Chi: Claire, Nathan
Dove: New York.
Cosa: Conversazione telefonica
Quando: 19 settembre 2011 - Sera
Stato:
Finito A Claire il freddo non piaceva.
Non le era mai piaciuto, neanche quando era piccola e lei e la sua famiglia andavano a sciare in qualche strana località dal nome impronunciabile in Europa. (Chiedersi come facesse un dipendente di una
(
Read more... )
Nathan si versò due dita di whisky dalla bottiglia conservata nel mini-frigo della limousine e sorseggiò distratto, gli occhi chiusi. Negli ultimi quattro anni la quantità di alcool che si concedeva per i momenti di solitudine era raddoppiata. Specie se considerava che prima della bomba era stato quasi astemio, e nel primo anno si era limitato a qualche raro, solitario goccetto nei momenti di stress più intenso.
Ma negli ultimi quattro era diventato un vizio, e Nathan non osava neanche immaginare a che livelli sarebbe arrivato se Mohinder Suresh non gli avesse mandato periodici aggiornamenti sulla posizione di Peter grazie a Molly Walker.
Distrattamente si massaggiò il segno della bruciatura sul polso destro, regolarmente coperto dall'orologio (una volta lo portava a sinistra, ma adesso non più) - poi il cellulare iniziò a squillare nella sua tasca, e Nathan mise da parte il bicchiere e i ricordi per controllare lo schermo.
C. Bennet lampeggiava nei cristalli liquidi, ma Nathan non aveva veramente bisogno di verifiche, perché la suoneria di Claire era differente dalle altre.
Si schiarì la voce e poi rispose.
Reply
Aveva appena rotto una bambola, e gli altri giochi della casa la annoiavano.
In più suo fratello era ancora troppo piccolo per giocarci, e aveva paura di rompere anche lui.
In quel momento era uscito suo padre dalla cucina e le aveva detto che sospirando la felicità andava via con il respiro, prima di prenderla in braccio e portarla fuori a fare una passeggiata.
Al tempo la cosa l'aveva fatta spaventare e, fino a pochi anni fa, aveva fatto di tutto per non sospirare più e trattenere al felicità dentro di sè.
Adesso le veniva quasi più naturale della respirazione tradizionale.
La sua risoluzione di dire a Nathan di Peter si affievolì.
I due avevano litigato, e Nathan probabilmente non voleva farsi raccontare di suo fratello minore dalla figlioletta illegittima.
Claire si trattenne a stento dal sospirare ancora (oramai aveva chiamato, indugiare ancora non aveva senso) e rispose con voce misurata:
"Nathan!Come stai?Per caso ti sto disturbando?"
E una parte di lei pregò che fosse proprio quello il caso.
Reply
Si massaggiò la radice del naso. Parlava raramente di questioni di lavoro anche con la sua famiglia, per cui non c'era motivo di sollevarle con Claire, e non lo fece neanche stavolta. A volte pensava che, per quanto ne sapeva sua figlia, avrebbe potuto benissimo passare le sue giornate a giocare a Shangai con i colleghi o a fare il giocoliere con i fermacarte.
"Volevo chiamarti," bugia "ma non ho avuto tempo. Volevo dirti che non possiamo vederci la prossima settimana. So che te l'ho proposto io, ma non ce la faccio a trovare un momento libero. Non ti dispiace, vero?"
Anche se le dispiaceva, Nathan non l'avrebbe mai saputo comunque.
Reply
Claire rimase un attimo interdetta.
Fece mente locale e ricordò l'appuntamento che avevano deciso di fissare per la settimana seguente.
Si tirò a sedere a gambe incrociate, appoggiando MacBear sulle coscie, mentre si passava la mano libera tra i capelli.
"No, non preoccuparti, so che sei impegnato con il lavoro."
Stranamente, il fatto di non poter vedere l'altro le causò un leggero malessere alla bocca dello stomaco, ma riuscì a tenere il disappunto fuori dalla sua voce.
Decise di non pensarci.
Non che avessero molte cose da dirsi comunque, nel caso si fossero visti.
"Senti, non voglio farti perdere altro tempo, quindi andrò dritta al motivo per cui ti ho chiamato..."
Ecco che tornava l'indecisione...
Cosa doveva fare?
Dirglielo o no?
Decise di passare al piano B, ovvero la ragione per la quale l'avrebbe chiamato comunque quella sera...in caso, il discorso Peter sarebbe saltato fuori più tardi.
"Ti ricordi Mohinder Suresh?"
Reply
"Sì" rispose, neutro. "Direi di sì."
Non c'era modo che Claire sapesse di Suresh e del Centro di Ricerche. Anche ammesso che Bennet avesse scoperto qualcosa (quell'uomo poteva infiltrarsi ovunque, era costretto ad ammettere con una certa riluttante ammirazione), anche ammesso che lui sapesse qualcosa, Nathan era più che certo che Claire sarebbe stata l'ultima persona a cui l'avrebbe detto. Per lo stesso motivo per cui lui non le aveva detto niente. Il sangue non mentiva, e Claire sarebbe corsa a bussare alla porta del circo ambulante esattamente come avrebbe fatto Peter.
