Nov 11, 2011 17:02
e quindi me ne sto in camera mia con la luce che balugina e la città fuori dalla finestra che respira col fiato pesante del venerdì sera.
morale a mezz'aria. cercare lavoro non fa per me.
(cosa esattamente faccia per me resta peraltro una questione da dirimere).
e tirare avanti così, a furor di propositi
mentre il Paese allegramente naufraga e poi
i Postal Service che mica lo faranno mai
questo secondo album
(non è male questa, se ne può tirare fuori qualcosa). e insomma sono qui a cavarmi lo scazzo di dosso, manco avessi di nuovo anni diciassette e quei discutibili occhiali ovali che piacevano a mio padre perché, diceva lui, avevano una maggiore superficie visiva. diceva proprio così, una maggiore superficie visiva. intanto i Postal Service stanno attaccando Clark Gable, che resta - poco da dire - il mio pezzo preferito dell'album.
il piano a medio termine sarebbe quello di trovare un lavoro mentre scrivo la mia brillante tesi sui fermenti spazio-culturali nel più recente cinema americano. il tutto mentre negli intervalli di tempo si ammassano un'incerta relazione sentimentale, collaborazioni critiche più o meno a perdere nonché - il va sans dire - le mie sempiterne velleità letterarie.
si gradiscono incoraggiamenti, consigli e soli di carta per tenere indietro l'inverno.
velluto notturno