Claire notò il tono dello zio, ma decise di non indagare per il momento. Si concentrò nel rispondere alla sua domanda:
“Bè, non sono successe molte cose da quando te ne sei andato…” Ci pensò un attimo, poi aggiunse: “-certo, a parte il fatto che mi sono trasferita a New York, mi sono diplomata e ho cominciato l’Università.”
Cielo quanto si era perso Peter… Per un momento Claire sperò intensamente che qualsiasi cosa egli stesse facendo in questo periodo valesse tutto questo. Si alzò e prese il piatto vuoto dalle mani dell’altro, lo portò in cucina e lo depose con cura in bilico tra le troppe stoviglie da lavare.
“Poi, come ti dicevo nelle mail, ora mi vedo con Micheal” Riprese tornando in sala, e risedendosi a fianco a Peter “Lui è un bravo ragazzo, gentile, carino, addirittura intelligente” Un piccolo sorriso si fece strada nel suo volto al nominare il ventiquattrenne di Los Angeles
“Non sa dei miei poteri, credo sia troppo presto per sganciare la bomba…senza offesa, ovviamente." Si fermò per prendere fiato, e diede voce ad un'altra domanda che non aveva potuto chiedere a Peter per email:
"Credi che un giorno potremo andare in giro esibendo chi siamo liberamente, Peter? Perché io comincio a essere stanca di nascondere chi sono alle persone a cui tengo.”
Rispose masticando l'ultimo boccone. Peter mangiava sempre in fretta. Mangiare, lavarsi i capelli e altre attività quotidiane del genere erano attività piuttosto inutili, che fino a tre anni prima dovevano spesso essergli ricordate. Ma ora non aveva nessuno a ricordargliele. A pensarci, provò una leggera nausea, scacciata subito via dalla domanda di Claire.
Credi che un giorno potremo andare in giro esibendo chi siamo liberamente, Peter?
"Io lo credo, Claire. Lo credo davvero. E' per questo che sto facendo quello che sto facendo, è il motivo per cui voglio che - che ci troviamo tutti. Per far vedere al mondo, uniti, che possiamo fare cose - grandi. Grandi cose."
Si avvicinò a lei, parlandole come sapeva fare solo con lei, sapendo che capiva. Era facile per Peter capire le persone, ma il contrario? Era abbastanza difficile, avrebbe detto Peter tre anni prima. Ora che aveva passato quei tre anni a cercare di farsi capire da persone che avrebbero dovuto essere come lui, che avrebbero potuto, poteva dire con certezza (e qualche amarezza) che era quasi impossibile.
Claire guardò con piacere mentre lo zio si infervorava parlando di ciò in cui credeva, proprio come soleva fare anni prima. Era stupendo averlo in casa e sentirlo parlare ancora. "Oh, Peter, ne sono sicura, noi riusciremo a cambiare il mondo. Cosa vuoi che sia cambiarlo, dopo averlo salvato?" rispose al termine del discorso con un sorriso, soddisfatta della risposta dell'altro. Certamente con una convinzione del genere, Peter avrebbe sistemato tutto. O perlomeno di questo Claire era convinta. In più, lei avrebbe cercato di aiutarlo in tutti i modi, anche se magari a volte tutto quello che poteva fare era ascoltarlo o continuare a studiare genetica.
Sempre sorridendo si alzò dal divano e tese la mano verso Peter, aspettando che la prendesse.
"Ora che ne dici di farci un giro? Se ci sei tu non ho voglia di passare il compleanno chiusa in casa. Andiamo a farci un giro e parliamo un altro pò. Di certo abbiamo un sacco di cui parlare."
Le prese la mano e la trascinò fino alla finestra più vicina, spalancata. Alzò lo sguardo in direzione del cielo azzurro e bruciante d'Agosto. Non che fosse di un azzurro limpido - non erano le alpi. L'inquinamento di New York avvolgeva l'aria per diversi metri, ma Peter sapeva quanto in alto doveva andare per trovare le correnti pulite. Voleva condividerlo con Claire - mostrarle che potevano cambiare il mondo perchè c'era ancora aria fresca sopra New York e quindi le cose belle esistevano, Claire esisteva, e...Peter non era davvero diventato molto più cinico in questi tre anni, no. Be', non era mai stato bravo ad esserlo, in ogni caso.
