Scoperte sotto il letto

Dec 26, 2015 10:54

Titolo: Scoperte sotto il letto
Rating: Giallo
Genere: Slice of life
Personaggi: Dante, Nero
Wordcount: 2311 (fiumidiparole)
Prompt: #52 - Rileggere un vecchio libro per il Maribingo @ maridichallenge
Note: Age difference, Shonen-ai
Guardando i vari membri del gruppo con una punta di amarezza nello sguardo si rese conto che c'era qualcosa che non quadrava nel chitarrista.
Sbatté perplesso le palpebre e spalancò la bocca, allibito, avvicinandosi alla fotografia per poter guardare con più attenzione nonostante la risoluzione non proprio ottima. Non riusciva a credere ai suoi occhi.
«Dante?» chiese a voce alta, come se la pagina potesse rispondergli.

Nero era determinato a dare una pulita da cima a fondo alla Devil May Cry in occasione delle festività natalizie.
Durante tutto il resto dell'anno lasciava al suo coinquilino la libertà di accatastare spazzatura dove e come più gli piaceva, dato che pareva non riuscire neanche a concepire cosa fosse l'ordine. Il periodo di Natale però pretendeva di passarlo in un posto pulito e ordinato, senza cumuli di vecchie scatole di pizza sparsi su ogni superficie disponibile.
Così nella prima settimana di dicembre si era organizzato con Dante in maniera tale da non doversi occupare del lavoro - che stranamente in quel periodo diventava un po' più intenso - e dedicarsi completamente alle faccende domestiche.
Nell'arco dell'intera settimana si era occupato dell'ufficio - la parte in assoluto più difficile per le dimensioni della sala e l'assurda quantità di angoli e anfratti che potevano funzionare da cestini occasionali - del bagno e della cucina, lasciandosi in ultimo la camera da letto, che era quella messa meglio. Dopotutto era la stanza in cui consumavano il loro amore e le loro perversioni più recondite - oltre ad essere il posto in cui dormivano. Era logico che la trattassero con più attenzione.
Il ragazzo era fermo sull'uscio della camera. Indossava un vecchio paio di pantaloni grigi appartenuti ad una tuta da ginnastica ormai logora ed una canotta rossa per mantenere comunque alto lo spirito natalizio.
Si era attrezzato con scopa e sacco per i rifiuti, strofinacci umidi e teli cattura-polvere ed era pronto a mettersi a lavorare sodo per l'ultima volta.
La camera al solito era un caos di abiti da lavare e non sparsi a terra e appoggiati sulle sedie. Il letto era rifatto in maniera grossolana, con le coperte che erano solo tirate su fino a coprire i cuscini.
Iniziò la pulizia dalle superfici in vista, togliendo gli abiti e accatastandoli dove poi avrebbe potuto facilmente portarli via. Non ricordandosi quali erano da lavare e quali potevano essere rimessi, decise di toglierli tutti quanti e metterli a lavare. Nell'armadio avevano senz'altro qualche abito di ricambio che utilizzavano meno di frequente e che avrebbe potuto sopperire all'assenza degli altri.
Una volta finito con quelli passò alla fase successiva e si mise a spazzare il pavimento e spolverare. Rispetto al tempo impiegato per togliere di mezzo i vestiti fu una cosa piuttosto veloce.
L'ultimo ostacolo che si frapponeva tra lui e la fine di quell'estenuante sessione di pulizie intensive era il letto - o meglio, ciò che vi era nascosto sotto. Non era entusiasta all'idea di frugare sotto il materasso, specialmente perché temeva che potessero saltar fuori giocattolini o riviste erotiche appartenenti al padrone di casa che risalivano a prima che facessero coppia fissa.
Nero era caratterialmente molto possessivo e trovare delle prove tangibili del fatto che prima di lui ci fossero stati altri ad occupare il letto di Dante l'avrebbe soltanto fatto incazzare. Preferiva di gran lunga rimanere nel dubbio e sperare che nessuno in passato avesse avuto il fegato di intrecciare relazioni di qualche tipo con il suo fidanzato.
