Chi: Hiro, Ando
Dove: Australia, a Melbourne
Cosa: Hiro e Ando sono appena arrivati a Melbourne e stanno cercando per conto del Centro di Ricerca una nuova persona dai poteri speciali.
Quando: Lunedì 19 Settembre 2011. Tarda mattinata. Pomeriggio. Sera.
Nonostante fossero passati cinque anni, Ando non si era ancora abituato alle sensazioni che si
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"Dovremmo sbrigarci piuttosto."
Detto questo tirò fuori da una cartellina un foglio con una foto segnaletica allegata in cima.
Hiro gli sembrava entusiasta come al solito, Ando si limitò a leggere la scheda per vedere se c'era qualcosa di rilevante.
Come al solito era un ragazzo normale, con una vita normale e con qualcosa di speciale.
Perchè invece solo lui doveva essere terribilmente normale ma con un compito del genere? Dire agli altri di essere speciali...bah, avrebbe potuto farsi una famiglia nel frattempo.
"Non sembra essere difficile, è un ragazzo, parliamogli e andiamocene, prima però ordiniamo."
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"Hai letto qual è il suo potere? Il super olfatto. Può sentire qualunque odore, anche il più insignificante. Divertente, vero?" Lo disse strizzando gli occhi.
Da quando aveva iniziato a teletrasportarsi gli capitava più spesso di strizzarli - era diventato un piccolo tic nervoso, un'abitudine inconsapevole, lo aiutava a concentrarsi, a rendersi conto di dove era e che in quel momento lui c'era. E se si fermava a pensarci - a pensare alla strizzatina d'occhi - gli tornavano in mente tante cose, ad esempio Charlie.
Guardò Ando e si chiese cosa stava pensando.
"Allora, che ne dici? Quando lo troveremo vuoi parlaci tu o preferisci che cominci io?"
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Super olfatto...
"Certo che sarò io a parlargli, lo spaventeresti con i tuoi discorsi su salvare il mondo e dovremmo metterci a rincorrerlo."
Che seccatura.
"Perchè dovremmo cercare un tizio con un potere così stupido? non servirà a salvare il mondo al massimo a sentire il profumo della cena quando siamo lontano da casa.... "
Ando sospirò, snervato.
"Perchè devo fare la vostra babysitter?!? Perchè Mohinder non viene a infilare un cottonfioc in bocca alla gente per conto suo?! è tutto così insensato e senza scopo!"
Ando gesticolava, sporgendosi verso Hiro dall'altra lato del tavolo. Al suo fianco, la spada che aveva appoggiato ricadde in terra con un piccolo tonfo.
"Mi è passata la fame..."
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Ando aveva parlato così velocemente da non lasciargli neanche il tempo di rispondere, e ora Hiro lo guardava esterrefatto.
"Ando" cominciò in tono serio "la nostra missione è importante. Mr. Suresh ha impegni più gravosi e pesanti dei nostri. E poi nessun potere è stupido, tutti i poteri sono un dono, e noi abbiamo il dovere di proteggere il mondo, questo è il nostro scopo."
Finito di parlare si chinò a raccogliere la spada caduta a terra. La strinse forte nei pugni e poi tese le braccia verso Ando per restituirgliela.
"E' il nostro compito Ando. E tu devi avere il coraggio di portare a termine ciò che hai cominciato."
Non c'era comprensione nelle parole di Hiro, solo delusione e amarezza - Come può Ando anche solo pensare queste cose? Come può disprezzare i doni del cielo? - Il suo amico era cambiato.
Una cameriera si era avvicinata.
"Signori, va tutto bene? Quella è una vera spada?" Chiese perplessa e anche un po' spaventata.
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si affrettò a precisare Ando afferrando la spada, spaventato che potesse chiamare la polizia, e anticipando Hiro che probabilmente avrebbe detto la verità senza battere ciglio.
Quando la cameriera si fu allontanata Ando sospirò, sistemandosi la Katana sulle gambe e appoggiando poi la testa ad un braccio.
"Non sono più sicuro di questa missione, sembra non portare a nulla. è del tutto inconcludente ed io sono un uomo normale, non ho la possibilità di giocare come voi, con i vostri poteri, ed essere uno che fa la differenza."
...
"Per un uomo normale l'unico scopo concreto è una vita normale fatta di soldi e lavoro, e di una donna, se possibile."
Ando abbassò la testa, deciso a chiudere il discorso ma senza voler sbattere in faccia ad Hiro un suo eventuale sorriso stupido.
Aprì il menù e gli diede un occhiata..... niente che somigliasse al sushi o ad una scodella di ramen.
Come al solito, pensò, così da tanto tempo.
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Il suo amico soffriva a causa sua, a causa di quel potere che lo aveva reso finalemente speciale, diverso.
Seguì il movimento del capo di Ando, abbbassò anche lui la testa.