A volte Nathan si sentiva solidale con Noah Bennet, perché entrambi sapevano cosa significasse dedicare la propria vita a proteggere chi non voleva essere protetto. Chi non si rendeva conto di dover essere protetto.
Reply
Raddrizzò le spalle anche se l'altro non poteva certo vederla, e tolse MacBear dalla sua postazione tra le sue cosce ripiazzandolo sul cuscino del letto.
"Potresti per caso organizzarmi un incontro?O magari anche solo darmi il suo numero di telefono, così lo posso chiamare!
Sai, è un rinomato genetista...anche se i suoi studi sulle persone dotate di poteri speciali non sono molto noti."
Per il momento dimentica del "discorso-Peter", la ragazza continuò con la sua tirata:
"Ho un sacco di teorie che vorrei sottoporgli, anche riguardo al libro di suo padre...
Vorrei provare a fare degli esperimenti sul mio sangue, chissà che un giorno non riuscirò ad utilizzarlo per aiutare qualcuno!"
Si accorse di star parlando troppo.
Assunse un tono più serio e terminò con un:
"Si, insomma, mi piacerebbe conoscerlo."
Reply
A volte doveva ricordare a se stesso cos'era vero e cos'era falso.
"A quanto ne so Suresh è tornato in India. L'ultima volta che ho sentito parlare di lui aveva ripreso la sua cattedra a Madras."
Un leggero ma distinto brivido gli aveva attraversato la spina dorsale alla parola esperimenti, e solo l'esperienza e la pratica con le conversazioni scomode gli aveva permesso di mordersi la lingua.
Non avrebbe mai permesso che sua figlia iniziasse a trafficare col proprio sangue, col rischio di lasciare in giro provette con campioni del suo DNA. Gli esperimenti erano fuori discussione. Pensò che l'indomani avrebbe dovuto chiamare Bennet e questo pensiero non lo rallegrò particolarmente.
Avevano molte cose in comune, ma non andavano d'accordo.
"Non credo di poterti aiutare."
Reply
L'eccitazione che si era andata a formare nel cuore della giovane si sgonfiò come un palloncino legato male.
Come al solito, doveva cavarsela da sola.
Fin qui, nulla di nuovo.
Era riuscita ad eludere la guardia del padre, a trovare la sua vera madre e a scoprire tante cose a cui non avrebbe dovuto neanche pensare, e tutto da sola (o con l'aiuto di Zach, ma a questo non voleva pensare...).
Trovare un professore all'Università di Madras sarebbe stato un gioco da ragazzi in confronto a ciò che aveva fatto in passato.
Nathan aveva anche detto di ammirare il suo coraggio, una volta.
"Bè, chiederò a qualcun'altro allora.
Grazie comunque, Nathan."
Si lasciò cadere sul letto, inavvertitamente schiacciando MacBear.
Subito pentita lo prese e se lo portò al petto.
Non voleva ancora terminare la conversazione con Nathan.
Forse perchè per qualche oscuro motivo quel periodo assurdo di paura e sconforto le mancava, a confronto della relativamente noiosa vita da studentessa.
Vita normale...più o meno.
"Come sta tua madre?"
Reply
In primis, non era da Claire rispondere con una scrollata di spalle un "Ok, fa niente" a una richiesta negatale. Si era già preparato a una lunga ed estenuante battaglia verbale, simile a quella che aveva dovuto affrontare quando si era deciso di mandare Peter in quel dannato bunker nel deserto.
In secundis, Claire non l'aveva mai chiamato per chiacchierare del più e del meno. Anche se avevano parlato molte volte di come andavano le rispettive vite e di che tempo faceva laggiù e altro su questa linea, era sempre (e soltanto) avvenuto in quelle telefonate di routine che Nathan le faceva a scadenze regolari, solitamente povere di materia di discussione (anche se Nathan a volte voleva davvero sentire la voce di sua figlia e sapere cosa le accadesse giorno per giorno).
"Bene. Allora, che cos'è? Il motivo per cui mi hai chiamato. Quello vero."
Reply
Come faceva Nathan a conoscerla così bene, dopo averla sentita solo per telefono, in conversazioni spesso prime di argomenti significativi?
Deglutì e si concentrò intensamente per pensare a qualcosa da dire.
La sua rigenerazione spontanea non era utile in situazioni del genere.
In ogni caso, non aveva la minima intenzione di dire la verità dopo aver saltellato intorno all'argomento per così tanto tempo.