«Coraggio, non puoi più rimandarlo...» si disse mentre si inginocchiava vicino alla sponda del letto, le guance lievemente imporporate: si sentiva un vero idiota in quel momento e se il suo coinquilino fosse stato lì con lui molto probabilmente gliel'avrebbe detto senza alcuna vergogna.
Si distese prono sul pavimento e protese il Devil Bringer nella penombra sempre più fitta, tastando piano in cerca di altra spazzatura da buttare.
Con suo sommo sollievo trovò solo diverse scatole di pizza - la cui presenza addirittura in camera da letto gli diede ulteriore conferma di quanto ne fosse amante il suo partner. Quasi con sollievo si spostò a sondare la zona sottostante la testata del letto ma quel sollievo fu momentaneo: all'improvviso le sue dita toccarono qualcosa che somigliava molto alla copertina di una rivista.
Le sue guance si scaldarono mentre immaginava su cosa avesse appena messo le mani. Estrasse il volume e si sollevò per osservare il disegno in copertina.
Si era aspettato di trovarsi davanti una modella che posava nuda in una postura alquanto erotica e provocante e invece si ritrovò a guardare l'immagine di una band musicale circondata dai titoletti riguardo gli articoli che si trovavano all'interno.
L'albino sbatté perplesso le palpebre: era un vecchio numero di una rivista che aveva seguito molto quand'era più piccolo. Aveva sempre avuto una certa passione per la musica rock e leggere quelle riviste era uno dei pochi modi che aveva di rimanere aggiornato in materia senza che quell'antipatico di Credo avesse di che ridire. Era veramente noioso starlo a sentire quando doveva fargli la ramanzina.
«Chissà da quanti anni è qua sotto...» commentò Nero accennando un sorrisetto, iniziando a sfogliare la rivista.
Leggendo le prime pagine si ricordò di quel numero in particolare: l'aveva letto molte volte dopo la prima poiché in esso era contenuta una lunga intervista al suo gruppo rock preferito in assoluto.
Aveva tutte le loro canzoni ed era stato un loro fan sfegatato fin dal loro esordio. Amava la loro musica, che gli aveva tenuto compagnia durante le lunghe e noiose celebrazioni di Sua Santità.
Finalmente arrivò alle pagine che gli interessavano, le due che si trovavano esattamente al centro del volume: l'intervista era riportata in caratteri più piccoli dei precedenti articoli e le riempiva entrambe, ad eccezione della metà superiore della pagina destra, occupata da una foto della band.
Nero osservò il ritratto con un moto di nostalgia: quella fotografia risaliva agli anni in cui il gruppo era al massimo della fama, alcuni mesi prima che fosse sciolto definitivamente. Ricordava bene la sua reazione a quella notizia, dato che sfogò la sua rabbia nella sala dedicata agli allenamenti dei Cavalieri dell'Ordine con tale veemenza che era dovuto intervenire Credo in persona per fermarlo prima che distruggesse tutto.
Guardando i vari membri del gruppo con una punta di amarezza nello sguardo si rese conto che c'era qualcosa che non quadrava nel chitarrista.
Sbatté perplesso le palpebre e spalancò la bocca, allibito, avvicinandosi alla fotografia per poter guardare con più attenzione nonostante la risoluzione non proprio ottima. Non riusciva a credere ai suoi occhi.
«Dante?» chiese a voce alta, come se la pagina potesse rispondergli.
Con l'indice sfiorò la figura del chitarrista, incredulo: i capelli bianchi e l'acconciatura, oltre alle inconfondibili scelte di stile non lasciavano spazio per dubbi. Quello che aveva di fronte doveva per forza essere una versione giovane di Dante.
La corporatura era molto meno massiccia nonostante le spalle larghe e la barbetta ispida che era abituato a sentire ogni volta che lo baciava non c'era.
Era bello ma c'era qualcosa in lui che lo rendeva un po' meno virile ai suoi occhi rispetto alla versione invecchiata che Nero conosceva e probabilmente era proprio dovuto alla giovane età.
Allo stupore iniziale per quella sensazionale scoperta seguì un forte imbarazzo e poi rabbia: una cosa così importante del passato di Dante lui gliel'aveva tenuta nascosta per tutto quel tempo.
