Titolo: From Vegas to nowhere
Fandom: eriginale
Personaggi: Maya, Al
Rating: G
Disclaimer: miomiomio
Conteggio parole: 340
Riassunto:
Aspetta di vederlo sorridere prima di credergli, prima di spostare la mano dal calcio della pisola e appoggiarla sul manico del bricco, perché si fida dei denti più di qualsiasi altra cosa.
Challenge: mdf @
it100Prompt: mi femerò tre giorni - squadra 6
Note:
* si, il titolo è tratto da Calling Yoy
* si, per chi li conosce questi due sono Mia Dearden e Hal Jordan, lol
* si, Baghdad café mi è piaciuto tanto =P
La prima cosa che vede di lui é una nuvola di sabbia e polvere a qualche chilometro di distanza.
Maya piega appena la testa per sbirciare fuori dai vetri mentre si versa in una tazza il fondo del caffè e prepararne altro, aspettando di vedere cosa succede.
Non è né un alieno né qualche altra strana creatura quello che si presenta più tardi all’interno del prefabbricato accanto alla pompa di benzina.
« Credevo che di posti così non ne esistessero più. » La saluta entrando, mentre lei mette una mano sulla pistola che tiene nascosta sotto il bancone - per i coyote, dice quando glielo chiedono -, poi domanda se può avere del caffè.
« Lo sto preparando. » Maya risponde cauta.
Aspetta di vederlo sorridere prima di credergli, prima di spostare la mano dal calcio della pisola e appoggiarla sul manico del bricco, perché si fida dei denti più di qualsiasi altra cosa.
Lui, quasi per non deluderla, sfodera un ghigno furbo, recitato.
« Allora mi stavi davvero aspettando. »
Le dice di chiamarsi Al, le spiega che lui ed il suo biplano sono atterrati dove potevano, che il suo aereo ha bisogno di benzina e riparazioni e lei per un attimo si sente un po’ come il piccolo principe, ma è troppo attratta dal suo aviatore per scrivere una favola.
E’ perfetto, dal sorriso al colore della pelle, dagli zigomi marcati al numero di capelli.
« Mi fermerò tre giorni, quattro al massimo. » Afferma con sicurezza e solo allora Maya preferisce non dare niente per scontato.
« E’ un bar questo, non un albergo. » Risponde appoggiandosi al bancone e facendo tintinnare i braccialetti. « Ma puoi dormire nel Pick-Up di mio padre se vuoi. »
Maya si lascia attraversare da quello sguardo di lui che sembra volerle gridare quanto si sbaglia, studia a lungo quel lampo luminoso nelle pupille castane mentre entrambi pensano che quella notte non dormirà nel Pic-Up di suo padre.
« E’ perfetto. » Risponde Al senza smettere di mostrarle il suo sorriso.
L’ultima cosa che vede di lui sono i suoi denti, perfetti nella penombra della roulotte di lei.