Certo, non temeva Nathan, dopotutto non lo vedeva da una vita, ed è difficile aver paura di qualcuno che non vedi da tempo, ma questo non cambiava il fatto che non aveva intenzione di aver a che fare con un Nathan arrabbiato.
Decise di prendere tempo, magari riusciva anche a convincerlo di non aver avuto altri motivi per chiamare.
"Che vuol dire, il motivo vero?Non posso chiamarti per chiederti un favore, o solo per sentirti?
La vita degli studenti di New York non è così eccitante come la descrivono i film per teenagers, sai?"
Dopotutto non era una totale bugia, voleva davvero sentire la voce del politico.
Anche se non era certo quello il motivo per il quale aveva chiamato, come non lo era trovare il Dottor Suresh.
Reply
Considerato tutto quello che era successo e il fatto che non si vedevano mai, Nathan pensava di avere un buon rapporto con sua figlia. Claire era una ragazza intelligente. E anche se aveva preso dal ramo sbagliato della famiglia - se Peter non avesse avuto solo undici anni più di lei avrebbe seriamente cominciato a preoccuparsi - Nathan sapeva che Claire sapeva farsi i suoi conti quando ne aveva bisogno, chiedere quando era tempo di chiedere e dissimulare quando era tempo di dissimulare. Non l'avrebbe mai definita un'opportunista (troppi ideali, troppa generosità), ma a volte in lei Nathan riusciva a leggere l'eredità dei propri geni.
"Va bene, allora. Com'è la vita degli studenti di New York?"
Reply
Devo preparare un'analisi sulla Distonia entro la settimana prossima, ma mi trovo a buon punto.
La biblioteca dell'Università è abbastanza fornita."
Anche se questa volta il sospiro sarebbe stato di sollievo, Claire riuscì a trattenersi mentre il sorriso le tornava sul volto.
Un pensiero le venne in mente, e decise di chiedere qualcosa a Nathan, dato che il politico non sembrava andare di fretta.
Sebbene si sentissero periodicamente da qualche anno, la ragazza non aveva domandato molte cose sulla vita privata dell'altro.
Anche perchè Nathan non era esattamente un tipo loquace.
"Nathan, ora che ci penso, tu hai frequentato legge a New York, vero?"
Reply
"A Harvard" corresse, rilassandosi leggermente sul sedile. Continuava a pensare che qualcosa non andasse in quella conversazione, ma se Claire aveva voglia di fare due chiacchiere, dopotutto Nathan non ci vedeva niente di male. Il traffico sembrava lento, quella sera.
"E non ricordo di aver solo studiato, studiato, studiato. Tutto il contrario, direi." Sogghignò, prendendo un sorso di whisky. "Vedi di non farti fotografare mentre corri nuda per il campus o roba del genere come la figlia di Bush junior. Potrebbe essere troppo anche per me, da insabbiare."
Reply
Avrebbe dovuto pensarci.
"Non preoccuparti, quelle foto già le ho fatte sparire..."
Rispose Claire con una risata.
Bè, se per 'foto nuda di corsa per il campus', Nathan intendeva 'foto completamente ubriaca alla festa della Confraternita dei suoi amici', allora aveva ragione a preoccuparsi.
Ma quelli erano dettagli.
"Non riesco ad immaginarti a correre nudo per il campus, sai?"
riprese poco dopo, sentendo un pò della tensione che aveva accumulato quella sera sciogliersi.
"Comunque se ti vuoi rifare c'è il Miglio nudi, tra qualche giorno.
Ti prometto che non parteciperò, se la cosa ti fa stare più tranquillo"
Reply
Marginalmente, pensò che Claire doveva valere la pena, e si sentì d'un tratto piuttosto protettivo nei suoi confronti.
"Ti ringrazio della bella notizia. Sono molto più sollevato ora che so che non dovrò cancellare la memoria a svariate migliaia di spettatori, cameramen, giornalisti e concorrenti nudi." Fece una pausa. "Non che saprei come fare, comunque."
Reply
'Dimmi, Claire, sai tenere un segreto?'
L'Haitiano.
Sbiancò, ma decise di lasciar passare il commento, magari Nathan aveva solo voluto fare una battuta, probabilmente neanche lo conosceva lui, l'Haitiano.
E comunque parlargliene lo avrebbe insospettito, e l'ultima cosa che Claire voleva erano altre seccature, al momento.
Decise comunque di indagare.
"Bè, ora che abbiamo appurato che nessuno dei due ha intenzione di correre nudo per New York in un futuro prossimo- ma non ti prometto niente per l'anno avvenire- pensiamo a cose più immediate."
'Tipo Peter- no.
Non Peter.'
"Per la cena, non fa niente, possiamo organizzarci quando hai un attimo di respiro, ma guarda che ci conto!"
E si sorprese nel pensare a quanto effettivamente aveva voglia di rivedere entrambi i fratelli Petrelli.
Il sangue non è acqua, dopotutto.
Reply
Leave a comment