Adesso che erano una vera coppia avrebbero dovuto condividere tutto, specialmente trascorsi di quel tipo.
Caso volle che proprio in quel momento udì il familiare rumore della porta d'ingresso che si apriva e si richiudeva piuttosto pesantemente, indicando l'arrivo di qualcuno - o piuttosto il suo ritorno a casa.
Nero si alzò in piedi e, con la rivista ancora ben stretta in mano, si precipitò come una furia fuori dalla camera e giù per le scale.
Dante era in piedi poco oltre l'uscio, i capelli e gli abiti fradici di pioggia. Si sfilò il cappotto bagnato e lo appese all'estremità opposta dell'attaccapanni rispetto a quella cui era appesa la giacca del suo compagno, per evitare di bagnare anche quella; quindi iniziò a togliersi gli abiti sottostanti.
Andare a caccia di demoni con Natale ormai alle porte era già brutto, farlo sotto la pioggia era pure peggio.
Con un gesto della mano si pettinò i capelli bagnati, spostando il ciuffo albino che ora gli stava appiccicato sulla fronte e le sopracciglia lateralmente. A quel punto si scarmigliò i capelli per togliere rapidamente un po' d'acqua.
«Dannazione, adesso dovrò mettere tutta questa roba a lavare...» bofonchiò mentre si slacciava le cinture sulla camicia, aprendone la zip.
Prima che avesse modo di sfilarsi l'indumento si vide piombare addosso Nero, che quasi andò a sbattere contro di lui per la foga.
Arretrò d'istinto di mezzo passo, intimorito dallo sguardo che il più giovane gli rivolse.
«Uoh, ragazzo datti una calmata! Sono appena tornato, non posso ancora aver fatto ni...»
«Questo qui sei tu, vero?!».
Nero lo interruppe senza alcun garbo, sollevando qualcosa e sbattendoglielo in faccia. Il più grande portò indietro la testa di scatto per mantenere una certa distanza dall'oggetto misterioso e poterlo quindi mettere bene a fuoco.
Sbatté le palpebre, confuso, trovandosi dinanzi ad una pagina di una rivista con una foto di gruppo. Il dito di Nero ne indicava una in particolare.
All'uomo la fotografia risultò molto familiare, benché fossero passati anni da quando l'aveva vista per l'ultima volta.
«Certo... ma questa rivista dove l'hai trovata?» esclamò, prendendo il volume e abbassandolo «Wow... ero davvero figo ai tempi! Non che sia cambiato molto...».
Il ragazzo ebbe così conferma completa dei suoi sospetti. Il fatto che glielo stesse dicendo con tanta leggerezza lo fece andare in bestia.
«Era nascosta sotto il letto, insieme alla spazzatura!» esclamò «Perché non mi hai mai detto di aver suonato in un famoso gruppo rock?!» aggiunse quasi gridando.
Si sentiva preso in giro, specialmente essendo lui un fan di tale gruppo.
Dante scrollò le spalle.
«È stata una ragazzata, prima che aprissi l'agenzia. Usavo anche un'altra identità per non essere rintracciato dai demoni...» spiegò «È stato un bel periodo ma sono anche contento che sia finito... non mi permettevano di mangiare la pizza ogni volta che volevo, dicevano che mi faceva male... idioti» aggiunse scuotendo la testa.
«Tony Redgrave...» disse Nero.
«Già, ma come fai a saperlo? Nell'intervista non era scritto...» domandò Dante.
Il ragazzo arrossì e gli diede un pugno sulla spalla.
«Pensavi di non dirmelo mai?! Dannazione, Dante! Viviamo insieme, gradirei essere informato su episodi tipo questo!» protestò.
Il maggiore ignorò il colpo e sogghignò, pungolandogli il petto con l'indice.
«Ah-ah, hai cambiato discorso e non mi hai risposto!» fece presente mentre socchiudeva le palpebre con cipiglio divertito «E sei tutto rosso in viso. Che mi stai nascondendo?».
«Niente!».
Nero rispose con troppa fretta perché potesse suonare credibile.
