc. ecco beh ti spiace un pò di più. facciamo anche tanto di più.
una donna innamorata e fedele. stento io stessa a riconoscermi. dopo che hai impiegato una vita a cercarteli felicemente sposati per evitare complicazioni di sorta, mantenerti sempre indipendente e bla bla. arriva quello che tanto felicemente sposato non era e che fa? lascia la moglie. e ti mette in quell'incresciosa situazione in cui devi riconoscere che beh, si, è un'altra roba. e che nonostante tutto dura. dopo, anno più anno meno, cinque anni, o giù di li. forse quasi sei. non so bene. le date nella mia testa non ci stanno proprio. e che è bello. ma è anche faticoso. e che tu avevi fatto delle tue relazioni il tuo momento di leggerezza ed evasione, beh devi fare i conti con il fatto che è anche faticoso. e non perchè sia un compromesso. no. proprio perchè tu, per come sei fatta, hai bisogno di scegliere ogni santo e fottutissimo giorno se è davvero quello che vuoi. che mica ti basta farlo una volta all'anno. no. per cui ogni tot (una,ma anche due, tre volte al mese) ti trovi là a chiderti "ma è davvero quello che voglio?". e la risposta ti viene semplicemente quando smetti di chiedertelo e te la vivi. e si, scopri che stai bene. che rende la tua vita un pò più speciale. e che riesci persino ad immaginarti anziana con lui. senza che questo ti causi claustrofobia. che sapete ancora ridere, di voi e tra voi. che non c'è nulla di cui non parliate. che ti sopporta nonostante in concomitanza con il ciclo tu diventi un buco nero di proporzioni indecenti. che lo ami. così come è. senza aver voglia o bisogno di trasformarlo. e che lui, forse, fa lo stesso.
una lavoratrice che non gliene fotte più nulla, basta che mi paghiate. regolarmente. meglio se di più. ma piuttosto che niente va bene anche così. che fa sempre più di quanto dovrebbe e al meglio. ma che non chiedetemi anche di crederci, che questo no, non ce la posso fare. perchè davvero la mia vita è altro. e non importa cosa. ma altro. che ce ne ho messo per capirlo, ma alla fine non me ne fotte davvero nulla. voglio solo poter essere soddisfatta di quello che faccio ogni giorno. perchè l'ho fatto al meglio. se possibile imparare di tanto in tanto qualcosa di nuovo giusto per non alienarmi troppo. e mi va di lusso che lavoro finalmente con persone carucce. che un pò mi temono, ma non in senso brutto, ma sanno che forte del fatto che non me ne frega nulla, non mi priverò di dire nulla. che è una gran bella libertà. ma anche mi stimano, nonostante io non faccia nulla per farmi amare. mi limito ad essere me stessa, in tutte le possibili varianti.
e infine, sono una che non sa bene che ne sarà di lei. che a volte avrebbe una matta voglia di:
- fuggire e reinventarsi da capo in un posto nuovo dove non conosce nulla e nessuno (ma questa pare essere una costante della mia vita, è una sorta di meccanismo che si deve essere installato nell'infanzia e mai più interrotto)
- ritirarsi un un posto bello a coltivare l'orto, leggere e abbruttirsi di solitudine
- fare la mantenuta e socialmente inutile moglie di qualcuno (ma utilissima a se stessa)
- a volte anche morire che miiiiiiiiii è una fatica enorme vivere. però vabbè questa pare non essere ancora una scelta troppo accettabile. attendo tempi migliori o fatiche più insopportabili.
ecco. direi che come post di risuscitazione (ma che parola orribile!) è fin troppo lungo.