Chi: Hiro, Ando
Dove: Australia, a Melbourne
Cosa: Hiro e Ando sono appena arrivati a Melbourne e stanno cercando per conto del Centro di Ricerca una nuova persona dai poteri speciali.
Quando: Lunedì 19 Settembre 2011. Tarda mattinata. Pomeriggio. Sera.
Nonostante fossero passati cinque anni, Ando non si era ancora abituato alle sensazioni che si
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Cosa voleva dire Non abbiamo tempo da perdere con lui?
"Ando non scherzare. Lui ha bisogno di noi."
Il suo amico alle volte era davvero superficiale.
Hiro non avrebbe mai abbandonato qualcuno nel momento del bisogno, a costo di modificare leggermente i suoi piani. Lui in fondo era un eroe e aveva il dovere morale di aiutare le persone bisognose.
Si avvicinò all'uomo. Era un tipo dalla barba e i capelli rossi, abbastanza robusto.
"Io sono Hiro Nakamura." Fece un inchino. "E lei Mr. non deve avere paura. Lei..." Gli fece segno di avvicinarsi a lui con un dito. Quello stordito e spaesato, ancora sconvolto per ciò che era accuduto, si avvicinò senza particolare entusiasmo. "Lei Mr. è un Supereroe. Ha dei poteri speciali." Hiro pronunciò queste parole con estrema solennità, attento che nessuno potesse sentirlo. Subito dopo appoggiò una mano sulla spalla dell'uomo e gli lanciò uno sguardo complice - gli occhi fissi in quelli dello sconosciuto, tutti concentrati, le labbra stese in un sorriso amichevole, come a voler dire 'Bello no? Ora tutto sarà più divertente. Si vede un miglio lontano che sei felice, eh?'.
Il tipo si scrollò la mano di dosso e fece un passo indietro.
"Sei impazzito?!"
Hiro lo guardò stupito.
In cosa aveva sbagliato? Lo sconosciuto aveva appena saputo di essere un eroe, avrebbe dovuto essere felice.
Qualcosa decisamente non quadrava.
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"Ehi, tu hai un potere!" Disse all'uomo "E stavi per uccidere tutte quelle persone...forse non è così utile in effetti..."
Poi si voltò verso Hiro.
"Hiro, quest'uomo è terrorizzato dal suo potere!"
La cosa si complicava, non era un potere come quello del superolfatto, questo poteva nuocere sul serio a molta gente e Ando ne era pure un pochino spaventato.
"Tu non sei solo, ce ne sono altri come te. Amici!" gli disse, tentando di calmarlo, ma sembrava non ottenere alcun effetto; i suoi occhi infatti vorticavano sulle facce di Ando e di Hiro in cerca di un appiglio.
"Siamo amici! Lui è come te, anche se non soffoca nessuno." disse riferendosi ad Hiro.
Poi, per tranquillizarlo, disse, utilizzando le stesse parole di Hiro "Potresti essere anche tu, forse, un eroe, un Supereroe!"
In questi casi era Hiro ad essere più influente, non era portato per tranquillizare qualcuno con un potere così terrificante... ecco un 'altra prova della sua inadeguatezza.
L'espressione di Ando era stanca.
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Chi infatti non sarebbe stato felice di essere un Supereroe con poteri straordinari e fuori dal comune? Doveva solo fargli capire quanto fosse stato fortunato.
Si avvicinò nuovamente all'uomo - le labbra arricciate in un sorriro mite, gli occhi dolci di chi non ti vuol fare del male.
"Mr, non deve avere paura, se mi ascolterà le dirò tutto quello che deve sapere." Il tono di voce era leggermente emozionato e concitato - il desiderio di trasmettere a quell'uomo tutto il suo entusiasmo era fortissimo.
Ma appena fatto un passo verso lo sconosciuto quello iniziò a balbettare, dicendo cose sconnesse e senza senso.