«Risposta sbagliata» Dante gli si avvicinò fino a sfiorargli coi capelli umidi la fronte, gli occhi immersi nelle iridi azzurre del più giovane «Come fai a sapere che al tempo mi chiamavo Tony Redgrave?».
Nero era alle strette. Non sapeva che scusa inventare e non poteva certo fuggire. L'unica via d'uscita era confessare.
«Ero... un fan del tuo gruppo, okay?» rivelò e non senza sentirsi mortalmente imbarazzato «E anche tuo... soprattutto».
Dante lo fissò attonito per qualche istante ed il più giovane divenne ancor più rosso.
«Ti piacevo già all'epoca?» chiese il più anziano.
«Non in quel senso, idiota!» sbottò subito il minore, indignato «Il tuo stile e il modo di suonare!».
«E non sei contento di avermi tutto per te adesso? Il tuo chitarrista preferito che, ironia della sorte, ora è il tuo fidanzato. Tuo e di nessun altro» Dante allargò le braccia, come a mettersi a sua completa disposizione «Non dovrebbe essere il sogno di ogni fan che si rispetti?».
Adesso che glielo faceva notare, l'idea lo metteva alquanto su di giri, anche se la rabbia era ancora forte.
«Non volevo scoprirlo così! Dovevi essere tu a dirmelo!» ringhiò facendo per menargli un ceffone.
Il suo partner bloccò tempestivamente il colpo senz'alcuna fatica e sfruttò la presa sul suo polso per attirarlo verso di lui.
«Andiamo... so che sei felice» gli sussurrò a fior di labbra.
L'altro distolse lo sguardo, in silenzio; dopodiché tornò a voltarsi con uno scarto di pochi attimi e lo baciò con fervore. Dante osò addirittura invadere la sua bocca con la lingua, meravigliandosi di trovarlo ben disponibile ad accoglierlo.
Il contatto fu profondo e pieno di sentimento e quando si separarono si guardarono a lungo.
«Stai per dimostrarmi il tuo apprezzamento per il mio passato come chitarrista?» chiese speranzoso. Il modo di baciarlo adottato poco prima, del tutto inusuale per lui, lo faceva ben sperare in tal senso.
Nero gli rivolse un sorrisetto mentre assumeva un'espressione pensosa.
«Solo se riesci a ritornare come eri allora... almeno esteticamente...» disse, rivolgendogli uno sguardo lascivo. Era quasi certo che non potesse avere ancora niente di quel periodo. Era di corporatura più robusta, quindi doveva aver buttato i suoi vecchi abiti per far posto a quelli che ora portava.
Un sorriso arrogante illuminò il volto di Dante mentre si piegava verso la spalla del più giovane per sussurrargli all'orecchio: «Per fortuna che ho deciso di tenere il costume di scena...».
«D-davvero?» chiese Nero con una punta di scetticismo nella voce «Ce l'hai ancora?».
«Sì, e alla fine ho fatto bene a conservarlo» si vantò il maggiore «Andiamo, c'è da tirarlo fuori dal doppio fondo sotto il doppio fondo nell'armadio» esclamò.
Il più giovane gli scoccò un'occhiata storta: «Lo tieni nascosto sotto il doppio fondo dove ci sono i giocattoli erotici...?».
«Sì, era l'unico scomparto vuoto dove quella roba non mi desse fastidio...» esclamò Dante facendo spallucce.
In tutti quegli anni lui non si era mai accorto della presenza di un altro nascondiglio sotto il doppio fondo da quale attingeva quasi regolarmente per soddisfare le piccole perversioni di entrambi. L'idea di vedere di nuovo quei vestiti lo stava eccitando più di quanto potesse immaginare.
Sperava solo che gli entrassero ancora.
«Forza, voglio vedere come ti stanno adesso!» esortò Nero, tirando Dante verso le scale.
«Va bene, ti seguo! Certo che... sono proprio curioso di vedere come hai intenzione di dimostrarmi la tua ammirazione...» commentò quest'ultimo, le iridi azzurre che scintillavano di lussuria.
Si prospettavano ore intriganti per lui.

rating: safe, fandom: devil may cry, pairing: dante/nero

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