Titolo: Geography lesson
Rating: Verde
Genere: Generale
Personaggi: Fem!America (Emily Jones), Fem!Inghilterra (Alice Kirkland)
Wordcount: 596 (
fiumidiparole)
Note: Gakuen Hetalia!Verse, Gender Bender
L’ora sembrava non finire mai.
America continuava a guardare l’orologio a parete appeso sopra la lavagna sperando così di riuscire a far accelerare il viaggio della lancetta.
Erano passati solamente dieci minuti dall’inizio della lezione di geografia e già non vedeva l’ora che finisse.
Cosa gliene importava a lei di dove e di cosa c’era negli altri paesi?
L’importante era che sapesse cosa c’era in America e dove fosse. Il resto era completamente superfluo.
L’ora sembrava non finire mai.
America continuava a guardare l’orologio a parete appeso sopra la lavagna sperando così di riuscire a far accelerare il viaggio della lancetta.
Erano passati solamente dieci minuti dall’inizio della lezione di geografia e già non vedeva l’ora che finisse.
Cosa gliene importava a lei di dove e di cosa c’era negli altri paesi?
L’importante era che sapesse cosa c’era in America e dove fosse. Il resto era completamente superfluo. Emily Jones stava piegata sul tavolo con le braccia conserte sul libro di testo e la testa appoggiata sopra, sonnecchiando annoiata.
Accanto a lei, Inghilterra stava compostamente seduta, la schiena dritta ed il braccio destro piegato a sorreggere elegantemente il mento, in viso un’espressione di sostenuta arroganza.
I suoi occhi seguivano svogliatamente la professoressa di geografia che stava spiegando concitata davanti alla cartina geografica. Ogni tanto l’inglese spostava la propria attenzione dall’insegnante per posarla sulla compagna di banco, della quale disapprovava completamente la postura.
Dopo qualche altro minuto notò che America aveva preso il suo portamine rosso e lo stava usando per scrivere qualcosa sul banco.
La frase - scritta con una grafia storta e confusionaria - impegnò Alice Kirkland in una decrittazione abbastanza ardua, che tuttavia si concluse con un successo.
L’affermazione diceva: «Ma tu stai seguendo?».
Alice impugnò a propria volta il lapis e scrisse rapidamente ma con una certa cura la risposta: «Più o meno, ma a te seguire servirebbe più che a me».
America sbuffò contrariata e rispose: «Come sei noiosa».
Inghilterra spostò leggermente il busto verso di lei.
«Allora preparati al corso di recupero».
L’americana aggrottò le sopracciglia, indispettita.
«Siamo ancora all’inizio dell’anno».
L’inglese increspò le labbra in un sorriso leggero ma pieno di superiorità.
«Se continui così non andrà a finire diversamente dall’anno scorso».
«Kirkland! Jones! Che cosa state facendo di così interessante su quel banco?».
Le due alzarono in contemporanea lo sguardo dalla superficie su cui si stava consumando la loro discussione e lo fissarono sulla professoressa, che nel frattempo s’era spostata dalla cartina geografica e si era piazzata davanti al loro banco, seguita dagli occhi del resto della classe.
La docente abbassò lo sguardo e, nel vedere le scritte ed i loro lapis sollevati nelle vicinanze, fulminò le due ragazze con gli occhi.
«Se la mia lezione vi risulta tanto noiosa, allora potete accomodarvi fuori dell’aula» esclamò.
Il tono era tipico di un ordine dato in modo implicito ma perentorio.
Alice si sentì sprofondare in qualche antro buio e sconosciuto di sé stessa: era appena stata cacciata dalla classe.
Da quando aveva cominciato ad andare a scuola era la prima volta che succedeva.
Onestamente parlando, si sentiva un verme.
Mestamente, senza fiatare, si alzò e si avviò a testa china tra i banchi, diretta alla porta, seguita da vicino da America.
Quando furono fuori e la porta fu chiusa, la Kirkland si girò a guardare la compagna, furiosa: «Mi hai fatto sbattere fuori di classe!».
Sgranò gli occhi nel vedere che l’americana stava fissando il suo cellulare - comparso misteriosamente tra le sue mani - senza prestarle neppure un briciolo della sua attenzione.
Emily alzò in quel momento lo sguardo dallo schermo ed annunciò: «Alfred mi ha scritto che sta venendo qui! Era in laboratorio al piano di sopra».
Inghilterra esclamò, paonazza e furibonda: «Idiota, ascoltami! Non fare la scema con quel cretino di tuo fratello!».
«Ehi!» sbottò l’altra in risposta, indignata, guardandola irritata «Cretino sarà tuo fratello! E poi dovresti ringraziarmi: non dobbiamo più stare a sentire la prof».
Sembrava soddisfatta del risultato ottenuto.
«E invece no! Noi dovremmo essere dentro. Perché non riesci a capire un concetto così semplice?!» la contraddisse Alice, spazientita.
L’altra la guardò come se avesse appena detto un’oscenità.
Idiota.
Emily Jones era una idiota. E chissà perché e come, lei ne veniva sempre coinvolta.