LMS (Long Message Service) - Norse Prompt #3

Nov 16, 2013 15:02

NORSE PROMPT #3 - Esercizio #1: un personaggio è costretto, come lo scoiattolo Ratatoskr, a fare da messaggero tra altri due o più personaggi che non possono o non vogliono comunicare direttamente.

Autore: Geilie
Fandom: The Avengers
Personaggi: Steve Rogers, Tony Stark, Nick Fury
Rating: verde; Pg
Avvertimenti: comica, idiota, post-Avengers

LMS - Long Message Service (1115 parole)

Per Steve la giornata inizia nel migliore dei modi. Pancake ai mirtilli, caffè, uova strapazzate e una corsa nel parco, seguita da una bella doccia ristoratrice.
Quando entra nell’ufficio di Fury per consegnare il rapporto mensile, si sente quasi in pace col mondo. Per quanto un uomo non del tutto umano come lui possa sentirsi in pace con un mondo che ancora gli è più che altro ostile, s’intende. Lui e la macchinetta del caffè supertecnologica progettata da Tony ancora non vanno troppo d’accordo.
La giornata, comunque, presenta una brusca inversione di tendenza appena le parole “Stark è uscito dal suo laboratorio solo… tre volte nell’ultimo mese, signore” lasciano la sua bocca e vengono assimilate da Fury.
«Tre volte?»
«Sissignore.»
«Spero che il tuo conteggio non comprenda le ronde degli Avengers, capitano.»
Steve si prepara coraggiosamente alla lavata di capo che ne seguirà e risponde onestamente:
«Il conteggio è omnicomprensivo, signore.»
Fury lo squadra per un minuto buono e poi esplode.
Steve ha rapidamente imparato che Nick Fury è capace di esplodere in almeno cinque modi diversi, in ordine di gravità crescente: c’è l’esplosione violenta, quella in cui si mette a sbraitare e prende tutti a brutte parole, ed è la meno pericolosa di tutte; segue quella in cui sbraita e poi si blocca a metà, lancia allo sventurato interlocutore uno sguardo che farebbe sciogliere l’intera calotta polare artica in tre secondi netti e tanto basta; poi c’è quella silenziosa, in cui si limita a chiudere gli occhi, poggiare la fronte su una mano e parlare con tutta calma, ed è una di quelle che più terrorizzano Steve; la quarta e la quinta comprendono minacce fisiche, armi da fuoco e atroci sofferenze e fortunatamente Steve non ne è mai stato oggetto. Tony, in compenso, ha sperimentato l’intero spettro.
Stanno parlando di lui ed è per questo, presumibilmente, che Fury passa direttamente al terzo stadio.
Steve si prepara a incassare il colpo.
«Capitano… dica al signor Stark che se non porta il suo culo metallico fuori da quel suo paese dei balocchi almeno per le ronde, mi premurerò di fargli avere una lunga sessione di allenamento con l’agente Romanoff. Tutte le mattine.»

