Cagionevole è un eufemismo, permettetemi di dirlo
Perché è la verità. Ne ho sempre una, chi mi conosce lo sa bene.
Forse qualcuno non saprà tutta la storia, quindi partiamo dal principio: circa un mese fa è successo qualcosa alle mie gambe, e da allora non sono più le stesse. Fanno i capricci, si bloccano, mi fanno male da morire e non mi permettono di camminare bene. Vorrei andare dal dottore, ma so che probabilmente mi direbbe che non è niente; io però SO che c'è qualcosa che non va, non è normale tutto ciò.
Oggi ho dovuto chiamare a casa (da scuola, ovviamente) per farmi venire a prendere. Mia madre non ha la patente ed era pure al lavoro; mio padre non mi poteva certo venire a prendere da lavoro, avrebbe perso un mucchio di tempo e si sarebbe incacchiato come una bestia; la mia vicina di casa non poteva perché era al lavoro. Alla fine? Mi ha accompagnata a casa una prof (che non è nemmeno una mia prof! E' venuta a fare supplenza nella mia classe una volta due anni fa, e stop... E' stata gentilissima), perché mi aveva vista al telefono in lacrime e che non mi reggevo in piedi. Ero addirittura entrata in segreteria facendomi sostenere dalla Vale.
E' stato terribile. Terribile, umiliante e frustrante... Voglio che le mie gambe tornino a sostenermi, almeno questo.
In tutto ciò c'è anche una notizia positiva: per la seconda volta in quattro anni, ho preso SETTE in matematica. SETTE. Passare da un quattro e mezzo a un sette è una bella vittoria... e pensare che non sono mai andata oltre il cinque e mezzo in tutta la mia carriera scolastica (escludendo i corsi di recupero per il debito estivi). Non sto scherzando!
E riguardo allo scorso post, oggi ne abbiamo parlato di nuovo in classe. Forse con il professore sbagliato e il più logorroico (fa premesse e introduzioni che ti fanno addormentare), ma lo abbiamo fatto... Siamo rimasti al punto di partenza, però, non abbiamo risolto nulla.
Bene, detto questo distendo ancora le gambe, vedo se riesco ad alzarmi dal letto e... e... sì, credo che farò un po' di compiti. Ispy non c'è, di chattare non ne ho la minima voglia e di leggere neppure. Sono a pezzi, letteramente.
Forse qualcuno non saprà tutta la storia, quindi partiamo dal principio: circa un mese fa è successo qualcosa alle mie gambe, e da allora non sono più le stesse. Fanno i capricci, si bloccano, mi fanno male da morire e non mi permettono di camminare bene. Vorrei andare dal dottore, ma so che probabilmente mi direbbe che non è niente; io però SO che c'è qualcosa che non va, non è normale tutto ciò.
Oggi ho dovuto chiamare a casa (da scuola, ovviamente) per farmi venire a prendere. Mia madre non ha la patente ed era pure al lavoro; mio padre non mi poteva certo venire a prendere da lavoro, avrebbe perso un mucchio di tempo e si sarebbe incacchiato come una bestia; la mia vicina di casa non poteva perché era al lavoro. Alla fine? Mi ha accompagnata a casa una prof (che non è nemmeno una mia prof! E' venuta a fare supplenza nella mia classe una volta due anni fa, e stop... E' stata gentilissima), perché mi aveva vista al telefono in lacrime e che non mi reggevo in piedi. Ero addirittura entrata in segreteria facendomi sostenere dalla Vale.
E' stato terribile. Terribile, umiliante e frustrante... Voglio che le mie gambe tornino a sostenermi, almeno questo.
In tutto ciò c'è anche una notizia positiva: per la seconda volta in quattro anni, ho preso SETTE in matematica. SETTE. Passare da un quattro e mezzo a un sette è una bella vittoria... e pensare che non sono mai andata oltre il cinque e mezzo in tutta la mia carriera scolastica (escludendo i corsi di recupero per il debito estivi). Non sto scherzando!
E riguardo allo scorso post, oggi ne abbiamo parlato di nuovo in classe. Forse con il professore sbagliato e il più logorroico (fa premesse e introduzioni che ti fanno addormentare), ma lo abbiamo fatto... Siamo rimasti al punto di partenza, però, non abbiamo risolto nulla.
Bene, detto questo distendo ancora le gambe, vedo se riesco ad alzarmi dal letto e... e... sì, credo che farò un po' di compiti. Ispy non c'è, di chattare non ne ho la minima voglia e di leggere neppure. Sono a pezzi, letteramente.