"Vuoi fare un vero giro? Non ci vedranno - e non ti farò cadere, promesso. Puoi considerarlo il tuo regalo."
Alzò le sopracciglia e le sfoggiò un sorriso. "Mh?"
Claire si lasciò portare alla finestra da Peter. Le mani di Peter erano calde e rassicuranti. Improvvisamente le venne in mente quando tanti anni fa stavano cercando di salvare il mondo insieme, e anche allora lui le aveva tenuto la mano e lei si era sentita in pace.
"Vuoi fare un vero giro? Non ci vedranno - e non ti farò cadere, promesso. Puoi considerarlo il tuo regalo."
Lo guardò un attimo ancora. Casa casa casa... Lo abbracciò stretto stretto e inspirò il suo profumo, poi alzò la testa e gli sorrise, proprio come i vecchi tempi.
Ai tuoi ordini, pensò divertito, dimenticandosi di dare voce al suo pensiero perchè troppo occupato a sorridere.
Non che importasse, alla fine. Era sicuro di riuscire a dirle molto di più riponendole una ciocca di capelli dietro l'orecchio, (anche se era inutile, perchè in aria si sarebbero annodati e sconvolti, quindi poteva chiamare il gesto carezza e farla finita, davvero.)
Non registrò davvero l'implicazione di lui e Claire come Superman e Lois - un po' perchè pensare a sé stesso come Superman era semplicemente ridicolo (quasi quanto Nathan come Superman, ma non avrebbe pensato a Nathan ora), un po' perchè stava registrando altro. Per esempio, quanto erano cresciuti i capelli di Claire - gli stavano solleticando le mani, che aveva lasciato scivolare attorno alla sua vita.
La sollevò tenendola stretta, prese un respiro. E spiccò il volo.
Si concentrò nel rispondere alla sua domanda:
“Bè, non sono successe molte cose da quando te ne sei andato…”
Ci pensò un attimo, poi aggiunse:
“-certo, a parte il fatto che mi sono trasferita a New York, mi sono diplomata e ho cominciato l’Università.”
Cielo quanto si era perso Peter…
Per un momento Claire sperò intensamente che qualsiasi cosa egli stesse facendo in questo periodo valesse tutto questo.
Si alzò e prese il piatto vuoto dalle mani dell’altro, lo portò in cucina e lo depose con cura in bilico tra le troppe stoviglie da lavare.
“Poi, come ti dicevo nelle mail, ora mi vedo con Micheal”
Riprese tornando in sala, e risedendosi a fianco a Peter
“Lui è un bravo ragazzo, gentile, carino, addirittura intelligente”
Un piccolo sorriso si fece strada nel suo volto al nominare il ventiquattrenne di Los Angeles
“Non sa dei miei poteri, credo sia troppo presto per sganciare la bomba…senza offesa, ovviamente."
Si fermò per prendere fiato, e diede voce ad un'altra domanda che non aveva potuto chiedere a Peter per email:
"Credi che un giorno potremo andare in giro esibendo chi siamo liberamente, Peter?
Perché io comincio a essere stanca di nascondere chi sono alle persone a cui tengo.”
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Rispose masticando l'ultimo boccone. Peter mangiava sempre in fretta. Mangiare, lavarsi i capelli e altre attività quotidiane del genere erano attività piuttosto inutili, che fino a tre anni prima dovevano spesso essergli ricordate. Ma ora non aveva nessuno a ricordargliele.
A pensarci, provò una leggera nausea, scacciata subito via dalla domanda di Claire.
Credi che un giorno potremo andare in giro esibendo chi siamo liberamente, Peter?
