Stanotte, che notte...

Jul 05, 2005 17:17

Sto ricordando e ti ringrazio Signore. Ti ringrazio per quei momenti che mi hai regalato, quelle sensazioni, quell’aria, quel preciso istante in cui un brivido mi ha attraversato la schiena, ti ho pensato e ancora ti ho ringraziato, perchè non ho ancora dimenticato, perchè non dimenticherò.
Non dimenticherò...
A raccontarli quei momenti diventerebbero banali, qualcuno potrebbe sorridere, qualcuno potrebbe capire, ma non importa. Quei momenti sono dentro di me e quando ci ripenso sono io quello che sorride, quello che piange, quello che si domanda se è in quei ricordi l’immensa bellezza della vita.
La malinconia è parte del mio carattere, i ricordi sono il ragazzo di oggi e l’uomo di domani. Ciò che viviamo, immagazzinato nella memoria e catalogato come bello, come brutto, come intenso, felice, triste o unico, rivive e si prolunga nel tempo, seguendo le tracce del passato le emozioni del attimo e diventa parte di noi, forgia il carattere e si ripete ogni volta che lo vogliamo.
Lo sguardo di lei che mi ha sorriso e mi ha detto “mi piaci” e ha avvicinato le sue labbra alle mie e nella mia testa un uragano di sensazioni, una tempesta di petali di fiori, la pelle d’oca e il ricordo intenso della sua bellezza, di quegli occhi e l’attesa per quel bacio che non è mai arrivato.
Ed è bello così. Altrimenti non sarebbe stata la stessa cosa. Forse avrei ricordato con più intensità il bacio e non quegli interminabili secondi in cui ci siamo guardati negli occhi, in cui le tenevo i capelli fra le mani e abbiamo capito che era giusto non farlo.
Ed è intenso come allora, ci penso e non riesco a trattenere una lacrima (di dolore o gioia che sia), l’unica che verserò mentre le musiche del passato risuonano nel lettore CD del mio stereo.
Musiche che mi riportano in luoghi che non ho mai più rivisto, che non esistono più, musiche che mi ricordano persone che ho amato e che non so che fine abbiano fatto.
Viviamo inconsapevoli che un giorno ricorderemo quello che stiamo facendo.
Quando Christian mi offrì un Martini Bianco con ghiaccio tanti anni fa non pensavo che sarebbe diventato uno dei miei drink preferiti. Quando ho baciato la mia prima ragazza a 15 anni non pensavo che quel bacio sarebbe stato il più intenso della mia vita. E così via, così via, per ogni singolo attimo vissuto.
E io stanotte Ti ringrazio, perchè lei era bellissima e io non ci credevo. Ti ringrazio perchè non ho mai capito se era la luna ad essere più luminosa quella sera o se era Cristina che la rendeva tale. Ti ringrazio perchè la sabbia era morbida, calda e candida, la brezza tirava piano, le stelle sembrano moltiplicarsi all’infinito, su nel cielo, mentre lei, Anne, mi abbracciava stretto stretto. Ti ringrazio per quei fuochi d’artificio a Ginevra, mentre il lago tremava di luce ed io mi sono sentito un bambino. Ti tingrazio per quella notte che non ho dormito, sono rimasto lì a guardare quella ragazza bellissima nuda su quel letto che oggi non esiste più.
Luoghi che non esistono più, un’idea che mi rende triste. I segni indelebili del passato, sulla pelle, nell’anima, nel cuore. Tracce rimaste lì ad invecchiare, in luoghi che il tempo ha cambiato, luoghi che a volte è meglio non rivedere.
La vita che continua anche dove non torneremo.
Tanti ricordi, mille notti e mille giorni. Tante ragazze, tanti amici, tanti scherzi e tanti luoghi. E non so perchè, ma stonotte il ricordo di Cristina è il più intenso.
Non so cosa colleghi questi ricordi, forse il caso, l’irripetibilità o il semplice calore che provo nel ricordarli, le sensazioni e i colori, i suoni e i riverberi del passato. Giuro, non saprei.
Poco importa, chiudo gli occhi e il presente non esiste più. Chiudo gli occhi e per un’attimo che durerà fin quando vivrò, lei sarà lì, sulla soglia della porta, lei con i capelli lunghi, lisci e scuri, che mi tiene tra le braccia e mi dice che c’è qualcosa che vorrebbe dirmi, qualcosa che non può dirmi. Io per sempre le dirò di non preoccuparsi, le dirò sorridendo che potrà dirmi tutto quello che vuole la prossima estate.
Io che l’amavo penso a come sarebbe stato bello se me l’avesse detto. Sono passati tanti anni e il suo ricordo è più vivo che mai. Emozioni come cantava Battisti. L’inconsistenza dei sogni, l’incosistenza dei ricordi, sensazioni che non esistono, che vivono solo dentro di me.
E l’attesa per qualcosa che non è mai arrivata e che, lo so, non arriverà mai.
Ti ringrazio di questo Signore. Ti ringrazio perchè ho vissuto con tutto me stesso quei momenti, perchè sono miei e solo miei. Ti ringrazio di esserci stato. Ti ringrazio dei pianti e dei sorrisi.

“Vorrei, ma ci sono troppi problemi” mi ha detto lei, quella bellissima sera di Luglio del 2002.
“Non ti preoccupare” le ho risposto, “non piangere... me lo dirai quando le cose si saranno messe a posto, magari la prossima estate” e ho sorriso e sorrido ancora quando ci ripenso. Non piangere piccola “Aspetterò...”
Aspetterò, l’ho detto per davvero e ora non ci credo. L’ho detto e ci ho creduto. Ma lei non è più tornata e l’estate dopo ho regalato le mie sensazioni a qualcun’altra. Sensazioni meno intense, lontane dall’amore.
A modo mio la amo ancora o forse amo lei come amo tutti i ricordi del passato. La amo perchè ha fatto parte della mia vita. Lunga un’estate, lunga un’inverno o solo un attimo. Il tempo necessario per rendere il momento unico. Il tempo di aspettare che mi dicesse “ti amo”.
Ma quanto è lungo quel momento...
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