"Po-poteri...? Dite... poteri. Poteri... ovvio. Sono impazzito. Ho-ho le allucinazioni." Poi d'un tratto iniziò ad urlare.
"POTERI! VOI DITE CHE HO DEI POTERI."
E infine rise come un forsennato.
Hiro guardò l'uomo leggermente stupito. Poi sorrise... be', era evidente, lo sconosciuto aveva capito.
"Sì Mr, poteri!!" Annuì vigorosamente col capo. "Lei può sottrarre ossigeno dall'aria!" E sollevando le mani, prima strette in un pugno, le spalancò come ad indicare tutto l'aria che c'era intorno.
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Quest'altro intoppo non ci voleva, cosa dovevano fare? schedare anche lui? portarlo alla sede Australiana dell'organizzazione... forse.
"Sta calmo, c'è un posto dove possono aiutarti, classificheranno i tuoi poteri e ti aiuteranno a controllarti..."
Hiro gli avrebbe detto che non sarebbe stato pericoloso ma come poteva mentire così? cosa si può fare se viene sottratto l'ossigeno? soffocare!
Poi si volse verso Hiro:" Hiro, che facciamo? lo portiamo alla sede australiana? Dobbiamo ancora recuperare quell'altro ragazzo, quest'uomo è spaventato e sarà difficile tranquillizzarlo!"
L'uomo aveva uno sguardo ora alqunto instupidito, ascoltava muto Ando parlare.
Quest'ultimo infatti solo guardandolo negli occhi capì che le sole parole "organizzazione" "classificazione" evocavano in quell'uomo sensazioni da cavia di laboratorio.
"NO!" urlò d'un tratto, divincolandosi da Hiro e Ando e fuggendo via gridando "cosa mi sta succedendo!?!?!".
"HIRO!" urlò invece Ando per destare la sua attenzione.
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Be', strana... in realtà molti reagivano in quel modo ma Hiro tendeva a dimenticarlo ogni volta: preferiva sperare nell'entusiasmo e nella positività della gente. Amava pensare di rendere felici le persone quando bussando alla porta annunciava loro di essere 'speciali'. Se non avesse sperato in questo, se non avesse creduto di portare un po' di gioia nella vita degli altri, non avrebbe potuto fare quel lavoro.
Hiro vide l'uomo scattare in avanti, oltre sé e oltre Ando.
Rimase per un solo secondo a fissare a bocca aperta quello che fuggiva via correndo.
Non poteva lasciarlo andare così, l'uomo doveva capire cosa stava accadendo, doveva soprattutto smettere di avere paura e iniziare a accettarsi, comprendendo quanta e quale fortuna gli era capitata.
Aggrottò la fronte e mise su una sorta di broncio.
"Ando, seguiamolo!" Puntò il dito in avanti e iniziò a correre, trattenendo la Katana che traballava alle sue spalle.
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Questo pensava Ando mentre, al contrario, continuava a seguire Hiro stando al passo. Alla fin fine seguiva Hiro in qualunque situazione anche se sembrava tutto assurdo. Erano ormai anni che sembrava essere tutto tremendamente assurdo.
Scusami cara dobbiamo correre dietro ad un tizio che potrebbe soffocarci senza accorgersene, avrebbe potuto dire a sua moglie se ne avesse avuta una.
Però Ando continuava a correre alle spalle di Hiro, quello stupido pazzo con una spada sulle spalle. Hiro non rifletteva e proprio per questo Ando doveva continuare a correre con lui, dietro di lui e coprirgli le spalle. In fondo Hiro non gli aveva mai negato un aiuto...
Continuò a correre come un disperato, ma l'uomo davanti a loro aveva il vantaggio di conoscere alla perfezione il posto, e ben presto Hiro e Ando lo persero in una piazza alla luce rugginosa del sole che tramontava.
Sopra di loro si accese un lampione.
"L'abbiamo perso?!"
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