E così Steve è costretto a scendere nel “paese dei balocchi” di Tony, a cercarlo in mezzo a una montagna di chiavi inglesi e scarti di produzione di chissà che marchingegno diabolico, a tirarlo fuori da sotto una delle sue Rolls e riferirgli il messaggio.
«Fury dice che ti darà in pasto a Natasha, se non vieni fuori di qui almeno per le ronde.»
Tony inarca un sopracciglio.
«Credevo di aver già chiarito il mio punto di vista in merito. Più posso lavorare, più in fretta posso finire; prima finisco, prima posso tornare operativo» risponde, come se l’avessero costretto a spiegare Pitagora a un branco di bambini delle elementari.
«Mi piacerebbe sapere a cosa stai lavorando di tanto importante, a proposito... Comunque io lo so, tu lo sai, gli altri lo sanno, ma sai com’è fatto Fury.»
«E proprio non potevi mentire nel tuo bel rapporto perfetto, eh? Bravo il mio soldatino!»
«Tony…»
«Puoi dire al vecchio orbo che come decido di passare il mio tempo non lo riguarda affatto. Quello che faccio in camera da letto rimane in camera da letto!»
«Se in camera da letto ci mettessi piede, ogni tanto, non sarebbe male!» lo rimprovera Steve, perché un po’ è sempre stato una mamma chioccia.
Il punto è che ogni volta scopre il fianco per una battuta pungente e non se ne accorge mai in tempo.
«Oh, ghiacciolino del mio cuore, ti sei sentito ignorato? Perdonami, non era mia intenzione! Il paparino deve lavorare, adesso, ma ti prometto una notte bollente non appena avrò finito, eh?»
Steve arrossisce, Tony ride. Ordinaria amministrazione.
«Ricordagli che la metà dell’operazione Avengers è direttamente finanziata dal sottoscritto e l’altra metà è finanziata da una sezione dell’esercito che, guarda un po’?, è largamente finanziata dal sottoscritto» dice alla fine, quando si stanca di ridere e Steve comincia a diventare irrequieto, e poi gli fa un finto saluto militare e rotola di nuovo sotto la sua Rolls.

Steve torna da Fury pensando per tutto il tempo a come indorare la pillola e il risultato del suo rimuginare lo soddisfa a sufficienza.
«Signore, Stark mi ha assicurato che tornerà operativo nel giro di pochi giorni. Il suo progetto è della massima urgenza, ma sostiene di essere quasi giunto al termine della fase di assemblaggio e -»
«Capitano. I progressi di Stark sul suo ultimo modello di aspirapolvere non mi interessano. Lo voglio fuori da quel laboratorio e in volo sulla città entro sera. Sono stato chiaro?»
«…sissignore.»

«Ah sì? Ha detto proprio così, “il suo ultimo modello di aspirapolvere non mi interessa”?»
«All’incirca, sì, ma -»
«Voglio che tu gli dica queste esatte parole, Steve: il suo unico occhio buono non è più tanto buono, signore, se le ha fatto scambiare il mio modello di Doombot da infiltrazione per un aspirapolvere. Si faccia controllare, potrebbe essere demenza senile precoce. Passo e chiudo.»
«Non credo che -»
«Scommetto che non gli hai ricordato quella storia dei finanziamenti, mh?»
Steve trattiene l’impulso di dargli un pugno, sospira e se ne va.

La giornata procede così, in un continuo andirivieni tra il laboratorio di Tony e l’ufficio di Fury, a sentire parolacce e battutacce da una parte e dall’altra e riferirle a una parte o all’altra, finché Steve non si stufa e comincia a fare da intermediario per telefono.
Si stufa in fretta anche di quello, comunque, quando tre ore dopo ancora non si è giunti a nessuna conclusione utile, e dice a entrambi che se vogliono prendersi a urla possono benissimo farlo senza passare per le sue orecchie supersensibili, grazie tante.
Il dibattito va avanti per un’altra ora buona.
Bruce osserva con cipiglio divertito e non interviene, per il bene di tutti gli interessati; Natasha e Clint non se ne curano (o paiono non curarsene) e continuano indisturbati a giocare a Zombie Apocalypse; Thor non è sul pianeta, al momento, e Coulson è in missione da qualche parte in Sudamerica.
Steve si tuffa in palestra e non ne esce per i successivi quarantacinque minuti.
Quando ne viene fuori, in un bagno di sudore e di nuovo (quasi) in pace col mondo, trova la signorina Potts con un asciugamano e una bottiglia d’acqua.
«Pare che siano giunti a un accordo» gli annuncia con un sorriso, e Steve tira un sospiro di sollievo.

La giornata successiva inizia nel migliore dei modi, con uova e pancetta, una spremuta d’arancia e una bella nuotata in piscina. Steve non potrebbe sentirsi più rilassato.
Poi Tony fa esplodere mezzo laboratorio.

A volte, Steve rimpiange davvero la guerra.

fandom: the avengers, comm: 24hours_of_fun, fanfiction!ita, fanfiction

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