No, Ando non poteva arrendersi così.
Gli afferrò una spalla con la mano.
"Tu, Ando, sei speciale. Tu hai un grande cuore, tu mi hai capito e seguito. Io senza te sarei come Batman senza Robin. Non puoi abbandonarmi."
Fece una smorfia, e aspettò la reazione di Ando.
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Ando si fermò un attimo a riflettere, silenzioso. Sul suo viso spuntò una mezza smorfia di sorriso.
"Come Ryu per Devilman?"
Forse un barlume di speranza c'era, in fondo.
"Sto cercando uno scopo in questa cosa, Hiro, che mi faccia essere un uomo realizzato! E certo non avverrà quì in questa tavola calda. Dovremmo sbrigarci a terminare questo compito."
Ando guardò fuori dalla finestra osservando la gente che agiva in modo normale nelle loro vite normali. Si realizzavano a fare quelle piccole cose perchè sentivano di appartenervi. Lui non apparteneva a niente di quella vita strana piena di gente strana.
"Muoviamoci Hiro...vediamo dove ci porta questa cosa. Continuerò a seguirti."
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"Come Ryu per Davilan." Affermò contento."E ora gelato!" Alzò i pugni per aria sentendo finalmente più tranquillo e stava quasi per alzarsi e abbracciare l'amico, quando improvvisamente gli mancò il respiro.
Si voltò verso Ando per cercare aiuto, ma anche lui sembrava boccheggiare. Allora si guardò intorno e vide gente con le mani alla gola, tossire e tentare di respirare profondamente.
La cameriera che poco prima si era avvicinata aveva fatto cadere un vassoio per terra e ora si portava le mani al petto.
Comprendendo il pericolo che stavano correndo afferrò Ando per la spalla e tentò di concentrarsi. Chiuse gli occhi e provò a non pensare all'aria che mancava, ma solo al palo che c'era fuori, di fronte alla tavola calda, e desiderò con tutto se stesso di potare fuori da quel posto sé e Ando.
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Inspirò, espirò... e si rese conto che nulla entrava nei suoi polmoni.
Fu preso dal panico, credeva fosse un suo unico problema e si volse verso Hiro affinchè lo aiutasse, ma anche lui sembrava vittima della stessa situazione, e intorno a loro era lo stesso.
Si sentì stringere forte la spalla e automaticamente Ando seppe che Hiro stava per teletrasportarli via da lì, aveva imparato a conoscere il suo tocco, ed istintivamente anche lui allungò un braccio legandosi saldamente a quello di Hiro.
Un attimo prima di scomparire vide intorno la gente lentamente soffocare, alcuni già in terra, mentre si accorse che solo una persona seduta al bancone sembrava essere terrorizzata da tutt'altro motivo. Si guardava intorno spaventata ma sembrava non curarsi della mancanza d'aria... poi nulla.
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Subito si catapultò di fronte alle finestre della tavola calda per vedere cosa accadeva dentro. Aveva le mani e il volto spiccicati sulle vetrate, la bocca leggermente spalancata per lo stupore.
Vide che un uomo seduto al bancone si guardava intorno terrorizzato, mentre quasi tutti gli altri erano svenuti, accasciati nei modi più strampalati - alcuni con la faccia dentro il piatto, alcuni appoggiati gli uni sugli altri.
Hiro si voltò verso Ando che si trovava al suo fianco.
"Devo entrare a salvare quella gente." Disse con aria solenne, gli occhi che guardavano l'orizzonte e i pugni serrati, tanto che le nocche erano diventate bianche.
"Tu devi rimanere fuori, e non far entrare nessuno dentro. Ci vorrà un po' per far uscire tutta quella gente." Senteziò Hiro annuendo col capo e rivoltandosi di scatto verso la vetrata.
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Urlò Ando, afferrandolo un attimo prima che rientrasse.
"Non c'è bisogno di portare fuori tutti! è solo quell'uomo al bancone che sta provocando tutto questo! Prima che qualcuno muoia!"
Ando indicava, attraverso la finestra, un uomo che aveva notato prima di essere teletrasportato fuori.
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"Be', effettivamente ci sono degli Heroes capaci di sottrarre l'aria a altre persone..." Lo borbottò a alta voce quando in realtà voleva essere solo un pensiero.
"Ma certo!" Esclamò subito dopo alzando i pugni in aria. "Giusto Ando! Ora lo prenderò e lo porterò subito qui fuori."
Hiro strinse ancora una volta gli occhi, concentrandosi sull'uomo che si trovava oltre vetro, a pochi mentri di distanza da lui.
In meno di un secondo fu dentro. Sentì solo per un breve attimo mancargli l'aria ma subito afferrò l'uomo, che non ebbe neanche il tempo di accorgersi di ciò che stava accadendo, e lo portò fuori.
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