"Io lo credo, Claire. Lo credo davvero. E' per questo che sto facendo quello che sto facendo, è il motivo per cui voglio che - che ci troviamo tutti. Per far vedere al mondo, uniti, che possiamo fare cose - grandi. Grandi cose."
Si avvicinò a lei, parlandole come sapeva fare solo con lei, sapendo che capiva. Era facile per Peter capire le persone, ma il contrario? Era abbastanza difficile, avrebbe detto Peter tre anni prima. Ora che aveva passato quei tre anni a cercare di farsi capire da persone che avrebbero dovuto essere come lui, che avrebbero potuto, poteva dire con certezza (e qualche amarezza) che era quasi impossibile.
"Noi possiamo fare grandi cose, Claire."
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Era stupendo averlo in casa e sentirlo parlare ancora.
"Oh, Peter, ne sono sicura, noi riusciremo a cambiare il mondo.
Cosa vuoi che sia cambiarlo, dopo averlo salvato?" rispose al termine del discorso con un sorriso, soddisfatta della risposta dell'altro.
Certamente con una convinzione del genere, Peter avrebbe sistemato tutto.
O perlomeno di questo Claire era convinta.
In più, lei avrebbe cercato di aiutarlo in tutti i modi, anche se magari a volte tutto quello che poteva fare era ascoltarlo o continuare a studiare genetica.
Sempre sorridendo si alzò dal divano e tese la mano verso Peter, aspettando che la prendesse.
"Ora che ne dici di farci un giro?
Se ci sei tu non ho voglia di passare il compleanno chiusa in casa.
Andiamo a farci un giro e parliamo un altro pò.
Di certo abbiamo un sacco di cui parlare."
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Le prese la mano e la trascinò fino alla finestra più vicina, spalancata. Alzò lo sguardo in direzione del cielo azzurro e bruciante d'Agosto. Non che fosse di un azzurro limpido - non erano le alpi. L'inquinamento di New York avvolgeva l'aria per diversi metri, ma Peter sapeva quanto in alto doveva andare per trovare le correnti pulite.
Voleva condividerlo con Claire - mostrarle che potevano cambiare il mondo perchè c'era ancora aria fresca sopra New York e quindi le cose belle esistevano, Claire esisteva, e...Peter non era davvero diventato molto più cinico in questi tre anni, no. Be', non era mai stato bravo ad esserlo, in ogni caso.
"Vuoi fare un vero giro? Non ci vedranno - e non ti farò cadere, promesso. Puoi considerarlo il tuo regalo."
Alzò le sopracciglia e le sfoggiò un sorriso. "Mh?"
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Le mani di Peter erano calde e rassicuranti.
Improvvisamente le venne in mente quando tanti anni fa stavano cercando di salvare il mondo insieme, e anche allora lui le aveva tenuto la mano e lei si era sentita in pace.
"Vuoi fare un vero giro? Non ci vedranno - e non ti farò cadere, promesso. Puoi considerarlo il tuo regalo."
Lo guardò un attimo ancora.
Casa casa casa...
Lo abbracciò stretto stretto e inspirò il suo profumo, poi alzò la testa e gli sorrise, proprio come i vecchi tempi.
"Fammi vedere che sai fare, Superman!"
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Non che importasse, alla fine. Era sicuro di riuscire a dirle molto di più riponendole una ciocca di capelli dietro l'orecchio, (anche se era inutile, perchè in aria si sarebbero annodati e sconvolti, quindi poteva chiamare il gesto carezza e farla finita, davvero.)
Non registrò davvero l'implicazione di lui e Claire come Superman e Lois - un po' perchè pensare a sé stesso come Superman era semplicemente ridicolo (quasi quanto Nathan come Superman, ma non avrebbe pensato a Nathan ora), un po' perchè stava registrando altro. Per esempio, quanto erano cresciuti i capelli di Claire - gli stavano solleticando le mani, che aveva lasciato scivolare attorno alla sua vita.
La sollevò tenendola stretta, prese un respiro.
E spiccò il volo.
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