Titolo: Condizioni di pace
Rating: Rosso
Genere: Erotico, Introspettivo
Personaggi: Francis Bonnefoy (Francia), Ludwig (Germania)
Wordcount: 709 (
fiumidiparole)
Prompt: Self per la Missione 2 della
terza settimana del
COW-T 3 @
maridichallengeTimeline: Ambientata dopo la Prima Guerra Mondiale.
Note: Lemon, Self!love, Voyeur, Yaoi
«Su, Germania. Che c'è, vuoi tirarti indietro?».
Accusato di codardia. Nessuno aveva mai osato dargli del vigliacco fino ad allora.
«Mai» ringhiò il tedesco, fissando con espressione irata Francia, comodamente abbandonato sul suo divano con gli occhi cobalto inchiodati su di lui. Sembrava divertirsi particolarmente.
«Allora comincia» rispose.
«Su, Germania. Che c'è, vuoi tirarti indietro?».
Accusato di codardia. Nessuno aveva mai osato dargli del vigliacco fino ad allora.
«Mai» ringhiò il tedesco, fissando con espressione irata Francia, comodamente abbandonato sul suo divano con gli occhi cobalto inchiodati su di lui. Sembrava divertirsi particolarmente.
«Allora comincia» rispose.
Ludwig abbassò gli occhi sul proprio corpo nudo, cercando di soffocare la propria dignità personale e adempiere a quel che gli era stato imposto come condizione di pace tra le tante del Trattato di Versailles.
Non solo era stato costretto a pagare un debito di guerra esorbitante, subendo pure un'inflazione ai limiti dell'inverosimile, ma Francia gli aveva anche imposto una specie di favore sessuale nei suoi confronti. Ludwig non aveva potuto rifiutare: il suo governo aveva firmato l'accordo senza dirgli niente e solo all'ultimo momento gli aveva rivelato il suo ruolo all'interno di esso.
Non aveva avuto modo di scegliere, anche se il diretto interessato era lui.
Avrebbe dovuto immolarsi per la pace della sua patria. Avrebbe preferito pagare semplicemente il suo debito di guerra, seppur enorme, e basta, senza fare quello che il francese gli aveva poi ordinato.
«Sto aspettando» fece notare il Bonnefoy.
Germania raccolse il coraggio ed aprì le gambe, lasciando vedere a Francis le parti intime, quelle che faticava a mostrare persino a suo fratello.
Vi mise una mano sopra, prendendosi il pene con indice e pollice, rimanendo fermo per qualche attimo, incapace di cominciare.
«Avanti, fallo. Togliti il pensiero» si esortò il tedesco, deglutendo nervosamente.
Non seppe nemmeno che cosa lo spinse a cominciare a muovere le dita, fatto sta che lo fece.
Il piacere fisico arrivò a rilento a causa della mancanza di trasporto sentimentale nei confronti dello spettatore.
Quest'ultimo, per contro, era profondamente attratto da Germania. Nonostante i recenti trascorsi di guerra, per Francia era e rimaneva un giovane prestante ed attraente.
Gli aveva chiesto di masturbarsi davanti a lui perché gli piaceva, anche se sapeva perfettamente che tale sentimento non era contraccambiato. Avrebbe potuto chiedergli addirittura di fare sesso con lui, ma era sicuro che avrebbe rifiutato, anche a costo di far scoppiare un'altra guerra.
Francis lo guardava avidamente, concentrando particolarmente la propria attenzione sul viso e sul pene che si stava indurendo tra le dita del tedesco.
L'appagamento fisico di quest'ultimo aumentava man mano che procedeva.
Il francese si mise una mano dentro i pantaloni senza esitazione e si prese il pene turgido e mezzo eretto, iniziando a masturbarsi con molta più foga e dedizione rispetto a Germania, che invece sembrava stesse soffrendo.
I gemiti del Bonnefoy superarono in forza gli sbuffi di Germania, che si abbandonò contro lo schienale con i muscoli tesi come corde di violino. Tese le gambe, allargandole.
Francia sudava nei vestiti, ma non li toglieva. I suoi occhi erano incollati all'erezione del tedesco, che si vedeva bene nella posizione in cui era. Sul suo divano si contorceva leggermente, come in preda a lievi spasmi muscolari.
Germania raggiunse l'orgasmo in pochi momenti, lanciando un vero e proprio gemito d'estasi. Avvertì il proprio sperma fuoriuscire con violenza e macchiargli in piccola parte l'interno della coscia più prossima all'erezione mentre la parte più consistente cadeva a sporcare la sedia.
I muscoli si rilassarono e la tensione si allentò, permettendogli di emettere un debole sospiro di sollievo.
Era finita.
Alzò gli occhi su Francia e la mascella gli cadde, lasciando che le labbra formassero una "o" muta di pura sorpresa: non si aspettava di vedere il francese intento a masturbarsi a propria volta con tale foga.
Dalla sua espressione sembrava che ogni parte del suo corpo stesse vibrando di un piacere così profondo da risultare, di fatto, incontenibile.
I suoi gemiti osceni erano simili a quelli che Ludwig aveva sentito alcune volte emettere agli attori dei film porno che qualche volta suo fratello guardava.
Era indecente, niente di più e niente di meno. Germania si vergognava per lui.
Quando venne levò al cielo il capo e lanciò un grido roco di godimento viscerale.
Giacque addosso allo schienale ansimando, rimanendo con gli occhi chiusi.
«Vorrei riavere i miei vestiti» disse Germania, rimanendo seduto con le gambe aperte per non sporcarsi ulteriormente di sperma.
«Sono nell'armadio sotto le scale. Vai a prenderteli» dichiarò esausto Francis, senza mostrare la benché minima intenzione di alzarsi per adempiere al suo ruolo di padrone di casa.
Il tedesco si alzò con un sospiro e, curandosi di tenere basso lo sguardo, attraversò in silenzio la stanza e se ne andò.